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DOMENICA 7 NOVEMBRE 2010 – XXXII DEL TEMPO ORDINARIO
MESSA DEL GIORNO LINK:
http://www.maranatha.it/Festiv2/ordinC/C32page.htm
MESSA DEL GIORNO
Seconda Lettura 2 Ts 2, 16 – 3, 5
Il Signore vi confermi in ogni opera e parola di bene.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicési
Fratelli, lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio, Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.
Per il resto, fratelli, pregate per noi, perché la parola del Signore corra e sia glorificata, come lo è anche tra voi, e veniamo liberati dagli uomini corrotti e malvagi. La fede infatti non è di tutti. Ma il Signore è fedele: egli vi confermerà e vi custodirà dal Maligno.
Riguardo a voi, abbiamo questa fiducia nel Signore: che quanto noi vi ordiniamo già lo facciate e continuerete a farlo. Il Signore guidi i vostri cuori all’amore di Dio e alla pazienza di Cristo.
http://www.bible-service.net/site/379.html
2 Thessaloniciens 2,16-17 – 3,1-5
Confiance et prière sont les maîtres mots de cet extrait. Confiance en Dieu et confiance dans les frères, la confiance de Paul puise force et nourriture « dans le Seigneur ». Dieu, dans son amour de Père fait tout et donne tout : amour, grâce, réconfort, joyeuse espérance, force et protection. Les frères de Thessalonique sont fondés sur l’amour de Dieu, l’amour que Dieu a pour eux. Ils n’ont qu’à se laisser faire, à laisser agir « le Seigneur Jésus Christ et Dieu notre Père », dans une action conjointe. Ils n’ont qu’à s’ offrir à leur œuvre réconfortante, littéralement « consolante », œuvre de l’Esprit consolateur. Paul invite les frères à la prière. Prière pour lui, afin que, par lui, « la parole du Seigneur poursuive sa course ». Paul prie aussi pour ses frères : que le Seigneur Jésus les rende accueillants à l’amour qui vient de Dieu, et persévérants pour agir bien en attendant son retour
2 Tessalonicesi 2,16-17 – 3,1-5
La fiducia e la preghiera sono i tratti distintivi di questo stralcio. La fiducia in Dio e la fiducia tra i fratelli, la fiducia di Paolo trae forza e nutrimento « nel Signore ». Dio, nel suo amore paterno, è tutto e dà tutto: l’amore, la grazia, conforto, speranza gioiosa, forza e protezione. I fratelli di Tessalonica sono fondati sull’amore di Dio, l’amore che Dio ha per loro. Devono solo lasciarlo fare, lasciarlo agire per « il Signore Gesù Cristo e Dio Padre nostro » in un’azione comune. Essi non hanno che da offrire la loro opera confortante, letteralmente « consolante” opera dello Spirito consolatore. Paolo invita alla preghiera. La preghiera per lui, in modo che attraverso di lui, » parola del Signore corra e sia glorificata, ». Paolo prega anche per i suoi fratelli: che il
Signore Gesù li renda aperti (recettivi) all’amore che viene da Dio, e la perseveranti per agire bene in attesa del suo ritorno.
UFFICIO DELLE LETTURE
Seconda Lettura
Dall’«Omelia» di un autore del secondo secolo
(Capp. 1, 1 – 2, 7; Funk, 1, 145-149)
Cristo volle salvare tutto ciò che andava in rovina
Fratelli, ravviviamo la nostra fede in Gesù Cristo, vero Dio, giudice dei vivi e dei morti, e rendiamoci consapevoli dell’estrema importanza della nostra salvezza. Se noi svalutiamo queste grandi realtà facciamo male e scandalizziamo quelli che ci sentono e mostriamo di non conoscere la nostra vocazione né chi ci abbia chiamati né per qual fine lo abbia fatto e neppure quante sofferenze Gesù Cristo abbia sostenuto per noi.
E quale contraccambio potremo noi dargli o quale frutto degno di quello che egli stesso diede a noi? E di quanti benefici non gli siamo noi debitori? Egli ci ha donato l’esistenza, ci ha chiamati figli proprio come un padre, ci ha salvati mentre andavamo in rovina. Quale lode dunque, quale contraccambio potremo dargli per ricompensarlo di quanto abbiamo ricevuto? Noi eravamo fuorviati di mente, adoravamo pietre e legno, oro, argento e rame lavorato dall’uomo. Tutta la nostra vita non era che morte! Ma mentre eravamo avvolti dalle tenebre, pur conservando in pieno il senso della vista, abbiamo riacquistato l’uso degli occhi, deponendo, per sua grazia, quel fitto velo che li ricopriva.
In realtà, scorgendo in noi non altro che errori e rovine e l’assenza di qualunque speranza di salvezza, se non di quella che veniva da lui, ebbe pietà di noi e, nella sua grande misericordia, ci donò la salvezza. Ci chiamò all’esistenza mentre non esistevamo, e volle che dal nulla cominciassimo ad essere.
Esulta, o sterile, tu che non hai partorito; prorompi in grida di giubilo, tu che non partorisci, perché più numerosi sono i figli dell’abbandonata dei figli di quella che ha marito (cfr. Is 54,1). Dicendo: Esulta, o sterile, tu che non hai partorito, sottolinea la gioia della Chiesa che prima era priva di figli e poi ha dato noi alla luce. Con le parole: Prorompi in grida di giubilo…, esorta noi ad elevare a Dio, sempre festosamente, le voci della nostra preghiera. Con l’espressione: Perché più numerosi sono i figli dell’abbandonata dei figli di quella che ha marito, vuol dire che il nostro popolo sembrava abbandonato e privo di Dio e che ora, però, mediante la fede, siamo divenuti più numerosi di coloro che erano guardati come adoratori di Dio.
Un altro passo della Scrittura dice: «Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt 9,13). Dice così per farci capire che vuol salvare quelli che vanno in rovina. Importante e difficile è sostenere non ciò che sta bene in piedi, ma ciò che minaccia di cadere. Così anche Cristo volle salvare ciò che stava per cadere e salvò molti, quando venne a chiamare noi che già stavamo per perderci.
Responsorio Cfr. 1 Ts 5, 9-10; Col 1, 13
R. Dio ci ha destinati alla salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo, il quale è morto per noi, * perché viviamo insieme con lui.
V. Egli ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto,
R. perché viviamo insieme con lui.