SALMO 144 (145) LODE A DIO NELLA MAESTÀ E NELLA TENEREZZA
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SALMO 144 (145) LODE A DIO NELLA MAESTÀ E NELLA TENEREZZA
Lode. Di Davide
Alef O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome in eterno e per sempre.
Bet
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Ghimel
Grande è il Signore e degno di ogni lode;
senza fine è la sua grandezza.
Dalet
Una generazione narra all’altra le tue opere,
annuncia le tue imprese.
He
Il glorioso splendore della tua maestà
e le tue meraviglie voglio meditare.
Vau
Parlino della tua terribile potenza:
anch’io voglio raccontare la tua grandezza.
Zain
Diffondano il ricordo della tua bontà immensa,
acclamino la tua giustizia.
Het
Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Tet
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.
Iod
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Caf
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza,
Lamed
per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Mem
Il tuo regno è un regno eterno,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.
Nun
Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Samec
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.
Ain
Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa
e tu dai loro il cibo a tempo opportuno.
Pe
Tu apri la tua mano
e sazi il desiderio di ogni vivente.
Sade
Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Kof
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.
Res
Appaga il desiderio di quelli che lo temono,
ascolta il loro grido e li salva.
Sin
Il Signore custodisce tutti quelli che lo amano,
ma distrugge tutti i malvagi.
Tau
Canti la mia bocca la lode del Signore
e benedica ogni vivente il suo santo nome,
in eterno e per sempre.
Commento
Molti sono i frammenti di altri salmi che entrano nella composizione di questa composizione, che tuttavia risulta bellissima nella sua forma alfabetica e ricca di stimoli alla fede, alla speranza, alla pietà, alla lode.
Il salmo è uno dei più recenti del salterio, databile nel III o II secolo a.C.
Esso inizia rivolgendosi a Dio quale re: “O Dio, mio re, voglio esaltarti (…) in eterno e per sempre”. “In eterno e per sempre”, indica in modo incessante e continuativo nel tempo.
Segue uno sguardo su come la trasmissione, di generazione in generazione, delle opere di Dio non sia sentita solo come fatto prescritto (Cf. Es 13,14), ma come gioia di comunicazione, poiché le opere di Dio sono affascinanti: “Il glorioso splendore della tua maestà e le tue meraviglie voglio meditare. Parlino della tua terribile potenza: anch’io voglio raccontare la tua grandezza. Diffondano il ricordo della tua bontà immensa, acclamino la tua giustizia ». Il salmista fa un attimo di riflessione sulla misericordia di Dio, riconoscendo la sua pazienza verso il suo popolo. E’ il momento dell’umiltà. La lode non può essere disgiunta dall’umile consapevolezza di essere peccatori: “Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature“. “Su tutte le creature”, cioè su tutti gli uomini, e pure sugli animali (Cf. Ps 35,7; 103,21).
Il salmista desidera che tutte le opere di Dio diventino lode a Dio sul labbro dei fedeli: “Ti lodino, Signore, tutte le tue opere e ti benedicano i tuoi fedeli. Dicano la gloria del tuo regno…”. “Tutte le tue opere”, anche quelle inanimate (Cf. Ps 148). Il significato profondo di questo invito cosmico sta nel fatto che, il salmista vede le creature come bloccate da una cappa buia posta dalle divinizzazioni pagane. Il salmista desidera che esse siano libere da quella cappa, che nega loro la glorificazione del Creatore.
La lode a Dio sul labbro dei fedeli diventa annuncio a tutti gli uomini: “Per far conoscere agli uomini le tue imprese e la splendida gloria del tuo regno”. “Il regno” (malkut) è Israele e le “imprese” sono quelle della liberazione dall’Egitto, ecc. Terminata la successione monarchica dopo la deportazione a Babilonia, Israele, pur senza scartare minimamente la tensione verso il futuro re, il Messia, si collegò alla tradizione premonarchica dove il re era unicamente Dio. Nel libro dell’Esodo si parla di Israele come regno (19,6): “Un regno di sacerdoti e una nazione santa”. Israele come regno di Dio si manifesta in modo evidente mediante l’osservanza della legge data sul Sinai; ma Israele non è solo suddito di Dio, ma anche figlio (Cf. Es 4,22).
Il salmista continua a celebrare la bontà di Dio verso gli uomini: “Giusto è il Signore in tutte le sue vie (…). Il Signore custodisce tutti quelli che lo amano, ma distrugge tutti i malvagi”.
Il salmista termina la sua composizione esortandosi alla lode a Dio e invitando, in una visione universale, “ogni vivente” a benedirlo: “Canti la mia bocca la lode del Signore e benedica ogni vivente il suo santo nome, in eterno e per sempre”. “Ogni vivente”; anche gli animali, le piante – ovviamente a loro modo – celebrano la gloria di Dio (Cf. Ps 148,9-10).
Il cristiano nella potenza dello Spirito Santo annuncia le grandi opere del Signore (At 2,11), che sono quelle relative a Cristo: la salvezza, la liberazione dal peccato, ben più alta e profonda di quella dall’Egitto; il regno di Dio posto nel cuore dell’uomo e tra gli uomini in Cristo, nel dono dello Spirito Santo; i cieli aperti, il dono dei sacramenti, massimamente l’Eucaristia.