Archive pour la catégorie 'Lettera ai Colossesi'

LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2009 – XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

LUNEDÌ 7 SETTEMBRE 2009 – XXIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

MESSA DEL GIORNO

Prima Lettura   Col 1,24 – 2,3
Sono diventato ministro della Chiesa per portare il mistero nascosto da secoli.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Fratelli, sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa. Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio, il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi. A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria.
È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo. Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza.
Voglio infatti che sappiate quale dura lotta devo sostenere per voi, per quelli di Laodicèa e per tutti quelli che non mi hanno mai visto di persona, perché i loro cuori vengano consolati. E così, intimamente uniti nell’amore, essi siano arricchiti di una piena intelligenza per conoscere il mistero di Dio, che è Cristo: in lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza.

UFFICIO DELLE LETTURE

Seconda Lettura
Dal «Discorso sulle beatitudini» di san Leone Magno, papa
(Disc. 95, 8-9; PL 54, 465-466)

Grande pace per chi ama la legge di Dio
È giusto che la beatitudine della visione di Dio venga promessa ai puri di cuore. L’occhio ottenebrato infatti non potrebbe sostenere lo splendore della vera luce: ciò che formerà la delizia per le anime pure, sarà causa di tormento per quelle macchiate dal peccato. Evitiamo dunque l’oscura caligine delle vanità terrene, e gli occhi dell’anima si lavino da ogni sozzura di peccato, perché il nostro sguardo limpido possa pascersi della sublime visione di Dio.
Proprio perché ci adoperassimo a meritare questa visione il Signore disse: «Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9). Questa beatitudine, fratelli, non si riferisce ad una qualsiasi intesa o accordo, ma a quello di cui parla l’Apostolo: Abbiate pace con Dio (cfr. Rm 5,1), e di cui il profeta dice: «Grande pace per chi ama la tua legge, nel suo cammino non trova inciampo» (Sal 118,165).
Non possono pretendere di possedere questa pace né i vincoli più stretti di amicizia, né la somiglianza più perfetta di carattere se non sono in armonia con la volontà di Dio. Fuori di questa sublime pace troviamo soltanto connivenze e associazioni a delinquere, alleanze malvage e i patti del vizio.
L’amore del mondo empio non si concilia con quello di Dio. Colui che non si distacca dalla generazione secondo la carne non arriva a far parte della comunità dei figli di Dio. Coloro invece che hanno la mente fissa in Dio, «cercando di conservare l’unità dello spirito, per mezzo del vincolo della pace» (Ef 4,3), non si discostano mai dalla legge eterna. Essi dicono con sincera fede la preghiera: «Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra» (Mt 6,10).
Questi sono gli operatori di pace, questi sono veramente unanimi e santamente concordi, degni di essere chiamati in eterno figli di Dio e coeredi di Cristo (Rm 8,17). Infatti l’amore di Dio e l’amore del prossimo li renderà meritevoli del grande premio. Non sentiranno più nessuna avversità, non temeranno più ostacoli o insidie, ma, terminata la lotta e tutte le tribolazioni, riposeranno nella più tranquilla pace di Dio. Per il Signore nostro, che con il Padre e lo Spirito Santo vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Commento su Col 1,25-27 (prima lettura del giorno 7 settembre lunedì)

dal sito:

http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/4901.html

Omelia (05-09-2005) 

Eremo San Biagio
Commento su Col 1,25-27

Dalla Parola del giorno
Sono diventato ministro della Chiesa secondo la missione affidatami da Dio presso di voi di realizzare la sua parola, cioè il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi, ai quali Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo ai pagani, cioè Cristo in voi, speranza della gloria.

Come vivere questa Parola?
« Cristo in voi », ci dice Paolo, è il « mistero nascosto da secoli e da generazioni ». In quel « in » è la sintesi di tutta la storia della salvezza. Sì, il sogno di Dio, all’alba della creazione, è condensato in questa semplice preposizione. Da sempre Dio ha pensato l’uomo quale suo intimo, chiamato ad assidersi al desco trinitario. Un desiderio che è all’origine dell’incarnazione e di tutta l’opera redentiva. Un desiderio che riecheggia insistente in quel discorso del giovedì santo che può essere definito il testamento di Gesù: « Rimanete in me » « Tu [Padre] in me, io in loro ». È il mistero dell’inabitazione di Dio in noi. Una realtà impensabile, a cui, però, abbiamo fatto l’abitudine o che prendiamo come una semplice metafora. Per questo non ci meraviglia più. Per questo c’è carenza di speranza e quindi di gioia. Cristo in me in te in ogni uomo è il fondamento del nostro essere figli di Dio; è il motivo del nostro ostinato ottimismo; è la certezza che « già » partecipiamo della vita trinitaria, anche se sperimentiamo il « non ancora » di una pienezza verso cui ci protendiamo. Prendere sul serio questa realtà non ci estranea dai problemi in cui la società si dibatte, facendoci rifugiare in un intimismo di cattiva lega. Tutt’altro! Se Cristo vive « in » noi, questa storia è riscattata dal non-senso e l’impegno diventa un obbligo morale. « In » me Egli vuole continuare a percorrere le vie del mondo, perché ogni uomo abbia « la pienezza della vita ». « In » me ogni fratello deve poterlo incontrare e « in » loro io devo imparare a scoprirlo.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, sosterò in silenziosa adorazione di Dio presente « in » me. Mi lascerò stupire da questo mistero, assaporandone la gioia. Prenderò poi la ferma decisione di ritirarmi sovente nella cella segreta del mio cuore abitato.

Non cessi mai di stupirmi, Dio d’infinita tenerezza. Il tuo amore conosce sempre un « oltre », un « di più » che non oserei mai immaginare. Possa, la mia breve esistenza, essere un palpito di riconoscente amore.

La voce di una santa carmelitana
Ho trovato il cielo sulla terra. Perché il cielo è Dio e Dio è nell’anima mia. Il giorno in cui l’ho compreso, tutto per me si è illuminato
Beata Elisabetta della Trinità 

Omelia per venerdì 4 settembre – Col 1, 15-16

dal sito:

http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/10519.html

OMELIA PER VENERDÌ 4 SETTEMBRE 2009 – Col, 1,15-16

Omelia (07-09-2007) 

Eremo San Biagio

Commento su Col 1,15-16

Dalla Parola del giorno
Cristo è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; perché per mezzo di Lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono estate create per mezzo di Lui e in vista di Lui.

Come vivere questa Parola?
Leggere e rileggere con respiro contemplativo questa pericope significa attingere, in qualche misura, a una sorgiva di infinito. Si tratta del mistero di Gesù che non è solo il Gesù di Nazaret, che ha calpestato, come ogni uomo, le strade di questo mondo. E’ il mistero di quel Figlio, da sempre generato dal Padre, Dio da Dio, Sapienza increata che ha progettato ogni creatura. Tutto ciò che esiste: dalle gerarchie angeliche (Troni, Dominazioni, Principati, Potestà ecc) alle più piccole creature. Dalle galassie, grappoli di innumeri stelle, alla scheggia di roccia, ai fotoni e agli adoni: particelle dell’atomo invisibile a occhio nudo: tutto è stato ideato da Lui, tutto per mezzo di Lui, è stato creato.
Il Logos, cioè il pensiero e la sapienza di Dio, è venuto in questo mondo, si è fatto uomo, assumendo tutti i limiti della nostra condizione umana.
Da neonato inerme nella estrema povertà della nascita alla passione e morte di croce, Lui, Dio ha condiviso l’esperienza di un inserimento pieno e sofferto nella nostra condizione umana. Ma è rimasto Dio! Per questo ha potuto salvarci. San Paolo dice che Egli è « il principio, il primogenito di coloro che risorgono ».
Davvero « Ogni pienezza abita in Lui », Ed è entusiasmante la finalità focalizzata dall’apostolo: « per mezzo di Lui riconciliare le cose, rappacificando tutto ciò che esiste, in cielo e in terra per mezzo di Lui crocifisso e morto » Sì, la pace e la gioia possono abitare i nostri orizzonti. Sono afferrabili, purché noi ci lasciamo afferrare da Lui.

Oggi nella mia pausa contemplativa mi prendo del tempo per leggere, rileggere, possibilmente memorizzare con gioia questa pericope, in cui l’immensa grandezza di Dio amore è una cosa sola col suo progetto di salvarci, operando pace su tutti i fronti. E’ attraverso il Logos, un Dio che si fa carne e sangue e dono estremo d’amore in croce, che io sono salvato.

Signore Gesù, sapienza infinita del padre, dono dammi di contattatati qui dove vivo, nello Spirito Santo, di diventare pace in te, strumento di pace per tutti, quelli che incontro.

La voce di un Padre del deserto
Se cerchi Dio nei cieli, si trova là, nei pensieri degli angeli; se lo cerchi sulla terra si trova anche qui, nel cuore degli uomini.
Pseudo Macario 

VENERDÌ 4 SETTEMBRE 2009 – XXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

VENERDÌ 4 SETTEMBRE 2009 – XXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

MESSA DEL GIORNO

Prima Lettura   Col 1, 15-20
Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Cristo Gesù è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.
Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli

GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE 2009 – XXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

GIOVEDÌ 3 SETTEMBRE 2009 – XXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

SAN GREGORIO MAGNO (m)
Papa e Dottore della Chiesa

MESSA DEL GIORNO

Prima Lettura   Col 1, 9-14
Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Fratelli, da quando abbiamo saputo vostre notizie, non cessiamo di pregare per voi, e di chiedere che abbiate una conoscenza piena della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché possiate comportarvi in maniera degna del Signore, per piacergli in tutto, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; rafforzandovi con ogni energia secondo la sua gloriosa potenza, per poter essere forti e pazienti in tutto; ringraziando con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.
E’ lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre
e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto,
per opera del quale abbiamo la redenzione,
la remissione dei peccati.

MERCOLEDÌ 2 SETTEMBRE 2009 – XXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

MERCOLEDÌ 2 SETTEMBRE 2009 – XXII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

MESSA DEL GIORNO

Prima Lettura   Col 1, 1-8
La parola di verità è giunta a voi, come in tutto il mondo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, ai santi e credenti fratelli in Cristo che sono a Colosse: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro.
Noi rendiamo grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, continuamente pregando per voi, avendo avuto notizie della vostra fede in Cristo Gesù e della carità che avete verso tutti i santi a causa della speranza che vi attende nei cieli.
Ne avete già udito l’annuncio dalla parola di verità del Vangelo che è giunto a voi. E come in tutto il mondo esso porta frutto e si sviluppa, così avviene anche fra voi, dal giorno in cui avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità, che avete appreso da Èpafra, nostro caro compagno nel ministero: egli è presso di voi un fedele ministro di Cristo e ci ha pure manifestato il vostro amore nello Spirito.

UFFICIO DELLE LETTURE

Seconda Lettura
Dal «Commento su Giovanni» di Origène, sacerdote
(Tomo 10, 20; PG 14, 370-371)

Cristo parlava del tempio del suo corpo
«Distruggete questo tempio e io in tre giorni lo farò risorgere» (Gv 2,19). Gli uomini grossolani e limitati alla pura sfera materiale mi sembrano simboleggiati da quei Giudei che si erano irritati perché Gesù aveva cacciato i venditori dalla casa del Padre suo. Essi chiedevano un segno a prova che agiva giustamente e che operava come Figlio di Dio, cosa che essi nella loro incredulità non volevano ammettere. Ma il Salvatore rispose unendo insieme figura e realtà, cioè il tempio e il suo corpo. A coloro che gli chiedevano: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?», disse: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Ambedue, sia il tempio che il corpo di Gesù, secondo un’interpretazione possibile, mi sembrano figura della Chiesa. Questa infatti è edificata con pietre viventi. È divenuta «un edificio spirituale per un sacerdozio santo» (1Pt 2,5).È edificata «sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù» (Ef 2,20) e perciò si chiama tempio. È vero però anche che «voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte» (1Cor 12,27). Se così è, può bensì venire distrutto ciò che congiunge le pietre del tempio. Può certo accadere che queste pietre vengano disperse come sta scritto nel salmo 21, il che significa, fuori metafora, che le ossa di Cristo possono essere scompaginate dalle tribolazioni e dalle persecuzioni di coloro che combattono l’unità del tempio. Tuttavia il tempio verrà riedificato e il corpo risusciterà il terzo giorno, cioè dopo il giorno della sua tribolazione e dopo il giorno seguente, che è il giorno della consumazione.
Ci sarà effettivamente un terzo giorno nel cielo nuovo e nella terra nuova, quando queste ossa, che sono la casa d’Israele, nel grande giorno del Signore saranno rianimate in seguito alla sua vittoria sulla morte. Così la risurrezione di Cristo, seguita alle sofferenze della croce, racchiude il mistero della risurrezione di tutto il corpo di Cristo. Il corpo sensibile di Gesù fu crocifisso e sepolto e dopo risuscitò. Così tutto il corpo dei santi di Cristo viene prima affisso alla croce con Cristo e in un certo senso cessa di vivere. In effetti, come Paolo, ciascuno di noi non si deve gloriare se non nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per il quale egli è crocifisso al mondo e il mondo a lui.
Ciascuno di noi non solo fu crocifisso insieme a Cristo e crocifisso al mondo, ma anche seppellito insieme a Cristo. Infatti «siamo stati sepolti insieme a lui», dice Paolo (Rm 6,4). Egli però aggiunge, come se già possedesse una certa caparra della risurrezione: E con lui siamo risorti anche noi (cfr. Rm 6,4).

Responsorio   Cfr. 1 Cor 6, 19-20; Lv 11, 43. 44
R. Il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi; non appartenete a voi stessi: perché siete stati comprati a caro prezzo. * Glorificate Dio nel vostro corpo.
V. Non lasciatevi contaminare: siate santi, perché io sono santo.
R. Glorificate Dio nel vostro corpo.

DOMENICA 19 APRILE 2009 – II DI PASQUA

DOMENICA 19 APRILE 2009 - II DI PASQUA dans Lettera ai Colossesi 15%20RUSSIAN%20ICON.%20DOUBTING%20THOMAS

Joh-20,19_Vision_Doubt_Apparition_Doute

http://www.artbible.net/3JC/-Joh-20,19_Vision_Doubt_Apparition_Doute/index.html

DOMENICA 19 APRILE 2009 – II DI PASQUA

MESSA DEL GIORNO, LINK:

http://www.maranatha.it/Festiv2/pasqB/PasqB2Page.htm

PRIMI VESPRI

Lettura Breve   Rm 5, 10-11
Se quand’eravamo nemici, siamo stati riconciliati con Dio per mezzo della morte del Figlio suo, molto più ora che siamo riconciliati, saremo salvati mediante la sua vita. Non solo, ma ci gloriamo pure in Dio, per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, dal quale ora abbiamo ottenuto la riconciliazione.

UFFICIO DELLE LETTURE

Prima Lettura
Dalla lettera ai Colossesi di san Paolo, apostolo 3, 1-17
 
La vita nuova in Cristo
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria.
Mortificate dunque quella parte di voi che appartiene alla terra: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e quella avarizia insaziabile che è idolatria, cose tutte che attirano l’ira di Dio su coloro che disobbediscono. Anche voi un tempo eravate così, quando la vostra vita era immersa in questi vizi. Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, passione, malizia, maldicenze e parole oscene dalla vostra bocca. Non mentitevi gli uni gli altri. Vi siete infatti spogliati dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore. Qui non c’è più Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro o Scita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti.
Rivestitevi dunque, come eletti di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti!
La parola di Cristo dimori tra voi abbondantemente; ammaestratevi e ammonitevi con ogni sapienza, cantando a Dio di cuore e con gratitudine salmi, inni e cantici spirituali. E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre.

Responsorio   Col 3, 1. 2. 3
R. Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; * pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra, alleluia.
V. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio;
R. pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra, alleluia.

Seconda Lettura
Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo
(Disc. 8 nell’ottava di Pasqua 1, 4; Pl 46, 838. 841)

Nuova creatura in Cristo
Rivolgo la mia parola a voi, bambini appena nati, fanciulli in Cristo, nuova prole della Chiesa, grazia del Padre, fecondità della Madre, pio germoglio, sciame novello, fiore del nostro onore e frutto della nostra fatica, mio gaudio e mia corona, a voi tutti che siete qui saldi nel Signore.
Mi rivolgo a voi con le parole stesse dell’apostolo: «Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri» (Rm 13, 14), perché vi rivestiate, anche nella vita, di colui del quale vi siete rivestiti per mezzo del sacramento. «Poiché quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è più Giudeo, né Greco; non c’è più schiavo, né libero; non c’è più uomo, né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3, 27-28).
In questo sta proprio la forza del sacramento. E’ infatti il sacramento della nuova vita, che comincia in questo tempo con la remissione di tutti i peccati, e avrà il suo compimento nella risurrezione dei morti. Infatti siete stati sepolti insieme con Cristo nella morte per mezzo del battesimo, perché, come Cristo è risuscitato dai morti, così anche voi possiate camminare in una vita nuova (cfr. Rm 6, 4).
Ora poi camminate nella fede, per tutto il tempo in cui, dimorando in questo corpo mortale, siete come pellegrini lontani dal Signore. Vostra via sicura si è fatto colui al quale tendete, cioè lo stesso Cristo Gesù, che per voi si è degnato di farsi uomo. Per coloro che lo temono ha riservato tesori di felicità, che effonderà copiosamente su quanti sperano in lui, allorché riceveranno nella realtà ciò che hanno ricevuto ora nella speranza.
Oggi ricorre l’ottavo giorno della vostra nascita, oggi trova in voi la sua completezza il segno della fede, quel segno che presso gli antichi patriarchi si verificava nella circoncisione, otto giorni dopo la nascita al mondo. Perciò anche il Signore ha impresso il suo sigillo al suo giorno, che è il terzo dopo la passione. Esso però, nel ciclo settimanale, è l’ottavo dopo il settimo cioè dopo il sabato, e il primo della settimana. Cristo, facendo passare il proprio corpo dalla mortalità all’immortalità, ha contrassegnato il suo giorno con il distintivo della risurrezione.
Voi partecipate del medesimo mistero non ancora nella piena realtà, ma nella sicura speranza, perché avete un pegno sicuro, lo Spirito Santo. «Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio. Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria» (Col 3, 1-4).

Responsorio   Col 3, 3-4; Rm 6, 11
R. Voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio. * Quando si manifesterà Cristo, vostra vita, anche voi sarete manifestati con lui nella gloria, alleluia.
V. Consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.
R. Quando si manifesterà Cristo, vostra vita, anche voi sarete manifestati con lui nella gloria, alleluia.

LODI

Lettura Breve   At 3, 13-15
Il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo (cfr. Es 3, 6. 15; Is 53, 11); voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, avete chiesto che vi fosse graziato un assassino e avete ucciso l’autore della vita. Ma Dio l’ha risuscitato dai morti e di questo noi siamo testimoni.

SECONDI VESPRI

Lettura Breve   Rm 6, 5-7
Se siamo stati completamente uniti a Cristo con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua risurrezione. Sappiamo bene che il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con lui, perché fosse distrutto il corpo del peccato, e noi non fossimo più schiavi del peccato. Infatti chi è morto, è ormai libero dal peccato.

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