1 TESSALONICESI 3,12-4,2
http://www.nicodemo.net/NN/commenti_p.asp?commento=1%20Tessalonicesi%203
BRANO BIBLICO SCELTO
1 TESSALONICESI 3,12-4,2
Fratelli, 12 il Signore vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti, come è il nostro amore verso di voi, 13 per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi. 1 Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù: avete appreso da noi come comportarvi in modo da piacere a Dio, e così già vi comportate; cercate di agire sempre così per distinguervi ancora di più. 2 Voi conoscete infatti quali norme vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.
COMMENTO 1 Tessalonicesi 3,12-4,2
Il comportamento cristiano La 1 Tessalonicesi contiene, dopo l’indirizzo (1,1), una prima parte che consiste in un lungo ringraziamento, intercalato da ricordi che sono a loro volta motivo di ulteriori ringraziamenti (1,2-3,13). Essa prosegue poi con una seconda parte (4,1-5,24) nella quale, dopo una breve introduzione (4,1-2) caratterizzata dall’uso dei verbi «supplicare» (erôtaô) ed «esortare» (parakaloô), si affronta una serie di temi concreti scanditi dalla ricorrenza della formula introduttoria «riguardo a» (4,9; 4,13; 5,1). La lettera termina con i saluti e gli auguri dell’apostolo (5,25-28). Il testo liturgico riporta due brani: la conclusione del ringraziamento iniziale, che consiste in una preghiera a Dio per i tessalonicesi (3,12-13), e l’introduzione alle esortazioni che costituiscono il tema della seconda parte della lettera (4,1-2). Dopo aver chiesto a Dio che gli conceda di ritornare a Tessalonica per rivedere i destinatari della lettera (cfr. 3,11), Paolo intercede per loro: «Il Signore poi vi faccia crescere e abbondare nell’amore vicendevole e verso tutti, come anche noi lo siamo verso di voi» (v. 12). Già essi hanno dato prova di un amore impegnato (cfr. 1,3), ma resta ancora molta strada da fare. L’oggetto della intercessione è la crescita e la sovrabbondanza nell’amore vicendevole e verso tutti; come modello Paolo indica ancora una volta il suo stesso amore verso di loro, fatto di dedizione incondizionata e di cura premurosa (3,12; cfr 2,7-8.11). Paolo fa poi un’altra richiesta che è collegata alla precedente in quanto ne indica la motivazione: «per rendere saldi e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi» (v. 13). Lo sguardo si rivolge qui al momento della seconda «venuta» (parousia) del Signore Gesù, il quale sarà scortato dai suoi santi, cioè dalle schiere angeliche (cfr. 1Ts 2,13). Paolo chiede a Dio, in vista di quell’evento, di rendere saldi e irreprensibili i loro cuori nella santità, che già hanno ricevuto nel battesimo. Ciò deve avvenire «davanti a Dio Padre». Un vero amore fraterno, che si apre a tutti, anche a coloro che non fanno parte della comunità, rappresenta la migliore preparazione e la più solida garanzia per l’incontro decisivo dell’ultimo giorno. L’attesa della venuta finale di Cristo non consiste quindi in un pigro aspettare ma in un impegno costante per costruire rapporti nuovi basati sull’amore. In questa preghiera, che chiude la prima parte della lettera, sono segnalati quegli atteggiamenti di amore, santità e irreprensibilità che costituiranno il tema della seconda. Con il c. 4 inizia la seconda parte della lettera, intessuta di esortazioni, ammonimenti, istruzioni, parole di conforto. Paolo si introduce con queste parole: «Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù: avete appreso da noi come comportarvi in modo da piacere a Dio, e così già vi comportate; cercate di agire sempre così per distinguervi ancora di più» (v 4,1). L’intenzione parenetica appare subito in apertura nella formula «vi preghiamo (erôtômen) ed esortiamo (parakaloumen) nel Signore Gesù». In stretto collegamento con quanto ha appena detto, Paolo esorta anzitutto i tessalonicesi a progredire nel cammino già intrapreso. Essi sanno come devono comportarsi e già si comportano così: evidentemente a Tessalonica non si riscontrano inconvenienti né modi di vita riprovevoli. Perciò Paolo non deve far altro che invitarli a continuare nella strada intrapresa, incoraggiandoli a progredire sempre di più. Poi aggiunge: «Voi conoscete infatti quali norme vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù» (v 2). Essi devono essere sempre consapevoli che le norme (parangeliai, istruzioni) che lui ha dato loro provengono in altima analisi dal Signore. Questa formula non indica semplicemente che Paolo insegna con autorità ricevuta da Cristo, ma anche che trasmette l’insegnamento del Risorto, tramandato dalla tradizione e avvalorato dalla sua presenza viva e costante.
Linee interpretative I due brani che costituiscono il testo liturgico si agganciano l’un all’altro facendo da collegamento tra le due parti della lettera, il ringraziamento e le direttive pratiche. Essi hanno in comune il tema della crescita nella vita cristiana, che rappresenta il logico sviluppo del dono che i tessalonicesi hanno ricevuto nel battesimo. È in questa prospettiva che l’apostolo si sente autorizzato a dare loro degli orientamenti di vita. Nei due brani è caratteristico il passaggio dall’indicativo all’imperativo. Solo perché hanno ricevuto un dono che li ha trasformati, essi “devono” e possono ora condurre una vita diversa. La conversione deve innescare un dinamismo nuovo, che porta a un continuo progresso nel rapporto con Dio e con i fratelli. Il dono di Dio, pur essendo completamente gratuito, non esclude, anzi richiede la collaborazione dell’uomo. In altre parole, Dio non si serve dell’uomo come di uno strumento passivo; al contrario il fatto che lui intervenga per primo serve a potenziare nell’uomo l’esercizio della propria libertà e creatività. L’adesione a Cristo e alla comunità è la strada maestra di uno sviluppo integrale della persona umana.
Laisser un commentaire
Vous devez être connecté pour rédiger un commentaire.