IL SEGRETO DELLA PACE INTERIORE San Bernardo *
IL SEGRETO DELLA PACE INTERIORE
San Bernardo *
San Bernardo (1090-1153) si fece monaco a Citeaux e, tre anni più tardi, divenne il primo abate di Chiaravalle. I doni della natura e della grazia hanno dotato questo letterato, questo teologo e questo mistico di un fascino particolarissimo. La sua opera resta ancor oggi di vasta portata. Nei suoi sermoni sul Cantico dei Cantici, egli dà libero sfogo, con arte consumata, al frutto di una lunga esperienza spirituale.
Colui che procede guidato dallo Spirito Santo non rimane costantemente nel medesimo stato e non sempre progredisce con la stessa facilità. Il cammino dell’uomo non appartiene all’uomo ma dipende dall’iniziativa dello Spirito Santo, sua guida, che a suo piaci mento gli concede di dimenticare ciò che è passato e di andare avanti, ora con lentezza, ora con slancio. Penso che, se fate attenzione, la vostra esperienza interiore confermerà quanto sto per dire.
Se ti senti preda del torpore dell’angoscia o del disgusto, non devi malgrado ciò perdere la fiducia, né devi abbandonare il piano studiato per la tua vita spirituale. Piuttosto devi cercare la mano di colui che è il tuo aiuto. Imploralo che ti attiri a sé (cf. Canto 1, 3), fino al momento in cui, attratto dalla grazia, tu non ritrovi la rapidità e la gioia della tua corsa. Allora potrai dire: Correrò per la via dei tuoi comandi; se mi allarghi il cuore (Sal. 118, 32). Fino a che là è la grazia, rallegratene; ma non devi credere di possedere questo dono di Dio per diritto ereditario, come se ti fosse stata data l’assicurazione di non doverlo perdere mai. Altrimenti, solo che Dio allontani un po’ la sua mano e ritiri il suo dono, perderai il coraggio e cadrai in una tristezza eccessiva. Quand’anche fossi appagato, non esclam1:lre: Nulla mai mi farà vacillare, per non dover poi dire nel pianto il seguito del salmo: Tu hai distolto da me il tuo volto, e sono sprofondato (Sal. 29, 7-8). Piuttosto, se sei saggio, dovrai farti premura di seguire il consiglio della Sapienza. Nel tempo della sventura, non dimenticare i momenti di felicità, e nel tempo della prosperità non dimenticare i giorni di sfortuna (cf. Ecclesiastico 11, 27).
Così, il giorno in cui ti senti forte, non adagiarti in uno stato di sicurezza, ma grida verso Dio col profeta: Quando le forze mi verranno meno, non mi abbandonare (Sal. 70, 9). Nel momento della prova, ripeti a te stesso per prendere coraggio: Attirami dietro a te, Signore; corriamo all’aroma dei tuoi profumi (Cant. 1, 3). Così la speranza non ti verrà meno nel momento della sventura, né la prudenza nel giorno della gioia. Nel bel mezzo dei successi e dei fallimenti di questi tempi instabili, la tua anima conserverà, ad immagine dell’eternità, un costante equilibrio. Tu benedirai il Signore in tutti i tempi e così al centro di un mondo vacillante, tu troverai la pace, una pace per così dire incrollabile; comincerai a rinnovarti ed a riformarti a immagine e somiglianza di un Dio la cui serenità dura in eterno.
* Sermone 21 sul Cantico, 4-6. Testo latino in J. Leclerq «S. Bernardi Opera»; vol. 1. Edit. Cister. Roma, 1957 – pp. 124-125.

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