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CONTROVERSIA AD ANTIOCHIA [CONCILIO DI GERUSALEMME (Atti 15:1-32)]

CONTROVERSIA AD ANTIOCHIA [CONCILIO DI GERUSALEMME (Atti 15:1-32)] dans Paolo - la sua vita, i viaggi missionari, il martirio

CONTROVERSIA AD ANTIOCHIA [CONCILIO DI GERUSALEMME (Atti 15:1-32)]

(vedere quanto ho premesso all prima parte:)

per il racconto breve struttura del racconto dal sito : 

ALL ABOUT TURKEY – 

With tour guide Burak Sansal:

http://www.allaboutturkey.com/ita/paul.htm

 e integrato dal testo biblico degli Atti, testo della BJ: 

Controversia ad Antiochia [Concilio di Gerusalemme] (Atti 15:1-32)

Alcuni cristiani, provenienti da Gerusalemme, insegnavano ai cristiani di Antiochia che dovevano essere circoncisi e seguire le Leggi di Mosé per essere salvati (v. 1). Per chiarire questa discussione fondamentale, Paolo, Barnaba si opponevano risolutamente contro costoro e si decise che Paolo e Barnaba con alcuni cristiani conosciuti si recassero a Gerusalemme dagli Apostoli. Essi, dunque, scortati per un tratto dalla comunità, attraversarono la Fenicia e la Samaria  raccontando la conversione dei pagani e suscitando una grande gioia  in tutti i fratelli (v. 3), giunsero a Gerusalemme. 

A Gerusalemme furono ricevuti dalla Chiesa, dagli apostoli e dagli anziani e riferirono tutto ciò che Dio aveva fatto per mezzo loro (v. 4) 

Paolo – nel discutere con la setta dei farisei, e con coloro che volevano obbligare i pagani alla  circoncisione – si rese conto che si stava trattando del punto centrale della fede cristiana: la salvezza che non veniva dalla osservanza della Legge, ma unicamente da Cristo. Il problema iniziale era stato posto quando, a Gerusalemme, si rimproverò a Pietro di essere entrato in casa di uomini circoncisi ed aver mangiato con loro (Atti 11, 3); ossia che cosa si domandava ai pagani di osservare per perché fosse possibile ai giudeo-cristiani di frequentarli? (cfr. BJ nota a 15,20) 

A quello che, appunto, viene definito come il « Concilio di Gerusalemme » prima parla Pietro e testimonia che lo Spirito Santo non aveva fatto nessuna discriminazione tra i pagani e i giudei concedendo anche a loro lo Spirito Santo, purificandone i cuori con la fede  (v. 7b-9); 

In seguito si alza a parlare Giacomo, il quale aggiunge che Simone (Pietro) aveva riferito come Dio fin dal principio aveva voluto scegliere tra i pagani un popolo per consacrarlo al suo nome e che anche la parola dei profeti si accordava a quanto detto da Pietro:

« Dopo queste cose ritornerò e riedificherò la tenda di Davide che era caduta, ne riparerò le rovine e la rialzerò perché anche gli altri uomini cerchino il Signore e tute le genti sulle quali è stato invocato il mio nome, dice il Signore che fa queste cose da lui conosciute dall’eternità«   (Amos 9,11-12)

Dopo questo discorso venne deciso che i convertiti non erano obbligati ad essere circoncisi o seguire la Legge, perché la fede di Gesù Cristo era sufficiente per tutti. Si decise, comunque che fosse ordinato loro di astenersi dalle sozzure degli idoli, dalla impudicizia, dagli animali soffocati e dal sangue (v. 20):

Atti 15, 19-21:

« Per questo io ritengo che non si debba importunare quelli che si convertono a Dio tra i pagani, ma solo si ordini loro di astenersi dalle sozzure degli idoli, dalla impudicizia, dagli animali soffocati e dal sangue. Mosè, infatti, fin dai tempi antichi, ha chi lo predica in ogni città, perché viene letto ogni sabato nelle sinagoghe. »

[Vorrei aggiungere – riguardo Israele nel pensiero di Paolo -  che  è interessante leggere della Lettera ai Romani 11: « Il resto di Iraele »; Paolo dice che noi: « i pagani, i gentili » siamo stati innestati nella radice santa di Israele, sì, sono stati tagliati alcuni rami e al loro posto siamo stati innestati noi, gli oleastri, quindi:

Alla fine del Concilio, una lettera fu mandata ai cristiani di Antiochia per comunicare loro le decisioni prese. Paolo, Barnaba, Sila e Giuda chiamato Barsabba, tenuti in grande considerazione tra i fratelli (v. 23b) furono incaricati per questo compito. A questo punto degli Atti, con il capitolo 15, termina l’incontro a Gerusalemme, il « primo concilio ». Si deve dire, tuttavia che la polemica non si esaurì con questa decisione, ma problemi sussistettero fino a quando la Chiesa divenne autonoma dall’influenza della Sinagoga.

I VIAGGI MISSIONARI DI SAN PAOLO – PRIMO VIAGGIO MISSIONARIO

 I VIAGGI MISSIONARI DI SAN PAOLO - PRIMO VIAGGIO MISSIONARIO dans Paolo - la sua vita, i viaggi missionari, il martirio 13_bible_actes_paul_apotre 

immagine dal sito:

http://www.artbible.net/2NT/Act0000_Portraits_Paul/index.htm

PRIMO VIAGGIO MISSIONARIO

sto elaborando il racconto dei viaggi missionari di San Paolo, per il momento utilizzo per una presentazione dei viaggi di San Paolo, il racconto fatto da un sito turco di viaggi, che elaboro un poco personalmente, questo scritto mi piace perché non è troppo lungo e non è troppo breve, poi si possono proporre degli approfondimenti, ma  separatamente, perlomeno mi sembra più chiaro il percorso  ed il senso dei viaggi missionari di San Paolo, poi, appunto, vorrei rileggere i viaggi attraverso studi di biblisti su San Paolo;

aggiungo ad ogni parte lo schema del viaggio tratto da un sito luterano (in inglese);

ALL ABOUT TURKEY – 

With tour guide Burak Sansal:

http://www.allaboutturkey.com/ita/paul.htm

E TESTO DALLA BIBBIA CEI;

DAL SITO DI VIAGGI: 

TESTO DELLA BIBBIA – TRADUZIONE (CEI)

il primo viaggio missionario si fa iniziare da quando Paolo e Barnaba, trovandosi ad Antiochia, mentre celebravano il culto al Signore, vennero chiamati dallo Spirito Santo per la missione di evangelizzazione (At 13,2);

Paolo, Barnaba e Giovanni Marco, subito, andarono a Seleucia e da qui verso l’isola di Cipro in nave. A Cipro predicarono a Salamina (Salamis) ed a Pafo (Paphos), A Pafo vi trovarono un tale, mago e falso profeta di nome BarJesus al seguito del proconsole Sergio Paolo, questi cercava di distogliere il proconsole dalla fede, allora Paolo, pieno di Spirito Santo, disse che sarebbe diventato cieco, questi piombò nell’oscurità, allora il proconsole, vedendo questo, si convertì;

Da Cipro, i tre fecero il viaggio di ritorno e visitarono Perge in Panfilia, dove Giovanni Marco si separò da loro e tornò a Gerusalemme. 

Paolo e Barnaba proseguirono verso Antiochia di Pisidia, dove tanti Ebrei e Gentili accolsero la parola di Dio e credettero dopo aver ascoltato la loro predicazione; Paolo e Barnaba annunziarono il vangelo nella sinagoga, ma i giudei furono pieni di gelosia e contraddicevano le affermazioni di San Paolo (13, 44-46), allora Paolo e Barnaba dichiararono con franchezza, dato che veniva respinta la parola di Dio annunziata, che si sarebbero rivolti ai pagani, quindi dopo aver scosso la polvere dai loro piedi andarono via. Giunti ad Iconio (Konya) entrarono nella sinagoga e vi parlarono in un modo che un gran numero di Giudei e di Greci divennero credenti, ma anche lì trovano l’ostilità dei giudei che istigavano i pagani contro Paolo e Barnaba con il proposito di lapidarli. Fuggiti si portarono a Listra, dove Paolo guarì uno storpio, avvenne però che, a causa di questo, gli abitanti pensarono che Paolo e Barnaba fossero degli dei pagani, Barnaba Zeus e Barnaba Hermes, e vollero offrirgli un sacrificio, tuttavia di due riuscirono a fermarli. Alcuni Giudei, però, arrivarono da Antiochia e da Iconio per organizzare gli abitanti contro gli Apostoli. Presero Paolo a sassate e lo trascinarono fuori città credendolo morto. Paolo, sopravvissuto a questo attacco, partì il giorno dopo insieme a Barnaba alla volta di Derbe; da qui ritornarono di nuovo a Listra, Iconio, Antiochia e Perge per rinforzare i credenti ed organizzare le chiese. Da Attalia (Antalya) navigarono ad Antiochia, dove riunirono la comunità cristiana per raccontargli le loro esperienze e dirgli come il Dio “ha aperto la porta di fede sui Gentili”.

DAGLI ATTI:

Missione di Saulo e Barnaba At 13, 1-5:    

C’erano nella comunità di Antiochia profeti e dottori: Barnaba, Simeone soprannominato Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d`infanzia di Erode tetrarca, e Saulo. 2 Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: « Riservate per me Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati ». 3 Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono.

A Cipro 13,4;

Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, discesero a Selèucia e di qui salparono verso Cipro. 5 Giunti a Salamina cominciarono ad annunziare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei, avendo con loro anche Giovanni come aiutante.

 Ad Antiochia di Pisidia 13,13-14; 

13 Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge di Panfilia. Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme. 14 Essi invece proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiochia di Pisidia ed entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, si sedettero.

ALTRI PASSI DAGLI ATTI:

Predicazione di Paolo davanti ai giudei Atti 13,16-42; 

Paolo e Barnaba si rivolgono ai pagani 13, 44-48; 

Evangelizzazione di Iconio 14, 1-7; 

Guarigione di un paralizzato: 14, 8-10; 

ad Iconio vogliono offrire sacrifici ai dei per la guarigione dello paralizzato: 14,11-13; 

arrivo dei Giudei e partenza di Paolo e Barnaba alla volta di Derbe: 14, 19-20; 

ritorno a Listra, Iconio ed Antiochia riunione della comunità cristiana: 14,22-23;

IL SOGGIORNO DI PAOLO IN ARABIA (Gal 1,16b-17)

 IL SOGGIORNO DI PAOLO IN ARABIA (Gal 1,16b-17) dans Paolo - la sua vita, i viaggi missionari, il martirio lw13%20st%20paul

http://www.saintbonifacesf.org/tour_lower_windows.htm

IL SOGGIORNO DI PAOLO IN ARABIA (Gal 1,16b-17) 

il professor Alfio Marcello Buscemi in San Paolo vita opera messaggio, pagg. 51-54, che ho già utilizzato in alcuni commenti, inserisce dopo l’evento di Damasco un soggiorno di Paolo in Arabia, la notizia è contenuta in Gal 1,16b-17: 

« 16. Subito, senza consultare nessun uomo,  17. senza andare a Gerusalemme  da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco » 

La notizia, scrive il docente, sembra contrastare con il racconto di Atti 9, 8-20 dove si narra che Saulo fu costretto a rimanere a Damasco prima per tre giorni in stato di cecità assoluta ed in seguito ancora per molti giorni che sarebbero l’equivalente di tre anni; 

in realtà non c’è alcun motivo per dubitare che Paolo sia stato in Arabia anche se in Atti la notizia non appare; 

scrivo solo il pensiero del docente senza proporre le obiezioni; 

in Galati si trova l’avverbio « subito » questo va interpretato nel senso di « alcuni giorni » dopo la sua conversione Paolo lascia Damasco per andare in Arabia; in questo brevissimo soggiorno, l’apostolo non predicò certamente il Vangelo altrimenti ne avrebbe fatto cenno in Galati, ossia nel passo citato; 

probabilmente – scrive -  Paolo cercò in questo breve tempo di ritirarsi nella sona desertica dell’Arabia, la domanda è: perché Paolo andò in Arabia? quale regione poteva indicare? 

il termine Arabia al tempo di Paolo non indicava né il deserto arabico, né l’attuale Arabia, ma l’immensa zona semidesertica e popolata che si estendeva, da Nord a Sud, dalla Siria fino al Mar Rosso e l’Oceano Indiano e, da Est ad Ovest dal Golfo Persico fino al Giordano; quindi comprendeva oltre l’attuale Arabia anche parte della Siria e dell’attuale Giordania. Questo immenso territorio era divenuto provincia romana e si trovavano in essa città molto ricche e rinomate come Petra, Gerasa, Pella, Filadelfia (l’attuale Amman), il territorio apparteneva al Regno dei Nabatei. In questo paese c’era una massiccia presenza giudaica in quanto confinava con la Palestina e vi si svolgeva una intensa attività commerciale; 

l’ipotesi di alcuni che Paolo potesse esservi andato per una prima evangelizzazioni non appare plausibile, non sarebbe infatti sfuggita all’autore degli Atti l’inizio della missione apostolica di Paolo anche se fallimentare, del resto Paolo non aveva ottenuto risultati positivi neanche ad Atene;  San Girolamo nel suo commentario alla lettera ai Galati sembra già conoscere, oltre la prima opinione, anche l’altra ossia che Paolo andò in Arabia per riflettere, meditare  e approfondire la sua esperienza a Damasco; 

forse fu anche prudenza da parte di Paolo per non provocare una reazione immediata nella comunità giudaica di Damasco contro di lui e contro la comunità cristiana locale; 

questo spiega anche la brevità della permanenza in quella regione, il silenzio degli Atti cui interessava mettere in evidenza la predicazione damascena di Paolo;

SAN PAOLO – LA CONVERSIONE

SAN PAOLO - LA CONVERSIONE dans Paolo - la sua vita, i viaggi missionari, il martirio 

immagine dal sito:

http://santiebeati.it/immagini/?mode=album&album=20700&dispsize=Original

SAN PAOLO LA CONVERSIONE 

I TESTI DEGLI ATTI 

ATTI 9, 1-9 – la Vocazione di Saulo 

1 Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote 2 e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. 3 E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all`improvviso lo avvolse una luce dal cielo 4 e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: « Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? ». 5 Rispose: « Chi sei, o Signore? ». E la voce: « Io sono Gesù, che tu perseguiti! 6 Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare ». 7 Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. 8 Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, 9 dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda. 

ALTRI TESTI DAGLI ATTI: 

CAP. 22, 6-11 

(Arringa di Paolo ai Giudei di Gerusalemme) 

[6]Mentre ero in viaggio e mi avvicinavo a Damasco, verso mezzogiorno, all’improvviso una gran luce dal cielo rifulse attorno a me;
[7]caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?
[8]Risposi: Chi sei, o Signore? Mi disse: Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti.
[9]Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono colui che mi parlava.
[10]Io dissi allora: Che devo fare, Signore? E il Signore mi disse: Alzati e prosegui verso Damasco; là sarai informato di tutto ciò che è stabilito che tu faccia.
[11]E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni, giunsi a Damasco.
 

CAP. 26, 12-16 

(discorso di Paolo davanti al re Agrippa) 

[12]In tali circostanze, mentre stavo andando a Damasco con autorizzazione e pieni poteri da parte dei sommi sacerdoti, verso mezzogiorno
[13]vidi sulla strada, o re, una luce dal cielo, più splendente del sole, che avvolse me e i miei compagni di viaggio.
[14]Tutti cademmo a terra e io udii dal cielo una voce che mi diceva in ebraico: Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? Duro è per te ricalcitrare contro il pungolo.
[15]E io dissi: Chi sei, o Signore? E il Signore rispose: Io sono Gesù, che tu perseguiti.
[16]Su, alzati e rimettiti in piedi; ti sono apparso infatti per costituirti ministro e testimone di quelle cose che hai visto e di quelle per cui ti apparirò ancora.
[17]Per questo ti libererò dal popolo e dai pagani, ai quali ti mando
[18]ad aprir loro gli occhi, perché passino dalle tenebre alla luce e dal potere di satana a Dio e ottengano la remissione dei peccati e l’eredità in mezzo a coloro che sono stati santificati per la fede in me. 

STRALCIO DAL LIBRO DEL PROF. BUSCEMI 

Il senso dell’ »evento di Damasco » 

Buscemi, A.M. San Paolo vita opera messaggio, Franciscan Printing Press 1996 

pag 31: 

« Siamo dinnanzi all’avvenimento più importante della vita di Paolo e, dopo la Resurrezione di Cristo, l’evento che più ha influito sul cristianesimo primitivo e di tutti i tempi. Eppure Paolo nelle sue lettere non vi fa mai direttamente cenno: allude ad un’ « esperienza » che ha mutato totalmente e radicalmente la sua vita, ma non la concepisce come qualcosa di isolato. » 

pagg. 44-47 

« Molti hanno parlato e continuano a parlare di conversione, ma il termine non si adatta bene al caso eccezionale di Paolo. Anzi, genera confusione e tradisce il senso profondo dei testi, sia delle Lettere che degli Atti. Per Paolo non si trattò di passare da una religione ad un’altra: fino a quel momento il cristianesimo non aveva ancora operato nessuna rottura ufficiale con il giudaismo e quindi al massimo Paolo sarebbe passato da una setta giudaica ad un’altra setta giudaica; né si trattò di una crisi religiosa – il testo di Rom 7,7-25 non ha certamente valore autobiografico – che determinò il passaggio da una fede mediocre ad un’esistenza religiosamente più impegnata: Paolo è sempre stato un uomo zelante di Dio e della sua legge.

Il mutamento di Paolo è stato qualcosa di più radicale: a contatto con Cristo egli è divenuto una « creatura nuova ». Dio, facendo irruzione nella sua vita per mezzo di Cristo, ha determinato in lui una nuova creazione, qualitativamente e radicalmente diversa. Paolo stesso, forse richiamandosi a questa sua esperienza damascena, dirà in 2Cor 5,17: « Chi è in Cristo, questi è una nuova creatura ». La luce del volto di Cristo brillò per opera di Dio nella sua vita: « Iddio che ha detto: ‘Dalle tenebre lampeggi la luce’ (Gen 1,3), proprio lui ha brillato nei nostri cuori per far risplendere la conoscenza della gloria di Dio sul volto di Cristo » (2Cor 4,6). « Da quel momento considerai tutto una perdita di fronte alla suprema cognizione di Cristo Gesù mio Signore, per il quale mi sono privato di tutto e tutto ho stimato come immondizia allo scopo di guadagnare Cristo e ritrovarmi in lui non con la mia giustizia che deriva della legge, ma con quella che si ottiene con la fede » (Fil 3,8-9). Il fariseo Paolo, che fino allora aveva esaltato al di sopra di ogni cosa la legge, da quel momento in poi dirà: « La mia vita è Cristo » (Fil 1,21), « perché niente ha valore né l’essere ebreo né gentile, ma ciò che conta è essere una nuova creatura » (Gal 6,15); nessun’altra sapienza di questo mondo ha più importanza, se non conoscere Gesù Cristo, anzi Gesù Cristo crocifisso (1Cor 2,2); e rifiutando il vanto della legge dirà: « Quanto a me, di nessun’altra cosa mi glorierò se non della Croce del Signore nostro Gesù Cristo, sulla quale il mondo per me fu crocifisso e io per il mondo » (Gal 6,14). Cristo è divenuto per lui il « termine della legge » (Rom 10,4): ha finito il suo ruolo di « pedagogo » (Gal 3,24) e ha trovato il suo totale perfezionamento nella « legge di Cristo » (Gal 6,2), nella legge dell’amore (Gal 5,14).

È Paolo stesso che ci offre una simile interpretazione di quest’esperienza che ha rivoluzionato la sua vita, scrivendo ai Galati: « Poi, quando Colui che mi scelse dal seno di mia madre e mi chiamò per mezzo della sua grazia si compiacque di rivelare in me il suo Figlio affinché lo annunziassi tra le genti, subito non chiesi consiglio alla carne e al sangue… » (Gal 1,15-16). Quindi, Paolo vede « l’evento di Damasco » non come una conversione, ma come il culmine della sua esistenza: dalla nascita egli è stato condotto da Dio lentamente e pazientemente a questo momento decisivo, in cui il Cristo l’ha afferrato e l’ha fatto suo per sempre (Fil 3,12). L’iniziativa è di Dio, che sceglie chi vuole e quando vuole: l’imperscrutabile e libera decisione divina aveva un disegno concreto su di lui e lo ha realizzato « quando si compiacque di farlo ». In quel momento tutto è cambiato: « Tutte quelle cose che per me erano guadagni, io le ho stimate invece una perdita per amore di Cristo » (Fil 3,7). Sta qui, nell’amore di Cristo la chiave interpretativa di tutto « l’evento di Damasco », quell’evento che ha reso Paolo un innamorato di Cristo e un apostolo infaticabile del suo Signore.

Gli Atti degli Apostoli, con la triplice narrazione di quest’ »evento » non si distaccano molto dall’interpretazione che Paolo ha dato di esso. Pur non essendo una copia conforme, l’opera lucana presenta « l’esperienza di Damasco » come un incontro di Cristo con Paolo, durante il quale l’apostolo viene investito della missione tra i gentili. La concordanza essenziale tra Gal 1,15-16 e At 26,12-18, sotto quest’aspetto, mi sembra evidente: una visione e l’investitura per una missione. È vero che, rispetto alle Lettere, l’autore degli Atti insiste soprattutto nella descrizione della visione oggettivando fortemente il dato esperienziale del « rivelare in me il suo Figlio » di Gal 1,16, ma nonostante ciò è proprio la descrizione di Atti che si mantiene ad un livello molto più prudente di quanto non fa Paolo. Egli continuamente ripete nelle sue Lettere: « io ho visto il Signore » (1Cor 9,1; 15,8-9; Gal 1,15-16), fondando così la sua posizione di apostolo delle genti (Gal 2,8-9) nella chiesa, mentre gli Atti si limitano a dire soltanto che l’apostolo fu avvolto in una grande luce e sentì la voce del Cristo che lo investiva della missione delle genti (9,3b-6; 22,6b-10; 26,13-18). Ciò è molto significativo per noi e ci induce a pensare che Luca sia rimasto molto fedele alla sua fonte storica, anche se da un punto di vista letterario ha dovuto fare le sue scelte. Gli accenni all’ »evento di Damasco » nelle « lettere paoline » sono tutti occasionali, negli Atti invece fanno parte integrante di un preciso programma letterario, che ci presenta « l’evento » sotto forma di « racconto », al momento in cui esso sembra inserirsi nello sviluppo storico della Chiesa primitiva, e sotto forma di « discorso apologetico », largamente interpretato teologicamente, quando Paolo ha da rendere la sua testimonianza dinanzi ai giudei, ai re e ai gentili.

Non è questo il luogo di addentrarci in minuziose analisi, per dimostrare l’attendibilità storica dei testi. Molti autori, hanno già svolto questo lavoro con molta competenza e acume. A noi interessa qui ribadire un concetto fondamentale: la triplice narrazione dell’ »evento di Damasco », fatta dagli Atti, non deve essere considerata né come l’esatta relazione cronachistica degli avvenimenti né come una pura invenzione. Luca riferisce una tradizione storicamente bene attestata dalle lettere di Paolo e la inserisce nel contesto vitale dello sviluppo della Chiesa primitiva, interpretandola e attualizzandola alla luce dei racconti veterotestamentari delle vocazioni profetiche e di quelle del servo sofferente di Jahwè. »

SAN PAOLO: LA VITA FINO ALLA CONVERSIONE

SAN PAOLO: LA VITA FINO ALLA CONVERSIONE dans Paolo - la sua vita, i viaggi missionari, il martirio 12_chasse_dijon_st_paul

Portraits Paul

http://www.artbible.net
ho cominciato dei studi sistematici su San Paolo ad una Università Pontificia, prima la vita, la storia, i luoghi dove è vissuto, più avanti negli studi le esegesi sulle lettere paoline; 

la figura di San Paolo è molto particolare, perlomeno così l’ho percepita: un uomo pieno di passione e di amore, il carattere forte che sembra avere nei primi racconti degli Atti degli Apostoli è trasformato dall’incontro con Cristo in una sequela vissuta come se camminasse sulle orme del Signore stesso perchè da lui stato chiamato e trasformato; 

credo che la comprensione di San Paolo vada  come preceduta da uno sguardo sulla sua persona, come chiave di lettura forse dalla frase più forte, più appassionata, più vissuta, quella che sembra esplodere dal cuore di Paolo nella lettera ai Galati: « Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me » in molte presentazioni di San Paolo, in vari luoghi appare sotto l’immagine dell’Apostolo questa frase che lo identifica più di ogni altra; 

ma dove è nato San Paolo, dove è cresciuto, cosa ha studiato? 

provo ad interrogare Paolo stesso per ottenere risposta, e cerco di raccontare, così come io ho imparato e recepito e amato, San Paolo Apostolo; naturalmente mi avvalgo delle « fonti » che ho in mano ed riprendo gli studi io stessa per « ascoltare » di nuovo San Paolo: 

1. in primo luogo La Sacra Scrittura: la Bibbia di Gerusalemme, testo italiano traduzione CEI « editio princeps »  EDB 1971, cito come BJ; 

2. il testo sul quale per la prima volta ho studiato San Paolo, del professore Alfio Marcello Buscemi, che è stato mio professore a Roma e che ora si trova allo « Studium Biblicum Franciscanum – Jerusalem »: San Paolo vita opera messaggio, Franciscan Printing Press, cito come Buscemi; 

3. di Wkenhauser A. – Schmid J: « Introduzione al Nuovo Testamento » Paideia Editrice 1981 cito come Introduzione; 

Paolo « un giudeo » 

Paolo dice di se stesso: « Io sono un giudeo di Tarso di Cilicia, cittadino di una città non senza importanza » (At 21,39), e: « …nato a Tarso di Cilicia, ma cresciuto in questa città » ossia Gerusalemme » ed ancora: « formato alla scuola di Gamaliele nelle più rigide norme della legge paterna, pieno di zelo per Dio » (At 22,3); 

« ebreo da ebrei »

« …circonciso l’ottavo giorno, della stirpe d’Israele, della Tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge » (Fil 3, 5), il suo nome è Saulo dalla radice ebraica « Saul » (richiesto da Dio) e grecizzato in Saulos, il nome Paolo che si trova sia negli Atti, sia nelle Lettere è il suo secondo nome, è possibile che gli fosse stato dato dalla nascita anche il nome di Paolo « Paulus » fosse il nome latino di Paolo, ossia quello datogli come cittadino romano; 

« cittadino Romano » 

in Atti 22,25, Paolo, trasferito da Roma a Cesarea – qui ci troviamo alla fine della vita di Paolo – Paolo era ritornato a Gerusalemme dopo i tre viaggi missionari – dopo l’arresto a Gerusalemme e trasferito a Cesarea da un comandante romano di Gerusalemme per proteggerlo dai tentativi di assassinio che i giudei andavano tramando, afferma di esser cittadino romano. « Potete voi flagellare un cittadino romano non ancora giudicato? » (22,25b), più avanti, poiché volevano portarlo a Gerusalemme per essere giudicato là si appella a Cesare: « Io mi appello a Cesare » (At 25, 11); 

« gli studi » 

dal testo del Prof. Buscemi pag. 28: 

« La formazione culturale di Paolo probabilmente si dovette svolgere secondo i dettami della Mishna: . La lettura della Bibbia probabilmente veniva fatta sul testo greco della LXX, che era il testo ufficiale della diaspora e quindi è probabile che Paolo abbia frequentato anche qualche scuola di Tarso per apprendere la lingua greca, che egli dimostra di possedere molto bene »;

« alla scuola di Gamaliele » 

riprendiamo gli Atti 22,3  dove Paolo si qualifica come Giudeo, riscrivo tutto il passo: 2 Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma cresciuto alla scuola di Gamalièle nelle più rigide norme della legge paterna, pieno di zelo per Dio, come oggi siete stati tutti voi » (At 22,3); Gamaliele è lo stesso che troviamo in Atti 5 34 – all’inizio quando gli apostoli vengono fatti prigionieri e, liberati in modo miracoloso, ritornano al Tempio per predicare, prelevati dal Tempio e portati davanti al Sinedri vengono interrogati, interviene un dottore della Legge di nome Gamaliele, Atti 5,34: « Si alzò allora nel Sinedrio un fariseo di nome Gamalièle, dottore della legge, stimato presso tutto il popolo. Dato ordine di far uscire per un momento gli accusati, disse:

« quanto a zelo persecutore della chiesa » (Fil 3,6) 

Paolo prima dell’evento di Damasco, in diversi passi degli Atti e delle Lettere si professa persecutore della Chiesa, prima riporto la parola di San Paolo: 

Atti 7, 55-60, lapidazione di Stefano; 

« Saulo era fra coloro che approvavano la sua uccisione. » (At 8,1) 

subito prima dell’evento di Damasco: 

« Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo Sacerdote e gli chiese lettere per le Sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati » 

evento di Damasco; 

siamo alla fine degli Atti, Paolo è prigioniero a Gerusalemme e, con il permesso del Tribuno, parla ai Giudei di Gerusalemme e racconta: 

« Io perseguitai a morte questa dottrina, arrestando e gettando in prigione uomini e donne, come può darmi testimonianza il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro ricevetti lettere per i nostri fratelli di Damasco e partii per condurre anche quelli di là come prigionieri a Gerusalemme per essere puniti.  » (At 22,4-5) 

Buscemi pag 37: 

[in vero] « L’unico accenno certo ad una persecuzione scatenata da Paolo contro la Chiesa di Gerusalemme si trova in Atti 26,10 dove l’inciso sembra una precisazione dovuta ad una certa scrupolosità storica degli Atti. Contro questa precisazione, secondo alcuni autori, starebbe quanto Paolo afferma in Gal 1,22: . Ma per ottenere questo contrasto si deve supporre che Paolo abbia messo in prigione personalmente tutti i cristiani di Gerusalemme, cioè bisogna prendere alla lettera il sommario di At 8, 1-3. La cosa mi sembra poco probabile. Anzi At 26, 10 è un dato certamente più attendibile che l’accenno generico di At 8,3, dato che sicuramente molti cristiani erano riusciti a fuggire (At 8,1-4; 11,19) prima che Paolo potesse mettere loro le mani addosso. Ciò conferma che le due notizie di At 26,10 e Gal 1,22 non sono affatto in contrasto, ma si chiariscono a vicenda. » 

Atti 26, 9-11: 

« Anch’io credevo un tempo mio dovere di lavorare attivamente contro il nome di Gesù il Nazareno, come in realtà feci a Gerusalemme; molti dei fedeli li rinchiusi in prigione con l’autorizzazione avuta dai sommi sacerdoti e, quando venivano condannati a morte, anch’io ho votato contro di loro. In tutte le sinagoghe cercavo di costringerli con le torture a bestemmiare e, infuriando all’eccesso contro di loro, davo loro la caccia fin nelle città straniere. » 

ci sono anche tre passi dalle lettere nei quali Paolo parla o fa cenno alla sua persecuzione contro le Chiese, le cito soltanto perché quanto scrive, ora, appare sufficientemente chiaro: 

Gal 1,22, 

non sembra che ci sia riferimento alla persecuzione, il passo è stato messo in rilievo da Buscemi [vedi sopra]: 

« Ma ero sconosciuto personalmente alle Chiese della Giudea che sono in Cristo »  Fil 3,6, 

anche questo già citato parzialmente nella parte precedente « ebreo da ebrei », ossia Fil 3,5, in realtà per quanto riguarda la persecuzione: 3,6  riporto tutto 3,5-6: 

(5) »circonciso l’ottavo giorno, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge;(6) quanto a zelo, persecutore della Chiesa; irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della legge » 

1Tim 1, 12-13, 

qui Paolo parla della sua vocazione e ringrazia Dio: 

« Rendo grazie a colui che mi ha dato forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al ministero: io che per l’innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo senza saperlo, lontano dalla fede; » 

Buscemi, pag 38, considerazione sulle persecuzioni operate da Paolo: 

« Noi giudichiamo abbastanza severamente queste persecuzioni: Paolo stesso, divenuto cristiano, ammette di aver agito (1Tim 1,13), però un fariseo zelante, come poteva essere Paolo, difficilmente pensava come noi  … Luca, con grande maestria, farà dire a Paolo che in questa persecuzione ha agito in buona fede, in quanto , per difender il valore unico della legge, a cui Cristo oramai si sostituiva, e nella
… » 

non so se posso aggiungere qualcosa, mi viene in mente che Gesù non è venuto ad abolire la Legge, ma a dare compimento (cfr.  Mt 5, 17), ma, forse, quando sono stati scritti gli Atti e le Lettere il vangelo di Matteo non era stato scritto ancora (poi metto da una fonte valida le date degli scritti del Nuovo Testamento).

LA VITA E I VIAGGI MISSIONARI DI SAN PAOLO – APPUNTI PRELIMINARI

LA VITA E I VIAGGI MISSIONARI DI SAN PAOLO - APPUNTI PRELIMINARI dans Paolo - la sua vita, i viaggi missionari, il martirio 16%20EL%20GRECO%20ST%20PAUL 

El Greco, Saint Paul

http://www.artbible.net/2NT/Rom0000_Paul_S_Theology_And_Art/index.htm 

questa storia la devo sistemare e perfezionare, ho anche fatto il tentativo di mettere al presente indicativo la storia nell’ultimo viaggio missionario, ma non va bene devo mettere tutti nello stesso tempo passato  e sistemare anche i miei appunti;

oltre quello che ho scritto c’è uno schema della vita e dei viaggi di San Paolo con gli episodi e a fianco il passo degli Atti, è molto preciso, io mi sono aiutata, e lo utilizzerò ancora, per sistemare bene in sequenza gli episodi, il sito è luterano in inglese:

The Life and Work of Saint Paul

http://www.xrysostom.com/paul.html

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