Archive pour la catégorie 'EAQ – (dal sito francese) -'

San Pier Damiani : « Come la pioggia e la neve scendono dal cielo… Così sarà della parola uscita dalla mia bocca » (Is 55,10)

du site:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20100824

San Bartolomeo, apostolo, festa : Jn 1,45-51
Meditazione del giorno
San Pier Damiani (1007-1072), eremita poi vescovo, dottore della Chiesa
Discorso 42, secondo per S. Bartolomeo : PL 144, 726, 728 C-D

« Come la pioggia e la neve scendono dal cielo… Così sarà della parola uscita dalla mia bocca » (Is 55,10)

Gli apostoli sono queste perle preziose che San Giovanni nell’Apocalisse, dice di aver contemplate e di cui le porte della Gerusalemme celeste sono formate (Ap 21, 21)… Infatti quando, operando segni e miracoli, gli apostoli irradiano la luce divina, aprono l’accesso della gloria celeste di Gerusalemme ai popoli convertiti alla fede cristiana. E chiunque è salvato grazie a loro entra nella vita, tale un viaggiatore che varca la soglia di una porta… Di loro ancora dice il profeta : « Chi sono quelle che volano come nubi ? » (Is 60, 8). Queste nubi si condensano in acqua quando annaffiano la terra del nostro cuore con la pioggia del loro insegnamento per renderla fertile e portatrice dei germogli di opere buone.

Appunto Bartolomeo, che festeggiamo oggi, significa in aramaico : figlio di colui che porta l’acqua. Egli è il figlio di questo Dio che eleva lo spirito dei suoi predicatori alla contemplazione delle verità di lassù, in modo che possano spargere con efficacia e in abbondanza la pioggia della parola di Dio nei nostri cuori. Così bevono l’acqua alla fonte, per darcela da bere a nostra volta.

San [Padre] Pio di Pietrelcina: Cristo ci chiama alla conversione

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20100823

Meditazione del giorno
San [Padre] Pio di Pietrelcina (1887-1968), cappuccino
Ep 3, 698 ; AP ; in Buona giornata, 61

Cristo ci chiama alla conversione

         Di fronte alle tentazioni, comportati come una donna forte e combatti con l’aiuto del Signore. Se cadrai nel peccato, non rimanere là, scorraggiata e abbattuta. Umilia te stessa, senza tuttavia perdere coraggio ; abbassa te stessa, ma senza degradarti ; versa lacrime di contrizione sincere per lavare le tue imperfezioni e colpe, ma senza pure perdere la fiducia nella misericordia di Dio, che sarà sempre più grande della tua ingratitudine. Prendi la risoluzione di corregerti, ma senza presumere di te stessa, perché in Dio solo devi mettere la tua forza ; infine, riconosci sinceramente che se Dio non fosse la tua armatura e il tuo scudo, la tua imprudenza ti avrebbe portata a commettere ogni sorta di peccati.

         Non stupirti delle tue debolezze. Accetta piuttosto te stessa come sei ; vergognati delle tue infedeltà verso Dio, ma fidati di lui e abbandonati tranquillamente a lui, come un bambino nelle braccia di sua madre.

Concilio Vaticano II : « Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel Regno di Dio »

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20100822

XXI Domenica delle ferie del Tempo Ordinario – Anno C : Lc 13,22-30
Meditazione del giorno
Concilio Vaticano II
Lumen Gentium, §1-2

« Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel Regno di Dio »

        Cristo è la luce delle genti : questo santo Concilio, adunato nello Spirito Santo, desidera dunque ardentemente, annunciando il Vangelo ad ogni creatura (Mc 16, 15), illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul volto della Chiesa…

        L’eterno Padre, con liberissimo e arcano disegno di sapienza e di bontà, creò l’universo ; decise di elevare gli uomini alla partecipazione della sua vita divina ; dopo la loro caduta in Adamo non li abbandonò, ma sempre prestò loro gli aiuti per salvarsi, in considerazione di Cristo redentore, « il quale è l’immagine dell’invisibile Dio, generato prima di ogni creatura » (Col 1, 15). Tutti infatti quelli che ha scelto, il Padre fino dall’eternità « li ha distinti e li ha predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli » (Rm 8, 29). I credenti in Cristo, li ha voluti chiamare a formare la santa Chiesa, la quale, già annunciata in figure sino dal principio del mondo, mirabilmente preparata nella storia del popolo d’Israele e nell’antica Alleanza, stabilita infine « negli ultimi tempi », è stata manifestata dall’effusione dello Spirito e avrà glorioso compimento alla fine dei secoli. Allora, infatti, come si legge nei santi Padri, tutti i giusti, a partire da Adamo, « dal giusto Abele fino all’ultimo eletto », saranno riuniti presso il Padre nella Chiesa universale.

San Giovanni Crisostomo: «Chi si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato»

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20100821

Sabato della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 23,1-12
Meditazione del giorno
San Giovanni Crisostomo (circa 345-407), vescovo d’Antiochia poi di Costantinopoli, dottore della Chiesa
Sull’incomprensibilità di Dio, 5, 6-7 : PG 48, 745-746

«Chi si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà sarà innalzato»

        Non c’è umiltà nel considerarsi peccatore, se lo siamo effettivamente. Ma l’umiltà esiste quando uno è consapevole di aver fatto quantità di grandi cose, eppure non ne concepisce alcun’alta opinione di se ; quando, essendo simile a Paolo fino a poter dire : « Non sono consapevole di colpa alcuna », aggiunge subito : « non per questo sono giustificato » (1 Cor 4, 4) o anche : « Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io » (1 Tm 1, 15). In questo consiste l’umiltà : a dispetto della grandezza dei nostri atti, abbassarci in spirito.

        Dio, però, a motivo del suo amore indicibile per gli uomini, accoglie e riceve non soltanto coloro che si umiliano in questo modo, ma anche coloro che ammettono francamente le loro colpe, e si mostra favorevole e benevolo verso coloro che sono in tali disposizioni. E affinché tu impari quanto è buono non avere un’alta opinione di te stesso, immaginati due carri. A uno, attacca la virtù e la superbia, all’altro, il peccato e l’umiltà. Vedrai il tiro del peccato distanziare quello della virtù, non certo grazie alla propria potenza, ma grazie alla forza dell’umiltà che lo accompagna. E vedrai l’altro sorpassato, non a causa della debolezza della virtù, ma a causa del peso e dell’enormità della superbia. Infatti, come l’umiltà, grazie alla sua immensa forza di elevazione, trionfa della pesantezza del peccato e, per prima, sale al cielo, così la superbia, a causa del suo gran peso e della sua enormità, riesce a spuntarla sull’agilità della virtù e trascinarla facilmente verso il basso.

San Basilio: « Questo è il primo dei comandamenti… E il secondo è simile al primo »

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20100820

Venerdì della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 22,34-40
Meditazione del giorno
San Basilio (circa 330-379), monaco e vescovo di Cesarea in Cappadocia, dottore della Chiesa
Regole più ampie, § 3

« Questo è il primo dei comandamenti… E il secondo è simile al primo »

        Abbiamo ricevuto il precetto di amare il prossimo come noi stessi. Ma Dio non ci ha forse dato anche una propensione naturale a farlo ? … Nulla è più conforme alla nostra natura che vivere insieme, cercarci l’un l’altro e amare il proprio simile. Il Signore domanda dunque i frutti di quello di cui ha deposto il germoglio in noi, dicendo : « Vi do un comandamento nuovo : che vi amiate gli uni gli altri » (Gv 13, 34).

        Nello scopo di eccitare la nostra anima ad obbedire a questo precetto, non ha voluto che si trovasse la marca dei suoi discepoli in prodigi o in opere straordinarie, sebbene essi ne avessero ricevuto il dono nello  Spirito Santo. Invece, dice : « Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri » (Gv 13, 35). E mette fra i due comandamenti un nesso così stretto, da guardare come fatta a lui ogni opera buona fatta al prossimo : « Perché io ho avuto sete, dice, e mi avete dato da bere ». E aggiunge : « Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me » ( Mt 25, 35-40).

        L’osservanza del primo comandamento contiene dunque anche l’osservanza del secondo, e mediante il secondo, si torna al primo. Chi ama Dio amerà pertanto il prossimo. « Se uno mi ama, dice il Signore, osserverà la mia parola ». « Questo è il mio comandamento : che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati » (Gv 14, 23 ; 15, 12). Lo ripeto : chi ama il prossimo compie il suo dovere di amore verso Dio, perché Dio ritiene questo dono fatto a lui.

San Gregorio Magno : « Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell’Agnello » (Ap 19,9)

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20100819

Giovedì della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 22,1-14
Meditazione del giorno
San Gregorio Magno (circa 540-604), papa, dottore della Chiesa
Omelie, 38

« Beati gli invitati al banchetto delle nozze dell’Agnello » (Ap 19,9)

        Avete capito chi è questo re, padre di un figlio, re anche lui ? È colui di cui diceva il salmista : « Dio, da’ al re il tuo giudizio, al figlio del re la tua giustizia » (Sal 72, 1). « Fece un banchetto di nozze per suo figlio ». Il Padre dunque ha celebrato le nozze del re suo Figlio, quando ha unito a lui la Chiesa nel mistero dell’Incarnazione. E il seno della Vergine Madre è stato la stanza nuziale di questo Sposo. Perciò il salmo dice ancora : « Là pose una tenda per il sole che esce come sposo dalla stanza nuziale » (Sal 19, 6).

        Quindi ha mandato i suoi servi ad invitare i suoi amici alle sue nozze. Li ha mandati una prima volta, e una seconda volta, cioè ha mandato prima i profeti, poi gli apostoli, per annunciare l’Incarnazione del Signore… Per mezzo dei profeti, ha annunciato come futura l’Incarnazione di suo Figlio unigenito, e per mezzo degli apostoli, l’ha predicata, una volta compiuta.

        « Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari ». Andare al proprio campo, è dedicarsi senza ritegno ai compiti di quaggiù. Andare ai propri affari, è cercare avidamente il proprio profitto negli affari di questo mondo. L’uno e l’altro trascurano di pensare al mistero dell’Incarnazione del Verbo e di conformarvi la propria vita. Più grave ancora, certuni, non contenti di disprezzare il favore di colui che li ha chiamati, lo perseguitano… Tuttavia, il Signore non lascerà posti vuoti al banchetto delle nozze del re suo Figlio. Manda a cercare altri convitati. Infatti la parola di Dio, benché rimanga ancora sconosciuta da molti, troverà una buona volta dove riposare.

        Ma voi, fratelli, che per mezzo della grazia di Dio, siete già entrati nella sala del banchetto, cioè nella santa Chiesa, esaminatevi attentamente, per paura che, entrando nella sala, il re trovi qualcosa da rimprovere all’abito della vostra anima.

Sant’Ireneo di Lione: « Vieni e seguimi »

dal sito:

http://www.levangileauquotidien.org/main.php?language=IT&module=commentary&localdate=20100817

Martedì della XX settimana delle ferie del Tempo Ordinario : Mt 19,23-30
Meditazione del giorno
Sant’Ireneo di Lione (circa130-circa 208), vescovo, teologo e martire
Contro le eresie, libro IV, 14,1 ; SC 100, 537

« Vieni e seguimi »

Per aver seguito la Parola di Dio, cioè la sua chiamata, spontaneamente e liberamente nella generosità della sua fede, Abramo è divenuto l’amico di Dio (Gc 2,23). Non a motivo di una qualsiasi indigenza il Verbo di Dio si è acquistato l’amicizia di Abramo, essendo lui perfetto fin da principio ; « Prima che Abramo fosse, Io sono » disse (Gv 8,58). Era invece perché lui che è buono, potesse concedere ad Abramo la vita eterna… Infatti l’amicizia di Dio concede l’immortalità a quanti vi si dispongono debitamente… In principio Dio plasmò Adamo, non perché avesse bisogno dell’uomo, ma per aver qualcuno su cui effondere i suoi benefici…

Egli ci domandò di seguirlo non perché avesse bisogno del nostro servizio, ma per dare a noi stessi la salvezza. Seguire il Salvatore, infatti, è partecipare della salvezza, come seguire la luce significa essere circonfusi di chiarore. Chi è nella luce non è certo lui a illuminare la luce e a farla risplendere, ma è la luce che rischiara lui e lo rende luminoso… Dio accorda i suo benefici a coloro che lo servono per il fatto che lo servono, e a coloro che lo seguono per il fatto che lo seguono, ma non ne trae alcuna utilità.

Dio ricerca il servizio degli uomini per avere la possibilità, lui che è buono e misericordioso, di riversare i suoi benefici su quelli che perseverano nel suo servizio. Mentre Dio non ha bisogno di nulla, l’uomo ha bisogno della comunione con Dio. La gloria dell’uomo consiste nel perseverare al servizio di Dio. E per questo il Signore diceva ai suoi discepoli : « Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi » (Gv 15,10), mostrando così che… per il fatto che seguivano il Figlio di Dio, erano da lui glorificati. E ancora : « Voglio che siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria » (Gv 17,24).

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