RIFLESSIONI SULLA SHOAH

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RIFLESSIONI SULLA SHOAH

Il 27 gennaio si celebra il Giorno della memoria , in ricordo di tutte le vittime ebree che vennero violentemente uccise. La scelta della data ricorda il giorno in cui le truppe sovietiche arrivarono in Polonia e scoprirono i vari campi di concentramento liberandone i superstiti . Tra il 1943 e il 1945 furono deportati e uccisi milioni di persone tra cui Ebrei ,slavi ,zingari , omosessuali ,portatori di handicap: tutti quelli che venivano considerati inferiori alla razza ARIANA ( i tedeschi ) cioè la razza pura . Vengono i brividi solo a pensare alle cose che facevano a quelle persone: venivano spogliati non solo dei propri abiti ma, come dice Primo Levi, soprattutto della propria dignità.  » Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario. Le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.` Come dice Primo Levi  » Comprendere è impossibile  » ma bisogna ricordare , facendo in modo che questo non succeda di nuovo , di cercare di allontanare il male , le cose negative , la violenza . E’ facile parlare , immaginare ma nemmeno la più grande immaginazione può capire lo stato di quelle povere persone vestite di paura e di orrore. Famiglie distrutte , rovinate , famiglie in cui la tristezza prevaleva , in cui il pezzo di pane era un miracolo , in cui essere vivi era un dono venuto dal cielo . persone deportate diventate fumo , chiuse in una camera , senza sapere se dalle docce sarebbe uscita acqua o gas . Senza capelli , con un marchio sul braccio dove era inciso un numero , che non mangiavano , non bevevano , che non potevano parlare altrimenti un proiettile avrebbe attraversato i loro corpi . Finalmente un giorno la speranza ricominciò a vivere nel cuore degli ebrei , i cancelli furono aperti e gli Ebrei ricominciarono una nuova vita. Dimenticare ? Mai ! Sfortunatamente anche se oggi non ci sono più i campi di concentramento ci sono ancora moltissime guerre . Spero solo che gli uomini capiscano l’orrore della guerra e cerchino di porre fine a tutti i conflitti perché come dice Primo Levi  » le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate : anche le nostre  » . Non dobbiamo farci coinvolgere di nuovo da persone maligne , senza scrupoli ed allearci con loro per creare nuove guerre o sottomissioni. Giuseppe Cartaino Il giorno della memoria La giornata della memoria si celebra da 13 anni il 27 gennaio perché in quella data i prigionieri furono liberati dalle Forze Alleate ad Auschwitz. Questo è un giorno speciale perché commemora la liberazione degli ebrei dai campi di concentramento e ci fa ricordare le sofferenze vissute dalle famiglie ebree sotto il regime nazista. Molte famiglie hanno perso i loro parenti nei « lager » e lo sterminio deciso da Hitler ed eseguito dai suoi seguaci è stato un evento unico nella storia. E’ importante ricordare i genocidi per rendersi conto di quel che è capace l’uomo. Molte sono state le stragi nella storia ma quello che fa paura ancora oggi è che lo sterminio del popolo ebreo è stato studiato a tavolino, con una determinazione mai vista. Se ci pensiamo non sono neanche passati moltissimi anni da quando sotto il regime nazista hanno costruito i campi di concentramento dove rinchiudere e uccidere milioni di persone. Non riesco a crederci ma Hitler considerava tutti quelli che non appartenevano alla sua proclamata « razza bianca ariana » inferiori e la sorte degli ebrei toccava anche alle persone appartenenti ad altre razze come le persone di colore, gli slavi, i cosiddetti zingari (oggi chiamati Rom), gli handicappati ma anche le persone di chiesa che protestavano contro di lui, i politici di sinistra come i comunisti e i socialdemocratici. La considerazione che una persona è inferiore e un’altra è superiore per me non esiste perché siamo tutti uguali. Federico Ignizio SHOAH PER NON DIMENTICARE Il 27 Gennaio è la “Giornata della memoria”, ma cosa si ricorda? L’apertura – dei cancelli dei lager di Auschwitz, luogo in cui furono sterminati milioni di ebrei ad opera dei nazisti. Gli ebrei venivano prelevati dalle loro case e dalle loro città per essere condotti nei campi di concentramento. I tedeschi nazisti, spinti dall’idea di appartenere ad una razza superiore, la famosa “razza ariana”, saliti al potere ebbero come scopo l’annientamento delle razze inferiori, primo fra tutti il popolo ebraico, traditore e nemico della patria. Essi vennero, in un primo momento, privati di ogni diritto civile e politico e furono costretti a portare, come marchio d’infamia, una stella gialla sul petto. Poi, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Hitler istituì i campi di sterminio, nei quali furono rinchiusi gli ebrei deportati da tutta Europa, insieme a zingari, disabili, omosessuali e prostitute. Quasi 9 milioni di persone, tra cui bambini, donne e anziani vennero privati della loro dignità di uomini: nei lager furono costretti ai lavori forzati e coloro che non resistevano furono uccisi oppure morirono per fame e malattie. Alcuni vennero addirittura impiegati come cavie in sperimentazioni scientifiche e mediche. Molti furono spogliati nudi e uccisi sotto le docce che, invece di fornire acqua, erogavano gas, altri furono bruciati vivi dentro i forni crematori: “olocausto”, parola che significa appunto « tutto bruciato ». Dopo aver fatto la mia ricerca sul termine, sono rimasta colpita dal fatto che si riferisce ai sacrifici richiesti agli ebrei dalla Torah, la loro Bibbia: si trattava di sacrifici di animali uccisi e bruciati sull’altare del tempio. Questa parola, dall’indicare un rito religioso è diventata sinonimo di annientamento, di genocidio, come “Shoah”, che in lingua ebraica significa “distruzione, catastrofe”. Alcuni sostengono che “gli ebrei si sono fatti mandare al massacro come pecore » ma, invece, molti si ribellarono e uomini valorosi e coraggiosi cercarono di aiutare tutti coloro che rischiavano la deportazione, come Giorgio Perlasca che, fingendosi Console generale spagnolo salvò la vita di oltre cinquemila ebrei ungheresi. In TV, in memoria di quel disastro trasmettono diversi film tra cui “La vita è bella” e soprattutto “Il bambino col pigiama a righe”, che narra la crudele realtà attraverso la visione e la psicologia dei bambini. Sono film che mi hanno profondamente commosso: aver visto quello che gli ebrei hanno vissuto mi ha rattristato e, ancora di più, il pensare che quel film per milioni di persone è stata una crudele realtà. È difficile credere che gli uomini siano riusciti ad essere così insensibili e spietati nei confronti di altri esseri umani, considerandoli animali o macchine da lavoro e, soprattutto, uccidendoli solo perché considerati di razza inferiore. Ancora oggi ci sono anziani sopravvissuti alla catastrofe che raccontano le terribili esperienze vissute e si scoprono documenti e testimonianze agghiaccianti. Sono passati 67 anni da quel 27 Gennaio nel quale le truppe sovietiche aprirono i cancelli di Auschwitz e, solo dal 2000, ogni anno si celebra questa ricorrenza, per non dimenticare,in modo che non si ripeta più; per fare in modo che le nuove generazioni conoscano avvenimenti a cui, si spera, non dovranno mai più assistere. Alla domanda: “Dov’era Dio?” Penso che Dio ha lasciato l’uomo libero di scegliere tra il bene e il male. Solo l’amore di Gesù può evitare che tali tragedie si ripetano. Sara Di Girgenti

Publié dans : SHOAH |le 26 janvier, 2016 |Pas de Commentaires »

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