XXVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
SABATO 18 OTTOBRE 2008-10-18
SAN LUCA EVANGELISTA (f)
Innanzi tutto propongo la biografia di San Luca come persona molto vicina e cara a San Paolo, dal sito:
http://santiebeati.it/index.html
BIOGRAFIA:
San Luca Evangelista
18 ottobre
Antiochia di Siria – Roma (?) – Primo secolo dopo Cristo
Luca, evangelista e autore degli Atti degli Apostoli, è chiamato « lo scrittore della mansuetudine del Cristo ». Paolo lo chiama « caro medico », compagno dei suoi viaggi missionari, confortatore della sua prigionia. Il suo vangelo, che pone in luce l’universalità della salvezza e la predilezione di Cristo verso i poveri, offre testimonianze originali come il vangelo dell’infanzia, le parabole della misericordia e annotazioni che ne riflettono la sensibilità verso i malati e i sofferenti. Nel libro degli Atti delinea la figura ideale della Chiesa, perseverante nell’insegnamento degli Apostoli, nella comunione di carità, nella frazione del pane e nelle preghiere. (Mess. Rom.)
Patronato: Artisti, Pittori, Scultori, Medici, Chirurghi
Etimologia: Luca = nativo della Lucania, dal latino
Emblema: Bue
Martirologio Romano: Festa di san Luca, Evangelista, che, secondo la tradizione, nato ad Antiochia da famiglia pagana e medico di professione, si convertì alla fede in Cristo. Divenuto compagno carissimo di san Paolo Apostolo, sistemò con cura nel Vangelo tutte le opere e gli insegnamenti di Gesù, divenendo scriba della mansuetudine di Cristo, e narrò negli Atti degli Apostoli gli inizi della vita della Chiesa fino al primo soggiorno di Paolo a Roma.
Ma che c’entra Teofilo? E chi lo conosce? Da sempre ci pare un po’ abusivo questo personaggio ignoto, che vediamo riverito e lodato all’inizio del vangelo di Luca e dei suoi Atti degli Apostoli. La risposta si trova nella formazione ellenistica dell’autore. Con la dedica fatta a Teofilo che doveva essere un cristiano eminente egli segue l’uso degli scrittori classici, che appunto erano soliti dedicare le loro opere a personaggi insigni. Luca, infatti, ha studiato, è medico, e tra gli evangelisti è l’unico non ebreo. Forse viene da Antiochia di Siria (oggi Antakya, in Turchia). Un convertito, un ex pagano, che Paolo di Tarso si associa nell’apostolato, chiamandolo « compagno di lavoro » (Filemone 24) e indicandolo nella Lettera ai Colossesi come « caro medico » (4,14). Il medico segue Paolo dappertutto, anche in prigionia: due volte. E la seconda, mentre in un duro carcere attende il supplizio, Paolo scrive a Timoteo che ormai tutti lo hanno abbandonato. Meno uno. « Solo Luca è con me » (2Timoteo 4,11). E questa è l’ultima notizia certa dell’evangelista. Luca scrive il suo vangelo per i cristiani venuti dal paganesimo. Non ha mai visto Gesù, e si basa sui testimoni diretti, tra cui probabilmente alcune donne, fra le prime che risposero all’annuncio. C’è un’ampia presenza femminile nel suo vangelo, cominciando naturalmente dalla Madre di Gesù: Luca è attento alle sue parole, ai suoi gesti, ai suoi silenzi. Di Gesù egli sottolinea l’invitta misericordia, e quella forza che uscendo da lui » Gli Atti degli Apostoli raccontano il primo espandersi della Chiesa cristiana fuori di Palestina, con i problemi e i traumi di questa universalizzazione. Nella seconda parte è dominante l’attività apostolica di Paolo, dall’Asia all’Europa; e qui Luca si mostra attraente narratore quando descrive il viaggio, la tempesta, il naufragio, le buone accoglienze e le persecuzioni, i tumulti e le dispute, gli arresti, dal porto di Cesarea Marittima fino a Roma e alle sue carceri. Secondo un’antica leggenda, Luca sarebbe stato anche pittore e, in particolare, autore di numerosi ritratti della Madonna. Altre leggende dicono che, dopo la morte di Paolo, egli sarebbe andato a predicare fuori Roma; e si parla di molti luoghi. Di troppi. In realtà, nulla sappiamo di lui dopo le parole di Paolo a Timoteo dal carcere. Ma il vangelo di Luca continua a essere annunciato insieme a quelli di Matteo, Marco e Giovanni in tutto il mondo. E con esso anche gli Atti degli Apostoli. Nella liturgia della Parola, durante la Messa e in tutte le lingue, Luca continua davvero a predicare; anche ai nostri giorni, incessantemente.
Autore: Domenico Agasso
c’è anche un « commento alla liturgia del giorno » su San Luca del sito EAQ:
http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&ordo=&localTime=10/18/2008#
Cardinale John Henry Newman (1801-1890), sacerdote, fondatore di una comunità religiosa, teologo
PPS, vol. 3 no. 22 : « The Good Part of Mary »,
San Luca, evangelista, « servo della Parola » (Lc 1,2)
Buona è ogni parola di Cristo, ha la sua missione e la sua meta, non non si disperde. È impossibile che il Verbo di Dio abbia mai pronunciato parole effimere, poiché Egli esprime, secondo il suo volere, i consigli profondi e la volontà santa del Dio invisibile. Ogni parola di Cristo è buona. Anche se le sue parole ci fossero state trasmesse da gente qualsiasi, possiamo essere sicuri che nulla di ciò che è arrivato fino a noi – che si tratti di parole a un discepolo o a un oppositore, di avvertimenti, avvisi, rimproveri, parole di conforto, di persuasione o di condanna – nulla di queste ha un significato meramente accidentale, una portata limitata o parziale…Anzi, tutte le parole di Cristo, pur rivestite di una forma temporanea e ordinate a uno scopo immediato, e per questo difficili da estrapolare da ciò che in esse c’è di momentaneo o contingente, conservano tutta la loro forza in ogni secolo. Rimanendo nella Chiesa, sono destinate a durare per sempre nei cieli (cfr Mt 24,35); si prolungano fino nell’eternità. Sono la nostra regola santa, giusta e buona, «lampada per i nostri passi, luce sul nostro cammino» (Sal 118,105), così pienamente e intimamente adatte a nostro tempo come quando sono state pronunciate. Questo sarebbe stato vero anche se la premura di un solo uomo avesse raccolto queste briciole dalla tavola di Cristo. Ma abbiamo una speranza molto più grande, perché le riceviamo non dagli uomini bensì da Dio (1 Tes 2,13). Lo Spirito Santo, che è venuto a glorificare Cristo e a dare agli evangelisti l’ispirazione per scrivere, non ha tracciato per noi un Vangelo sterile. Sia lodato di aver scelto e salvaguardato per noi le parole che sarebbero dovute essere particolarmente utili nei tempi a venire, le parole cioè che possono servire di legge alla Chiesa, per la fede, la morale e la disciplina. Non una legge scritta su delle tavole di pietre (Es 24,12), bensì una legge di fede e di amore, dello spirito non della lettera (Rm 7,6), una legge per dei cuori generosi, che accettano di «vivere di ogni parola – per quanto modesta e umile sia – che esce dalla bocca di Dio» (Dt 8,3; Mt 4,4).
MESSA DEL GIORNO
Prima Lettura 2 Tm 4, 10-17
Solo Luca è con me.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo Timòteo
Carissimo, Dema mi ha abbandonato avendo preferito il secolo presente ed è partito per Tessalònica; Crescente è andato in Galàzia, Tito in Dalmazia. Solo Luca è con me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile per il ministero. Ho inviato Tìchico a Efeso. Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Tròade in casa di Carpo e anche i libri, soprattutto le pergamene. Alessandro, il ramaio, mi ha procurato molti mali. Il Signore gli renderà secondo le sue opere; guàrdatene anche tu, perché è stato un accanito avversario della nostra predicazione. Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Non se ne tenga conto contro di loro. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero sentirlo tutti i Gentili.
UFFICIO DELLE LETTURE
Prima Lettura
Dagli Atti degli Apostoli 9, 27-31; 11, 19-26
La Chiesa è colma del conforto dello Spirito Santo
Un giorno Barnaba prese con sé Paolo, lo presentò agli apostoli e raccontò loro come durante il viaggio aveva visto il Signore che gli aveva parlato, e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. Così egli poté stare con loro e andava e veniva a Gerusalemme, parlando apertamente nel nome del Signore e parlava e discuteva con gli Ebrei di lingua greca; ma questi tentarono di ucciderlo. Venutolo però a sapere i fratelli, lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso. La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria; essa cresceva e camminava nel timore del Signore, colma del conforto dello Spirito Santo. Intanto quelli che erano stati dispersi dopo la persecuzione scoppiata al tempo di Stefano, erano arrivati fin nella Fenicia, a Cipro e ad Antiochia e non predicavano la parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni fra loro, cittadini di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiochia, cominciarono a parlare anche ai Greci, predicando la buona novella del Signore Gesù. E la mano del Signore era con loro e così un gran numero credette e si convertì al Signore. La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la quale mandò Barnaba ad Antiochia. Quando questi giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore. E una folla considerevole fu condotta al Signore. Barnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e trovatolo lo condusse ad Antiochia. Rimasero insieme un anno intero in quella comunità e istruirono molta gente; ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani.
Responsorio At 12, 24; 13, 48. 52
R. La parola di Dio cresceva e si diffondeva. * E abbracciarono la fede i predestinati alla vita eterna.
V. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.
R. E abbracciarono la fede i predestinati alla vita eterna.
LODI
Lettura Breve 1 Cor 15, 1-2a.3-4
Vi rendo noto, fratelli, il Vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza. Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture.