SCHEDA: MONS. LUIGI PADOVESE – NUNZIO APOSTOLICO IN ANATOLIA – OGGI IN PARADISO
LUIGI PADOVESE
Nunzio Apostolico in Anatolia
è stato mio professore, un carissimo ricordo, scheda da completare;
QUESTO AVEVO SCRITTO QUANDO HO APERTO QUESTO BLOG
Luigi Padovese: nato a Milano il 31 marzo del 1947. Il 4 ottobre del 1965 fa la prima professione nei frati cappuccini ed esattamente 3 anni dopo quella solenne. Il 16 giugno del 1973 viene ordinato sacerdote. Professore titolare della cattedra di Patristica alla Pontificia Università dell'Antonianum. Fino ad essere ordinato vescovo è stato per 16 anni direttore dell'Istituto di Spiritualità nella medesima università. Professore invitato alla Pontificia Università Gregoriana e alla Pontificia Accademia Alfonsiana. Per 10 anni è stato visitatore del Collegio Orientale di Roma per la Congregazione delle Chiese Orientali. Consulente della Congregazione per le Cause dei Santi. L'11 ottobre 2004 viene nominato Vicario Apostolico dell'Anatolia e vescovo titolare di Monteverde. Viene consacrato a Iskenderun il 7 novembre dello stesso anno.
OGGI AGGIUNGO IL PICCOLO POST CHE HO DEDICATO A LUI QUANDO HO SAPUTO DEL SUO ASSASSINIO:
rileggo ancora con sgomento la notizia dell'assassinio di Padre Luigi Padovese, nunzio apostolico in Anatolia, qui sulla mia scrivania ho l'unico libro che ho ancora dei miei studi con lui, non ricordo, forse le altre erano dispense, si intitola “Lo scandalo della croce, la polemica anticristiana nei primi secoli”, lo stavo rileggendo per poter proporre ancora qualcosa dei suoi studi; certo ce ne sono molti altri, ma io ho qui i miei ricordi; sono passati diversi anni dai corsi che feci con lui di Patrologia e piritualità, non ricordo molto anche se i suoi insegnamenti si sono saldati dentro di me; tuttavia un giorno, forse c'era stato un Convegno e, forse, eravamo usciti, professori e studenti …magari per andare in Chiesa, ritornavamo e io ero davanti a lui, scherzava e sorrideva, ricordo così il suo viso e il suo sorriso; poi ho seguito, ma solo in parte, il suo lavoro in Anatolia, e, certo, ho perduto qualcosa dei suoi insegnamenti e del suo ministero come nunzio apostolico; riguardando, tuttavia, la storia di questi ultimi anni il mio pensiero va alla Chiesa: la chiesa di oggi mi appare sempre di più come quella dei martiri, chiesa degli umili, di chi è capace di fare in silenzio il proprio dovere, e, quasi in silenzio, morire; mi sembra cambiata la storia, lo vedo per le strade di Roma, nelle Chiese, non sempre piene, ma dove i fedeli partecipano attivamente soprattutto ascoltando, cercando di comprendere e di vivere qualcosa che sembra antico ed oggi stranamente nuovo; dove i confessionali sembrano di nuovo riempirsi, di persone che desiderano che la vita propria e dei propri cari prenda una nuova forma e senso; sta cambiando il modello che abbiamo spesso conosciuto, di fedele, di sacerdote e di Papa; io che mi sento “afferrata” da Paolo ed in lui da Cristo - ma tanto lontana dalla sua fede - vedo che il modello è sempre di più Colui che è morto fuori delle mura di Gerusalemme, sulla Croce; che il modello è colui che “afferrato” da Cristo lo ha seguito nelle malattie, nelle persecuzioni, nei tradimenti, nella morte, viaggiando per ogni terra, e, naufagando, fino a Roma; il modello di un annuncio del Vangelo di chi ha combattuto la buona battaglia: “…ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede, ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice mi consegnerà in quel giorno, e non soltanto a me, ma a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione” (2Tm 4,7-8); di essere, appunto, “testimoni”, di quell'essere cristiani dove l'eccezionale, lo straordinario, l'assurdo modo di vivere dei cristiani non fa notizia, non crea scandali, non provoca lotte né guerre: “I cristiani non si differenziano dagli altri uomini né per territorio, né per il modo di parlare, né per la foggia dei loro vestiti…Vivono nella carne, ma non secondo la carne…Anche se non sono conosciuti, vengono condannati; sono condannati a morte, e da essa vengono vivificati..” (Dall'Epistola a Diogneto) dove il senso ultimo di ogni insegnamento, di ogni catechesi, di ogni studio, di ogni scienza teologica, è quello ultimo dell'amore, non perché la legge è stata abolita, ma perché è stata compiuta in Cristo; allora tutto convoglia e si raccoglie nell'atto dell'amore, quello supremo di Cristo, di Paolo e dei tanti martiri anche in questo “secolo”, oggi di Padovese: morire perhé ha amato;
ARRIVEDERCI IN PARADISO PADOVESE, QUANDO, E SE, DIO VORRÀ ANCHE ME;
BIOGRAFIA
i dati principali sono quelli che avevo già scritto, per una bibliografia completa anche degli scritti sul sito della Università Pontificia Antonianum:
http://www.antonianum.eu/professoriView.php?id_utente=289
da AsiaNews, nel 2004 :
http://www.asianews.it/index.php?l=it&art=1851
Mons. Luigi Padovese, nuovo vicario apostolico dell'Anatolia
La cura pastorale dei cattolici e la memoria dei primi cristiani i compiti del nuovo vescovo.
Iskenderun (AsiaNews) - Domenica 7 novembre nella cattedrale di Iskenderun - l'antica Alessandretta, nel sud della Turchia - si è tenuta l'ordinazione episcopale di mons. Luigi Padovese, nominato vicario Apostolico dell'Anatolia, in sostituzione di mons. Ruggero Franceschini, designato arcivescovo di Smirne. A conferire l'ordinazione mons. Edmondo Farhat, Nunzio Apostolico in Turchia; presenti anche mons. Ruggero Franceschini, mons. Giuseppe Bernardini, arcivescovo dimissionario di Smirne, mons. Luis Pelatre, vescovo di Istanbul, oltre alla comunità cristiana locale e una rappresentanza civile della città. Di origine milanese, mons. Padovese ha scelto di essere ordinato vescovo in Turchia per esprimere meglio la sua appartenenza a questa terra, a cui si sente legato da tempi lontani: "Avverto come un gran onore essere cristiano con voi e per voi in questa terra di Turchia che conserva le memorie del primo cristianesimo" ha confidato ai presenti. "Il mio amore per l'Anatolia mi ha portato ad organizzare ad Efeso e a Tarso - Antiochia convegni su Pietro, Paolo e Giovanni e sui primi grandi Padri della Chiesa". Dal 1989 il neo vescovo organizza ogni anno simposi in questi luoghi cari ai cristiani; l'ultimo si è svolto ad Antiochia nel giugno 2003, coinvolgendo docenti turchi dell'università della città "Mustafa Kemal" sul tema della fede, della storia e della archeologia antiochena. Come pastore della chiesa in Anatolia mons. Padovese sente l'impegno di "dover conservare e far meglio conoscere questa eredità di memorie e di santità, ma - ha detto ai fedeli - il mio primo impegno siete tutti voi". Ispirandosi a Giovanni Crisostomo, vescovo antiocheno di Costantinopoli, il neo-pastore ha scelto come motto episcopale In Caritate Veritas (la Verità nell'Amore). "Sono parole che esprimono il mio programma di ricercare la verità nella stima e nel reciproco volersi bene. Se è vero che chi più ama, più si avvicina a Dio, è anche vero che per questa strada ci avviciniamo al senso vero della nostra esistenza che è un vivere per gli altri. Su questa convinzione si fonda anche la mia volontà di dialogo con i fratelli ortodossi, quelli di altre confessioni". Il Nunzio Apostolico mons. Farhat ha esortato il neovescovo a "guidare con coraggio la barca di Pietro", mostrandosi a tutti e in ogni circostanza "maestro di speranza". Infine gli ha ricordato che "i grandi santi che hanno abitato questa terra benedetta da Dio - dall'Anatolia alla Cappadocia - sono con te e fanno festa con te e per te". Anche l'accoglienza calorosa e festante del piccolo gregge a lui affidato ha voluto da subito sottolineare, in ripetuti e lunghi applausi, l'affetto e la stima nei confronti del nuovo pastore dell'Anatolia. La Turchia conta 70 milioni di abitanti, al 99% musulmani. I cristiani sono lo 0,6% della popolazione; i cattolici sono circa 30mila. Il vicariato dell'Anatolia ha 4550 cattolici, 7 parrocchie, 3 sacerdoti diocesani, 14 religiosi e 12 religiose.
sempre da Asia News, oggi:
http://www.asianews.it/notizie-it/Mons.-Luigi-Padovese-assassinato-nel-sud-della-Turchia-18583.html
Mons. Luigi Padovese assassinato nel sud della Turchia
di Geries Othman
(3 giugno 2010)
Ankara (AsiaNews) - Mons. Luigi Padovese, vescovo di Iskanderun, nell’Anatolia, è stato ucciso oggi verso le 13. Un suo amico sacerdote l’aveva incontrato poco dopo le 12 e aveva parlato con lui.
I primi sospetti sull’autore dell’assassinio cadono sul suo autista e collaboratore, un musulmano che collaborava da tempo con il prelato, che lo avrebbe accoltellato. Secondo testimoni in questi giorni l’autista sembrava “depresso, violento pieno di minacce”. Mons. Padovese, 63 anni, era dal 2004 vicario apostolico dell’Anatolia e attuale presidente della Conferenza episcopale turca.
Il vescovo era molto impegnato nell’ecumenismo e nel dialogo con l’Islam, come anche nel far rivivere le diverse comunità cristiane turche. Ieri aveva incontrato le autorità turche per affrontare i problemi legati alle minoranze cristiane. Domani sarebbe andato a Cipro, per incontrare Benedetto XVI, in viaggio sull’isola per pubblicare l’Instrumentum Laboris del Sinodo per le Chiese del Medio oriente. La Chiesa turca non è nuova a violenze, uccisioni e minacce. Nel 2006 era stato ucciso a Trabzon il sacerdote Fidei Donum don Andrea Santoro. Nello stesso 2006, alla messa di suffragio per il sacerdote ucciso, mons. Padovese aveva detto: “Noi perdoniamo chi ha compiuto questo gesto. Non è annientando chi la pensa in modo diverso che si risolvono i conflitti. L’unica strada che si deve percorrere è quella del dialogo, della conoscenza reciproca, della vicinanza e della simpatia. Ma fintanto che sui canali televisivi e sui giornali assistiamo a programmi che mettono in cattiva luce il cristianesimo e lo mostrano nemico dell’islam (e viceversa), come possiamo pensare a un clima di pace?”. E ancora, riferendosi a don Santoro, ha aggiunto: “Chi ha voluto cancellare la sua presenza fisica, non sa che ora la sua testimonianza è più forte”. Il direttore della Sala stampa vaticana, p. Federico Lombardi, all’apprendere la notizia, ha dichiarato: “Ciò che è accaduto è terribile, pensando anche ad altri fatti di sangue n Turchia, come l’omicidio alcuni anni fa di don Santoro”. “Preghiamo perché il Signore lo ricompensi per il suo grande servizio per la Chiesa e perché i cristiani non si scoraggino e seguendo la sua testimonianza così forte continuino a professare la loro fede nella regione”. Ispirandosi a Giovanni Crisostomo, vescovo antiocheno di Costantinopoli, aveva scelto come motto episcopale In Caritate Veritas (la Verità nell'Amore). “Sono parole che esprimono il mio programma di ricercare la verità nella stima e nel reciproco volersi bene. Se è vero che chi più ama, più si avvicina a Dio, è anche vero che per questa strada ci avviciniamo al senso vero della nostra esistenza che è un vivere per gli altri. Su questa convinzione si fonda anche la mia volontà di dialogo con i fratelli ortodossi e con i fratelli di altre confessioni.
IL RICORDO DI UNA PERSONA CHE LO HA CONOSCIUTO DALL'ANATOLIA, DA VICINO PADOVESE, SU ASIA NEWS DI OGGI 7 GIUGNO 2010, BELLISSIMO:
http://www.asianews.it/notizie-it/In-ricordo-di-mons.-Padovese,-martire-che-ha-amato-la-Turchia-18607.html
In ricordo di mons. Padovese, martire che ha amato la Turchia
di Maria Grazia Zambon
(su AsiaNews di oggi 7 giugno 2010, bellissimo)
Un ritratto del vescovo ucciso il 3 giugno scorso, la sua bontà fraterna con cristiani e musulmani; la sua tenacia a far rivivere le Chiese fondate da S. Paolo. Una meditazione da parte di una collaboratrice di mons. Padovese.
METTO IL LINK ALLA CATEGORIA DOVE CI SONO SCRITTI DI PADRE LUIGI PADOVESE, RICORDI, ARTICOLI, ECC , SI TROVA SOTTO ARCIVESCOVI E VESCOVI, MONS. LUIGI PADOVESE:
http://lapaginadisanpaolo.unblog.fr/tag/arcivescovi-e-vescovi/mons-luigi-padovese/
Dalla preghiera del Card. Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano per mons. Luigi Padovese:
"Porta e non muro" è stata la vita di Mons. Padovese, spesso sotto scorta eppure così libera di annunciare il Vangelo in terra arida; "porta e non muro" la chiesa che egli ha voluto, piccolo gregge aperto all'amicizia delle genti; "porta e non muro" per accogliere fino alla fine, come te Signore Gesù, le lacerazioni che abitano il cuore dei popoli e degli uomini, anche di colui che ha follemente levato la sua mano e per il quale egli continua ad essere "fratello" e Padre".
O Figlio dell'Eterno e Figlio dell'Uomo, tu sei la porta della vita che non ha fine; oggi tu accogli padre Luigi al tuo banchetto eterno, risveglia anche in noi l'onore di stare alla tua presenza come servo e rendici degni della tua amicizia non per i nostri meriti ma per la tua potenza d'amore.
Perché tu sei Santo, Benedetto, Giudice dell'Universo, e pietoso Amico degli uomini. Amen
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