LA PIETRA DI SAN PAOLO (SANDE PÀULE)
LA PIETRA DI SAN PAOLO (SANDE PÀULE)
Fede, leggenda e storia si intrecciano fino a confondersi intorno a questo misterioso monolite che emerge dal piano di campagna per circa un metro. La pietra è bianca, tenera, simile a una colonna spezzata e diversa dalle altre del luogo, di forma fallica presenta la sommità con un incavo e un piccolo canaletto per il deflusso dei liquidi. La pietra inoltre è caratterizzata da segni di incisioni e raschiamenti superficiali per il prelievo di materiale “taumaturgico”.
La leggenda vuole che sia la stessa dove a Roma fu martirizzato S. Paolo Apostolo nel 67 d. C., ma più verosimilmente si tratta dei resti di un’ara precristiana dove viaggiatori e mercanti che percorrevano l’Ager Hatrianus (all’epoca importantissimo centro viario e commerciale) e l’antica via romana Hatria–Pinna, si fermavano a riposare e a ringraziare gli Dei sacrificando animali, come testimonia la presenza di incisore giugulatorie atte al deflusso del sangue e del vino purificatore anche se più verosimilmente la stessa potrebbe essere parte di un vecchio cippo miliare, in seguito utilizzato per cerimonie cultuali, come il rinomato cippo di Castilenti, abbandonato ed eroso dal decorso dei tempi e dalle intemperie.
Con l’avvento del Cristianesimo la pietra viene dedicata a S. Paolo di Tarso, protettore contro streghe e demoni e di nuovo la storia si confonde con la tradizione e la fede. Ancora oggi vi si recano interi gruppi famigliari che portano alla pietra i bambini affetti dal “male sinizze” (rachitismo e deperimento organico) la cui insorgenza per tradizione veniva attribuita a stregonerie e malocchi.
Il rito vuole che la carovana dei famigliari arrivi a piedi e assolutamente in silenzio alla pietra di San Paolo. All’interno della piccola cappella avviene quindi il passaggio del “malaticcio” dalle braccia della madre alla commara e il bimbo una volta denudato viene deposto e quindi lavato con del vino purificatore direttamente sulla pietra. La cerimonia è accompagnata da una breve nenia recitata dall’anziana della famiglia, nonché solitamente titolare della ritualità.
Una volta lavato, il bambino viene accuratamente asciugato e sempre seduto sulla pietra viene fatto mangiare (in segno propiziatorio) e viene spogliato insieme alla madre degli abiti vecchi e rivestito con dei nuovi.
Deposti gli abiti sul piccolo altarino a scopo apotropaico, si procede alla raschiatura con un piccolo coltellino di materiale polveroso dalla pietra e alla deposizione dello stesso all’interno di un piccolo sacchettino (lu brevuccie). Terminato il rito la processione riprende la strada per la casa percorrendo, questa volta, un nuovo tracciato e naturalmente senza proferir parola con nessuno.
Testimonianza verbale del sig. Fuschi Pasquale (classe 1924)
“diceva mio padre che prima la pietra si trovava più sotto di un centinaio di metri, dove mò sta un uliveto. Per stare più comodo, il padrone del terreno se la portò vicino alla casa, dove sta adesso. Per trasportarla ci vollero sette pariglie di buoi (14 buoi), ma la pietra se ne tornava al posto originario per tre volte. La cappelletta in muratura, con il tetto, è stata costruita una ventina di anni fa da un altro padrone, così chi andava non stava al freddo, in mezzo alla strada. Prima era riparata con una capanna alla bell’e meglio.
Ci vengono persone da tutte le parti qua attorno e pure da lontano, questa stagione (1996) è venuta una mamma con una creatura di due anni da Cermignano (TE). La preta di Sande Paule guarisce da lu “male sinizze”, quando un bambino o una persona non cresce più, non va avanti, piuttosto va arrete, pure per qualche fattura o magarìe; allora viene qua e non deve parlare, né rispondere a nessuno, messa sulla preta, la creatura viene spogliata nuda e lavata con il vino, per “purgarla”, ci si dice pure qualcosa insieme ma non lo so che cosa, poi ci deve pure mangiare. Alla fine, con un coltellino, si raschia un po’ di quella pietra e si mette in un “brevuccie” che si porterà sempre appresso per protezione. I vestiti vecchi restano là e viene rivestito con panni nuovi e per ritornare a casa si deve fare una strada diversa dall’andata (di solito scendono da sopra e se ne vanno da sotto, dove mò l’aspetta pure una macchina, una volta venivano tutti a piedi). Mio fratello si fece la prima comunione con una divisa da ufficiale della marina che un giovanotto aveva mandato a sande paule dall’America per devozione, che era stato salvato dal male quando era piccolo. I vestiti dopo che venivano lasciati la potevano essere presi da altri per essere usati.
Ancora oggi vengono effettuati tali rituali anche se in orari più velati e con riserbo di informazioni a terzi. La pietra conserva ancora il fascino dell’occulto e dei poteri esoterici tanto che il culto viene ricordato, custodito e tramandato di generazione in generazione come importante testimonianza di fede e devozione all’interno della popolazione atriana e delle genti residenti nelle aree limitrofe.
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