ENTRANDO NEL MISTERO CON GLI OCCHI DELLO SPIRITO – P. MANUEL NIN
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ENTRANDO NEL MISTERO CON GLI OCCHI DELLO SPIRITO
· «TEMPO DI DIO, TEMPO DELLA CHIESA. L’ANNO LITURGICO BIZANTINO» DI PADRE MANUEL NIN ·
27 MAGGIO 2011
«Mi sento incoraggiato non tanto quando qualcuno mi dice che gli articoli che scrivo sono belli — se lo sono è perché la liturgia bizantina lo è! — ma soprattutto quando mi dite che sono utili»; l’archimandrita Manuel Nin, rettore del Pontificio Collegio Greco, al termine dell’incontro di presentazione del suo libro Tempo di Dio, tempo della Chiesa. L’anno liturgico bizantino (Genova-Milano, Marietti, 2011, pagine 156, euro 25) ospitato il 25 maggio dalla Casa di Santiago y Montserrat a Roma, ha dedicato tutto il tempo a sua disposizione ai ringraziamenti. Non solo in ossequio alle regole di rito, presenti il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, con il sottosegretario, monsignor Maurizio Malvestiti, l’eparca di Piana degli Albanesi, monsignor Sotìr Ferrara, l’abate presidente della Congregazione sublacense, dom Bruno Marin, l’ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede, il rettore del Collegio di Santiago y Montserrat, e il direttore del nostro giornale.
Uno dei frutti più evidenti del dialogo costante con Dio è una profonda e commossa gratitudine che diventa serena e pronta disponibilità a ciò che di volta in volta la realtà chiede, sia che si tratti di piegarsi al ritmo uguale e costante della vita monastica che di far fronte a domande meno prevedibili. Proprio uno di questi «imprevisti» ha segnato l’inizio della collaborazione di padre Nin con «L’Osservatore Romano»: la richiesta di un articolo su un tema pasquale nell’Oriente cristiano arrivata la mattina del sabato santo 2008, un’ora prima dell’inizio della liturgia. «Ho chiesto al direttore i tempi della consegna, pensando che avrebbe detto entro qualche giorno, ma la risposta fu “prima di mezzogiorno”» ha raccontato con un sorriso padre Nin.
«Lo scopo dei miei articoli, come anche di questo libro — ha continuato l’autore — è far parlare i testi liturgici e far conoscere come la tradizione bizantina vive e celebra il mistero di Cristo. La scelta del titolo, preso dagli scritti liturgici di Joseph Ratzinger – Papa Benedetto XVI, è motivata dalla convinzione che in essi abbiamo una delle più importanti riflessioni di teologia liturgica degli ultimi decenni, e dal legame stretto che troviamo fra la liturgia, la teologia e la vita spirituale in qualsiasi Chiesa cristiana».
«Le icone raffigurate nel libro non sono immagini decorative a corredo del testo, sono esse stesse teologia» ha precisato nel suo intervento Antonio Fyrigos, del Pontificio Istituto Orientale. E «sono le icone — ha ribadito il cardinale Sandri — ad aprire, soprattutto agli occhi dello spirito, i misteri di Cristo nell’intento di catturare le facoltà umane e poi coniugarle con la bellezza, affinché il cuore sia quasi costretto dall’amore a sostare sul contenuto della verità divina. La liturgia è, per la Congregazione per le Chiese Orientali, una priorità assoluta; del resto, risale addirittura al 1931 una commissione speciale per la liturgia in seno al dicastero voluta da Pio XI. Fu la prima in assoluto ed ereditò la costante e impegnativa cura che aveva distinto la stessa Sezione Orientale, istituita dal beato Pio IX nel 1862. L’intento era ed è quello di sostenere le Chiese orientali nella fedeltà a se stesse e nella propria missione».
«Nella tessitura del rito bizantino — ha anche detto Fyrigos — ci sono ancora tracce dell’antica tragedia greca, come il dialogo tra i due cori; i fedeli non sono spettatori, ma concelebranti del rito». Dopo i saluti finali, padre Nin ha intonato il Christòs anèsti , seguito da tutte le persone presenti in sala. Non siamo spettatori, nemmeno a una conferenza; far partecipare tutti al canto della Risurrezione è stato forse il modo più semplice e concreto per dirlo.
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