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XXIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO : MERCOLEDÌ 22 OTTOBRE 2008

XXIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

MERCOLEDÌ 22 OTTOBRE 2008

 

MESSA DEL GIORNO

Prima Lettura Ef 3, 2-12
Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro beneficio: come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero di cui sopra vi ho scritto brevemente. Dalla lettura di ciò che ho scritto potete ben capire la mia comprensione del mistero di Cristo. Questo mistero non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come al presente è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che i Gentili cioè sono chiamati, in Cristo Gesù, a partecipare alla stessa eredità, a formare lo stesso corpo, e ad essere partecipi della promessa per mezzo del vangelo, del quale sono divenuto ministro per il dono della grazia di Dio a me concessa in virtù dell’efficacia della sua potenza. A me, che sono l’infimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia di annunziare ai Gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo, e di far risplendere agli occhi di tutti qual è l’adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore dell’universo, perché sia manifestata ora nel cielo, per mezzo della Chiesa, ai Principati e alle Potestà la multiforme sapienza di Dio, secondo il disegno eterno che ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, il quale ci da’ il coraggio di avvicinarci in piena fiducia a Dio per la fede in lui.

COMMENTO ALLA LITURGIA DI OGGI DAL SITO EAQ:

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=10/22/2008#

San Fulgenzio di Ruspe (467-532), vescovo in Africa del Nord
Discorsi, I, 2-3 ; CCL 91 A, 889

« Ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio » (1Co 4,1)

Il Signore, volendo definire l’ufficio particolare dei servi da lui preposti al suo popolo disse: «Qual è dunque l’amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro»… Se ci domandiamo quale sia questa razione di cibo, ce la fa vedere il beato apostolo Paolo quando dice: «Ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato» (Rm 12,3). Quella che Cristo chiama razione di cibo, Paolo chiama misura di fede, perché comprendiamo che il cibo spirituale non è altro che il venerabile sacramento della fede cristiana. Noi vi diamo nel nome del Signore questa razione di cibo ogni volta che, illuminati dal dono della grazia spirituale, vi parliamo secondo i dettami della vera fede; e voi ricevete la medesima razione di cibo dalle mani degli amministratori del Signore, quando ogni giorno ascoltate la parola di verità dai ministri di Dio. Sia il nostro nutrimento, questa razione di cibo che Dio ci dà. Traiamone l’alimento della nostra retta condotta per giungere alla ricompensa della vita eterna. Crediamo in colui che dà se stesso a noi in cibo perché non veniamo meno lungo la strada (Mt 14,32), e che riserva se stesso per essere la nostra ricompensa, perché troviamo la gioia nella patria. Crediamo e speriamo in lui. Amiamolo al di sopra di tutto e in tutto. Cristo infatti è il nostro alimento e sarà la nostra ricompensa. Cristo è il cibo e il conforto dei viaggiatori in cammino; è la sazietà e l’esultanza dei beati nel loro riposo.

UFFICIO DELLE LETTURE

anche oggi alla seconda lettura c’è il seguito della « Lettera a Proba » di Sant’Agostino che ho postato separatamente;

XXVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO – SABATO 18 OTTOBRE 2008

XXVIII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO

SABATO 18 OTTOBRE 2008-10-18

SAN LUCA EVANGELISTA (f)

Innanzi tutto propongo la biografia di San Luca come persona molto vicina e cara a San Paolo, dal sito:

http://santiebeati.it/index.html

BIOGRAFIA:

San Luca Evangelista

18 ottobre

Antiochia di Siria – Roma (?) – Primo secolo dopo Cristo

Luca, evangelista e autore degli Atti degli Apostoli, è chiamato « lo scrittore della mansuetudine del Cristo ». Paolo lo chiama « caro medico », compagno dei suoi viaggi missionari, confortatore della sua prigionia. Il suo vangelo, che pone in luce l’universalità della salvezza e la predilezione di Cristo verso i poveri, offre testimonianze originali come il vangelo dell’infanzia, le parabole della misericordia e annotazioni che ne riflettono la sensibilità verso i malati e i sofferenti. Nel libro degli Atti delinea la figura ideale della Chiesa, perseverante nell’insegnamento degli Apostoli, nella comunione di carità, nella frazione del pane e nelle preghiere. (Mess. Rom.)

Patronato: Artisti, Pittori, Scultori, Medici, Chirurghi

Etimologia: Luca = nativo della Lucania, dal latino

Emblema: Bue

Martirologio Romano: Festa di san Luca, Evangelista, che, secondo la tradizione, nato ad Antiochia da famiglia pagana e medico di professione, si convertì alla fede in Cristo. Divenuto compagno carissimo di san Paolo Apostolo, sistemò con cura nel Vangelo tutte le opere e gli insegnamenti di Gesù, divenendo scriba della mansuetudine di Cristo, e narrò negli Atti degli Apostoli gli inizi della vita della Chiesa fino al primo soggiorno di Paolo a Roma.

Ma che c’entra Teofilo? E chi lo conosce? Da sempre ci pare un po’ abusivo questo personaggio ignoto, che vediamo riverito e lodato all’inizio del vangelo di Luca e dei suoi Atti degli Apostoli. La risposta si trova nella formazione ellenistica dell’autore. Con la dedica fatta a Teofilo che doveva essere un cristiano eminente egli segue l’uso degli scrittori classici, che appunto erano soliti dedicare le loro opere a personaggi insigni. Luca, infatti, ha studiato, è medico, e tra gli evangelisti è l’unico non ebreo. Forse viene da Antiochia di Siria (oggi Antakya, in Turchia). Un convertito, un ex pagano, che Paolo di Tarso si associa nell’apostolato, chiamandolo « compagno di lavoro » (Filemone 24) e indicandolo nella Lettera ai Colossesi come « caro medico » (4,14). Il medico segue Paolo dappertutto, anche in prigionia: due volte. E la seconda, mentre in un duro carcere attende il supplizio, Paolo scrive a Timoteo che ormai tutti lo hanno abbandonato. Meno uno. « Solo Luca è con me » (2Timoteo 4,11). E questa è l’ultima notizia certa dell’evangelista. Luca scrive il suo vangelo per i cristiani venuti dal paganesimo. Non ha mai visto Gesù, e si basa sui testimoni diretti, tra cui probabilmente alcune donne, fra le prime che risposero all’annuncio. C’è un’ampia presenza femminile nel suo vangelo, cominciando naturalmente dalla Madre di Gesù: Luca è attento alle sue parole, ai suoi gesti, ai suoi silenzi. Di Gesù egli sottolinea l’invitta misericordia, e quella forza che uscendo da lui  » Gli Atti degli Apostoli raccontano il primo espandersi della Chiesa cristiana fuori di Palestina, con i problemi e i traumi di questa universalizzazione. Nella seconda parte è dominante l’attività apostolica di Paolo, dall’Asia all’Europa; e qui Luca si mostra attraente narratore quando descrive il viaggio, la tempesta, il naufragio, le buone accoglienze e le persecuzioni, i tumulti e le dispute, gli arresti, dal porto di Cesarea Marittima fino a Roma e alle sue carceri. Secondo un’antica leggenda, Luca sarebbe stato anche pittore e, in particolare, autore di numerosi ritratti della Madonna. Altre leggende dicono che, dopo la morte di Paolo, egli sarebbe andato a predicare fuori Roma; e si parla di molti luoghi. Di troppi. In realtà, nulla sappiamo di lui dopo le parole di Paolo a Timoteo dal carcere. Ma il vangelo di Luca continua a essere annunciato insieme a quelli di Matteo, Marco e Giovanni in tutto il mondo. E con esso anche gli Atti degli Apostoli. Nella liturgia della Parola, durante la Messa e in tutte le lingue, Luca continua davvero a predicare; anche ai nostri giorni, incessantemente.
Autore: Domenico Agasso

c’è anche un « commento alla liturgia del giorno » su San Luca del sito EAQ:

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&ordo=&localTime=10/18/2008#

Cardinale John Henry Newman (1801-1890), sacerdote, fondatore di una comunità religiosa, teologo
PPS, vol. 3 no. 22 : « The Good Part of Mary »,

San Luca, evangelista, « servo della Parola » (Lc 1,2)

Buona è ogni parola di Cristo, ha la sua missione e la sua meta, non non si disperde. È impossibile che il Verbo di Dio abbia mai pronunciato parole effimere, poiché Egli esprime, secondo il suo volere, i consigli profondi e la volontà santa del Dio invisibile. Ogni parola di Cristo è buona. Anche se le sue parole ci fossero state trasmesse da gente qualsiasi, possiamo essere sicuri che nulla di ciò che è arrivato fino a noi – che si tratti di parole a un discepolo o a un oppositore, di avvertimenti, avvisi, rimproveri, parole di conforto, di persuasione o di condanna – nulla di queste ha un significato meramente accidentale, una portata limitata o parziale…Anzi, tutte le parole di Cristo, pur rivestite di una forma temporanea e ordinate a uno scopo immediato, e per questo difficili da estrapolare da ciò che in esse c’è di momentaneo o contingente, conservano tutta la loro forza in ogni secolo. Rimanendo nella Chiesa, sono destinate a durare per sempre nei cieli (cfr Mt 24,35); si prolungano fino nell’eternità. Sono la nostra regola santa, giusta e buona, «lampada per i nostri passi, luce sul nostro cammino» (Sal 118,105), così pienamente e intimamente adatte a nostro tempo come quando sono state pronunciate. Questo sarebbe stato vero anche se la premura di un solo uomo avesse raccolto queste briciole dalla tavola di Cristo. Ma abbiamo una speranza molto più grande, perché le riceviamo non dagli uomini bensì da Dio (1 Tes 2,13). Lo Spirito Santo, che è venuto a glorificare Cristo e a dare agli evangelisti l’ispirazione per scrivere, non ha tracciato per noi un Vangelo sterile. Sia lodato di aver scelto e salvaguardato per noi le parole che sarebbero dovute essere particolarmente utili nei tempi a venire, le parole cioè che possono servire di legge alla Chiesa, per la fede, la morale e la disciplina. Non una legge scritta su delle tavole di pietre (Es 24,12), bensì una legge di fede e di amore, dello spirito non della lettera (Rm 7,6), una legge per dei cuori generosi, che accettano di «vivere di ogni parola – per quanto modesta e umile sia – che esce dalla bocca di Dio» (Dt 8,3; Mt 4,4).

MESSA DEL GIORNO

Prima Lettura  2 Tm 4, 10-17
Solo Luca è con me.
 
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo Timòteo
Carissimo, Dema mi ha abbandonato avendo preferito il secolo presente ed è partito per Tessalònica; Crescente è andato in Galàzia, Tito in Dalmazia. Solo Luca è con me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile per il ministero. Ho inviato Tìchico a Efeso. Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Tròade in casa di Carpo e anche i libri, soprattutto le pergamene. Alessandro, il ramaio, mi ha procurato molti mali. Il Signore gli renderà secondo le sue opere; guàrdatene anche tu, perché è stato un accanito avversario della nostra predicazione. Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Non se ne tenga conto contro di loro. Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero sentirlo tutti i Gentili.

UFFICIO DELLE LETTURE

Prima Lettura
Dagli Atti degli Apostoli 9, 27-31; 11, 19-26

La Chiesa è colma del conforto dello Spirito Santo
Un giorno Barnaba prese con sé Paolo, lo presentò agli apostoli e raccontò loro come durante il viaggio aveva visto il Signore che gli aveva parlato, e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. Così egli poté stare con loro e andava e veniva a Gerusalemme, parlando apertamente nel nome del Signore e parlava e discuteva con gli Ebrei di lingua greca; ma questi tentarono di ucciderlo. Venutolo però a sapere i fratelli, lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso. La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria; essa cresceva e camminava nel timore del Signore, colma del conforto dello Spirito Santo. Intanto quelli che erano stati dispersi dopo la persecuzione scoppiata al tempo di Stefano, erano arrivati fin nella Fenicia, a Cipro e ad Antiochia e non predicavano la parola a nessuno fuorché ai Giudei. Ma alcuni fra loro, cittadini di Cipro e di Cirène, giunti ad Antiochia, cominciarono a parlare anche ai Greci, predicando la buona novella del Signore Gesù. E la mano del Signore era con loro e così un gran numero credette e si convertì al Signore. La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la quale mandò Barnaba ad Antiochia. Quando questi giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore. E una folla considerevole fu condotta al Signore. Barnaba poi partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e trovatolo lo condusse ad Antiochia. Rimasero insieme un anno intero in quella comunità e istruirono molta gente; ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani.
 
Responsorio At 12, 24; 13, 48. 52
R. La parola di Dio cresceva e si diffondeva. * E abbracciarono la fede i predestinati alla vita eterna.
V. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.
R. E abbracciarono la fede i predestinati alla vita eterna.

LODI

Lettura Breve 1 Cor 15, 1-2a.3-4
Vi rendo noto, fratelli, il Vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi, e dal quale anche ricevete la salvezza. Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture.

EAQ – 24 settembre S. Giovanni Crisostomo

Commento alle letture della messa del: 24 settembre ’08

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&ordo=&localTime=09/24/2008#

San Giovanni Crisostomo (circa 345-407), vescovo d’Antiochia poi di Costantinopoli, dottore della Chiesa

Omelie sulla prima lettera ai Corinzi (PG 61, 34-36)  « Con la bocca dei bimbi e dei lattanti » (Sal 8,3)

 La croce ha esercitato la sua forza di attrazione su tutta la terra e lo ha fatto non servendosi di mezzi umanamente imponenti, ma dell’apporto di uomini poco dotati. Il discorso della croce non è fatto di parole vuote, ma di Dio, della vera religione, dell’ideale evangelico nella sua genuinità, del giudizio futuro. Fu questa dottrina che cambiò gli illetterati in dotti. Dai mezzi usati da Dio si vede come « la stoltezza di Dio sia più saggia della sapienza degli uomini, e come la sua debolezza sia più forte della fortezza umana » (1 Cor 1, 25).  In che senso più forte ? Nel senso che la croce, nonostante gli uomini, si è affermata su tutto l’universo e ha attirato a sè tutti gli uomini. Molti hanno tentato di sopprimere il nome del Crocifisso, ma hanno ottenuto l’effetto contrario. Questo nome rifiorì sempre di più e si sviluppò con progresso crescente. I nemici invece sono periti e caduti in rovina. Erano vivi che facevano guerra a un morto, e ciononostante non l’hanno potuto vincere… I filosofi, i re e, per così dire, tutto il mondo che si perde in mille faccende, non possono nemmeno immaginare ciò che dei pubblicani e dei pescatori poterono fare con la grazia di Dio… Pensando a questo fatto, Paolo esclamava : « Ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini » (1 Cor 1, 25). Infatti come poteva venire in mente a dodici poveri uomini, e per di più ignoranti, che avevano passato la loro vita sui laghi e sui fiumi, di intraprendere una simile opera ?  

24 SETTEMBRE 2008 – AVVISO (SCUSATE NON CI AVEVO PENSATO PRIMA)

24 SETTEMBRE 2008 – AVVISO (SCUSATE NON CI AVEVO PENSATO PRIMA)

AGGIUNGO LA DATA DEL GIORNO ALLE LETTURE – COMMENTI ALLA LITURGIA DEL GIORNO – DEL SITO EAQ,

PER CHI VUOLE LEGGERE, O RILEGGERE, LE LETTURE DELLA MESSA DI QUEL GIORNO PUÒ ANDARE SIA AL SITO « EVANGILE AU QUOTIDIEN », C’È IN ITALIANO, OPPURE SUL SITO « LA CHIESA IT », OPPURE SUL SITO MARANATHÀ »

SOLO SU « MARANATHÀ », PERÒ, È POSSIBILE LEGGERE LE LETTURE DI DIVERSI GIORNI O MESI ANTERIORI;

C’È IL LINK A TUTTI E TRE SOTTO LINK MA LI RIMETTO:

 

EAQ:

 

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=09/24/2008

LA CHIESA.IT:

 

http://www.lachiesa.it/liturgia/

MARANATHÀ:

 

http://www.maranatha.it/

Publié dans:EAQ - (dal sito francese) - |on 24 septembre, 2008 |Pas de commentaires »

« Nel suo nome sarà predicata a tutte le genti la conversione » (Lc 24,47) – (riferimenti)

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=07/15/2008#

Simeone il Nuovo Teologo (circa 949-1022), monaco ortodosso
Inno 29 ; SC 174, 317

« Nel suo nome sarà predicata a tutte le genti la conversione » (Lc 24,47)

Tutti voi, l’intero genere umano, re e principi, ricchi e poveri, monaci e laici, ascoltatemi ora raccontare la grandezza dell’amore di Dio per gli uomini! Ho peccato contro di lui più di ogni altro uomo nel mondo… Eppure, lo so, mi ha chiamato e ho subito risposto… Mi ha chiamato alla penitenza, e subito ho seguito il mio Maestro. Quando si allontanava, lo inseguivo….; così egli partiva, veniva, si nascondeva, appariva e io non tornavo indietro, non mi scoraggiavo, non ho abbandonato la corsa…

Quando non lo vedevo, lo cercavo. Ero in pianto, interrogavo la gente, tutti coloro che un giorno lo avevano visto. Chi interrogavo? Non i sapienti di questo mondo, né i dotti, bensì i profeti, gli apostoli, i padri i sapienti che possedono in verità questa sapienza che è Cristo in persona, sapienza di Dio (1 Cor 1,24). Con le lacrime e con una grande pena d’amore, chiedevo loro di dirmi dove, un giorno l’avevano visto… E vedendo il mio desiderio, vendendo che consideravo quanto c’è nel mondo e il mondo stesso come un nulla ai miei occhi…, egli si è fatto vedere tutto a me nella mia interezza. Mi è venuto incontro Lui che è fuori del mondo e porta il mondo e quanti sono nel mondo custoditi con una sola mano, le cose visibili e invisibili (Col 1,16). Da dove e come è venuto? Non lo so… La parola è incapace di esprimere l’inesprimibile. Solo coloro che contemplano queste realtà le conoscono. Per questo non con le parole ma con gli atti dobbiamo affrettarci a ricercare, a vedere, e a imparare la ricchezza dei misteri divini, questa ricchezza che il Maestro dà a coloro che la cercano.

Publié dans:EAQ - (dal sito francese) - |on 28 juillet, 2008 |Pas de commentaires »

« Un nemico ha fatto questo » (riferimenti)

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&ordo=&localTime=07/20/2008#

San Macario ( ? – 405), monaco in Egitto
Omelie spirituali, n° 51

« Un nemico ha fatto questo »

Scrivo a voi fratelli carissimi, perché sappiate che dal giorno in cui Adamo è stato creato fino alla fine del mondo, il Maligno farà la guerra ai santi senza darsi riposo (Ap 13,7)… Eppure sono pochi coloro che si accorgono che il devastatore delle anime coabita con loro nel loro corpo, vicinissimo all’animo. Sono nella tribolazione e non c’è nessuno sulla terra che possa confortarli. Per questo guardano verso il cielo e vi ripongono la loro attesa, per riceverne qualcosa nel loro cuore. E con questa forza, e grazie a questa armatura dello Spirito (Ef 6,13), vinceranno. Dal cielo infatti ricevono una forza, che rimane nascosta agli occhi della carne. Finché ricercheranno Dio con tutto il cuore, la forza di Dio verrà segretamente in loro aiuto ad ogni momento… Proprio perché toccano con mano la loro debolezza perché sono incapaci di vincere, sollecitano ardentemente le armi di Dio, e così rivestiti dell’armatura dello Spirito per il combattimento (Ef 6,13), vincono…

Sappiate dunque, fratelli carissimi, che in tutti coloro che hanno preparato la loro anima a diventare una buona terra per il seme celeste, il nemico si affretta a seminare la sua zizzania… Sappiate anche che coloro che non cercano il Signore con tutto il cuore non sono tentati da Satana in modo così evidente; ma piuttosto di nascosto con l’astuzia costui prova… di allontanarli da Dio.

Ora, fratelli, fatevi coraggio e non temete. Non lasciatevi spaventare dalle immaginazioni suscitate dal nemico. Nella preghiera non abbandonatevi a un’agitazione confusa, moltiplicando grida inopportune, ma accogliete la grazia del Signore nella contrizione e nel pentimento… fatevi coraggio, confortatevi, state saldi, preoccupatevi delle vostre anime, perseverate con zelo nella preghiera… Tutti infatti coloro che cercano Dio in verità riceveranno una forza divina nella loro anima, e ricevendo l’unzione celeste sentiranno nel loro cuore il sapore e la dolcezza del mondo futuro. La pace del Signore, che è stata con tutti i santi padri e li ha custoditi da ogni tentazione rimanga anche con voi.

Publié dans:EAQ - (dal sito francese) - |on 28 juillet, 2008 |Pas de commentaires »

Il segno di Giona (riferimenti)

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&ordo=&localTime=07/21/2008#

San Cirillo di Gerusalemme (313-350), vescovo di Gerusalemme, dottore della Chiesa
Catechesi n° 20, 2 ; SC 126, 111

Il segno di Giona

Presi per mano, siete stati accompagnati alla santa piscina del divino lavacro, come Cristo deposto dalla croce nella tomba qui di fronte [in questa chiesa del anto Sepolcro]. Qui foste interrogati uno ad uno se credevate nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, e voi avete fatto la salutare confessione di fede. Per tre volte siete stati immersi nell’acqua e per ciascuna delle tre ne siete riemersi, per simboleggiare i tre giorni della sepoltura di Cristo, imitando cioè con questo rito il nostro Salvatore che passò tre giorni e tre notti nel seno della terra… Prima immersi nella notte non vedevate nulla, riemergendo invece vi siete trovati in pieno giorno. Mistero della morte e della nascita, quest’acqua di salvezza è stata per voi tomba e genitrice….
Evento al di là di ogni umana realtà e credibilità! In senso letterale, non siamo né veramente morti, né veramente sepolti, né veramente crocifissi; l’imitazione immaginifica di questi eventi esprime la vera realtà della nostra salvezza: il Cristo veramente crocifisso, veramente seppellito, veramente risorto per elargirci tutti questi doni, perché partecipando all’imitazione della passione ottenessimo la realtà della salvezza. O misericordia senza limiti! Il Cristo si è assoggettato ai chiodi che ne perforarono le immacolate mani e gli immacolati piedi, ai dolori della sua passione, perché io senza soffrirne le pene mi unissi alle sue sofferenze e godessi i frutti della salvezza…
Il nostro battesimo, lo sappiamo bene, non solo opera la purificazione dei peccati e ci procura il dono dello Spirito Santo, ma anche fa delle nostre sofferenze un prolungamento nel quotidiano di quelle cui andò storicamente incontro Cristo nostro esemplare. Lo disse chiaramente Paolo: «Ignorate che quanti siamo stati battezzati in Gesù Cristo siamo stati battezzati nella sua morte? Siamo stati sepolti con lui mediante il battesimo» … Cristo ha veramente sofferto per noi e per la nostra salvezza; lo sappiamo bene, non ha patito apparentemente. Che dobbiamo partecipare alla sua passione, lo dice Paolo con precisione: «Se siamo divenuti una stessa pianta con lui per la somiglianza della sua morte, lo saremo anche per la risurrezione» (Rm 6, 3-5).

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