Archive pour la catégorie 'BEATO GIACOMO ALBERIONE'

Dom Jeaques Alberione : Prière du travailleur

dal sito:

http://www.alberione.org/beatificazione/DonAlberione/preghiera_fra.htm#Sainte

Dom Jeaques Alberione  – Prière

Prière du travailleur

Jésus, divin ouvrier et ami des ouvriers, jette un regard bienveillant sur le monde du travail. Nous te présentons les besoins de tous ceux et celles qui se livrent à un travail physique ou intellectuel. Tu connais le poids de notre vie remplie de fatigues, de souffrances physiques et morales et de dangers. Redis-nous tes paroles: « J’ai pitié de ce peuple. » Réconforte-nous par les mérites et l’intercession de saint Joseph, modèle des travailleurs et des artisans.
  
Donne-nous la sagesse, la vertu et l’amour qui animaient tes journées de labeur. Inspire-nous des sentiments de foi, de paix, de modération et d’économie de sorte que nous ne cherchions pas seulement le pain quotidien mais les biens spirituels et le paradis. Délivre-nous de ceux qui visent à nous ravir le don de la foi et la confiance en la Providence. Sauve-nous de ceux qui violent les droits de la personne humaine et portent atteinte à sa dignité. Inspire des lois sociales conformes au magistère de l’Église. Que les classes sociales s’entraident sincèrement à faire régner la charité et la justice. Que le Pape, vicaire du Christ, soit considéré comme maître de doctrine sociale pour assurer au travailleur la promotion personnelle, la possession du royaume des cieux promis en héritage aux pauvres en esprit. Amen.
 

Don Alberione: Prière à saint Paul

dal sito:

http://www.alberione.org/beatificazione/DonAlberione/preghiera_fra.htm#Sainte

Don Alberione

Prière à saint Paul

Ô saint Apôtre, toi qui as instruit tous les hommes par ta doctrine et par ta charité; regarde-nous avec bienveillance. Nous attendons tout de ton intercession auprès du Maître divin et de Marie, Reine des apôtres.
  
Toi qui fus l’apôtre des nations, fais que nous vivions de foi, que l’espérance soit notre salut, que la charité règne en nous. Toi que Dieu a choisi, obtiens-nous la docilité à la grâce afin qu’elle agisse en nous. Fais que nous te connaissions, t’aimions et t’imitions de plus en plus; que nous soyons des membres vivants de l’Église, Corps mystique de Jésus Christ. Suscite des apôtres en grand nombre ! Qu’ils soient saints. Que le feu d’une charité authentique embrase le monde. Que tous te connaissent et glorifient Dieu et le Maître divin, Voie, Vérité et Vie.
  
Seigneur Jésus, toi qui sais que nous ne nous fions pas à nos forces, par ta miséricorde, par l’intercession puissante de saint Paul, notre maître et notre père, accorde-nous d’être délivrés de tout mal.

Don Alberione e il suo carisma: « Afferrato » da san Paolo

dal sito:

http://www.sanpaolo.org/vita/0904vp/0904vp60.htm

Don Alberione e il suo carisma
« Afferrato » da san Paolo

di ELISEO SGARBOSSA     
 
    « San Paolo oggi vivente » è il filo conduttore dell’Anno dedicato all’Apostolo. È l’occasione favorevole per attualizzare il carisma alberioniano, che è un dono non soltanto per la Famiglia paolina, ma per la tutta Chiesa.
   
Nell’opuscolo autobiografico Abundantes divitiæ don Alberione racconta: «San Paolo: il santo dell’universalità. L’ammirazione e la divozione cominciarono specialmente dallo studio e dalla meditazione della Lettera ai Romani. Da allora la personalità [dell’Apostolo], la santità, il cuore, l’intimità con Gesù, la sua opera nella Dogmatica e nella Morale, l’impronta lasciata nell’organizzazione della Chiesa, il suo zelo per tutti i popoli, furono soggetti di meditazione. Gli parve veramente l’Apostolo: dunque ogni apostolo ed ogni apostolato potevano prendere da Lui. A san Paolo venne consacrata la Famiglia» (AD 64).

La Famiglia paolina esisteva allora soltanto nella mente del giovane seminarista, già consapevole della propria vocazione speciale fin dalla notte santa di fine secolo, quando «una particolare luce venne dall’Ostia santa, maggior comprensione dell’invito di Gesù « venite ad me omnes »; gli parve di comprendere il cuore del grande Papa [Leone XIII], gli inviti della Chiesa, la missione vera del Sacerdote [...], il dovere di essere gli Apostoli di oggi [...] Si sentì profondamente obbligato a prepararsi a far qualcosa per il Signore e gli uomini del nuovo secolo con cui sarebbe vissuto» (AD 15). In tale prospettiva il chierico Alberione orientò i suoi studi, privilegiando le ricerche storiche. E in questo percorso si incontrò con l’Apostolo. Era un primo incontro, che solo più tardi si sarebbe approfondito in una forte amicizia e in un totale coinvolgimento della vita.

Una diecina di anni dopo, nel 1914, don Alberione fu in grado di realizzare il suo sogno apostolico, con la fondazione della « Scuola tipografica », primo nucleo della congregazione maschile, e nel 1915, con l’avvio del « Laboratorio femminile », prima denominazione delle Figlie di San Paolo. Sette anni ancora, e il Fondatore nel 1921 può dire: «Finalmente [...] vi è un numero sufficiente di persone che si sono legate come in una società di anime, di volontà, di cuori, per l’opera della Stampa Buona. [...] Ora si deve cominciare. Perciò la Casa prende il suo vero nome: Pia Società San Paolo» (Unione Cooperatori Buona Stampa, 15 luglio 1921).

Santità e apostolato in Paolo

Ecco la novità: la « società di anime » consacrate per la buona stampa ha il nome dell’apostolo san Paolo. Ma è solo un nome convenzionale? Perché san Paolo e non altri? La spiegazione fu data in termini espliciti dallo stesso Fondatore: «Prima di mettere l’Istituto sotto la protezione di san Paolo apostolo si è pregato molto. Si voleva un Santo che eccellesse in santità e nello stesso tempo fosse esempio di apostolato. San Paolo ha unito in sé la santità e l’apostolato» (Pred. SP 302). Santità e apostolato. Prego di ricordare questo binomio, che costituisce il cuore del carisma alberioniano, come vedremo fra poco.

Un’altra domanda possiamo rivolgerci: di chi fu la scelta di Paolo come patrono dell’istituzione? Fu forse di don Alberione, o gli pervenne da altri? Essa in realtà fu un dono dall’alto, una ispirazione. «È stata una vera ispirazione mettere la Famiglia [paolina] sotto la protezione di san Paolo; in un istante; illuminazione» (Alle Pie Discepole, 1961). La figura dell’apostolo Paolo ha sempre ispirato il pensiero e l’azione apostolica del beato Giacomo Alberione: «Vivere e dare al mondo Gesù Cristo Via e Verità e Vita». E ancora: «Una grande grazia ci ha fatto il Signore nel darci per padre, maestro, modello, amico, protettore san Paolo. Egli è un miracolo di dottrina, un prodigio di zelo, un eroe in ogni virtù. Egli fu convertito per un favore straordinario, egli ha lavorato più di tutti gli altri apostoli, egli ha illuminato il mondo con lo splendore della sua dottrina e dei suoi esempi». Così in uno scritto del 1918 (Introduzione a Un mese a san Paolo).

Dunque fin dai primi tempi don Alberione intese come protagonista l’apostolo Paolo: padre, maestro, modello, amico, protettore per ogni paolino. Si tratta di una convinzione che ha accompagnato il Fondatore per tutta la vita, fino a fargli scrivere, nella « storia carismatica » (Abundantes divitiæ, 1954), le note parole testamentarie: «Questa seconda storia [della propria insufficienza] ha prodotto in lui una profonda persuasione, e ne fa viva preghiera: tutti devono considerare solo come padre, maestro, esemplare, fondatore san Paolo apostolo. Lo è, infatti. Per lui è nata [la Famiglia paolina], da lui fu alimentata e cresciuta, da lui ha preso lo spirito [...]» (AD 2).

Tale persuasione è confermata in un altro scritto del 1954, in cui don Alberione esprime gratitudine al Signore e ribadisce la certezza che il « vero Fondatore » è san Paolo: «La riconoscenza più viva va a Gesù, Maestro divino, nel suo Sacramento di luce e di amore; alla Regina Apostolorum, Madre nostra e di ogni apostolato; a san Paolo apostolo, che è il vero Fondatore dell’istituzione. Infatti egli ne è il padre, maestro, esemplare, protettore. Egli si è fatta questa famiglia con un intervento così fisico e spirituale che neppure ora, a rifletterci, si può intendere bene; e tanto meno spiegare.

«Tutto è suo. Di lui, il più completo interprete del Maestro divino, che applicò il Vangelo alle nazioni e chiamò le nazioni a Cristo. Di lui, la cui presenza nella teologia, nella morale, nell’organizzazione della Chiesa, nelle adattabilità dell’apostolato e dei suoi mezzi ai tempi è vivissima e sostanziale; e rimarrà tale sino alla fine dei secoli. Tutto mosse, tutto illuminò, tutto nutrì; ne fu la guida, l’economo, la difesa, il sostegno; ovunque la Famiglia paolina si è stabilita. Meritava la prima chiesa e la bella « gloria » che lo riproduce nel suo apostolato e nella sua paternità rispetto ai paolini. Non è avvenuto come quando si elegge un protettore per una persona, o istituzione. Non è che noi lo abbiamo eletto; è, invece, san Paolo che ha eletto noi. La Famiglia paolina deve essere san Paolo oggi vivente, secondo la mente del Maestro divino; operante sotto lo sguardo e con la grazia di Maria Regina Apostolorum» (San Paolo, luglio-agosto 1954).

Triplice funzione dell’Apostolo

Di più: a san Paolo viene ancora attribuita la triplice funzione di padre, maestro, protettore e, addirittura, mediatore sacramentale: «San Paolo apostolo è il nostro padre, maestro, protettore. Egli ha fatto tutto. Questa si chiama Opera di san Paolo; il senso è quello inteso come quando si dice: il giovane tale è di Pietro, cioè è figlio di Pietro [...] La vita della Famiglia paolina viene dall’eucaristia; ma comunicata da san Paolo» (San Paolo, agosto-settembre 1954). Con tale patrocinio non devono dunque spaventarci le nostre debolezze e insufficienze. Lo stesso san Paolo, afferma don Alberione, «descrisse con efficacia la deplorevole debolezza della condizione umana: « Io non faccio il bene che voglio e faccio il male che non voglio [...] » (cf Rm 7,19s.). Ma il rimedio sta nella grazia della redenzione, per cui la debolezza non impedisce la santità. Per san Paolo la santità è la maturità piena dell’uomo, l’uomo perfetto [...]» (San Paolo, settembre 1954).


Che farebbe oggi san Paolo?

Don Alberione, in un opuscolo del 1954, si pose la celebre domanda che fu dell’arcivescovo tedesco Wilhelm von Ketteler verso la metà dell’Ottocento: «Se San Paolo vivesse oggi [...] che farebbe?». E rispose allargando il discorso sull’intera Famiglia paolina: «Essa si propone di rappresentare e vivere san Paolo, oggi; pensando, zelando, pregando e santificandosi come farebbe san Paolo, se, oggi, vivesse. Egli visse i due precetti dell’amore verso Dio e verso il prossimo in una maniera così perfetta da mostrare in sé il Cristo stesso: « Vive in me Cristo » (Gal 2,20). Egli si è fatta la Società San Paolo, di cui è il fondatore. Non la Società San Paolo elesse lui, ma egli elesse noi; anzi ci generò: « Sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il Vangelo » (1Cor 4,15).

«Se san Paolo vivesse», prosegue don Alberione, «continuerebbe ad ardere di quella duplice fiamma, di un medesimo incendio, lo zelo per Dio ed il suo Cristo, e per gli uomini d’ogni paese. E per farsi sentire salirebbe sui pulpiti più elevati e moltiplicherebbe la sua parola con i mezzi del progresso attuale: stampa, cine, radio, televisione. Non sarebbe la sua dottrina fredda ed astratta. Quando egli arrivava, non compariva per una conferenza occasionale: ma si fermava e formava: ottenere il consenso dell’intelletto, persuadere, convertire, unire a Cristo, avviare ad una vita pienamente cristiana [...].

«Egli dice ai paolini: Conoscete, amate, seguite il Divino Maestro Gesù. « Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo! » (1Cor 11,1). Questo invito è generale, per tutti i fedeli e devoti suoi. Per noi vi è di più, giacché siamo figli. I figli hanno la vita dal padre; vivere perciò in lui, da lui, per lui, per vivere Gesù Cristo. Sono per noi appropriate le parole ai suoi figli di Tessalonica, ai quali ricorda di essersi fatto per loro forma: « Per darvi noi stessi come esempio da imitare ». Gesù Cristo è il perfetto originale; Paolo fu fatto e si fece per noi forma; onde in lui veniamo forgiati, per riprodurre Gesù Cristo. San Paolo forma non lo è per una riproduzione fisica di sembianze corporali, ma per comunicarci al massimo la sua personalità: mentalità, virtù, zelo, pietà [...] tutto. La Famiglia paolina, composta di molti membri sia Paolo vivente in un corpo sociale.

Un proposito per tutti

«Conoscere e meditare san Paolo nella vita, opere, lettere; onde pensare, ragionare, parlare, operare secondo lui; e invocare la sua paterna assistenza» (San Paolo, settembre 1954). Troviamo qui in sintesi tutti i motivi per cui san Paolo è divenuto, per grazia prima che per scelta, il patrono, il modello e l’ispiratore della Famiglia paolina. Possiamo aggiungere che l’Apostolo incarna per don Alberione il « carisma di fondazione » nel suo duplice versante: della spiritualità e dell’apostolato. Il documento Mutuæ Relationes tra vescovi e religiosi spiega: «Il carisma dei fondatori si rivela come una esperienza dello Spirito, trasmessa ai propri discepoli per essere da questi vissuta, custodita, approfondita e costantemente sviluppata in sintonia con il Corpo di Cristo in perenne crescita». Tale esperienza dello Spirito costituisce come l’anima delle istituzioni e la loro « indole propria », la quale poi «comporta anche uno stile particolare di santificazione e di apostolato» (MR 11).

I due versanti del carisma

1. Il versante spirituale. Quando il giovane Alberione si pose ai piedi del tabernacolo, nella lunga adorazione notturna del 31 dicembre 1900, percepì il senso e i dati fondamentali della propria vocazione, così come li riassunse in Abundantes divitiae 13-21. Egli comprese la missione vera del sacerdote, il modo di esercitarla più efficacemente come « apostoli di oggi », e pregò che la Chiesa avesse un nuovo slancio missionario sullo stile di san Paolo. Questa la componente spirituale del carisma, che impronta innanzitutto lo « stile particolare » della santità.

2. Il versante apostolico. La seconda qualità del carisma alberioniano è la ri-attualizzazione della vita e della missione dell’apostolo Paolo. «La Famiglia paolina è suscitata da san Paolo per continuare la sua opera; è san Paolo, vivo, ma che oggi è composto di tanti membri [...] E se vivesse oggi, che farebbe? [...] Adopererebbe i più alti pulpiti eretti dal progresso odierno [...]: per il vangelo di Gesù Cristo» (Alle FSP, 1955). Dunque il carisma fondazionale non fu solo una scelta pastorale o solo un dono dello Spirito riguardante la sorgente interiore e le modalità dell’apostolato moderno; fu anzitutto un dono di comprensione del mondo moderno, della sua realtà drammatica dal punto di vista religioso e culturale. Non si dimentichi in qual misura il giovane Alberione aveva sperimentato la tragedia della cultura atea…

Fu allora che la coscienza straordinariamente vigile del « convertito » Giacomo ebbe la percezione della posta in gioco e delle enormi possibilità offerte dai mezzi moderni per la promozione di una cultura ispirata al Vangelo. E la certezza che la nuova cultura sarà tanto umana e salvifica nella misura in cui sarà « integralmente cristiana », cioè se attingerà tutti i valori del « Cristo integrale »: Via e Verità e Vita (Maestro di dottrina e guida morale, Modello e Mediatore, Sacerdote e liturgo universale). Il concetto di « integralità » è essenziale nella visione apostolica di don Alberione, e significa che tutto il mistero di Cristo dev’essere comunicato a tutto l’uomo, in tutte le sue componenti, con tutti i mezzi più aggiornati di ricerca e di trasmissione. Strumento tecnico e pastorale di questa impresa apostolica, ispirata a Paolo, il « Santo dell’universalità », è il sistema moderno dei media, assunti come veicoli sacramentali del Verbo eterno, secondo la teologia dell’Incarnazione e l’immagine esemplare di san Paolo.

Eliseo Sgarbossa
 

Festa del Beato Giacomo Alberione – Liturgia delle Ore: Ufficio delle Letture, Lodi, Vespri

da sito:

http://www.paulus.net/index.php?option=com_content&task=view&id=25&Itemid=42

Liturgia per la Festa del Beato Giacomo Alberione   

LITURGIA DELLE ORE

INVITATORIO

Ant.
Nella festa del beato Giacomo Alberione
lodiamo il Signore nostro Dio.

Salmo invitatorio.

UFFICIO DELLE LETTURE
INNO

O eterna Sorgente d’amore
da te ogni cosa fluisce;
per te anche il nome fiorisce
di Giacomo tuo strumento.

La notte che avvolge due secoli
si accende a metà del suo corso:
di luce divina risplende
il volto del santo tuo servo.

E ancor nella notte del dubbio
è un’onda di luce la voce:
“Io sono con voi. Non temete!
Vivete con me nella pace”.

Lo sguardo rivolto a Maria,
formato alla scuola di Paolo,
il “padre” che a noi hai donato
addita il Maestro e il Pastore.

Fedeli al tuo “patto” d’amore,
la luce dell’Ostia accogliamo;
nutriti del Verbo annunciamo
a tutti il Vangelo che salva.

A te, Dio Padre, sia gloria,
onore al Maestro e Pastore,
al Santo Paraclito amore
nel tempo e nei secoli eterni.

Antifone, salmi e versetto dal Comune dei Pastori.

PRIMA LETTURA

Dalla prima lettera ai Corinti di san Paolo, apostolo 2,1-16

Fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso. Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.

 Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla; parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Sta scritto infatti:
 Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,
 né mai entrarono in cuore di uomo,
 queste ha preparato Dio per coloro che lo amano (Is 64,4).

Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. L’uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. L’uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno.
 Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Signore
  in modo da poterlo dirigere? (Sap 9,13; Is 40,13).

Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo.

RESPONSORIO  Cf 1Cor 1,21-25

R.  E’ piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. * Noi predichiamo Cristo crocifisso.
V.  La stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, la debolezza di Dio è più forte degli uomini:
R.  noi predichiamo Cristo crocifisso.

SECONDA LETTURA

Dall’opera autobiografica “Abundantes divitiae gratiae suae” del beato Giacomo Alberione (Ed. San Paolo, Roma, 1998, nn. 13-20).

Una particolare luce venne dall’Ostia santa

La notte che divise il secolo scorso dal corrente [il secolo XIX dal secolo XX] fu decisiva per la specifica missione e spirito particolare in cui sarebbe nato e vissuto il suo futuro apostolato. Si fece l’adorazione solenne e continuata in Duomo (Alba), dopo la Messa solenne di mezzanotte, innanzi a Gesù esposto.
Aveva letto l’invito di Leone XIII a pregare per il secolo che incominciava. Il Papa parlava delle necessità della Chiesa, dei nuovi mezzi del male, del dovere di opporre stampa a stampa, organizzazione ad organizzazione, della necessità di far penetrare il Vangelo nelle masse, delle questioni sociali.
Una particolare luce venne dall’Ostia santa, maggior comprensione dell’invito di Gesù “venite ad me omnes”; gli parve di comprendere il cuore del grande Papa, gli inviti della Chiesa, la missione vera del sacerdote. Si sentì profondamente obbligato a prepararsi a far qualcosa per il Signore e gli uomini del nuovo secolo con cui sarebbe vissuto.
Ebbe senso abbastanza chiaro della propria nullità, ed insieme sentì “vobiscum sum usque ad consummationem saeculi” nell’Eucaristia, e che in Gesù-Ostia si poteva aver luce, alimento, conforto, vittoria sul male.
Vagando con la mente nel futuro gli pareva che nel nuovo secolo anime generose avrebbero sentito quanto egli sentiva. Aveva già egli confidenze di compagni chierici; egli con loro, loro con lui, tutti attingendo dal Tabernacolo.
La preghiera durò quattro ore dopo la Messa solenne: che il secolo nascesse in Cristo-Eucaristia; che nuovi apostoli risanassero le leggi, la scuola, la letteratura, la stampa, i costumi; che la Chiesa avesse un nuovo slancio missionario; che fossero bene usati i nuovi mezzi di apostolato; che la società accogliesse i grandi insegnamenti delle encicliche di Leone XIII, specialmente riguardanti le questioni sociali e la libertà della Chiesa.
L’Eucaristia, il Vangelo, il Papa, il nuovo secolo, i mezzi nuovi, la necessità di una nuova schiera di apostoli gli si fissarono così nella mente e nel cuore, che poi ne dominarono sempre i pensieri, la preghiera, il lavoro interiore, le aspirazioni. Si sentì obbligato a servire la Chiesa, gli uomini del nuovo secolo e operare con altri, in organizzazione. 

RESPONSORIO  Ef 3, 8-10

R.  A me, che sono l’infimo di tutti i santi, è stata concessa questa grazia di annunziare ai Gentili le imperscrutabili ricchezze di Cristo  *  e far risplendere agli occhi di tutti qual è l’adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore dell’universo,
V.  perché sia manifestata ora, per mezzo della Chiesa, la multiforme sapienza di Dio,
R.  e far risplendere agli occhi di tutti qual è l’adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, creatore dell’universo.

Inno Te Deum.

ORAZIONE

O Padre, che hai suscitato nella Chiesa il beato Giacomo Alberione, sacerdote, per annunciare al mondo il tuo Figlio Via e Verità e Vita, con le molteplici forme della comunicazione, fa’ che, imitando il suo esempio, dedichiamo le nostre forze per portare il Vangelo a tutte le genti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.

LODI MATTUTINE

INNO
O Cristo, Verbo del Padre,
re glorioso fra i santi,
luce e salvezza del mondo,
in te crediamo.

Cibo e bevanda di vita,
balsamo, veste, dimora,
forza, rifugio, conforto,
in te speriamo.

Illumina col tuo Spirito
L’oscura notte del male,
orienta il nostro cammino
incontro al Padre. Amen.

Oppure un altro inno o canto adatto approvato dall’autorità ecclesiastica.

1 ant. Voi siete luce del mondo;
 come città costruita sul onte,
 non potere restare nascosti.

Salmi e cantico della dom., I sett.

2 ant. Risplenda la vostra luce davanti agli uomini:
 vedano le vostre opere buone
 e rendano gloria al Padre.

3 ant. Viva ed efficace è la parola di Dio,
più penetrante di una spada a due tagli.
 

LETTURA BREVE Eb 13,7-8
 Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; considerando attentamente l’esito del loro tenore di vita, imitatene la fede. Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine varie e peregrine.

RESPONSORIO BREVE
R.  Li hai posti come sentinelle, * vegliano sulla tua Chiesa.
Li hai posti come sentinelle, * vegliano sulla tua Chiesa.
V.  Giorno e notte annunziano i tuo nome,
vegliano sulla tua Chiesa.
 Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
 Li hai posti come sentinelle, * vegliano sulla tua Chiesa.

Ant. al Ben.
Non siete voi a parlare, ma parla in voi lo Spirito del Padre.

INVOCAZIONI

A Cristo Maestro e Pastore, che continua a passare per le vie del mondo soccorrendo le necessità e suscitando vocazioni sempre nuove, rivolgiamo la nostra supplica, per l’intercessione del beato Giacomo Alberione:

Gesù Maestro, Via Verità e Vita, abbi pietà di noi.

Tu hai illuminato dal Tabernacolo l’anima del giovane Alberione, rivelandogli il tuo desiderio di “attirare tutti a te”:
– fa’ che tutti gli uomini e le donne del nostro tempo accolgano la luce del Vangelo.

Tu hai destato nel cuore di Giacomo Alberione l’ansia apostolica di Paolo per la salvezza dei lontani:
– rendici sensibili e generosi alle chiamate di quanti vivono ai margini della tua Chiesa.

Tu hai dato al beato Giacomo Alberione il dono di passare costantemente dalla contemplazione all’azione:
– rendici ferventi nella preghiera e ardenti nell’apostolato.

Tu hai reso il nostro Fondatore un illuminato e paterno formatore di anime apostoliche:
– concedi a tutti i formatori discernimento vocazionale ed efficacia nella guida dei giovani loro affidati.

Tu hai dotato il beato Alberione di grande intraprendenza apostolica e, insieme, di docile obbedienza a tutti i superiori:
– concedi a tutti noi una cordiale fedeltà alle direttive del magistero ecclesiale.

Il nostro Fondatore ha promesso di essere sempre «servo della mirabile Famiglia Paolina, ora e in cielo», e di intercedere per tutti gli operatori della comunicazione sociale:
– dona ai novelli apostoli della evangelizzazione di giungere con lui nel Regno eterno.

Padre nostro…


ORAZIONE

O Padre, che hai suscitato nella Chiesa il beato Giacomo Alberione, sacerdote, per annunciare al mondo il tuo Figlio Via e Verità e Vita, con le molteplici forme della comunicazione, fa’ che, imitando il suo esempio, dedichiamo le nostre forze per portare il Vangelo a tutte le genti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.
 
VESPRI

INNO

Gesù, premio e corona
dei tuoi servi fedeli,
glorifica il tuo nome.

Concedi alla tua Chiesa,
che venera il beato Giacomo,
la vittoria sul male.

Seguendo le tue orme
sulla via della croce,
egli piacque a Dio Padre.

Sapiente e vigilante,
testimoniò il Vangelo
in parole ed in opere.

Dalla città dei santi,
dove regna glorioso,
ci guidi e ci protegga.

A te Cristo sia lode,
al Padre ed allo Spirito
nei secoli dei secoli. Amen.

Oppure, come all’Ufficio delle Letture.

Antifone e salmi dal Comune dei Pastori.

LETTURA BREVE RM 8,28-30

Noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.

RESPONSORIO BREVE

R.  Il Signore è giusto, * ama la giustizia.
Il Signore è giusto, * ama la giustizia.
V.  Guarda i buoni con amore,
ama la giustizia.
 Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Il Signore è giusto, * ama la giustizia.

Ant. al Magn.
Amministratore fedele e saggio,
messo dal Signore a capo della sua famiglia,
hai distribuito il cibo della vita.

Oppure:
Ti rendo grazie, o Cristo, buon pastore,
che mi hai guidato alla gloria:
il gregge che mi hai dato
sia con me nel tuo regno.

INTERCESSIONI

Uniti in preghiera con tutti i nostri fratelli e sorelle sparsi nel mondo, invochiamo con fede il Divino Maestro e Pastore, e diciamo:
Rendici tuoi discepoli, Signore, ed esaudiscici.

Tu ci hai chiamati, per bocca del nostro Fondatore, a rinnovare nella Chiesa lo slancio dei primi apostoli, per essere «San Paolo vivo oggi»:
– concedi a tutti i missionari del Vangelo santità e sapienza.

Alla scuola del beato Alberione, tu ci hai insegnato a coltivare «la preghiera prima di tutto, sopra tutto, vita di tutto»:
– insegnaci a cercare presso il tuo tabernacolo la luce e la forza del tuo Spirito.

Tu hai sostenuto nelle difficoltà il beato Alberione con l’assicurazione: «Io sono con voi. Non temete»:
– donaci la fede costante nella tua assistenza e il superamento di ogni timore.

Tu hai detto al tuo servo: «Di qui voglio illuminare»:
– fa’ che non poniamo ostacoli alla tua Luce, ma siamo trasparenti diffusori della Verità che salva.

Tu ci hai chiesto “un cuore penitente” e la piena fiducia nella tua misericordia:
– donaci il desiderio di una continua conversione e la consapevolezza della nostra povertà.
 
Tu hai ispirato a Don Alberione, morente, di lasciarci il suo testamento, con le ultime parole «Paradiso, paradiso!»:
– concedi ai nostri fratelli e sorelle defunti di godere il premio eterno con tutti i santi del cielo.

Padre nostro…

ORAZIONE
O Padre, che hai suscitato nella Chiesa il beato Giacomo Alberione, sacerdote, per annunciare al mondo il tuo Figlio Via e Verità e Vita, con le molteplici forme della comunicazione, fa’ che, imitando il suo esempio, dedichiamo le nostre forze per portare il Vangelo a tutte le genti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli.

COMPIETA
Dal giorno corrente.

Liturgia per la Festa del Beato Giacomo Alberione – Celebrazione Eucaristica – Festa per la Famiglia Paolin 26 novembre

dal sito:

http://www.paulus.net/index.php?option=com_content&task=view&id=25&Itemid=42

Liturgia per la Festa del Beato Giacomo Alberione    
  
26 novembre

BEATO GIACOMO ALBERIONE
Sacerdote e fondatore
Festa

CELEBRAZIONE EUCARISTICA
ANTIFONA D’INGRESSO  Sal 95/96, 3-4

Narrate tra i popoli la gloria del Signore, a tutte le nazioni dite i suoi prodigi; grande è il Signore e degno di ogni lode.

Si dice il Gloria.

COLLETTA

O Padre,
che hai suscitato nella Chiesa
il beato Giacomo Alberione, sacerdote,
per annunciare al mondo il tuo Figlio
Via e Verità e Vita,
con le molteplici forme della comunicazione,
fa’ che, imitando il suo esempio,
dedichiamo le nostre forze
per portare il Vangelo a tutte le genti.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio,
che è Dio, e vive e regna con te
nell’unità dello Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA   1Cor. 9,16-23

Fratelli, non è per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere per me: guai a me se non predicassi il vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato. Quale è dunque la mia ricompensa? Quella di predicare gratuitamente il vangelo senza usare del diritto conferitomi dal vangelo.
 Infatti, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: mi sono fatto Giudeo con i Giudei, per guadagnare i Giudei; con coloro che sono sotto la legge sono diventato come uno che è sotto la legge, pur non essendo sotto la legge, allo scopo di guadagnare coloro che sono sotto la legge. Con coloro che non hanno legge sono diventato come uno che è senza legge, pur non essendo senza la legge di Dio, anzi essendo nella legge di Cristo, per guadagnare coloro che sono senza legge. Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro.

Oppure  2Cor. 3,1-6
Fratelli, cominciamo forse di nuovo a raccomandare noi stessi? O forse abbiamo bisogno, come altri, di lettere di raccomandazione per voi o da parte vostra? La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini. E’ noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori.
 Questa è la fiducia che abbiamo per mezzo di Cristo, davanti a Dio. Non però che da noi stessi siamo capaci di pensare qualcosa come proveniente da noi, ma la nostra capacità viene da Dio, che ci ha resi ministri adatti di una Nuova Alleanza, non della lettera ma dello Spirito; perché la lettera uccide, lo Spirito dà vita.

SALMO RESPONSORIALE   Salmo 88/89

 Il Signore è fedele per sempre.

Canterò senza fine le grazie del Signore,
 con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli,
 perché hai detto:
«La mia grazia rimane per sempre»;
 la tua fedeltà è fondata nei cieli.

Dice il Signore:
 «Ho stretto un’alleanza con il mio eletto,
 ho giurato a Davide mio servo:
 stabilirò per sempre la tua discendenza,
 ti darò un trono che duri nei secoli».

 Ho trovato Davide, mio servo,
 con il mio santo olio l’ho consacrato;
 la mia mano è il suo sostegno,
 il mio braccio è la sua forza.

 La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui
 e nel mio nome si innalzerà la sua potenza.
 Egli mi invocherà: Tu sei mio padre,
 mio Dio e roccia della mia salvezza».

CANTO AL VANGELO

Alleluia, alleluia.
Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Alleluia. (Gv 14,6)

VANGELO Gv 14,1-14

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via».
 Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.
 In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».

PREGHIERA DEI FEDELI

Ammaestrati dall’esempio e dalle parole del beato Giacomo Alberione, eleviamo a Dio le nostre invocazioni per tutta l’umanità, riscattata dal sangue di Cristo e ancora assetata della sua verità, della sua guida, della sua vita divina.

Diciamo insieme: Ascoltaci, Signore.

1. Per il popolo di Dio, perché accolga il messaggio di salvezza recato dal divino Maestro e Pastore, e non si lasci sedurre da quanti abusano dei nuovi linguaggi della comunicazione.

2. Per la Famiglia Paolina, perché si senta portatrice di un dono speciale dello Spirito a tutta la Chiesa: la sequela di Cristo Via Verità e Vita, la devozione a Maria Madre e Maestra e Regina, e l’ardore missionario dell’apostolo Paolo.

3. Per tutti gli operatori della comunicazione sociale, perché promuovano i veri valori umani e cristiani, e facciano risuonare “sopra i tetti” e nelle coscienze la voce del divino Maestro e Pastore.

4. Per il laicato cristiano, perché si senta sempre più coinvolto nella nuova evangelizzazione, e testimoni nella cultura attuale la forza liberatrice del messaggio evangelico.

5. Per tutti noi, perché, consapevoli della nostra insufficienza, non ci scoraggiamo delle difficoltà, ma invochiamo umilmente la forza di Dio e contiamo con fiducia sulle “incalcolabili ricchezze della sua grazia”.

Padre misericordioso, che hai rivelato al beato Giacomo Alberione la persona di Cristo, “forma” perfetta di ogni vero discepolo, donaci la stessa fede che lo ha reso padre di molte comunità di consacrati e apostoli per il nostro tempo. Te lo chiediamo per lo stesso Cristo nostro Signore.

SULLE OFFERTE

Accetta, Signore, i doni che portiamo al tuo altare nella festa del beato Giacomo Alberione, e trasformaci in una lode vivente della tua gloria. Per Cristo nostro Signore.
PREFAZIO

È veramente cosa buona e giusta rendere grazie
e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode,
Dio onnipotente ed eterno.
Nel beato Giacomo Alberione,
che per il regno dei cieli ha consacrato
la vita a Cristo tuo Figlio,
noi celebriamo, o Padre,
l’iniziativa mirabile del tuo amore,
poiché tu riporti l’uomo
alla santità della sua prima origine
e gli fai pregustare i doni
che a lui prepari nel mondo rinnovato.
Per questo segno della tua bontà,
uniti agli angeli e ai santi,
con voce unanime
cantiamo l’inno della tua lode:
Santo…

ANTIFONA ALLA COMUNIONE  Gv 14,12

In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.

Oppure:   Gv 15,4-5
Rimanete in me e io in voi, dice il Signore. Chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto.

DOPO COMUNIONE
La comunione al tuo sacramento
ci santifichi e ci rinnovi, Signore,
e l’intercessione del beato Giacomo Alberione
ci aiuti a progredire ogni giorno
nella dedizione al tuo servizio.
Per Cristo nostro Signore.

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