LETTERA DI SAN PAOLO APOSTOLO AGLI EFESINI 5, 15-20
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LETTERA DI SAN PAOLO APOSTOLO AGLI EFESINI 5, 15-20
don Raffaello Ciccone
Paolo sta suggerendo agli Efesini, nella seconda parte della sua lettera (4,1-6,24), le conseguenze morali dell’essere nella Chiesa (prima parte: 1,3-3,21), corpo di Cristo.
Bisogna cominciare da un serio esame di coscienza, dice Paolo (v,15 ) per verificare se ci sono rimaste nel cuore tracce di stile e di comportamenti precedenti pagani. Il tempo va vissuto con intelligenza (« non da insipienti ») e con saggezza. « I tempi sono cattivi » perché dominati dal male e dalla lontananza da Dio.
L’analisi del tempo e della storia, nella fede, deve aiutarci a scoprire la volontà di Dio che non è facilmente decifrabile. C’è il rischio, per noi come per tutti, di essere « sconsiderati », incapaci di interpretare il tempo. C’è infatti il rischio di ricadere in forme di ebbrezza che nascono dal vino e che si sviluppano nello stordimento e nella istintività sessuale degradante. Tanto più che queste forme di esaltazione sono caratteristiche anche come elementi e manifestazioni religiose di stordimento, pensa Paolo, legate alla iniziazione del culto di Dioniso, che porta a convulsioni, a condotte di invasati, a sregolatezza. Come cristiani ci inebriamo solo dello Spirito di Dio, capace di mantenere nella sobrietà e nel rispetto della sua volontà. Le manifestazione dei battezzati si sviluppano così nel canto, nella preghiera, nel ringraziamento.
Facilmente oggi si parla di sballo, di brivido, di rischio, di esaltazione e si lega il tutto al gioco d’azzardo, alla droga anche se persiste, pure tra giovanissimi, il mai finito rischio dell’alcool.
Paolo crede veramente al valore dei cristiani nella società che portano una presenza coraggiosa ed esemplare poiché questa, come il sale, come la luce, crea imitazioni e equilibri nuovi, sanità mentale e santità.
Sappiamo di essere in tempi di difficoltà e di crisi e nella storia questi tempi, spesso, alimentano suggestioni per una ricchezza gratuita, offerta dalla fortuna, dal caso, dal rischio, dalle macchinette mangiasoldi. Proprio in questi periodi si stanno moltiplicando le abitudini a bische, a scommesse sempre più pesanti per tentare la fortuna, e si entra, così, come in un tunnel, asserviti ad una droga, irresistibile fino al punto da far cercare danaro in prestito. Si asciuga in brevissimo tempo il reddito mensile di lavoro, si mette sul lastrico la propria famiglia. Nella nostra società, facilmente, si approfitta di questa debolezza e si incentiva, anche con metodi molto semplici ma persuasivi, la volontà di giocare e di vincere denaro. Il pericolo si fa sempre più costringente ed è difficile uscirne. Questo fenomeno è conosciuto molto bene dai gruppi della Caritas delle parrocchie che si occupano di attenzione ai poveri.
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