Archive pour la catégorie 'Padri della Chiesa – Sant’Ambrogio'

CRISTO È RISORTO PER LIBERARCI DALLA MORTE (1Cor; 2Cor; Col; Gal)

dal sito:

http://www.atma-o-jibon.org/italiano6/letture_patristiche_f.htm#«

CRISTO È RISORTO PER LIBERARCI DALLA MORTE

      Sant’Ambrogio *

Ambrogio nacque a Treviri verso il 330 e morì nel 397. Dopo aver studiato a Roma, fu promosso governatore della Liguria, con residenza a Milano. Era ancora catecumeno, quando il popolo all’unanimità – lo elesse vescovo di questa città. Da questo momento si fece tutto a tutti, secondo la testimonianza di Sant’Agostino. La sua predicazione, ispirata ai Padri greci e in particolare ad Origene, è caratterizzata da un orientamento pratico e pastorale. In ogni circostanza, si sforza di mettere la Parola di Dio alla portata dei suoi fedeli.
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Perché Cristo sarebbe morto, se non avesse avuto un motivo per risorgere? Dio infatti non poteva morire, la sapienza non poteva morire. E poiché ciò che non era morto non poteva risuscitare, egli ha assunto una carne, capace secondo la sua natura – di subire la morte. E allora veramente quello che era morto poté risorgere. La risurrezione dunque non poteva avvenire se non attraverso un uomo, perché se per un uomo venne la morte, per un uomo c’è anche la risurrezione dei morti (I Cor. 15,21).
L’uomo è risuscitato perché è l’uomo che è morto. E’ risuscitato, ma chi lo fa risorgere è Dio. Prima era uomo secondo la carne, ora è Dio in tutto: adesso infatti non conosciamo più Cristo secondo la carne (cfr. 2 Cor. 5,16), ma siamo in possesso della grazia della sua incarnazione, e lo riconosciamo come primizia di quelli che si sono addormentati (I Cor. 15,20) e come primogenito dei morti (Col. 1,18). Le primizie sono esattamente della stessa specie e della stessa natura dei frutti che verranno: sono i primi doni presentati a Dio in vista di un raccolto più abbondante, sono un’offerta sacra che contiene in sé tutto il resto, sono una sorta di sacrificio della natura rinnovata. Cristo è dunque la primizia di quelli che si sono addormentati. Ma lo è soltanto di quelli che si sono addormentati in lui, di quelli cioè che, quasi esenti dalla morte, sono immersi in un sonno tranquillo, o anche di tutti i morti? La Scrittura ci risponde: Come tutti muoiono in Adamo, così tutti vivranno di nuovo in Cristo (I Cor. 15,22). Mentre in Adamo sono le primizie della morte, le primizie della risurrezione sono in Cristo…
Se noi non risorgiamo, Cristo è morto invano (Gal. 2, 21), e Cristo non è risuscitato (I Cor. 15,13). E se non è risuscitato per noi, non è risorto affatto, dal momento che non aveva nessun motivo di risorgere per se stesso. In lui è risuscitato il mondo, in lui è risuscitato il cielo, in lui la terra è risuscitata: ci sarà infatti un cielo nuovo e una nuova terra (Ap. 21,1). Ma per lui, per lui che non poteva essere trattenuto dai legami della morte, che bisogno c’era della risurrezione? E infatti, benché morto in quanto uomo, egli si è dimostrato libero perfino nell’inferno. Volete comprendere quanto fosse libero? Sono diventato come un uomo senza più soccorso, libero tra i morti (Sal. 87,5-6 Vulg.). Tanto libero da poter risuscitare se stesso, come dice la Scrittura: Distruggete questo tempio, e in tre giorni lo ricostruirò (Gv. 2,19). Tanto libero, che è disceso tra i morti per redimere gli altri.
E’ divenuto uomo, non però in apparenza, ma secondo una forma reale: Egli è uomo, e chi lo conoscerà? (Ger. 17, 9; LXX). Infatti è divenuto simile agli uomini ed essendosi comportato come un uomo, si è umiliato ancora di più, facendosi obbediente fino alla morte (Fil. 2,7-8), perché, grazie alla sua obbedienza, noi potessimo contemplare la sua gloria, gloria come di unigenito del Padre, come dice san Giovanni (Gv. 1, 14). La Scrittura ci presenta dunque questa costante testimonianza: in Cristo coesistono veramente la gloria dell’unigenito ed una natura di uomo perfetto.

* De excessu Fratris, II, 90-91, 102-103: CSEL 73, pp. 298-299, 305-306.

Sant’Ambrogio : Il sole di giustizia : la Legge nuova nel Tempio nuovo

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20090330

Meditazione del giorno
Sant’Ambrogio (circa 340-397), vescovo di Milano e dottore della Chiesa
Lettere, 26, 11-20 ; PL 16, 1088-1090  

Il sole di giustizia : la Legge nuova nel Tempio nuovo

Gli scribi e i farisei avevano condotto al Signore Gesù un’adultera con questo tranello : se l’avesse assolta sarebbe sembrato non tenere in nessun conto la Legge ; se invece l’avesse condannata, avrebbe tradito la sua missione, essendo venuto per rimettere i peccati di tutti…

Mentre essi parlavano, Gesù chinò il capo e si mise a scrivere in terra col dito. E poiché aspettavano la sua risposta, alzando il capo disse : « Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei ». Quale cosa è più divina di questa sentenza, che cioè punisca i peccati solo colui che è senza peccato ? Come potrestri sopportare che punisse i peccati degli altri chi difende i propri ? Non si condanna da sé colui che condanna in altri ciò che egli stesso commette ?

Questo disse Cristo, e intanto scriveva in terra. Che cosa ? Forse così : « Tu osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio » (Lc 6, 41). Scriveva in terra con quel dito con cui aveva scritto la Legge (Es 31, 18). I peccatori « saranno scritti nella polvere » (Ger 7, 13), i giusti in cielo, come disse ai discepoli : « Rallegratevi, perché i vostri nomi sono scritti nei cieli » (Lc 10, 20).

Udita quella parola, andarono via uno dopo l’altro « cominciando dai più anziani », … È ben detto che uscirono fuori coloro che non volevano essere con Cristo : fuori c’è la lettera, dentro i misteri. Coloro che vivevano all’ombra della Legge senza poter vedere il sole di giustizia (Ml 3, 20), nelle sacre letture andavano dietro a cose paragonabili più alle foglie degli alberi che al frutto.

Sant’Ambrogio : « Vuoi guarire ? »

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20090324

Meditazione del giorno
Sant’Ambrogio (circa 340-397), vescovo di Milano e dottore della Chiesa
Trattato sui misteri, 24s

« Vuoi guarire ? »

      Quel paralitico della piscina di Betzaetà attendeva un uomo [per aiutarlo a discendere nella piscina]. E quale uomo, se non il Signore Gesù, nato dalla Vergine Maria? Alla sua venuta avrebbe operato la liberazione, non più mediante la sua ombra, ma con la realtà della sua presenza. Non più di uno solo, ma di tutti. Era dunque lui di cui si aspettava la venuta, lui del quale Dio Padre disse à Giovanni Battista: «L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito, è colui che battezza in Spirito Santo» (Gv 1,33)… E qui per quale ragione lo Spirito discese in forma di colomba se non perché tu vedessi, perché tu conoscessi che anche quella colomba, che il giusto Noè fece uscire dall’arca, era figura di questa colomba, cioè perché tu riconoscessi la figura del sacramento del battesimo?…

E perché dubitare ancora, dopo che nel vangelo te lo proclama chiaramente il Padre dicendo: «Questi è il Figlio mio prediletto nel quale mi sono compiaciuto» (Mt 3,17)? Te lo proclama il Figlio sul quale lo Spirito Santo si è mostrato in forma di colomba. Te lo proclama Davide: «Il Signore tuona sulle acque, il Dio della gloria scatena il tuono, il Signore sull’immensità delle acque» (Sal 28,3). La Scrittura stessa ti attesta che alle preghiere di Gedeone il fuoco discese dal cielo e a quelle di Elia fu mandato il fuoco che consacrò il sacrificio (Gdc 6,21 ; 1 Re 18,38).

Non fare attenzione ai meriti personali dei sacerdoti, ma al loro ministero… Il Signore Gesù disse: «Dove sono due o tre, là sono anch’io» (Mt 18,20). Credo perciò che, quando è invocato dalle preghiere dei sacerdoti, è presente. Quanto più non si degnerà di accordare la sua presenza dov’è la Chiesa, dove sono i suoi misteri? Sei sceso dunque nel fonte battesimale. Ricordati che cosa hai risposto: che credi nel Padre, che credi nel Figlio, che credi nello Spirito Santo… Con l’impegno della tua parola, ti sei obbligato a credere nel Figlio come credi nel Padre, a credere nello Spirito Santo come credi nel Figlio e, se una differenza fai, e che, trattandosi della morte in croce, la credi solo di Gesù Cristo.

Sant’Ambrogio: La quaresima conduce al battesimo

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20090316

Meditazione del giorno
Sant’Ambrogio (circa 340-397), vescovo di Milano e dottore della Chiesa
Trattato sui misteri, 1

La quaresima conduce al battesimo

Ti sei avvicinato, hai visto il fonte battesimale, hai visto anche il vescovo accanto al fonte. E sicuramente ti è venuto in mente lo stesso pensiero che si era insinuato nell’animo di Nàaman, il Siro (2 R 5,14). Infatti prima di essere stato mondato, aveva dubitato… Temo che qualcuno abbia detto: «Tutto qui?» Sì, qui c’è veramente tutto: l’innocenza, la pietà, la grazia, la santità. Hai visto quello che hanno potuto vedere gli occhi del tuo corpo…; ciò che non vediamo è infinitamente più grande…, infatti ciò che non vediamo è eterno… C’è qualcosa di più stupefacente dell’attraversamento del Mar Rosso degli Israeliti, per prefigurare il  battesimo? Eppure tutti coloro che l’hanno attraversato sono morti nel deserto. Al contrario, colui che attraversa il fonte battesimale, cioè che passa dai beni terreni ai beni celesti… non muore bensì risorge.

Nàaman era lebbroso… Appena arrivato, il profeta gli disse: «Va’, bàgnati nel Giordano e tu sarai guarito». Si mise a riflettere e disse dentro di sé: «Tutto qui? Sono venuto dalla Siria fino alla Giudea e mi viene detto: Va’, bàgnati nel Giordano e sarai guarito. Forse i fiumi del mio paese non sono migliori?» I suoi servi gli dissero: «Signore, perché non fai ciò che dice il profeta? Fallo e prova». Allora egli scese e si lavò nel Giordano e fu guarito.

Che cosa significa questo? Hai visto l’acqua, ma un’acqua qualsiasi non guarisce, invece l’acqua che possiede la grazia di Cristo guarisce. C’è una differenza tra l’elemento e la santificazione, tra l’atto e l’effetto. L’atto viene adempiuto con l’acqua, ma l’effetto viene dallo Spirito Santo. L’acqua non guarisce se lo Spirito non è disceso a consacrarla. Hai letto che quando il nostro Signore Gesù Cristo ha istituito il rito del battesimo, è venuto da Giovanni e questi ha detto: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?» (Mt 3,16)… Cristo è sceso; Giovanni che battezzava gli stava accanto; ed ecco che, come una colomba, scese lo Spirito Santo… Perché Cristo scese per primo e poi lo Spirito Santo? Per quale motivo? Perché non sembrasse che il Signore avesse bisogno del sacramento della  santificazione. Santifica lui, e anche lo Spirito santifica.

SABATO 14 MARZO 2009 – II SETTIMANA DI QUARESIMA

SABATO 14 MARZO 2009 – II SETTIMANA DI QUARESIMA

UFFICIO DELLE LETTURE

Seconda Lettura
Dal trattato «Sulla fuga dal mondo» di sant’Ambrogio, vescovo
(Cap. 6, 36; 7, 44; 8, 45; 9, 52; CSEL 32, 192. 198-199. 204)

Aderiamo a Dio, unico vero bene
Dov’è il cuore dell’uomo ivi è anche il suo tesoro. Infatti il Signore non suole negare il buon dono a quanti lo pregano.
Pertanto, poiché il Signore è buono e lo è soprattutto per quelli che lo aspettano pazientemente, aderiamo a lui, stiamo con lui con tutta la nostra anima, con tutto il cuore, con tutta la forza, per restare nella sua luce, vedere la sua gloria e godere della grazia della felicità suprema. Eleviamo dunque l’anima a quel Bene, restiamo in esso, aderiamo ad esso; a quel Bene, che è al di sopra di ogni nostro pensiero e di ogni considerazione e che elargisce pace e tranquillità senza fine, una pace che supera ogni nostra comprensione e sentimento.
Questo è il Bene che pervade tutto, e tutti viviamo in esso e da esso dipendiamo, mentre esso non ha nulla al di sopra di sé, ma è divino. Nessuno infatti è buono se non Dio solo: perciò tutto quello che è buono è divino e tutto quello che è divino è buono, per cui è detto: «Tu apri la mano, si saziano di beni» (Sal 103, 28); a ragione, infatti, per la bontà di Dio ci vengono date tutte le cose buone perché a esse non è mischiato alcun male.
Questi beni la Scrittura li promette ai fedeli dicendo: «Mangiate i frutti della terra» (Is 1, 19).
Siamo morti con Cristo; portiamo sempre e in ogni luogo nel nostro corpo la morte di Cristo perché anche la vita di Cristo si manifesti in noi. Dunque, ormai non viviamo più la nostra vita, ma la vita di Cristo, vita di castità, di semplicità e di tutte le virtù. Siamo risorti con Cristo, viviamo dunque in lui, ascendiamo in lui perché il serpente non possa trovare sulla terra il nostro calcagno da mordere.
Fuggiamo di qui. Anche se sei trattenuto dal corpo, puoi fuggire con l’anima, puoi essere qui e rimanere presso il Signore se la tua anima aderisce a lui, se cammini dietro a lui con i tuoi pensieri, se segui le sue vie nella fede, non nella visione, se ti rifugi in lui; perché è rifugio e fortezza colui al quale Davide dice: In te mi sono rifugiato e non mi sono ingannato (Sal 76, 3).
Pertanto siccome Dio è rifugio, e Dio è in cielo e sopra i cieli, allora dobbiamo fuggire di qui verso lassù dove regna la pace, il riposo dalla fatiche, dove festeggeremo il grande sabato, come disse Mosè: «Ciò che la terra produrrà durante il suo riposo servirà di nutrimento a te» (Lv 25, 6). Infatti riposare in Dio e vedere le sue delizie è come sedere a mensa ed essere pieni di felicità e di tranquillità.
Fuggiamo dunque come cervi alle fonti d’acqua, anche la nostra anima abbia sete di quello di cui era assetato Davide. Qual è quella sorgente? Ascolta colui che dice: «E’ in te la sorgente della vita» (Sal 35, 10): dice la mia anima a questa fonte: Quando verrò e vedrò il tuo volto? (Sal 41, 3). La sorgente infatti è Dio.

Sant’Ambrogio: La parabola della vigna

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20090313

Sant’Ambrogio (circa 340-397), vescovo di Milano e dottore della Chiesa
Commento sul Vangelo di Luca, 9, 29-30 ;  SC 52, 150

La parabola della vigna

La vigna è la figura del popolo di Dio che, radicato sul ceppo della vigna eterna, si eleva al di sopra della terra. Abbondanza di vita uscita da un suolo ingrato, essa a volte germoglia e fiorisce, a volte si riveste di foglie, a volte assomiglia al giogo amabile della croce, quando è cresciuta e i suoi rami stesi formano i tralci di una vigna feconda… A ragione dunque è chiamato vigna il popolo di Cristo, sia perché segna la sua fronte con il segno della croce (Ez 9,4), sia perché i suoi frutti si raccolgono nell’ultima stagione dell’anno, sia perché, come nei filari di una vigna, poveri e ricchi, umili e potenti, servi e padroni, tutti nella Chiesa sono perfettamente uguali…

Quando si lega la vite, essa si raddrizza; quando la si pota non è per ridurla, bensì per farla crescere. Lo stesso accade al popolo santo: se viene legato, si libera; se viene umiliato, si raddrizza; se viene potato, in verità è come se ricevesse una corona. Anzi, come il germoglio, prelevato su un albero vecchio, viene innestato su un’altra radice, così questo popolo santo… nutrito dall’albero della croce… cresce. E lo Spirito Santo, come se fosse sparso nei solchi di un terreno, si riversa nel nostro corpo, lavando quanto è immondo e raddrizzando le nostre membra per dirigerle verso il cielo.

Questa vigna, il Vignaiolo ha l’abitudine di sarchiarla,  di legarla, di potarla (Gv 15,2)… A volte egli brucia con il sole i segreti del nostro corpo, e a volte li annaffia con la pioggia. Ama sarchiare il suo terreno, perché i rovi non feriscano i germogli; bada che le foglie non facciano troppa ombra…, privando di luce le nostre virtù, e impedendo la maturazione dei nostri frutti.

GIOVEDÌ 19 FEBBRAIO 2009 – IV SETTIMANA DEL T.O.

GIOVEDÌ 19 FEBBRAIO 2009 – IV SETTIMANA DEL T.O.

UFFICIO DELLE LETTTURE

Seconda Lettura
Dal «Commento sui salmi» di sant’Ambrogio, vescovo
(Sal 36, 65-66; CSEL 64, 123-125)

Apri la tua bocca alla parola di Dio
Sia sempre nel nostro cuore e sulla nostra bocca la meditazione della sapienza e la nostra lingua esprima la giustizia. La legge del nostro Dio sia nel nostro cuore (cfr. Sal 36, 30). Per questo la Scrittura ci dice: «Parlerai di queste quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai» (Dt 6, 7). Parliamo dunque del Signore Gesù, perché egli è la Sapienza, egli è la Parola, è la Parola di Dio. Infatti è stato scritto anche questo: Apri la tua bocca alla parola di Dio.
Chi riecheggia i suoi discorsi e medita le sue parole la diffonde. Parliamo sempre di lui. Quando parliamo della sapienza, è lui colui di cui parliamo, così quando parliamo della virtù, quando parliamo della giustizia, quando parliamo della pace, quando parliamo della verità, della vita, della redenzione, è di lui che parliamo.
Apri la tua bocca alla parola di Dio, sta scritto. Tu la apri, egli parla. Per questo Davide ha detto: Ascolterò che cosa dice in me il Signore (cfr. Sal 84, 9) e lo stesso Figlio di Dio dice: «Apri la tua bocca, la voglio riempire» (Sal 80, 11). Ma non tutti possono ricevere la perfezione della sapienza come Salomone e come Daniele. A tutti però viene infuso lo spirito della sapienza secondo la capacità di ciascuno, perché tutti abbiano la fede. Se credi, hai lo spirito di sapienza.
Perciò medita sempre, parla sempre delle cose di Dio, «quando sarai seduto in casa tua» (Dt 6, 7). Per casa possiamo intendere la chiesa, possiamo intendere il nostro intimo, per parlare all’interno di noi stessi. Parla con saggezza per sfuggire al peccato e per non cadere con il troppo parlare. Quando stai seduto parla con te stesso, quasi come dovessi giudicarti. Parla per strada, per non essere mai ozioso. Tu parli per strada se parli secondo Cristo, perché Cristo è la via. In cammino parla a te stesso, parla a Cristo. Senti come devi parlargli: «Voglio, dice, che gli uomini preghino dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure senza ira e senza contese» (1 Tm 2, 8). Parla, o uomo, quando ti corichi affinché non ti sorprenda il sonno di morte. Senti come potrai parlare sul punto di addormentarti: «Non concederò sonno ai miei occhi né riposo alle mie palpebre, finché non trovi una sede per il Signore, una dimora per il Potente di Giacobbe» (Sal 131, 4-5).
Quando ti alzi, parlagli per eseguire ciò che ti è comandato. Senti come Cristo ti sveglia. La tua anima dice: «Un rumore! E’ il mio diletto che bussa» (Ct 5, 2) e Cristo dice: «Aprimi, sorella mia, mia amica» (Ivi). Senti come tu devi svegliare Cristo. L’anima dice: «Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, svegliate, ridestate l’amore» (Ct 3, 5). L’amore è Cristo.

Responsorio    Cfr. 1 Cor 1, 30-31; Gv 1, 16
R. Cristo Gesù è diventato per noi sapienza e giustizia, santificazione e redenzione. Come sta scritto: *
Chi si vanta, si vanti nel Signore.
V. Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia.
R. Chi si vanta, si vanti nel Signore.

LODI

Lettura Breve   Rm 14, 17-19
Il regno di Dio non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo: chi serve il Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini. Diamoci dunque alle opere della pace e alla edificazione vicendevole.

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