Archive pour la catégorie 'EAQ – (dal sito francese) -'

San Fulgenzio di Ruspe, Discorsi 3, per la festa di San Stefano: « Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri » (Gv 13,35)

dal sito: 

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=12/26/2008#

San Fulgenzio di Ruspe (467-532), vescovo
Discorsi 3, per la festa di San Stefano ; CCL 91A, 905

« Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri » (Gv 13,35)

La carità che fece scendere Cristo dal cielo sulla terra, innalzò Stefano dalla terra al cielo. La carità fu prima nel Re, rifulse poi nel soldato…

Dove Stefano, ucciso dalle pietre di Paolo, lo ha preceduto, là Paolo lo ha seguito per le preghiere di Stefano. Quanto è verace quella vita, fratelli, dove Paolo con resta confuso per l’uccisione di Stefano, ma Stefano si rallegra della compagnia di Paolo, perché la carità esulta in tutt’e due. Sì, la carità di Stefano ha superato la crudeltà dei giudei, la carità di Paolo «ha coperto la moltitudine dei peccati» (1Pt 4,8), per la carità entrambi hanno meritato di possedere insieme il Regno dei cieli.

La carità dunque è la sorgente e l’origine di tutti i beni, ottima difesa, via che conduce al cielo. Colui che cammina nella carità non può errare, né aver timore. Essa guida, essa protegge, essa fa arrivare al termine. Perciò, fratelli, poiché Cristo ci ha dato la scala della carità per mezzo della quale ogni cristiano può giungere al cielo, conservate vigorosamente integra la carità, dimostratevela a vicenda e crescete continuamente in essa.

San Basilio: Omelia sulla nascita di Cristo: Noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre »

dal sito:

http://www.vangelodelgiorno.org/www/main.php?language=IT&ordo=&localTime=12/25/2008#

San Basilio (circa 330-379), monaco e vescovo di Cesarea in Cappadocia, dottore della Chiesa
Omelia sulla nascita di Cristo, 6 ; PG 31, 1471s

« Noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre »
«Al vedere la stella, i magi provarono un’immensa gioia» (Mt 2,10). Accogliamo anche noi nel nostro cuore quella grande gioia. La stessa gioia annunziano gli angeli ai pastori. Adoriamo insieme ai magi, diamogli gloria coi pastori, esultiamo con gli angeli, «perché oggi ci è nato un Salvatore che è Cristo Signore». «Dio, il Signore è la nostra luce»…

È festa per tutto il creato… Le stelle si affacciano dal cielo, i magi lasciano il loro paese, la terra è tutta raccolta in una grotta. Non ci sia nessuno che non porti qualcosa, nessuno che non sia grato… Celebriamo la salvezza del mondo, il natale del genere umano. Oggi è stata rimessa la colpa di Adamo. Ormai non dobbiamo più udire: «Sei polvere e in polvere ritornerai» (Gen 3,19), ma : «Unito a colui che è venuto dal cielo sarai ammesso in cielo»…

«Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità» (Is 9,5)… Unisciti a coloro che dai cieli accolsero festanti il Signore…, che adoravano in lui il grande Dio. La potenza divina, infatti, come raggio attraverso un cristallo, splendeva in quel corpo umano, rifulgendo dinanzi agli occhi puri del loro cuore (Mt 5,8). Potessimo anche noi trovarci con loro a contemplare con sguardo puro, come riflessa «in uno specchio, la gloria del Signore, per essere trasformati anche noi di gloria in gloria» (2 Cor 3,18), per grazia e bontà del nostro Signore Gesù Cristo.

San Bernardo, Discorso 5 per la Vigilia di Natale : « La gloria del Signore li avvvolse di luce »

dal sito: 

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&ordo=&localTime=12/24/2008#

San Bernardo (1091-1153), monaco cistercense e dottore della Chiesa
Discorso 5 per la Vigilia di Natale

« La gloria del Signore li avvvolse di luce »

La notte avvolgeva il mondo intero prima che sorgesse la luce vera, prima della venuta di Cristo; anche la notte regnava in ognuno di noi, prima della nostra conversione e della nostra rigenerazione interiore. Non era forse la notte più profonda, le tenebre più spesse sulla faccia della terra quando i nostri padri adoravano falsi dèi? … E un’altra notte oscura non era forse in noi quando vivevamo senza Dio in questo mondo, seguendo le nostre passioni e i fascini di questo mondo, facendo cose di cui arrossiamo oggi come altrettante opere delle tenebre?…

Ma ora, siete stati affrancati dal vostro sonno, vi siete santificati, siete divenuti figli della luce e figli del giorno e non siete più nelle tenebre e nella notte (1 Ts 5,5)… «Domani vedrete in voi la maestà di Dio». Oggi il Figlio si è fatto per noi giustizia venuta da Dio, domani egli si manifesterà in quanto nostra vita, affinché appariamo con lui nella gloria. Oggi un bambino è nato per noi, per impedire che ci eleviamo nella vana gloria e, convertendoci, diventiamo come dei bambini. Domani egli si mostrerà nella sua grandezza per suscitare la nostra lode e perché anche noi possiamo essere glorificati e lodati quando Dio attribuirà a ciascuno la sua gloria… «Noi saremo simili a lui perché lo vedremo così come egli è» (1 Gv 3,2). Oggi infatti non lo vediamo realmente, ma come in uno specchio (1 Cor 13,12); ora, egli riceve ciò che dipende da noi. Domani invece lo vedremo in noi, quando ci darà ciò che dipende da lui, quando si mostrerà così come egli è e ci prenderà per elevarci fino a lui.

Sant’Ireneo di Lione : « Gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio »

dal sito: 

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=12/23/2008#

Sant’Ireneo di Lione (circa130-circa 208), vescovo, teologo e martire
Contro le eresie III, 10, 1 ; SC 211

« Gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio »

Riguardo a Giovanni il Battista, leggiamo nel vangelo di Luca: «Egli sarà grande davanti al Signore e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per preparare al Signore un popolo ben disposto» (1,15-17). Per chi dunque egli ha preparato un popolo e davanti a quale Signore è stato grande? Senz’alcun dubbio davanti a Colui che ha detto di Giovanni che era «più di un profeta» e che «tra i nati di donna non era sorto uno più grande di Giovanni il Battista» (Mt 11,9-11). Si preparava infatti un popolo annunciando in anticipo ai suoi compagni di schiavitù la venuta del Signore e predicando la penitenza affinché, quando il Signore fosse stato presente, coloro che si erano resi estranei a lui con i loro peccati fossero in grado di ricevere il suo perdono, per essere tornati a Lui…Sì, nella sua «bontà misericordiosa» Dio è venuto « a visitarci dall’alto, Sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace» (Lc 1,78-79). In questi termini Zaccaria, sciolto dal mutismo che la sua incredulità gli aveva procurato e pieno di uno Spirito nuovo, benediceva Dio in un modo nuovo. Tutto infatti era ormai nuovo, per il fatto che il Verbo, mediante un processo nuovo, aveva compiuto il disegno della sua venuta nella carne, affinché l’uomo, che era andato via lontano da Dio, fosse reintegrato nell’amicizia di Dio. E per questo motivo, l’uomo imparava a onorare Dio in un modo nuovo.

Santa Teresa Benedetta della Croce: Santa Teresa Benedetta della Croce

20 dicembre 2008, dal sito:

http://www.vangelodelgiorno.org/www/main.php?language=IT&localTime=12/20/2008#

Santa Teresa Benedetta della Croce [Edith Stein] (1891-1942), carmelitana, martire, compatrona d’Europa -Le nozze dell’Agnello

« Madre di tutti i viventi » (Gen 3,20)
«Vidi la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo» (Ap 21,2). Come Cristo in prima persona scese dal cielo sulla terra, anche la Chiesa, sua sposa, ha la sua origine nel cielo; essa è nata dalla grazia di Dio, è discesa con lo stesso Figlio di Dio e gli è indissolubilmente unita. È costruita con pietre vive (1 Pt 2,5); e il fondamento (Ef 2,20) è stato posto quando il Verbo di Dio ha assunto la natura umana nel seno della Vergine. In quell’istante si è stabilito, tra l’anima del divino Bambino e l’anima verginale di sua madre, il legame della più intima unione, che chiamamo unione nuziale.

Di nascosto al mondo intero, la Gerusalemme celeste era discesa sulla terra. Da questa prima unione nuziale dovevano nascere tutte le pietre che avrebbero costituito il potente edificio, tutte le anime che la grazia avrebbe svegliate alla vita. In questo modo la madre sposa doveva diventare la madre di tutti i viventi.

Origene : « Sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole »

per il giorno 19 dicembre 2008, dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=12/19/2008#

Origene (circa 185-253), sacerdote e teologo
Commento al vangelo di Giovanni, 2, 193s ; SC 120, 339

« Sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole »

In noi, la voce e la parola sono due cose diverse; la voce infatti può farsi sentire senza portare senso, cioè senza parola; e la parola può ugualmente essere trasmessa allo spirito senza voce, come nel percorso del nostro pensiero. Allo stesso modo, poiché il Salvatore è Parola…, Giovanni differisce da lui, essendo voce mentre Cristo è Parola. Questo risponde Giovanni a coloro che gli chiedono chi egli sia: «Io sono voce di uno che grida nel deserto ‘Preparate la via del Signore» (Gv 1,23).Forse per questo motivo, perché cioè ha dubitato della nascita di questa voce che avrebbe dovuto rivelare la Parola di Dio, Zaccaria perse la voce, mentre la ritrovò quando nacque questa voce che è il precursore della Parola (Lc 1,64). Infatti perché lo spirito possa afferrare la parola designata dalla voce, occorre ascoltare la voce. Anche per questo motivo, con la data di nascita Giovanni è più vecchio di Cristo; percepiamo infatti la voce prima della parola. In questi termini Giovanni indica Cristo, perché con una voce la Parola è manifestata. Cristo è anche battezzato da Giovanni, che confessa di avere bisogno di essere battezzato da lui (Mt 3,14)… In breve, quando Giovanni designa Cristo, un uomo designa Dio, Salvatore incorporeo; una voce designa la Parola…

Ruperto di Deutz : « Sarano benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra » (Gen 28,14) (1Cor)

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/www/main.php?language=FR&localTime=12/17/2008#

Ruperto di Deutz (circa 1075-1130), monaco benedettino
De Divinis Officiis, 3, 18

« Sarano benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra » (Gen 28,14)

Ci viene letta la genealogia di Cristo nel vangelo di san Matteo. Questo uso, tradizionale nella santa Chiesa, è ricca di motivi belli e misteriosi. In verità infatti, questa lettura ci presenta la scala che di notte vide Giacobbe, durante il sonno (Gen 28,11s). In cima a questa scala che raggiungeva il cielo, il Signore appoggiato su di essa apparve a Giacobbe e gli promise in eredità la terra… Ora, lo sappiamo, «tutte queste cose accaddero a loro come esempio» (1 Cor 10,11). Cosa dunque prefigurava questa scala se non la stirpe dalla quale Gesù Cristo sarebbe dovuto nascere, stirpe che il santo evangelista, per bocca divina, ha fatto elevarsi in modo che raggiungesse Cristo passando attraverso Giuseppe? Su Giuseppe, il Signore bambino è appoggiato. Per la «porta del cielo» (Gen 28,17)… cioè per la Beata Vergine, il nostro Signore fattosi per noi bambino, esce piangendo. Nel suo sonno, Giacobbe ha udito il Signore dirgli: «Per la tua discendenza saranno benedette tutte le nazioni della terra», e ora questo fatto è adempiuto nella nascità di Cristo.

Proprio questo aveva in vista l’evangelista, quando inseriva nominalmente nella sua genealogia Racab la prostituta e Rut la moabita; vedeva bene infatti che Cristo non era venuto nella carne per i soli giudei, ma anche per i pagani, lui che si è degnato di ricevere delle pagane tra i suoi antenati. Venuti dunque da tutti e due popoli, cioè dai giudei e dai pagani, come dai due lati della scala, gli antichi padri, posti ai differenti gradi, sostengono Cristo Signore che esce dall’alto del cielo. E tutti i santi angeli scendono e salgono lungo questa scala, e tutti gli eletti sono presi nel moto di discesa, per ricevere umilmente la fede nell’incarnazione del Signore, e sono poi elevati per contemplare la gloria della sua divinità.

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