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LA LETTERA DI PAOLO AGLI EFESINI PAOLO PREGA PER I SUOI LETTORI

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LA LETTERA DI PAOLO AGLI EFESINI PAOLO PREGA PER I SUOI LETTORI

In quasi tutte le sue lettere l’apostolo Paolo rivela il suo impegno a pregare per le persone alle quali sta scrivendo. Le sue non sono soltanto preghiere di richiesta a Dio perché intervenga davanti a particolari bisogni, ma anche di ringraziamento per le buone notizie che gli venivano comunicate. Anche la lettera agli Efesini contiene riferimenti alla preghiera che sono d’incoraggiamento e di esempio per noi. Efesini 1:15-23   “Per questo motivo, avendo sentito della vostra fede nel Signore Gesù e del vostro amore per tutti i santi, non cesso di rendere grazie per voi, facendo menzione di voi nelle mie preghiere, affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione nella conoscenza di lui, essendo stati illuminati gli occhi del vostro cuore affinché sappiate a quale speranza ci ha chiamati, quale è la ricchezza della gloria della sua eredità tra i santi e quale sia l’immensità della sua potenza verso di noi che crediamo, nella misura dell’energia prodotta dalla forza della sua potenza. Si tratta della stessa potenza che operò in Cristo risuscitandolo dai morti e che l’ha fatto sedere alla Sua destra nei luoghi celesti, al di sopra di ogni principato e autorità e potenza e signoria e ogni nome che si nomina, non solo nell’età presente ma anche in quella futura e ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi e ha dato lui come capo sopra ogni cosa nella chiesa, la quale è il suo corpo, la pienezza di colui che porta a compimento tutte le cose in tutti”.   Il posto della preghiera nel ministerio degli apostoli Il contenuto di questa preghiera è talmente interconnesso con una tale ricchezza di linguaggio, che ogni tentativo di dividerla sembra improprio. Essa va letta e riletta per lasciarsene trasportare, per mezzo dello Spirito Santo, laddove si trova Cristo, nei luoghi celesti. La nostra meditazione del brano si articolerà in: • il motivo della preghiera di Paolo, • le cose per cui lui prega e • il contributo del brano alla cristologia e all’ecclesiologia. Ma innanzitutto appare appropriato osservare l’importanza che aveva la preghiera nella vita degli apostoli e, in particolare, nell’apostolato di Paolo. Il libro degli Atti ci informa che i dodici apostoli ritenevano prioritario dedicarsi “alla preghiera e al ministero della Parola” (At 6:4). Ecco perché si trovavano ripieni dello Spirito Santo e di potenza quando, senza preavviso, si presentarono delle opportunità di testimonianza davanti sia al popolo sia alle autorità (At 2:35; 4:8). A questo proposito Pietro conferma che, nei tempi apostolici, la predicazione apostolica avveniva “mediante lo Spirito Santo inviato dal cielo” (1P 1:12). Inoltre secondo il racconto degli Atti quasi ogni nuova iniziativa nasceva nel contesto della preghiera.  Quanto all’apostolo Paolo, lui ebbe a scrivere questo nella sua lettera ai Filippesi: “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Fl 4:6-7).  In un’altra lettera Paolo fa sapere che lui stesso era “assillato ogni giorno dalle preoccupazioni che mi vengono da tutte le chiese” (2Co 11:28). Per Paolo queste preoccupazioni costituivano un motivo per pregare per le singole chiese e nello stesso tempo per ringraziare Dio per ogni evidenza di crescita spirituale e impegno in vista del progresso del Vangelo. Sappiamo questo dalle sue lettere che spesso danno una notizia al riguardo oppure contengono una vera e propria preghiera, poco dopo l’iniziale saluto epistolare (si veda Ro 1:8-12; 1Co 1:4-9; Ef 1:15-23; Fl 1:3-5; Cl 1:3-12; 1Te 1:2-3; 2Te 1:11-12; 2Ti 1:3; Fi vv. 4-6).  I conduttori delle chiese nel mondo occidentale farebbero bene a prendere esempio dagli apostoli in questo campo. Se lo facessero, quando sorgono delle difficoltà all’interno delle chiese oppure delle sfide dall’esterno, spenderebbero più tempo in preghiera prima di mettersi a tavolino per decidere il da farsi.   Il motivo della preghiera di Paolo (1:15-16) Non era a motivo di qualche problema che i lettori stavano affrontando o perché erano caduti in peccato che Paolo ne faceva sempre menzione nelle sue preghiere. A spingerlo a pregare per loro erano le buone notizie che gli giungevano della loro “fede nel Signore Gesù”e del loro “amore per tutti i santi” (v. 15). Questo riferimento a ciò che aveva sentito sul loro conto fa comprendere che Paolo aveva in mente dei destinatari precisi, anche se non limitati ai santi di Efeso. La fede degli Efesini, e delle chiese dell’Asia in generale, è ben testimoniata dagli eventi raccontati in Atti capitolo 19. Quanto all’“amore per tutti i santi”, evidentemente questa manifestazione della nuova vita faceva parte del loro “primo amore”; infatti sappiamo che qualche decennio dopo questo “primo amore” sarebbe venuto a mancare nella chiesa di Efeso (Ap 2:4).  Queste buone notizie giuntegli spingevano Paolo a ringraziare Dio per i suoi lettori, ma il motivo per cui faceva menzione di loro nelle sue preghiere (v. 16) era un altro, come fa capire la parola “perciò” con cui il brano inizia. Questa parola rimanda al brano precedente (1:3-14). Le benedizioni spirituali di cui gli Efesini godevano in quanto “santi” facevano di loro un soggetto valido per cui pregare. Paolo voleva che le benedizioni spirituali ricevute diventassero un trampolino di lancio per un’ulteriore crescita nella grazia di Dio, nella prospettiva stabilita dal disegno benevolo di Dio.   Le cose per cui pregava (1:17-19)  I soggetti della sua preghiera sono tre, di cui nessuno era legato al benessere temporale dei lettori. Questo non vuol dire che sia sbagliato pregare per il pane quotidiano, qualcosa che Gesù invita tutti i suoi discepoli a fare (Mt 6:9,11; cfr. 28:20). Intanto sappiamo che Gesù si occupa di questi bisogni pratici dei suoi discepoli, assicurando loro che Dio provvederà cibo e vestiti per tutti quelli che danno priorità al suo regno e alla sua giustizia. Ma nello stesso discorso Gesù avverte di non accumulare tesori sulla terra, bensì in cielo (6:19-21, 31-34). In piena armonia con questa scala di valori, la preghiera di Paolo verte su ciò che può far avanzare “il disegno benevolo” di Dio e che ha una portata eterna.  Il primo soggetto è così articolato: “affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione nella conoscenza di lui” (v. 17). Questa prima richiesta è legata all’ultima delle benedizioni descritte nei vv. 3-14, ovvero, la presenza dello Spirito Santo nella loro vita. La rivelazione che proviene da Cristo, che consiste nella conoscenza di lui, giungeva alla chiesa per mezzo dello Spirito Santo (Gv 16:13-15). Chi riceveva questa rivelazione acquisiva una conoscenza di Cristo e un tipo di sapienza ben diversi da quella che appartiene allo “spirito del mondo” (si veda 1Co 2:1-16; 2Co 4:16). Quanto al titolo “il Padre della gloria”, che si trova soltanto qui nel Nuovo Testamento, Bruce commenta: “Dal momento che Dio è la fonte di ogni vera gloria, può essere ben definito «il Padre della gloria», come è chiamato nel Salmo 29:3 (LXX Sl 28:3) e Atti 7:2, «il Dio della gloria»”.  Il secondo soggetto è strettamente legato al primo: “…essendo stati illuminati gli occhi del vostro cuore affinché sappiate a quale speranza ci ha chiamati, quale è la ricchezza della gloria della +*sua eredità tra i santi” (v. 18). L’illuminazione fornita dallo Spirito Santo crea una nuova prospettiva e, di conseguenza, un nuovo orientamento di vita: la speranza a cui siamo stati chiamati. Paolo prega per una comprensione di questa speranza .perchésarà la consapevolezza della ricchezza che abbiamo ereditata in Cristo a dare direzione alla nostra vita sul piano pratico. L’espressione “gli occhi del cuore” rende bene il concetto di essere effettivamente illuminati come premessa necessaria per maturare delle forti convinzioni. Senza tale illuminazione potrebbe sembrare esagerato il valore che Dio attribuisce ai santi, indicato con le parole: “quale è la ricchezza della gloria della sua eredità tra i santi”. Invece, grazie all’illuminazione dello Spirito Santo sappiamo di essere l’eredità di Dio, in virtù della nostra posizione “in Cristo”. A questo proposito Bruce scrive: “Il modo in cui Dio stima il popolo di Cristo, unito con lui per fede e partecipi della sua vita di risurrezione, corrisponde necessariamente a come stima Cristo stesso. Paolo prega qui che i suoi lettori possano apprezzare il valore che Dio attribuisce loro e il suo piano di compiere il suo disegno eterno per mezzo di loro, come la primizia della sua opera di riconciliazione nell’universo.” Sempre secondo Bruce, l’obiettivo della preghiera dell’apostolo sarebbe: “affinché le loro vite siano in sintonia con questa alta vocazione e che sapranno accettare con umiltà e gratitudine la grazia e la gloria elargite su di loro”. Il terzo soggetto della preghiera di Paolo fa comprendere che è la norma per i santi aspettarsi che Dio faccia grandi cose per mezzo di loro: “…e quale sia l’immensità della sua potenza verso di noi che crediamo, nella misura dell’energia prodotta dalla forza della sua potenza” (v. 19).  L’illuminazione dello Spirito Santo serve anche per rendere consapevoli dell’immensità della potenza di Diooperante nella nostra vita. Vista la natura spirituale della potenza di Dio, potrebbe sfuggirci, particolarmente in contesti di persecuzione, la sua immensità. Si tratta della stessa potenza che era all’opera nella risurrezione di Cristo (v. 20). Come Paolo scrive altrove: “Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi” (Ro 8:11). Per non vivere nel timore degli uomini increduli, particolarmente in contesti di persecuzione, e per non rimanere fermi quando potremmo tentare grandi cose nel nome del Signore, bisogna essere consapevoli dell’immensità della potenza all’opera in noi. In definitiva, si tratta del Signore che è lo Spirito per mezzo del quale Cristo vive in noi (Cl 1:27; 2 Co 3:18).   Il contributo del brano alla cristologia e all’ecclesiologia (1:20-23) Non di rado nelle lettere di Pietro e Paolo, la menzione di Cristo diventa l’occasione per approfondire qualche aspetto inerente la sua persona e opera. Il contenuto della preghiera di Paolo riportata nel nostro brano non fa eccezione, come indica il pronome relativo tradotto “questa” nella Nuova Riveduta (v. 20). I due eventi che, più di qualunque altra cosa, hanno manifestato l’efficacia della potenza che è ora all’opera nei santi, sono la risurrezione di Cristo e la sua ascensione che lo portò a sedersi alla destra del Padre “nei luoghi celesti”. L’ascensione era implicita nella risurrezione – il trionfo – di Cristo e assicura a coloro che sono “in Cristo” la possibilità di vivere vittoriosamente in qualsiasi contesto, rivolgendosi al trono della grazia (Eb 4:14-16).  Chi dubita della verità storica della risurrezione di Cristo e quindi anche della verità storica della sua ascensione e insediamento come sommo sacerdote del nuovo patto, evidentemente ha un’idea inadeguata della potenza del vero Dio Creatore. Più comprenderà la natura e la portata di questa potenza e più non soltanto accetterà la parola dei testimoni della risurrezione e dell’ascensione di Cristo, ma potrà comprendere pure la sua efficacia nell’operare salvezza e trasformazione nella propria vita. Subito dopo le parole “luoghi celesti” (v. 20) che descrivono dove Cristo è seduto ora, vengono menzionati degli altri esseri che abitano i luoghi celesti: “ogni principato, autorità, potenza, signoria” (v. 21; cfr. 3:10; 6:10-12). La precisazione che Cristo è “al di sopra” di questi non solo afferma la supremazia di Cristo ma, inoltre, rispecchia il fatto che ci sono vari gradi di autorità nella realtà che a noi rimangono invisibili. È confortante sapere che la supremazia di Cristo rimarrà “non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro”. Infatti “ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla Chiesa” (v. 22).  Dopo la parentesi cristologica Paolo definisce ciò che i santi costituiscono nel loro insieme: “la Chiesa, che è il corpo di lui” (vv. 22-23). Inoltre fa un’affermazione che lega la profezia di Gesù: “io edificherò la mia chiesa”(Mt 16:18) al proseguimento del progetto che vede Cristo portare “a compimento ogni cosa”. Infatti la Chiesa, di cui hanno il privilegio di far parte anche coloro che giungono alla fede dal paganesimo, viene inquadrata come parte del progetto grandioso che vedrà riconciliarsi ogni cosa con Dio, grazie alla potenza che ha operato efficacemente nella croce di Cristo, nella sua risurrezione e nella sua esaltazione alla destra del Padre (cfr. Cl 1:19-20; Ef 1:9-10). Nonostante Gesù sia tornato in cielo, egli è il capo sopra ogni cosa nella Chiesa, il capo supremo a cui gli anziani-pastori di ogni chiesa locale dovranno rendere conto del loro operato (1P 5:1-4).   Per la riflessione personale o lo studio di gruppo 1. Quali cose possiamo imparare dalla preghiera di Paolo in vista di rendere più efficace la nostra vita di preghiera? 2. Qual è il ruolo della chiesa nell’opera di compimento di ogni cosa da parte di Cristo (cfr. Gv 15:1-8,16)?

Preghiera a san Paolo

http://www.paoline.org/paoline__italiano_/preghiere/00004763_Preghiera_a_san_Paolo.html

DAL SITO DELLE FIGLIE DI SAN PAOLO

Preghiera a san Paolo

« L’apostolo Paolo bisogna che viva, e significa che viva con la sua scienza, col suo zelo, che viva con il suo spirito. Dobbiamo aspirare a questo:
di risuscitare il suo spirito in noi; di apprendere la sua scienza; di rivivere, di ridestare il suo zelo altissimo di apostolo…
Egli in verità ha saputo penetrare la scienza della carità di Gesù Cristo: in alto, nella sua profondità, nella sua larghezza, nella sua ampiezza… » (FSP34, p. 93).

G. Preghiamo nell’atteggiamento della lode e del rendimento di grazie, nel desiderio di far risuscitare lo spirito di san Paolo in noi… Come Paolo possiamo anche noi vivere la profonda consapevolezza: mi ha scelto, mi ha chiamato per grazia, ha rivelato in me il Figlio, perché lo annunziassi. Invochiamo la luce dello Spirito Santo perché ci doni di penetrare, come Paolo, la scienza della carità di Gesù Cristo.

Canto allo Spirito Santo: Emilie Spiritum tuum (n. 155)
Ascoltiamo l’esperienza diretta dell’apostolo Paolo

L 1 : Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo: perseguitavo ferocemente la Chiesa di Dio e la devastavo, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com’ero nel sostenere le tradizioni dei padri. Ma quando Dio, che mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia, si compiacque di rivelare in me il Figlio suo perché lo annunciassi in mezzo alle genti, subito, senza chiedere consiglio a nessuno, senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco (Gai 1,13ss).
Rit. Sancte Paule aposlole

L 2: Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio (ICor 2,3-4).
Rit. Sancte Panie apostole

L 1: Annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Qual è dunque la mia ricompensa? Quella di annunciare gratuitamente il Vangelo senza usare il diritto conferitemi dal Vangelo (ICor 9,16-18).
Rit. Sancte Panie apostole

L 2: Abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinchè appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo (2Cor 4,7-10).
Rit: Sancte Panie apostole…

L 1: Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati (Rm 8,35.37).
Rit. Chi ci separerà dalla sua pace, la persecuzione, forse il dolore? Nessun potere ci separerà da Colui che è morto per noi.

L 2: lo sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore (Rm 8,38ss).
Rit. Chi ci separerà dalla sua gioia,
chi potrà strapparci il suo perdono? Nessuno al mondo ci allontanerà dalla vita in Cristo Signore.

G. Paolo è stato affascinato da Cristo e ormai per lui c’è un solo tesoro, Cristo stesso. Quando Paolo pensa alla sua esperienza di incontro con Gesù, l’immagine che gli viene in mente è quella di una forza travolgente: « Sono stato conquistato da Gesù Cristo ». La sua conversione è un atto da innamorato, provocato dalla follia dell’amore: lascia le cose più stimate per seguire la persona amata. Dirà al suo discepolo Timoteo:

Rendo grazie a colui che mi ha dato la forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al ministero: io che per l’innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento (ITm 1,12-13).

Inno a San Paolo (dal vespro proprio)

Esalti festante la Chiesa l
a gloria sublime di Paolo
che Dio tramutò da nemico
in docile apostolo suo.

Se prima spirava minacce
agli umili servi di Cristo
amore più intenso ora spira
ghermito dal Cristo risorto.

O sorte stupenda di eletto!
al ciclo rapito in visione
ascolta un arcano linguaggio,
contempla i misteri di Dio.

Spargendo il buon seme del Verbo
edifica chiese ferventi:
in terra sua lettera viva,
in ciclo suo gaudio e corona.

Al mondo smarrito nel buio sono faro di luce i suoi scritti; le tenebre eterne egli sfida finché Verità non trionfi.
A Cristo l’onore e la gloria col Padre e lo Spirito Santo, che in Paolo ha donato alle genti un padre e un maestro di vita. Amen.
Con i sentimenti di Paolo e sentendoci unite a tutte le sorelle che in questi giorni emettono la prima professione o la professione perpetua, rinnoviamo l’offerta della nostra vita.

Tutte: Rinnovazione dei voti (LdP p. 55).

Ant. al Magnificat
Paolo, apostolo del Vangelo e maestro di tutti i popoli, prega per noi Dio che ti ha eletto.
Preghiera conclusiva
Signore, Dio nostro, che nel tuo amore per gli uomini hai scelto e inviato l’apostolo Paolo ad annunciare il vangelo di Gesù Cristo morto e risorto, concedi a noi che lo onoriamo ispiratore e padre, di imitarlo nel portare la Parola che salva agli uomini del nostro tempo. Per Cristo nostro Signore.

Canto finale: Laudate omnes gentes (n. 813).

In Honor of Saint Paul/In Onore di San Paolo

http://catholicism.about.com/od/prayers/qt/Honor_of_Paul.htm

In Honor of Saint Paul

O God of knowledge and giver of wisdom, who bringest to light the hidden things of darkness, and givest the word unto them that preach the gospel with great power, who of Thy goodness didst call Paul, who was sometime a persecutor, to be a chosen vessel, and wast pleased in him, that he should become a chosen apostle and preacher of the gospel of Thy kingdom, O Christ our God. Thee also do we now entreat, O Thou good and that lovest man. Graciously grant unto us and unto all Thy people a mind without wandering and a clear understanding, that we may learn and understand how profitable are Thy holy teachings, which are now come unto us by him; and even as he was made like unto Thee, the leader unto life, so make us to be like unto him in deed and doctrine, that we may glorify Thy holy Name and ever glory in Thy Cross. And Thou art He unto whom we ascribe praise and glory and worship, the Father and the Son and the Holy Ghost, now and ever and unto the ages of all ages. Amen.

traduzione Google:

In onore di San Paolo

O Dio di conoscenza e dà la sapienza, che si rechi alla luce i segreti delle tenebre, e concedi la parola a coloro che predicano il Vangelo con grande potenza, che di tua bontà hai chiamare Paolo, che è stato a volte un persecutore, di essere un scelto nave, e che eri contento di lui, che dovrebbe diventare un apostolo scelto e predicatore del vangelo del tuo regno, o Cristo Dio nostro. Te fare anche ora supplico, o tu che ami il bene e l’uomo. Accoglie sempre con benevolenza a noi ea tutti tuo popolo una mente errante e senza una chiara comprensione, perché possiamo imparare e capire come sono i tuoi insegnamenti redditizio santi, che sono giunto a noi da lui, e anche come è stato fatto come te, il leader a vita, così ci fanno essere come a lui in opere e in dottrina, che noi possiamo glorificare il tuo santo Nome e gloria mai nella tua croce. E Tu sei Colui Cui attribuiamo lode, gloria e adorazione, al Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, ora e sempre e nei secoli di tutte le età. Amen.

PAOLO, APOSTOLO UNIVERSALE (PAPA GIOVANNI XXIII)

dal sito:

http://www.atma-o-jibon.org/italiano6/preghiamo_con_giovanni_xxiii_5.htm

PAPA GIOVANNI XXIII

PAOLO, APOSTOLO UNIVERSALE

Paolo di Tarso,
vaso di elezione per tutte le genti,
che nelle tue infinite
peregrinazioni terrene
hai instancabilmente predicato
il Cristo Crocifisso,
conquistando a lui il mondo,
guarda con paterna predilezione
a questo popolo,
che è rimasto tuo
fin da quando ad esso ti mostrasti.
Tu sei ad esso padre e maestro:
tu lo hai ispirato nelle prove,
lo hai rinvigorito nelle lotte,
lo hai sostenuto con la tua sapienza
e col tuo esempio.
Fa’ che, per tua potente intercessione,
questa isola,
che è Civitas praenobilis,
rimanga sempre la tua eredità.

Prière à Paul

dal sito:

http://sitecoles.formiris.org/document/des-prieres-a-saint-paul/0/2324

Prière à Paul

Paul, notre guide et fr
ère bien-aimé, obtiens-nous une foi profonde, une espérance ferme, un amour brûlant pour le Seigneur afin que nous puissions dire avec toi :
 »Ce n’est plus moi mais le Christ qui vit en moi ».
Aide-nous
à devenir des apôtres qui servent l’É
glise avec une conscience pure,
des t
émoins de sa grandeur et de sa beauté au milieu des ténè
bres de notre temps.
Avec toi nous louons Dieu, le P
è
re dans les cieux !
 »A lui la gloire, dans l’
Église et le Christ Jésus pour tous les âges et tous les siè
cles ».
(recueilli sur le site prier.be)

Paul, apôtre des Nations

Glorieux Saint Paul, ap
ôtre plein de zèle, martyr par amour du Christ, obtiens-nous une foi profonde, une espérance ferme, un amour brûlant pour le Seigneur afin que nous puissions dire avec toi : « Ce nest plus moi qui vis, cest le Christ qui vit en moi ».
Aide-nous
à devenir des apôtres qui servent l’Église avec une conscience pure, des témoins de sa grandeur et de sa beauté au milieu des ténè
bres de notre temps.
Avec toi, nous louons Dieu notre P
ère : à lui la gloire, dans l’Église et dans le Christ pour tous les siècles et les siè
cles. Amen.
(recueilli sur le site annopaolino)

Quarta Settimana Biblica, Capua – 2008 – Preghiera a San Paolo Apostolo

dal sito:

http://www.diocesidicapua.it/agnena/settimanabiblica/setblibica2008/IVsetbiblica.pdf

Quarta Settimana Biblica – 2008

Preghiera a San Paolo Apostolo

Lungo la via di Damasco la luce di Cristo ti folgorò
e svelò la conoscenza piena
del suo Mistero di amore e di salvezza,
la sua missione nella Chiesa e nel mondo.
Col cuore riconoscente, con la fortezza e l’entusiasmo sempre giovane affrontasti viaggi e pericoli
per predicare Cristo crocifisso,
scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani.
Sopportasti ogni pena e tradimenti,
mai fosti separato dall’ amore di Cristo.
Né tribolazione, né angoscia, né persecuzione, né fame, né nudità, né pericolo, né spada
poterono allontanarti dalla fedeltà
alla vocazione e alla missione. Portasti la Parola di Dio ai pagani,
rivelasti ad essi l’amore infinito di Dio,
che si rivelava in Cristo mediante la redenzione nel suo sangue.
Invocasti per i cristiani unità e concordia, avendo un solo Dio Padre di tutti, al di sopra di tutti ed è presente in tutti.
Il tuo sangue è stato sparso in libagione, giungendo il momento di sciogliere le vele.
Hai combattuto la buona battaglia,
hai terminato la corsa, hai conservato la fede.
Hai atteso la corona di giustizia che il Signore ti ha donato. Ti segue ancora ora, come nei tempi antichi,
una schiera numerosa di martiri e di santi,
nella sequela di Cristo che continua ancora
nella fedeltà e nell’ amore presso il trono di Dio
a cantare all’ Agnello senza macchia
l’inno di lode e di ringraziamento per l’eternità. Amen.

+ Bruno Schettino
Arcivescovo di Capua

PREGHIERE A SAN PAOLO APOSTOLO, LINK (testo ed immagini)

dal sito:

http://www.webalice.it/imsangel/Pagine/pregasanpaolo.html

PREGHIERE A SAN PAOLO APOSTOLO

del Beato Giacomo Alberione (1884-1971)
fondatore della Famiglia Paolina

(forse ho già messo qualcosa di queste preghiere, ma su questa pagina sono messe insieme e vi sono diverse belle immagini, anche per questo non copio perché possiate veder le immagini)

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