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Sant’Agostino: « Egli è venuto per rendere testimonianza alla luce »

dal sito: 

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=12/14/2008#

Sant’Agostino (354-430), vescovo d’Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Commento al vangelo di Giovanni, n° 4, n°2, §5-7

« Egli è venuto per rendere testimonianza alla luce »

Come è venuto, Cristo? Nella sua visibile umanità. E siccome era talmente uomo da nascondere la sua divinità, fu mandato innanzi a lui un grande uomo, affinché mediante la sua testimonianza si potesse scoprire colui che era più che un uomo… Quale personalità è mai questa, venuta per rendere testimonianza alla luce? E’ senz’altro straordinario questo Giovanni, uomo di grande valore, dotato di un carisma speciale, figura davvero sublime. Contemplatelo, sì, contemplatelo come si contempla una montagna. Se non che una montagna, se non viene inondata dal sole, è nelle tenebre. «Non era lui la luce»; e ciò perché non si scambi la montagna con la luce, perdendovi nella montagna, invece di trovarvi rifugio.

Ma che cosa si deve ammirare? La montagna in quanto montagna. Ma, subito, elevatevi fino a colui che illumina la montagna, che per questo è stata innalzata, perché accolga per prima i raggi, e ne dia l’annunzio ai nostri occhi… Così, siamo soliti chiamare anche i nostri occhi luce del corpo; tuttavia, se di notte non si accende la lucerna e di giorno non esce il sole, queste nostre luci restano aperte invano. Così anche Giovanni era luce, ma non la luce vera: senza essere illuminato non era che tenebre; mediante l’illuminazione, è diventato luce. Se non fosse stato illuminato, egli sarebbe stato tenebra, come tutti…

Ma dov’è questa luce? «C’era la luce vera, che illumina ogni uomo che viene in questo mondo» (Gv 1, 9). Se illumina ogni uomo che viene nel mondo, allora ha illuminato anche Giovanni. Dunque il Verbo illuminava colui dal quale voleva essere testimoniato… Egli veniva in soccorso degli spiriti deboli, dei cuori feriti, per curare la vista malata dell’anima… Poiché tutti quelli per i quali Cristo veniva non sarebbero stati capaci di vederlo, egli inviò i suoi raggi su Giovanni; e dichiarando questi che non era lui a irradiare e illuminare ma era egli stesso irradiato e illuminato, fu conosciuto colui che illumina, che rischiara, che inonda tutti della sua luce.

Sant’Agostino : « Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia » (Lc 1,17)

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=12/13/2008

Sant’Agostino (354-430), vescovo d’Ippona (Africa del Nord) e dottore della Chiesa
Commento al vangelo di Giovanni, n° 4

« Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia » (Lc 1,17)

«Perché dunque gli scribi – gli scribi erano gli esperti della legge – dicono che prima deve venire Elia?» E il Signore risponde: «Elia è già venuto, e lo hanno trattato come hanno voluto: e, se volete saperlo, egli è Giovanni Battista». Il Signore Gesù Cristo dunque disse: «Elia è già venuto», ed è Giovanni Battista; tuttavia Giovanni, interrogato, risponde di non essere Elia, così come risponde di non essere il Cristo (Gv 1,20s)… Perché dunque egli afferma: «Non sono Elia», mentre il Signore dice: Egli è Elia? Ecco, in lui, il Signore Gesù Cristo volle prefigurare il suo futuro avvento, e sottolineare che Giovanni era venuto nello spirito di Elia. E ciò che è stato Giovanni per il primo avvento, lo sarà Elia per il secondo. Come ci sono due avventi del giudice, così ci sono due araldi. Il giudice è lo stesso, mentre gli araldi sono due… Il Signore che giudicherà, doveva venire una prima volta per essere giudicato, e mandò innanzi a sé il primo araldo, e lo chiamò Elia, perché Elia sarà nel secondo avvento ciò che Giovanni è stato nel primo.

La vostra Carità può avere la conferma di quanto dico. Quando Giovanni fu concepito… lo Spirito Santo fece su di lui questa profezia: «Egli sarà precursore dell’Altissimo nello spirito e nella potenza di Elia» (Lc 1, 17)… Ma chi riuscirà a capire? Chi avrà imitato l’umiltà dell’araldo e conosciuto la grandezza del giudice. Nessuno infatti fu più umile dell’araldo. Fratelli miei, il merito più grande di Giovanni fu questa umiltà, per cui, mentre poteva ingannare gli uomini, mentre poteva essere creduto e farsi passare per il Cristo (tanto grande era la grazia che aveva ricevuto, e altrettanto grande la sua statura morale), apertamente dichiarò: «Non sono io il Cristo. – Sei dunque Elia tu ?… – Non sono Elia.»

Clemente d’Alessandria: Giovanni Battista ci esorta alla salvezza

dal sito:  

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=12/12/2008#

Clemente d’Alessandria (150-circa 215), teologo
Protrettico ai greci, c. 1 ; SC 2bis, 63

Giovanni Battista ci esorta alla salvezza

Non è assurdo, o amici, che, mentre Dio sempre ci esorta alla virtù, noi, invece, rifiutiamo l’aiuto e rimandiamo la salvezza? Non ci esorta dunque alla salvezza anche Giovanni e non è egli interamente una voce esortatrice? Interroghiamo dunque lui stesso: «Chi sei? di quale paese? » Non dirà di essere Elia, negherà di essere Cristo, ma confesserà di essere voce gridante nel deserto (Gv 1,20s). Chi è dunque Giovanni? Per abbracciarlo in una immagine, sia lecito dirlo « una voce del Verbo esortatrice, gridante nel deserto »…  » Fate diritte le vie del Signore  » (Mt 1,3). Precursore è Giovanni e la sua voce è precorritrice del Verbo, voce incitatrice, che prepara alla salvezza, voce esortatrice alla eredità dei cieli, voce per la quale la terra «sterile e deserta finisce di essere infeconda» (cfr Is 54,1).

Questa fertilità secondo me la predisse la voce dell’Angelo; precorritrice del Signore era anche quella, la quale dava la buona novella alla donna sterile (Lc 1,19), come Giovanni al deserto. Per questa voce del Verbo, dunque, la donna sterile diventa feconda di figli e la terra deserta produce frutti. Le due voci precorritrici del Signore, quella dell’Angelo e quella di Giovanni, vogliono significare, secondo me, la salvezza riposta in serbo per noi, cosicché, dopo l’apparizione di questo Verbo, noi riportiamo il frutto della fecondità, cioè la vita eterna.

Beato Guerrico d’Igny : « Giovanni era una lampada che arde e risplende » (Gv 5,35)

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=12/11/2008#

Beato Guerrico d’Igny (circa 1080-1157), abate cistercense
3e discorso per la Natività di San Giovanni Battista, 1-2 ; PL 185, 169

« Giovanni era una lampada che arde e risplende » (Gv 5,35)

Quando la sovrana giustizia dice a Noè: «Ti ho visto giusto dinanzi a me» (Gen 7,1), era un grande elogio della sua giustizia. Quando Dio assicura ad Abramo che grazie a lui le sue promesse si sarebbero compiute, è segno di un grandissimo merito… Quale gloria per Mosè, quando Dio brucia di zelo per difenderlo e confondere i suoi nemici (cfr Nm 12,65)… E cosa dire di Davide nel quale il Signore si compiace di aver trovato «un uomo secondo il suo cuore» (1 Sam 13,14).

Eppure, per quanto sia stata la grandezza di questi uomini, né tra loro, né tra gli altri «nati di donna, è sorto uno più grande di Giovanni Battista», secondo la testimonianza del Figlio della Vergine. Certo ogni stella differisce da un’altra nello splendore (1 Cor 15,41), e nel coro dei santi astri che hanno illuminato la notte di questo mondo prima del sorgere del sole vero, alcuni hanno brillato di un chiarore mirable. Eppure tra loro non è sorto uno più grande e più risplendente di quella stella del mattino, quella lampada che arde e risplende, preparata da Dio per il suo Cristo (cfr Sal 131,17). Prima luce del mattino, stella dell’aurora, precursore del Sole, egli annuncia ai mortali l’imminenza del giorno e grida a coloro che dormono «nelle tenebre e l’ombra della morte» (Lc 1,79): «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt 3,2). Come se dicesse: «La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce» (Rm 13,12). «Svégliati, o tu che dormi, déstati dai morti e Cristo ti illuminerà» (Ef 5,14).

Beata Teresa di Calcutta: « Il mio giogo è dolce »

d’or in poi metto sempre le letture dal sito EAQ, sono scelte con molta cura ed accompagnano, insegnando, le letture di San Paolo dal sito:
 

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=12/10/2008#

Beata Teresa di Calcutta (1910-1997), fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
Jesus, the Word to Be Spoken, ch. 7

« Il mio giogo è dolce »

Dio porta in lui una grandissima umiltà. Può abbassare se stesso verso la gente che siamo noi, e sottomettersi a noi attraverso degli atti come vivere, crescere, portare frutto. Avrebbe potuto farli senza di noi. Eppure, ha abbassato se stesso fino a noi, ha condotto qui ognuno di noi, per chiamarci insieme e formare questa comunità. Se avessi rifiutato, non avrebbe potuto farlo. Infatti avremmo potuto rifiutare; ognuno di noi avrebbe potuto dire di no. Dio avrebbe aspettato pazientemente finché qualcuno dica di sì.

Ho capito questo grazie a questa parola di Gesù: «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore». Ha veramente voluto che ritenessimo che la chiamata di ciascuno è veramente un dono di Dio in prima persona.

San Silvano : « Il Padre vostro … non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli »

d’ora in poi metterò sempre le letture dal sito EAQ, sono scelte magistralmente ed accompagnano, insegnando, le letture di San Paolo dal sito: 

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=12/09/2008#

San Silvano (1886-1938), monaco ortodosso
Sofronio, Staret Silvano

« Il Padre vostro … non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli »

Se gli uomini sapessero ciò che è l’amore del Signore, in massa accorrerebbero a Cristo, ed egli li riscalderebbe tutti con la sua grazia. La sua misericordia è inesprimibile. Il Signore ama il peccatore pentito, e con tenerezza lo stringe al petto : « Dove eri, figlio mio ? Da lungo tempo ti sto aspettando » (Lc 15, 20). Il Signore chiama a lui tutti gli uomini mediante la voce del Vangelo, e la sua voce risuona nel mondo intero :
« Venite a me, voi tutti che siete affaticati, e io vi ristorerò (Mt 11, 28). Venite e bevete l’acqua viva (Gv 7, 37). Venite e imparate che io vi amo. Se io non vi amassi, non vi avrei chiamato. Non posso sopportare che si perda neanche una sola della mie pecore. Anche per una sola, il pastore va sui monti a cercarla dappertutto. Venite dunque a me, pecore mie. Vi ho create e vi amo. Il mio amore per voi mi ha spinto a venire sulla terra, e ho sopportato tutto per la vostra salvezza. Voglio che conosciate il mio amore e diciate, come gli Apostoli sul Monte Tabor : ‘Signore, è bello per noi stare qui’ » (Mc 9, 5)…

Hai attirato a te le anime dei santi, Signore, ed esse scorrono verso di te come fiumi silenziosi. Lo spirito dei santi si è attaccato a te, Signore, e si lancia verso di te, che sei nostra luce e nostra gioia. Il cuore dei tuoi santi si è stabilito nel tuo amore, Signore, e non può dimenticarti, nemmeno un’istante, neanche nel sonno, perché dolce è la grazia dello Spirito Santo.

DAL SITO EAQ: « Concepita senza peccato»

commento liturgico al giorno 8 dicembre 2008, dal sito: 

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=12/08/2008#

Sant’Efrem Siro (circa 306-373), diacono in Siria, dottore della Chiesa
Inno mariano

« Concepita senza peccato»

Figlio di Dio, dammi il tuo Dono mirabile, affinché io possa celebrare la bellezza meravigliosa di tua madre diletta! La Vergine ha partorito suo figlio custodendo la sua verginità, ha allattato colui che nutre le nazioni, nel suo seno immacolato ha portato colui che porta l’universo nella sua mano. Da allora, cosa non sarà colei che è vergine e madre : santa nel corpo, bellissima nell’anima, pura nello spirito, retta nell’intelligenza, perfetta nei sentimenti, casta e fedele, pura di cuore e colma di ogni virtù.

In Maria si rallegrino i cuori vergini, poiché in lei è nato colui che ha liberato il genere umano sottomesso a una schiavitù terribile. In Maria, si rallegri l’antico Adamo, ferito dal serpente poiché Maria dona ad Adamo una discendenza che gli permette di schiacciare il serpente maledetto e lo guarisce dalla sua ferita mortale (Gen 3,15). I sacerdoti si rallegrino nella Vergine benedetta poiché ha dato alla luce il Sommo Sacerdote che si è fatto vittima, mettendo fine ai sacrifici dell’antica alleanza… In Maria si rallegrino tutti i profeti, poiché in lei sono state compiute le visioni, sono state realizzate le profezie, sono stati confermati gli oracoli. In Maria si rallegrino tutti i patriarchi, poiché ha ricevuto la benedizione che era stata promessa loro, colei che, nel suo figlio, li ha resi perfetti…

Maria è il nuovo albero di vita che dona agli uomini in luogo del frutto amaro colto da Eva, un frutto dolcissimo di cui si nutre il mondo intero.

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