UNA SUORA BELGA DICHIARATA « GIUSTA TRA LE NAZIONI »
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UNA SUORA BELGA DICHIARATA « GIUSTA TRA LE NAZIONI »
La cerimonia allo Yad Vashem di Gerusalemme
ROMA, giovedì 3 novembre, 2011 (ZENIT.org) – Una suora belga è stata proclamata « Giusta tra le Nazioni » presso il memoriale dell’Olocausto « Yad Vashem » a Gerusalemme. Ad annunciarlo è stato nei giorni scorsi il vicariato del Patriarcato Latino per i cattolici di lingua ebraica in Israele.
Suor Marie-Véronique (al secolo Philomène Smeers) – così si chiamava la religiosa – è stata dal 1929 al 1951 superiore del convento delle Suore del Sacro Cuore di Maria, a La Hulpe (Terhulpen), nella periferia sudorientale di Bruxelles. Durante l’occupazione tedesca, Madre Marie-Véronique nascose nel suo convento giovani ragazze ebree, salvandole dalla deportazione verso i campi di sterminio.
La situazione fu estremamente difficile. In inverno, le suore tagliavano la legna nel giardino per riscaldare il monastero e il cibo era scarso, ma condivisero tutto con le ragazze. Mère Marie-Véronique è morta nel 1973 alla venerabile età di 98 anni.
In una breve intervista concessa alla Radio Vaticana, una religiosa della congregazione diocesana, Suor Noémie Haussman, ha ripercorso l’azione della nuova « Giusta tra le Nazioni ». « Dal 1942, Madre Marie-Véronique ha accolto nel pensionato della casa madre, che contava all’epoca un centinaio di pensionate, ragazze ebree dai 7 ai 18 anni: un numero assai elevato, anche se purtroppo non si ha un’idea precisa di quante fossero », così ha raccontato.
« Madre Marie-Véronique diede loro un nuovo nome e il silenzio assoluto sulla loro situazione, affinché nessuna di loro conoscesse la condizione delle altre e affinché non si sapesse che avessero familiari deportati: tutto questo per proteggerle dai nazisti. Con questa decisione coraggiosa, la superiora riuscì a tenerle nascoste nel periodo della guerra, a prezzo della sua stessa sicurezza: di questo era consapevole, perché all’epoca ci si basava unicamente sulla fiducia », ha proseguito Suor Noémie. « Si assunse quindi la grande responsabilità di cristiana, di cattolica: quel poco che poteva fare, era convinta di doverlo fare, anche se rischiava la vita! ».
« Generalmente la Chiesa era al fianco della resistenza al nazismo. Ci fu anche da parte dei vescovi belgi l’istruzione di fare quanto fosse possibile per aiutare i bambini ebrei, senza battezzarli e così è toccata a noi la difesa dei più piccoli », ha ricordato inoltre la religiosa. « Sapevamo, infatti, già da lungo tempo, che l’ideologia nazista era un’ideologia anticristiana ».