ESERCIZI DI PREDICAZIONE LITURGICA PER LE DOMENICHE DI PASQUA. DALL’ARCHIVIO DI BENEDETTO XVI, di Sandro Magister
OMELIE PASQUALI – II
ESERCIZI DI PREDICAZIONE LITURGICA PER LE DOMENICHE DI PASQUA. DALL’ARCHIVIO DI BENEDETTO XVI
di Sandro Magister
ROMA, 5 aprile 2015 – La presente raccolta di omelie di Benedetto XVI fa seguito alle due antologie già messe in rete per le domeniche di Quaresima e per la Settimana Santa del ciclo B dell’anno liturgico, lo stesso in uso quest’anno nelle chiese di rito romano:
> Omelie di Quaresima
> Omelie pasquali – I
Nelle prime tre domeniche di Pasqua le letture del Vangelo narrano le apparizioni di Gesù risorto. Nella quinta e nella sesta domenica si leggono passi del discorso e della preghiera di Gesù dopo l’ultima cena, dal Vangelo secondo Giovanni. Mentre nella quarta domina la figura del Buon Pastore ed è tradizione che i papi in questa domenica conferiscano gli ordini sacri a nuovi sacerdoti.
In effetti, la quarta domenica di Pasqua è quella in cui Benedetto XVI ha ogni anno celebrato messa e ordinato preti novelli, pronunciando ogni volta omelie particolarmente ricche, come quella qui riportata, relativa all’anno B del lezionario.
Più rare e occasionali, invece, sono state le sue celebrazioni pubbliche nelle altre domeniche del tempo pasquale.
Nel giorno di Pasqua, ad esempio, tradizionalmente occupato dal messaggio e dalla benedizione « urbi et orbi », solo una volta, nel 2009, Benedetto XVI ha pronunciato una vera e propria omelia liturgica, sia pur breve. Ed è quella qui riprodotta.
Una sola, in sette anni di pontificato, è anche l’omelia da lui tenuta nella seconda domenica di Pasqua. È accaduto nel 2007, in coincidenza con il suo ottantesimo compleanno. E non era l’anno B ma l’anno C del lezionario, con il Vangelo dell’incredulità dell’apostolo Tommaso.
Le omelie delle domeniche terza e sesta del ciclo B, qui raccolte, sono invece tributarie del rispettivo contesto celebrativo o geografico, che occupa buona parte delle omelie stesse.
La prima è coincisa con la canonizzazione di cinque beati e la seconda con una visita pastorale alla città di Arezzo.
Per la quinta domenica del ciclo B, invece, al posto dell’omelia che manca nell’archivio della predicazione di Benedetto XVI, è qui richiamato la corrispondente piccola omelia del « Regina cæli », la preghiera che sostituisce l’Angelus nel tempo di Pasqua.
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> OMELIA DELLA DOMENICA DI PASQUA DI RISURREZIONE
12 aprile 2009
Atti 10, 34a.37-43
1 Corinzi 5, 6b-8
Giovanni 20, 1-9
… La Pasqua ebraica, memoriale della liberazione dalla schiavitù d’Egitto, prevedeva ogni anno il rito dell’immolazione dell’agnello, un agnello per famiglia, secondo la prescrizione mosaica. Nella sua passione e morte, Gesù si rivela come l’Agnello di Dio “immolato” sulla croce per togliere i peccati del mondo. È stato ucciso proprio nell’ora in cui era consuetudine immolare gli agnelli nel tempio di Gerusalemme. Il senso di questo suo sacrificio lo aveva anticipato egli stesso durante l’ultima cena, sostituendosi – sotto i segni del pane e del vino – ai cibi rituali del pasto nella Pasqua ebraica. Così possiamo dire veramente che Gesù ha portato a compimento la tradizione dell’antica Pasqua e l’ha trasformata nella sua Pasqua…
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> OMELIA DELLA II DOMENICA DI PASQUA
15 aprile 2007
Atti 5, 12-16
Apocalisse 1, 9-13.17-19
Giovanni 20, 19-31
… Secondo una vecchia tradizione, l’odierna domenica prende il nome di domenica « in albis ». In questo giorno, i neofiti della veglia pasquale indossavano ancora una volta la loro veste bianca, simbolo della luce che il Signore aveva loro donato nel battesimo. In seguito avrebbero poi deposto la veste bianca, ma la nuova luminosità ad essi comunicata la dovevano introdurre nella loro quotidianità; la fiamma delicata della verità e del bene che il Signore aveva acceso in loro, la dovevano custodire diligentemente per portare così in questo nostro mondo qualcosa della luminosità e della bontà di Dio…
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> OMELIA DELLA III DOMENICA DI PASQUA – ANNO B
26 aprile 2009
Atti 3, 13-15.17-19
1 Giovanni 2, 1-5a
Luca 24, 35-48
… L’evangelista annota che i due discepoli di Emmaus, tornati in fretta a Gerusalemme, raccontarono agli undici come lo avevano riconosciuto “nello spezzare il pane”. E mentre essi stavano narrando la straordinaria esperienza del loro incontro con il Signore, Egli “in persona stette in mezzo a loro”. A causa di questa sua improvvisa apparizione gli apostoli restarono intimoriti e spaventati, al punto che Gesù, per rassicurarli e vincere ogni titubanza e dubbio, chiese loro di toccarlo – non era un fantasma, ma un uomo in carne ed ossa – e domandò poi qualcosa da mangiare. Ancora una volta, come era avvenuto per i due di Emmaus, è a tavola, mentre mangia con i suoi, che il Cristo risorto si manifesta ai discepoli, aiutandoli a comprendere le Scritture e a rileggere gli eventi della salvezza alla luce della Pasqua…
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> OMELIA DELLA IV DOMENICA DI PASQUA – ANNO B
7 maggio 2006
Atti 4, 8-12
1 Giovanni 3, 1-2
Giovanni 10, 11-18
… L’immagine del pastore viene da lontano. Nell’antico Oriente i re solevano designare se stessi come pastori dei loro popoli. Nell’Antico Testamento Mosè e Davide, prima di essere chiamati a diventare capi e pastori del popolo di Dio, erano stati effettivamente pastori di greggi. Nei travagli del periodo dell’esilio, di fronte al fallimento dei pastori d’Israele, cioè delle guide politiche e religiose, Ezechiele aveva tracciato l’immagine di Dio stesso come del pastore del suo popolo. Ora Gesù annunzia che quest’ora è arrivata: Egli stesso è il buon pastore nel quale Dio stesso si prende cura della sua creatura, l’uomo, raccogliendo gli esseri umani e conducendoli al vero pascolo…
Vedi anche quest’altra omelia di tre anni dopo, anch’essa relativa all’anno B del lezionario::
> 3 maggio 2009
http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/homilies/2009/documents/hf_ben-xvi_hom_20090503_ordinazioni-sacerdotali.html
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> « REGINA CÆLI » DELLA V DOMENICA DI PASQUA – ANNO B
6 maggio 2012
Atti 9, 26-31
1 Giovanni 3, 18-24
Giovanni 15, 1-8
… Nel giorno del nostro battesimo la Chiesa ci innesta come tralci nel mistero pasquale di Gesù, nella sua persona stessa. Da questa radice riceviamo la preziosa linfa per partecipare alla vita divina. Come discepoli, anche noi, con l’aiuto dei pastori della Chiesa, cresciamo nella vigna del Signore vincolati dal suo amore. Se il frutto che dobbiamo portare è l’amore, il suo presupposto è proprio questo “rimanere” che profondamente ha a che fare con quella fede che non lascia il Signore. È indispensabile rimanere sempre uniti a Gesù, dipendere da lui, perché senza di lui non possiamo far nulla…
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> OMELIA DELLA VI DOMENICA DI PASQUA – ANNO B
13 maggio 2012
Atti 10, 25-26.34-35.44-48
1 Giovanni 4, 7-10
Giovanni 15, 9-17
… La prima lettura ci ha presentato un momento importante in cui si manifesta l’universalità del messaggio cristiano e della Chiesa. San Pietro, nella casa di Cornelio, battezzò i primi pagani. Nell’Antico Testamento Dio aveva voluto che la benedizione del popolo ebreo non rimanesse esclusiva, ma fosse estesa a tutte le nazioni. Sin dalla chiamata di Abramo aveva detto: « In te si diranno benedette tutte le famiglie della terra ». E così Pietro, ispirato dall’alto, capisce che « Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga ». Il gesto compiuto da Pietro diventa immagine della Chiesa aperta all’umanità intera…
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