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IL CEDRO (DEL LIBANO) [simboli biblici]

dal sito:

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IL CEDRO (DEL LIBANO)

 La varietà di cedro che prendiamo in considerazione in questa sede è il cosiddetto “citrus libanoica”, comunemente chiamato “cedro del Libano”.

E’ una conifera originaria delle regioni asiatiche e mediorientali che fu importata in modo massiccio in Europa in un periodo poco posteriore alle Crociate (secolo XIV). Dell’albero, usato preminentemente a scopo ornamentale in parchi alberati e in giardini, ne viene utilizzato il legno di colore scuro per la costruzione di mobili e di strutture edilizie, grazie alle sue manifeste proprietà di duttilità e di particolare resistenza. Il cedro è lo stemma ufficiale del popolo libanese, e figura nella bandiera nazionale di quel paese insieme ai colori rosso e bianco. La varietà commestibile della pianta (“citrus medica”) è un arbusto sempreverde che produce grossi frutti aciduli e dolciastri dalla buccia gialla, spessa e rugosa, simili ai limoni, che costituiscono una delle più consistenti voci merceologiche d’esportazione di paesi come Spagna, Libano e Israele. Il cedro del Libano è l’emblema della nobiltà, della grandezza, della forza e della continuità di tutte le specie. Presso le antiche popolazioni mediterranee fu simbolo della incorruttibilità. Nel commento del filosofo Origene al biblico “Cantico dei Cantici” fu scritto: “…il cedro non marcisce mai, costruire con il cedro le travi delle nostre case significa preservare l’anima dalla corruzione… “ Con il legno di cedro gli Egizi costruirono imbarcazioni e catafalchi funebri, e vi intagliarono le statue delle divinità (Iside) alle quali era attribuito il colore scuro della carnagione. Nell’antico Egitto il cedro simboleggiò soprattutto la fertilità della terra e, in genere, le potenzialità benefiche emanate dal terreno. Non a caso i primi simulacri delle dee di pelle scura, prodromi delle cosiddette “madonne nere” cristiane, furono intagliati in legno di cedro. In questo modo la religiosità egizia volle evidenziare la connessione simbolica esistente tra l’albero e il ritualismo della terra. Gli Ebrei fabbricarono con il cedro le strutture portanti del Tempio di Salomone, e con i suoi rami intrecciavano torce ricche di sostanze resinose e profumate usate in ricevimenti e in banchetti. In un passo evangelico apocrifo è detto che il corpo di Gesù Cristo, dopo essere stato deposto dalla croce, fosse stato lavato e quindi cosparso con la resina del cedro. In questo senso l’albero assumerebbe anche il significato della purificazione e della immortalità. Il cedro compare anche nell’iconografia proto cristiana e negli antichi testi iniziatici. Gesù crocifisso fu spesso raffigurato appeso su un albero di cedro, oppure presentato nel suo splendore divino all’interno di un’incavatura del tronco. In un passo del “Libro dei Giudici”, da molti commentatori biblici considerato di forte valenza iniziatica, fu scritto: “…allora gli alberi dissero al rovo di regnare su di essi. Il rovo rispose loro che se fossero stati in buona fede si sarebbero dovuti rifugiare sotto la sua ombra. Ma se gli alberi fossero stati in mala fede, il fuoco sarebbe uscito dal rovo e avrebbe divorato per primi i cedri del Libano…“ Difatti, secondo le interpretazioni più attente, la frase conterrebbe dei riferimenti alla nozione della sintesi triadica, secoli dopo ripresa e rinvigorita nei suoi elementi costitutivi dalla teologia di San Bernardo da Chiaravalle, del simbolismo del rovo (divinità), della quercia (forza) e del cedro (immortalità).

Publié dans:simboli biblici |on 23 mai, 2011 |Pas de commentaires »

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