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PADRE NOSTRO: VOI DUNQUE PREGATE COSÌ (Paolo, biblica Tessalonicesi)

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PADRE NOSTRO: VOI DUNQUE PREGATE COSÌ (Paolo Tessalonicesi)

(è un rtf, metto tutto l’indice, io ne propongo solo un parte, il link è alla copia cache)

Indice

Guida agli studi 2
0. Introduzione 3
1. Richieste meritevoli 4
Programmare la preghiera 6
2. Aver passione per le persone 7
La preghiera continua 8
3. Il contenuto di una preghiera fruttuosa 9
Metodi per non distrarsi 10
4. Pregare il Dio sovrano 11
Scuse per non pregare 13
5. Pregare per ottenere potenza 15
Liste di preghiera 17
6. Pregare per il ministero 18
Ostacoli alla preghiera 20
7. Pregare nell’avversità 21
Usare la Bibbia 22
8. La preghiera di Gesù 23
Preghiere pubbliche 24

0. Introduzione
La preghiera è una fonte di grande benedizione, un momento in cui possiamo accogliere l’invito di Dio di venire da lui e di partecipare al suo banchetto celeste (Is 55:1). È quando possiamo veramente sperimentare la comunione con il nostro Creatore e Padre. È quando possiamo inginocchiarci in adorazione e confessione davanti alla sua santità e quando possiamo godere la sua presenza, come un amico, perché Gesù ha aperto la via per noi. Ma per la stessa ragione è difficile fare degli studi sulla preghiera, perché il nostro rapporto con Dio deve essere un motivo di meraviglia e non di studio. Inoltre c’è il pericolo che studieremo la preghiera invece di pregare!
La preghiera è anche potente, e come noi possiamo avere potenza nella nostra vita (non diventando potenti, ma utilizzando la potenza di Dio). Gv 14:13-14 rivela una potenza enorme. In Efes 6:18 è una di due arme offensive contro Satana. In Giuda 20 è un modo per edificarsi nella fede. Per noi, è come la potenza di un atomo, che c’era ma non sfruttata fino al secolo scorso; noi abbiamo la potenza della preghiera, ma spesso non la sfruttiamo.
La preghiera dà anche la tranquillità – invece di preoccuparci, dobbiamo pregare (Fili 4:6-7). Quando consegniamo le nostre difficoltà a Dio in preghiera e ringraziamento, affinché diventino la responsabilità di Dio e non di noi, siamo riempiti della sua pace invece della nostra preoccupazione.
Anche se è difficile fare degli studi sulla preghiera, abbiamo tutti bisogno di aiuto per la preghiera, perché la verità è che è difficile pregare e pregare bene. Non è sorprendente che è difficile pregare, perché siamo ancora pellegrini con molto da imparare, e non sperimenteremo mai la pienezza del nostro rapporto con Dio da questa parte di paradiso. Ma quello che è sorprendente è che preghiamo poco e preghiamo male, nonostante questo invito alla comunione con Dio, questa potenza della preghiera e la pace che dà. Abbiamo bisogno di incoraggiamento per pregare di più, e insegnamento per conoscere meglio Dio e così pregare meglio.
Questi studi non dicono tutto quello che c’è da dire sulla preghiera. Prendono da scontato, per esempio, che dobbiamo pregare. Ma lo scopo principale è di aiutarci a pregare meglio, non in modo superficiale ma secondo tutta la volontà di Dio. Il metodo per raggiungere questo scopo è di esaminare alcune delle preghiere della Bibbia, per scoprire come dovremmo rivolgerci al nostro Signore. Ci sarà anche un « angolo dei consigli » in ogni studio, con alcuni suggerimenti pratici per pregare meglio, e che possono anche essere delle spunte per condividere con gli altri suggerimenti che hanno per la preghiera.
Quello che gli studi non sono è un elenco di tecniche che garantiscono una vita di preghiera perfetta. Perché non esistono. La preghiera è una manifestazione di un rapporto con Dio, e non ci sono tecniche per vivere un rapporto. Ma vogliamo ascoltare quello che la Bibbia dice è la natura di Dio e del nostro rapporto con lui, in modo di vivere nel modo giusto questo rapporto. Anche l’angolo dei consigli contiene solo suggerimenti e non leggi; possono essere utili o non ad un certo individuo in un certo momento della sua vita. 1. Richieste meritevoli
2Tessalonicesi 1:3-12 [Carson capitoli 2-3]
Prima di considerare la preghiera di Paolo per i Tessalonicesi negli ultimi due versetti, vogliamo considerare la base o lo sfondo della preghiera. Infatti il versetto 11 inizia « Ed è anche a quel fine », oppure « Per questo motivo », come la Nuova Diodati ed altre versioni. Vedremo quali sono le verità che determinano il contenuto della sua preghiera per i Tessalonicesi.
1. Ringraziamo Dio spesso nelle nostre preghiere. Quali sono i motivi più comuni per cui lo ringraziamo?
Per il cibo, quando riceviamo benedizioni materiali, quando evitiamo un incidente in macchina, per la guarigione di noi o di altri, eccetera.
Leggere 2Tessalonicesi 1:3-10.
2. Quali sono i motivi per cui Paolo ringrazia Dio?
La loro fede cresce, il loro amore abbonda, la loro costanza e fede (cioè fedeltà) nella persecuzione.
Quello per cui ringraziamo di più rivela quello che stimiamo di più. È chiaro che spesso pensiamo che la prosperità e il benessere materiali e fisici siano le cose più importanti nella nostra vita. [Carson pagina 49].
3. Come possiamo fare sì che ringraziamo Dio per la vita spirituale dei membri della cellula, della chiesa, e di missionari che conosciamo?
Quando preghiamo per loro, cominciare sempre con un tale ringraziamento; conoscere bene le persone e la loro spiritualità per sapere per che cosa ringraziare; rispondere subito in preghiera quando vediamo evidenza di fede, amore o costanza; pregare in modo regolare per le persone, pensando ogni volta di quello che hai visto nella loro vita spirituale per cui puoi ringraziare.
4. Quali cose che possiamo vedere nella vita degli altri dovrebbero provocare un tale ringraziamento?
Un atto che scaturisce dall’amore, perseveranza nella difficoltà.
La seconda verità che è una ragione per la preghiera di Paolo per i Tessalonicesi è il « giusto giudizio di Dio » (il v. 5).
5. Secondo il brano, quali sono le conseguenze del giusto giudizio di Dio sulle persone?
Per i credenti, essere riconosciuti degni del regno di Dio (5), ricevere riposo (7) e ammirare Gesù (10); per i non credenti vendetta (6, 8) e punizione (9).
6. Se questo giusto giudizio di Dio fosse il nostro valore più importante, come pregheremmo per i nostri amici credenti? Per i nostri amici non credenti?
a) perseveranza, che glorificheranno Cristo; b) conversione, che glorificheranno Cristo.
Quindi i valori che Paolo porta alla supplica sono l’importanza della vita spirituale delle persone e la certezza che il Signore Gesù Cristo ritornerà per giustificare e per vendicare. Vediamo adesso le preghiere che questi valori creano.
Leggere 2Tessalonicesi 1:11-12.
7. Quali sono le richieste che Paolo fa per i Tessalonicesi?
Che Dio li ritenga degni della vocazione, e che compia i loro buoni desideri e opere di fede.
8. Quale è la vocazione di cui Paolo parla? In che modo siamo ritenuti degni di questa vocazione?
Non è la vocazione (=chiamata) generale a tutti (come Matteo 22:14), ma quella efficace tramite cui Dio ci salva (Rom 8:29-30). Non è che Dio debba ritenerci degni per poterci chiamare, perché i Tessalonicesi, già credenti, sono già stati chiamati. Invece, devono « comportarsi in modo degno della vocazione che è stata rivolta loro » (Efes 4:1); la preghiera è che Dio li trasformi affinché vivano secondo la chiamata ricevuta. Siamo giustificati per grazia, ma siamo anche santificati per grazia.
9. Di che tipo di desideri e opere parla Paolo? Avete degli esempi nella vostra vita? Perché prega Paolo che Dio compia questi desideri e opere?
Nuovi propositi e obiettivi nella vita, che porteranno gloria a Dio. Per esempio aiutare qualcuno, testimoniare in qualche modo specifico, servire nella chiesa. Abbiamo bisogno della potenza di Dio per realizzare un proposito spirituale, e se Dio non lo fa non potrà portare buona frutta (Salmo 127:1).
10. Quale è il motivo per cui Paolo prega queste cose per i Tessalonicesi? (il versetto 12)
Affinché il Signore Gesù sia glorificato in loro, e loro in lui. Il benessere (neanche il benessere spirituale) dei Tessalonicesi non è mai l’obiettivo ultimo; Paolo vuole il loro bene affinché Gesù sia glorificato di più.
11. In che modo l’adempimento di queste preghiere porterà gloria a Gesù in loro?
Vite trasformate dal Vangelo, dalla morte di Gesù, glorificheranno Gesù di più, e come testimonianza anche i non credenti dovrebbero glorificare Gesù per la vita dei suoi seguaci.
12. In che modo l’adempimento di queste preghiera porterà gloria a loro in Gesù?
Siamo nel processo di essere trasformati ad uno stato più glorioso, e un giorno saremo glorificati (2Cor 3:18; Rom 8:30). Se queste preghiere sono adempiute, i Tessalonicesi saranno più gloriosi.
13. Quale è il modo per cui queste preghiere saranno adempiute?
Per la grazia di Dio e Gesù. È Dio che ci trasforma, che opera potentemente in noi, che ci glorifica.
Le preghiere di Paolo sono una conseguenza di come lui vede il mondo e le nostre vite. Non è che per lo più andiamo bene e riusciamo a gestire la nostra vita, con un po’ di aiuto ogni tanto quando qualcosa va male o c’è qualcosa che non siamo in grado di sistemare. Perché le nostre preghiere hanno spesso questa comprensione del mondo. Invece Paolo ricorda la grazia ricevuta nel passato, e la direzione della vita – lo stato finale di tutti – e prega in base alla grazia ricevuta e come dovremmo vivere alla luce di quello che saremo. Siamo nell’universo di Dio, e tutto va fatto per la sua gloria e tramite la sua opera e grazia. Così dobbiamo pregare.
Angolo dei consigli
Durante questi studi, non solo vogliamo capire come si prega, vogliamo pregare di più. Oltre gli esempi delle preghiere bibliche, considereremo alcuni suggerimenti pratici per pregare; spero che possiamo anche condividere le nostre esperienze nella preghiera per poter aiutare gli altri con quello che noi abbiamo imparato.
Premessa: Non esiste una tecnica magica. Esistono gli aiuti e i metodi, ma hanno sempre la tendenza di tirare l’attenzione sui metodi invece di tirarla sul rapporto con Dio che è la preghiera. La preghiera non è come cucinare da una ricetta o costruire una scrivania da un kit dove ci sono le istruzioni. È come un matrimonio. Ci sono dei suggerimenti per il matrimonio, ma non ci sono tecniche che garantiscono un buon matrimonio. Ogni matrimonio è diverso, e il rapporto di ognuno con Dio è diverso, sia dai rapporti degli altri con Dio, sia dal rapporto della stessa persona nel passato e nel futuro. Ci sono dei limiti (nella preghiera e nel matrimonio), ma entro questi limiti è importante trovare quello che funziona meglio per te in questo momento. I consigli saranno degli aiuti per migliorare la tua vita di preghiera, affinché consideriamo qualcosa che potrebbe aiutare che non abbiamo pensare di fare prima.
Programmare la preghiera
La vita spirituale è una vita disciplinata; non succede per caso. Dobbiamo attivamente cercare di crescere nella preghiera con dei propositi fissi di non fare nient’altro che pregare. Naturalmente ciò non esclude la preghiera spontanea, ma neanche la preghiera in ogni momento esclude dedicare certi periodi di tempo alla preghiera, come faceva anche il nostro Signore (Luca 5:16). Un tempo fisso di preghiera può anche diventare una religione formale o legalismo, ma è comunque importante. Forse sarà necessario cambiare spesso l’ora di preghiera (per esempio chi lavora a turni), o di fare più tempi più brevi (per esempio chi ha figli piccoli; anzi forse è meglio così che un lungo periodo una volta al giorno), ma il fatto rimane che se non pianifichiamo di pregare, non pregheremo.
Quale periodo o periodi del giorno è più facile per te fermarti e pregare?
2. Aver passione per le persone
1Tessalonicesi 3:9-13 [Carson capitoli 4-5]
Nel primo studio, abbiamo visto come i valori di Paolo (tutto è merito della grazia di Dio, e Gesù ritornerà) l’hanno fatto pregare in un certo modo. Oggi vedremo che le sue preghiere erano una conseguenza anche dell’amore che aveva per le persone.
Leggere 1Tessalonicesi 2:17-3:8.
1. Quale evidenza c’è in questi brani dell’amore e della passione di Paolo per i Tessalonicesi?
Il grande desiderio di vederli (2:17); non poteva più resistere non aver notizie, e preferiva rimanere solo per confermarli e confortarli (3:1-2,5); era consolato dalle notizie della loro fede e che erano saldi (3:6-8) – spesso siamo scioccati da cattive notizie, ma non rispondiamo a buone notizie del genere.
Per Paolo le persone erano più importanti dei programmi o piani, e più importanti del suo benessere o dei suoi desideri e bisogni. Da una così forte passione per le persone, scaturisce la sua preghiera per loro.
Leggere 1Tessalonicesi 3:9-13.
2. Che cosa prega Paolo?
Ringraziamento per loro per la gioia che gli danno; preghiera per rivederli per poterli aiutare; che Dio li faccia crescere in amore, affinché siano saldi e santi quando Gesù ritornerà.
3. Perché Paolo dice ai Tessalonicesi che ringrazia Dio per loro?
Per incoraggiarli – non è soltanto per fare complimenti a loro, né c’è un distacco emotivo. Così ricorda i Tessalonicesi della loro crescita spirituale, ma anche quello che è la fonte di quella crescita.
4. Trovi difficile dire ad altri che ringrazi Dio per loro? Perché o perché non?
5. In quale modo i Tessalonicesi danno gioia a Paolo? Cosa dice della sua priorità e passione?
La loro fede dà gioia a Paolo (i versetti 7-8), perché per lui la cosa più importante è vedere Gesù glorificato nei suoi figli. Non è quello che lui riceve da loro che gli dà gioia, come è spesso il caso con noi.
Paolo è stato a Tessalonica per solo tre settimane (Atti 17:2), per cui non ha avuto molto tempo per insegnare ai credenti e c’erano ancora delle lacune nella loro fede. Paolo prega di poter colmare queste lacune – la preghiera non è un sostituito per il servizio, né il servizio per la preghiera.
6. Quale (la preghiera o il servizio) trovi più facile?
7. L’impedimento satanico (2:18) ha fatto Paolo pregare di più. Che cosa significa per quanto riguardo quello che Paolo crede dell’opera di Satana? Come rispondi agli ostacoli nella vita?
Dio è più potente di Satana e può sopraffare la sua opera – anche se non lo fa sempre. In un altro caso Paolo ha pregato ma poi ha smesso davanti ad un impedimento satanico – ma solo perché Dio, dopo tre preghiere, gli aveva detto che non avrebbe tolto l’impedimento (2Cor 12:7-9; anche Giobbe).
Anche se Paolo è stato con loro per poco tempo, e c’erano delle lacune nella loro conoscenza, non è la sola o principale cosa di cui avevano bisogno. Infatti la terza parte della preghiera è che il loro amore cresca, verso gli altri credenti e verso tutti.
8. In quale modo l’ultima parte della preghiera è una conseguenza dei valori di Paolo che abbiamo visto nello studio precedente?
Sa che Gesù ritornerà, e quindi vuole che i Tessalonicesi siano pronti per quel giorno.
9. In quale modo vorresti pregare diversamente questa settimana, alla luce di questa preghiera di Paolo?
Angolo dei consigli
La preghiera continua
Nel versetto 10 Paolo dice di pregare « notte e giorno » per i Tessalonicesi. Similmente, in 1Cor 1:4; Fili 1:4; 1Tess 1:2; 2:13 dice di pregare « sempre ». Non è che non faccia altro che pregare, né che si trovi in un costante ma vago ‘spirito di preghiera’ senza preghiere concrete (perché dice in questi brani di pregare cose concrete sempre). Piuttosto, le sue preghiere non sono limitate ad un unico periodo fisso in tutta la giornata, ma oltre i tempi dedicati alla preghiera pregava durante il giorno quando c’era qualcosa per cui pregare.
È difficile coltivare questa abitudine di pregare sempre, perché la nostra impostazione ‘predefinita’ è sempre di agire secondo le nostre capacità, prendendo da scontato quello che riceviamo, e non pensare a Dio.
Per imparare a pregare continuamente, bisogna pregare sempre e subito il momento che Dio o la preghiera ci vengono in testa. Basta un breve SMS, non una lunga lettera; l’importante è che riconosciamo il nostro rapporto con Dio in quel momento. Ciò potrebbe aiutare ad iniziare a pregare più spesso durante il giorno.
Un altro suggerimento è creare una ‘filatteria’ – i Farisei portavano delle corde per ricordarsi a pregare, che come ogni metodo poteva essere corrotto (Matteo 23:5 – ingrandivano le filatterie per fare vedere quanto pregavano). Ma se è possibile associare la preghiera ad un oggetto o un’azione che si usa spesso nel giorno, il risultato è che si prega di più. Questo è lo scopo degli oggetti come braccialetti su cui è scritto « W.W.J.D. ». Quando studiavo, ho messo un elastico intorno alla mia penna, per ricordarmi di pregare. Così ogni volta che prendeva la penna per scrivere qualche appunto, pregavo. Chi usa il cellulare o palmare spesso potrebbe attaccare qualcosa, in modo che si ricordi di pregare ogni volta che usa il cellulare. Oppure una mamma potrebbe decidere di pregare ogni volta che prende il bimbo in braccia.
Un’altra possibilità è di ricordarsi di usare tutti i tempi morti nel giorno per pregare – il tempo nella coda al supermercato, in macchina, quando dobbiamo camminare da un posto ad un altro, nella doccia, durante la pubblicità della televisione, eccetera. In questo modo abbiamo un ricordo costante del rapporto con Dio, e gli possiamo offrire qualche breve ringraziamento, preghiera, lode o confessione per quello che è appena successo, che stiamo facendo o che stiamo per fare.

LA LETTERA DI PAOLO AGLI EFESINI PAOLO PREGA PER I SUOI LETTORI

http://www.ilcristiano.it/articolo.asp?id=171

LA LETTERA DI PAOLO AGLI EFESINI PAOLO PREGA PER I SUOI LETTORI

In quasi tutte le sue lettere l’apostolo Paolo rivela il suo impegno a pregare per le persone alle quali sta scrivendo. Le sue non sono soltanto preghiere di richiesta a Dio perché intervenga davanti a particolari bisogni, ma anche di ringraziamento per le buone notizie che gli venivano comunicate. Anche la lettera agli Efesini contiene riferimenti alla preghiera che sono d’incoraggiamento e di esempio per noi. Efesini 1:15-23   “Per questo motivo, avendo sentito della vostra fede nel Signore Gesù e del vostro amore per tutti i santi, non cesso di rendere grazie per voi, facendo menzione di voi nelle mie preghiere, affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione nella conoscenza di lui, essendo stati illuminati gli occhi del vostro cuore affinché sappiate a quale speranza ci ha chiamati, quale è la ricchezza della gloria della sua eredità tra i santi e quale sia l’immensità della sua potenza verso di noi che crediamo, nella misura dell’energia prodotta dalla forza della sua potenza. Si tratta della stessa potenza che operò in Cristo risuscitandolo dai morti e che l’ha fatto sedere alla Sua destra nei luoghi celesti, al di sopra di ogni principato e autorità e potenza e signoria e ogni nome che si nomina, non solo nell’età presente ma anche in quella futura e ha posto ogni cosa sotto i suoi piedi e ha dato lui come capo sopra ogni cosa nella chiesa, la quale è il suo corpo, la pienezza di colui che porta a compimento tutte le cose in tutti”.   Il posto della preghiera nel ministerio degli apostoli Il contenuto di questa preghiera è talmente interconnesso con una tale ricchezza di linguaggio, che ogni tentativo di dividerla sembra improprio. Essa va letta e riletta per lasciarsene trasportare, per mezzo dello Spirito Santo, laddove si trova Cristo, nei luoghi celesti. La nostra meditazione del brano si articolerà in: • il motivo della preghiera di Paolo, • le cose per cui lui prega e • il contributo del brano alla cristologia e all’ecclesiologia. Ma innanzitutto appare appropriato osservare l’importanza che aveva la preghiera nella vita degli apostoli e, in particolare, nell’apostolato di Paolo. Il libro degli Atti ci informa che i dodici apostoli ritenevano prioritario dedicarsi “alla preghiera e al ministero della Parola” (At 6:4). Ecco perché si trovavano ripieni dello Spirito Santo e di potenza quando, senza preavviso, si presentarono delle opportunità di testimonianza davanti sia al popolo sia alle autorità (At 2:35; 4:8). A questo proposito Pietro conferma che, nei tempi apostolici, la predicazione apostolica avveniva “mediante lo Spirito Santo inviato dal cielo” (1P 1:12). Inoltre secondo il racconto degli Atti quasi ogni nuova iniziativa nasceva nel contesto della preghiera.  Quanto all’apostolo Paolo, lui ebbe a scrivere questo nella sua lettera ai Filippesi: “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Fl 4:6-7).  In un’altra lettera Paolo fa sapere che lui stesso era “assillato ogni giorno dalle preoccupazioni che mi vengono da tutte le chiese” (2Co 11:28). Per Paolo queste preoccupazioni costituivano un motivo per pregare per le singole chiese e nello stesso tempo per ringraziare Dio per ogni evidenza di crescita spirituale e impegno in vista del progresso del Vangelo. Sappiamo questo dalle sue lettere che spesso danno una notizia al riguardo oppure contengono una vera e propria preghiera, poco dopo l’iniziale saluto epistolare (si veda Ro 1:8-12; 1Co 1:4-9; Ef 1:15-23; Fl 1:3-5; Cl 1:3-12; 1Te 1:2-3; 2Te 1:11-12; 2Ti 1:3; Fi vv. 4-6).  I conduttori delle chiese nel mondo occidentale farebbero bene a prendere esempio dagli apostoli in questo campo. Se lo facessero, quando sorgono delle difficoltà all’interno delle chiese oppure delle sfide dall’esterno, spenderebbero più tempo in preghiera prima di mettersi a tavolino per decidere il da farsi.   Il motivo della preghiera di Paolo (1:15-16) Non era a motivo di qualche problema che i lettori stavano affrontando o perché erano caduti in peccato che Paolo ne faceva sempre menzione nelle sue preghiere. A spingerlo a pregare per loro erano le buone notizie che gli giungevano della loro “fede nel Signore Gesù”e del loro “amore per tutti i santi” (v. 15). Questo riferimento a ciò che aveva sentito sul loro conto fa comprendere che Paolo aveva in mente dei destinatari precisi, anche se non limitati ai santi di Efeso. La fede degli Efesini, e delle chiese dell’Asia in generale, è ben testimoniata dagli eventi raccontati in Atti capitolo 19. Quanto all’“amore per tutti i santi”, evidentemente questa manifestazione della nuova vita faceva parte del loro “primo amore”; infatti sappiamo che qualche decennio dopo questo “primo amore” sarebbe venuto a mancare nella chiesa di Efeso (Ap 2:4).  Queste buone notizie giuntegli spingevano Paolo a ringraziare Dio per i suoi lettori, ma il motivo per cui faceva menzione di loro nelle sue preghiere (v. 16) era un altro, come fa capire la parola “perciò” con cui il brano inizia. Questa parola rimanda al brano precedente (1:3-14). Le benedizioni spirituali di cui gli Efesini godevano in quanto “santi” facevano di loro un soggetto valido per cui pregare. Paolo voleva che le benedizioni spirituali ricevute diventassero un trampolino di lancio per un’ulteriore crescita nella grazia di Dio, nella prospettiva stabilita dal disegno benevolo di Dio.   Le cose per cui pregava (1:17-19)  I soggetti della sua preghiera sono tre, di cui nessuno era legato al benessere temporale dei lettori. Questo non vuol dire che sia sbagliato pregare per il pane quotidiano, qualcosa che Gesù invita tutti i suoi discepoli a fare (Mt 6:9,11; cfr. 28:20). Intanto sappiamo che Gesù si occupa di questi bisogni pratici dei suoi discepoli, assicurando loro che Dio provvederà cibo e vestiti per tutti quelli che danno priorità al suo regno e alla sua giustizia. Ma nello stesso discorso Gesù avverte di non accumulare tesori sulla terra, bensì in cielo (6:19-21, 31-34). In piena armonia con questa scala di valori, la preghiera di Paolo verte su ciò che può far avanzare “il disegno benevolo” di Dio e che ha una portata eterna.  Il primo soggetto è così articolato: “affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione nella conoscenza di lui” (v. 17). Questa prima richiesta è legata all’ultima delle benedizioni descritte nei vv. 3-14, ovvero, la presenza dello Spirito Santo nella loro vita. La rivelazione che proviene da Cristo, che consiste nella conoscenza di lui, giungeva alla chiesa per mezzo dello Spirito Santo (Gv 16:13-15). Chi riceveva questa rivelazione acquisiva una conoscenza di Cristo e un tipo di sapienza ben diversi da quella che appartiene allo “spirito del mondo” (si veda 1Co 2:1-16; 2Co 4:16). Quanto al titolo “il Padre della gloria”, che si trova soltanto qui nel Nuovo Testamento, Bruce commenta: “Dal momento che Dio è la fonte di ogni vera gloria, può essere ben definito «il Padre della gloria», come è chiamato nel Salmo 29:3 (LXX Sl 28:3) e Atti 7:2, «il Dio della gloria»”.  Il secondo soggetto è strettamente legato al primo: “…essendo stati illuminati gli occhi del vostro cuore affinché sappiate a quale speranza ci ha chiamati, quale è la ricchezza della gloria della +*sua eredità tra i santi” (v. 18). L’illuminazione fornita dallo Spirito Santo crea una nuova prospettiva e, di conseguenza, un nuovo orientamento di vita: la speranza a cui siamo stati chiamati. Paolo prega per una comprensione di questa speranza .perchésarà la consapevolezza della ricchezza che abbiamo ereditata in Cristo a dare direzione alla nostra vita sul piano pratico. L’espressione “gli occhi del cuore” rende bene il concetto di essere effettivamente illuminati come premessa necessaria per maturare delle forti convinzioni. Senza tale illuminazione potrebbe sembrare esagerato il valore che Dio attribuisce ai santi, indicato con le parole: “quale è la ricchezza della gloria della sua eredità tra i santi”. Invece, grazie all’illuminazione dello Spirito Santo sappiamo di essere l’eredità di Dio, in virtù della nostra posizione “in Cristo”. A questo proposito Bruce scrive: “Il modo in cui Dio stima il popolo di Cristo, unito con lui per fede e partecipi della sua vita di risurrezione, corrisponde necessariamente a come stima Cristo stesso. Paolo prega qui che i suoi lettori possano apprezzare il valore che Dio attribuisce loro e il suo piano di compiere il suo disegno eterno per mezzo di loro, come la primizia della sua opera di riconciliazione nell’universo.” Sempre secondo Bruce, l’obiettivo della preghiera dell’apostolo sarebbe: “affinché le loro vite siano in sintonia con questa alta vocazione e che sapranno accettare con umiltà e gratitudine la grazia e la gloria elargite su di loro”. Il terzo soggetto della preghiera di Paolo fa comprendere che è la norma per i santi aspettarsi che Dio faccia grandi cose per mezzo di loro: “…e quale sia l’immensità della sua potenza verso di noi che crediamo, nella misura dell’energia prodotta dalla forza della sua potenza” (v. 19).  L’illuminazione dello Spirito Santo serve anche per rendere consapevoli dell’immensità della potenza di Diooperante nella nostra vita. Vista la natura spirituale della potenza di Dio, potrebbe sfuggirci, particolarmente in contesti di persecuzione, la sua immensità. Si tratta della stessa potenza che era all’opera nella risurrezione di Cristo (v. 20). Come Paolo scrive altrove: “Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi” (Ro 8:11). Per non vivere nel timore degli uomini increduli, particolarmente in contesti di persecuzione, e per non rimanere fermi quando potremmo tentare grandi cose nel nome del Signore, bisogna essere consapevoli dell’immensità della potenza all’opera in noi. In definitiva, si tratta del Signore che è lo Spirito per mezzo del quale Cristo vive in noi (Cl 1:27; 2 Co 3:18).   Il contributo del brano alla cristologia e all’ecclesiologia (1:20-23) Non di rado nelle lettere di Pietro e Paolo, la menzione di Cristo diventa l’occasione per approfondire qualche aspetto inerente la sua persona e opera. Il contenuto della preghiera di Paolo riportata nel nostro brano non fa eccezione, come indica il pronome relativo tradotto “questa” nella Nuova Riveduta (v. 20). I due eventi che, più di qualunque altra cosa, hanno manifestato l’efficacia della potenza che è ora all’opera nei santi, sono la risurrezione di Cristo e la sua ascensione che lo portò a sedersi alla destra del Padre “nei luoghi celesti”. L’ascensione era implicita nella risurrezione – il trionfo – di Cristo e assicura a coloro che sono “in Cristo” la possibilità di vivere vittoriosamente in qualsiasi contesto, rivolgendosi al trono della grazia (Eb 4:14-16).  Chi dubita della verità storica della risurrezione di Cristo e quindi anche della verità storica della sua ascensione e insediamento come sommo sacerdote del nuovo patto, evidentemente ha un’idea inadeguata della potenza del vero Dio Creatore. Più comprenderà la natura e la portata di questa potenza e più non soltanto accetterà la parola dei testimoni della risurrezione e dell’ascensione di Cristo, ma potrà comprendere pure la sua efficacia nell’operare salvezza e trasformazione nella propria vita. Subito dopo le parole “luoghi celesti” (v. 20) che descrivono dove Cristo è seduto ora, vengono menzionati degli altri esseri che abitano i luoghi celesti: “ogni principato, autorità, potenza, signoria” (v. 21; cfr. 3:10; 6:10-12). La precisazione che Cristo è “al di sopra” di questi non solo afferma la supremazia di Cristo ma, inoltre, rispecchia il fatto che ci sono vari gradi di autorità nella realtà che a noi rimangono invisibili. È confortante sapere che la supremazia di Cristo rimarrà “non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro”. Infatti “ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla Chiesa” (v. 22).  Dopo la parentesi cristologica Paolo definisce ciò che i santi costituiscono nel loro insieme: “la Chiesa, che è il corpo di lui” (vv. 22-23). Inoltre fa un’affermazione che lega la profezia di Gesù: “io edificherò la mia chiesa”(Mt 16:18) al proseguimento del progetto che vede Cristo portare “a compimento ogni cosa”. Infatti la Chiesa, di cui hanno il privilegio di far parte anche coloro che giungono alla fede dal paganesimo, viene inquadrata come parte del progetto grandioso che vedrà riconciliarsi ogni cosa con Dio, grazie alla potenza che ha operato efficacemente nella croce di Cristo, nella sua risurrezione e nella sua esaltazione alla destra del Padre (cfr. Cl 1:19-20; Ef 1:9-10). Nonostante Gesù sia tornato in cielo, egli è il capo sopra ogni cosa nella Chiesa, il capo supremo a cui gli anziani-pastori di ogni chiesa locale dovranno rendere conto del loro operato (1P 5:1-4).   Per la riflessione personale o lo studio di gruppo 1. Quali cose possiamo imparare dalla preghiera di Paolo in vista di rendere più efficace la nostra vita di preghiera? 2. Qual è il ruolo della chiesa nell’opera di compimento di ogni cosa da parte di Cristo (cfr. Gv 15:1-8,16)?

COME PAOLO – LA PREGHIERA DI OGNI MOMENTO

http://euntes.net/sanpaolo/preghiera.html

Mons. Juan Esquerda Bifet

COME PAOLO – LA PREGHIERA DI OGNI MOMENTO  

Vi affido al Signore e alla parola della sua grazia … » (Atti 20, 32). « Noi preghiamo Dio che non facciate alcun male … Preghiamo Dio anche per la vostra perfezione … » (2 Cor. 13, 7-9).       Paolo trasforma la preoccupazione per gli altri in termini di preghiera o dialogo con Dio. Questo prova che la sua carità è vera e che la sua preghiera è autentica. La preoccupazione dell’apostolo è concentrata sui dettagli e sulle circostanze di tutte le persone, che sono suoi fratelli. Sente di essere legato alla vita degli altri come un’esigenza di Dio Amore. Ama i fratelli per se stessi. Ed ogni cosa diventa motivo di preghiera. La sua grande preoccupazione è che gli uomini realizzino se stessi, che arrivino, cioè, alla perfezione: che si rendano disponibili all’Amore. La vita dell’apostolo arde continuamente di questo inspiegabile zelo da cui fu preso senza averne alcun merito e soltanto per iniziativa di Dio. La vita di Paolo può essere riassunta dai momenti di preghiera: porta ogni cosa nel suo colloquio con il Padre. È inspiegabile per chi non sa pregare … né amare …     

Il modo migliore di mettersi in sintonia con gli altri è quello di scoprire in ogni cosa motivo di preghiera. In questo modo si ama in profondità e si sintonizza con gli altri. Questa preghiera ci spinge ad impegnarci per gli altri, a fare qualche cosa, ciò che è più opportuno. Richiede una continua ascesi nella dimenticanza di sé e nel porre gli interessi degli altri al di sopra dei propri. Si vive così la storia degli altri nell’ambito della storia della salvezza che ha il suo centro in Cristo. Ciò è segno che uno si è legato a Cristo fino a partecipare delle sue preoccupazioni e dei suoi ideali. Cristo visse sempre in dipendenza dagli altri. Per questo aveva bisogno e andava in cerca di momenti da dedicare esclusivamente al colloquio col Padre. E da questo colloquio, immediatamente, scaturisce la capacità di amare e di darsi. La capacità di donazione si misura e si accresce in proporzione della capacità di dialogare con Dio. Questa preghiera impegnata, di ogni giorno e di ogni momento, è parte integrante del ministero apostolico. A nessun apostolo viene in mente di farsi dispensare da questa preghiera. Sarebbe come un farsi dispensare dall’amare …    

LA PREGHIERA IN SAN PAOLO – 1 IN APERTURA DELLE LETTERE

1.  IN APERTURA DELLE LETTERE 

RM, 1,8-10 

8 Anzitutto rendo grazie al mio Dio per mezzo di Gesù Cristo riguardo a tutti voi, perché la fama della vostra fede si espande in tutto il mondo. 9 Quel Dio, al quale rendo culto nel mio spirito annunziando il vangelo del Figlio suo, mi è testimone che io mi ricordo sempre di voi, 10 chiedendo sempre nelle mie preghiere che per volontà di Dio mi si apra una strada per venire fino a voi

1COR 1,4-5 

Ringrazio continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, 5 perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della scienza. 

2COR 1.3-4 

3 Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, 4 il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio 

LETTERA AI GALATI – 

- non c’è la preghiera in apertura  EFESINI 1, 3-14  Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. 4 In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo,per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, 5 predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, 6 secondo il beneplacito della sua volontà.E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto; 7 nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. 8 Egli l’ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, 9 poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, 

secondo quanto, nella sua benevolenza, aveva in lui prestabilito 10 per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra. 11 In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente, conforme alla sua volontà, 12 perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo. 13 In lui anche voi, dopo aver ascoltato la parola della verità,  il vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello 

dello Spirito Santo che era stato promesso, 14 il quale è caparra della nostra eredità,

FILIPPESI 1,3-5 

3 Ringrazio il mio Dio ogni volta ch’io mi ricordo di voi, 4 pregando sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera, 5 a motivo della vostra cooperazione alla diffusione del vangelo dal primo giorno fino al presente 

COLOSSESI 1, 3-5a  3 Noi rendiamo continuamente grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle nostre preghiere per voi, 4 per le notizie ricevute circa la vostra fede in Cristo Gesù, e la carità che avete verso tutti i santi, 5 in vista della speranza che vi attende nei cieli. 

1 TESSALONICESI 1, 2-3 

Ringraziamo sempre Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere, continuamente 3 memori davanti a Dio e Padre nostro del vostro impegno nella fede, della vostra operosità nella carità e della vostra costante speranza nel Signore nostro Gesù Cristo. 

2 TESSALONICESI 1,3 

Dobbiamo sempre ringraziare Dio per voi, fratelli, ed è ben giusto. La vostra fede infatti cresce rigogliosamente e abbonda la vostra carità vicendevole; 

1 TIMOTEO 1,2 

a Timòteo, mio vero figlio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore nostro. 

2 TIMOTEO 1,3 

Ringrazio Dio, che io servo con coscienza pura come i miei antenati, ricordandomi sempre di te nelle mie preghiere, notte e giorno; 

LETTERA A TITO 

NON C’È PREGHIERA DI APERTURA 

FILEMONE 1,3-5 

grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo. 4 Rendo sempre grazie a Dio ricordandomi di te nelle mie preghiere, 5 perché sento parlare della tua carità per gli altri e della fede che hai nel Signore Gesù e verso tutti i santi.

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