Archive pour avril, 2015

Jesus blesses the cup

Jesus blesses the cup dans immagini sacre

http://www.thelordssupper.org/cup.htm

Publié dans:immagini sacre |on 30 avril, 2015 |Pas de commentaires »

GIOVANNI PAOLO II, XVII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ (2002)

http://w2.vatican.va/content/john-paul-ii/it/messages/youth/documents/hf_jp-ii_mes_20010731_xvii-world-youth-day.html

MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II IN OCCASIONE DELLA XVII GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ – (TORONTO, 18-28 LUGLIO 2002)

« Voi siete il sale della terra…
Voi siete la luce del mondo » (Mt 5, 13-14)

Carissimi giovani!
1. Nella mia memoria resta vivo il ricordo dei momenti straordinari che abbiamo vissuto insieme a Roma, durante il Giubileo dell’Anno 2000, allorché siete venuti in pellegrinaggio presso le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo. In lunghe file silenziose avete varcato la Porta Santa e vi siete preparati a ricevere il sacramento della Riconciliazione; nella veglia serale e nella Messa del mattino a Tor Vergata avete poi vissuto un’esperienza spirituale ed ecclesiale intensa; rafforzati nella fede, avete fatto ritorno a casa con la missione che vi ho affidato: divenire, in quest’aurora del nuovo millennio, testimoni coraggiosi del Vangelo.
L’evento della Giornata Mondiale della Gioventù è diventato ormai un momento importante della vostra vita, come pure della vita della Chiesa. Vi invito dunque a cominciare a prepararvi alla XVII edizione di questo grande evento, che vedrà la sua celebrazione internazionale a Toronto, in Canada, nell’estate del prossimo anno. Sarà una nuova occasione per incontrare Cristo, rendere testimonianza della sua presenza nella società contemporanea e diventare costruttori della « civiltà dell’amore e della verità ».
2. « Voi siete il sale della terra… voi siete la luce del mondo » (Mt 5,13-14): questo è il tema che ho scelto per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù. Le due immagini del sale e della luce utilizzate da Gesù sono complementari e ricche di senso. Nell’antichità, infatti, sale e luce erano ritenuti elementi essenziali della vita umana.
« Voi siete il sale della terra… ». Una delle funzioni primarie del sale, come ben si sa, è quella di condire, di dare gusto e sapore agli alimenti. Quest’immagine ci ricorda che, mediante il battesimo, tutto il nostro essere è stato profondamente trasformato, perché « condito » con la vita nuova che viene da Cristo (cfr Rm 6,4). Il sale, grazie al quale l’identità cristiana non si snatura, anche in un ambiente fortemente secolarizzato, è la grazia battesimale che ci ha rigenerati, facendoci vivere in Cristo e rendendoci capaci di rispondere alla sua chiamata ad « offrire i [nostri] corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio » (Rm 12,1). Scrivendo ai cristiani di Roma, san Paolo li esorta ad evidenziare chiaramente il loro modo diverso di vivere e di pensare rispetto ai contemporanei: « Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto » (Rm 12,2).
Per lungo tempo il sale è stato anche il mezzo abitualmente usato per conservare gli alimenti. Come sale della terra, siete chiamati a conservare la fede che avete ricevuto e a trasmetterla intatta agli altri. La vostra generazione è posta con particolare forza di fronte alla sfida di mantenere integro il deposito della fede (cfr 2 Ts 2,15; 1 Tm 6,20; 2 Tm 1,14).
Scoprite le vostre radici cristiane, imparate la storia della Chiesa, approfondite la conoscenza dell’eredità spirituale che vi è stata trasmessa, seguite i testimoni e i maestri che vi hanno preceduto! Solo restando fedeli ai comandamenti di Dio, all’Alleanza che Cristo ha suggellato con il suo sangue versato sulla Croce, potrete essere gli apostoli ed i testimoni del nuovo millennio.
È proprio della condizione umana e, in particolar modo, della gioventù, cercare l’Assoluto, il senso e la pienezza dell’esistenza. Cari giovani, nulla vi accontenti che stia al di sotto dei più alti ideali! Non lasciatevi scoraggiare da coloro che, delusi dalla vita, sono diventati sordi ai desideri più profondi e più autentici del loro cuore. Avete ragione di non rassegnarvi a divertimenti insipidi, a mode passeggere ed a progetti riduttivi. Se conservate grandi desideri per il Signore, saprete evitare la mediocrità e il conformismo, così diffusi nella nostra società.
3. « Voi siete la luce del mondo… ». Per quanti da principio ascoltarono Gesù, come anche per noi, il simbolo della luce evoca il desiderio di verità e la sete di giungere alla pienezza della conoscenza, impressi nell’intimo di ogni essere umano.
Quando la luce va scemando o scompare del tutto, non si riesce più a distinguere la realtà circostante. Nel cuore della notte ci si può sentire intimoriti ed insicuri, e si attende allora con impazienza l’arrivo della luce dell’aurora. Cari giovani, tocca a voi essere le sentinelle del mattino (cfr Is 21, 11-12) che annunciano l’avvento del sole che è Cristo risorto!
La luce di cui Gesù ci parla nel Vangelo è quella della fede, dono gratuito di Dio, che viene a illuminare il cuore e a rischiarare l’intelligenza: « Dio che disse: «Rifulga la luce dalle tenebre», rifulse anche nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo » (2 Cor 4,6). Ecco perché le parole di Gesù assumono uno straordinario rilievo allorché spiega la sua identità e la sua missione: « Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita » (Gv 8,12).
L’incontro personale con Cristo illumina di luce nuova la vita, ci incammina sulla buona strada e ci impegna ad essere suoi testimoni. Il nuovo modo, che da Lui ci viene, di guardare al mondo e alle persone ci fa penetrare più profondamente nel mistero della fede, che non è solo un insieme di enunciati teorici da accogliere e ratificare con l’intelligenza, ma un’esperienza da assimilare, una verità da vivere, il sale e la luce di tutta la realtà (cfr Veritatis splendor, 88).
Nel contesto attuale di secolarizzazione, in cui molti dei nostri contemporanei pensano e vivono come se Dio non esistesse o sono attratti da forme di religiosità irrazionali, è necessario che proprio voi, cari giovani, riaffermiate che la fede è una decisione personale che impegna tutta l’esistenza. Il Vangelo sia il grande criterio che guida le scelte e gli orientamenti della vostra vita! Diventerete così missionari con i gesti e le parole e, dovunque lavoriate e viviate, sarete segni dell’amore di Dio, testimoni credibili della presenza amorosa di Cristo. Non dimenticate: « Non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio » (Mt 5,15)!
Come il sale dà sapore al cibo e la luce illumina le tenebre, così la santità dà senso pieno alla vita, rendendola riflesso della gloria di Dio. Quanti santi, anche tra i giovani, annovera la storia della Chiesa! Nel loro amore per Dio hanno fatto risplendere le proprie virtù eroiche al cospetto del mondo, diventando modelli di vita che la Chiesa ha additato all’imitazione di tutti. Tra i molti basti ricordare: Agnese di Roma, Andreas di Phú Yên, Pedro Calungsod, Giuseppina Bakhita, Teresa di Lisieux, Pier Giorgio Frassati, Marcel Callo, Francisco Castelló Aleu o ancora Kateri Tekakwitha, la giovane irochese detta « il giglio dei Mohawks ». Prego il Dio tre volte Santo che, per l’intercessione di questa folla immensa di testimoni, vi renda santi, cari giovani, i santi del terzo millennio!
4. Carissimi, è tempo di prepararsi per la XVII Giornata Mondiale della Gioventù. Vi rivolgo uno speciale invito a leggere e ad approfondire la Lettera apostolica Novo millennio ineunte, che ho scritto all’inizio dell’anno per accompagnare i battezzati in questa nuova tappa della vita della Chiesa e degli uomini: « Un nuovo secolo, un nuovo millennio si aprono alla luce di Cristo. Non tutti però vedono questa luce. Noi abbiamo il compito stupendo di esserne il «riflesso» » (n. 54).
Sì, è l’ora della missione! Nelle vostre diocesi e nelle vostre parrocchie, nei vostri movimenti, associazioni e comunità il Cristo vi chiama, la Chiesa vi accoglie come casa e scuola di comunione e di preghiera. Approfondite lo studio della Parola di Dio e lasciate che essa illumini la vostra mente ed il vostro cuore. Traete forza dalla grazia sacramentale della Riconciliazione e dell’Eucarestia. Frequentate il Signore in quel «cuore a cuore» che è l’adorazione eucaristica. Giorno dopo giorno, riceverete nuovo slancio che vi consentirà di confortare coloro che soffrono e di portare la pace al mondo. Sono tante le persone ferite dalla vita, escluse dallo sviluppo economico, senza un tetto, una famiglia o un lavoro; molte si perdono dietro false illusioni o hanno smarrito ogni speranza. Contemplando la luce che risplende sul volto di Cristo risorto, imparate a vostra volta a vivere come « figli della luce e figli del giorno » (1 Ts 5,5), manifestando a tutti che « il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità » (Ef 5,9).
5. Cari giovani amici, per tutti coloro che possono l’appuntamento è a Toronto! Nel cuore di una città multiculturale e pluriconfessionale diremo l’unicità di Cristo Salvatore e l’universalità del mistero di salvezza di cui la Chiesa è sacramento. Pregheremo per la piena comunione tra i cristiani nella verità e nella carità, rispondendo all’invito pressante del Signore che desidera ardentemente « che tutti siano una cosa sola » (Gv 17,11).
Venite a far risuonare nelle grandi arterie di Toronto l’annuncio gioioso di Cristo che ama tutti gli uomini e porta a compimento ogni segno di bene, di bellezza e di verità presente nella città umana. Venite a dire davanti al mondo la vostra gioia di aver incontrato Cristo Gesù, il vostro desiderio di conoscerlo sempre meglio, il vostro impegno di annunciarne il Vangelo di salvezza fino agli estremi confini della terra!
I vostri coetanei canadesi si preparano già ad accogliervi con calore e grande ospitalità, insieme ai loro Vescovi e alle Autorità civili. Per questo li ringrazio fin d’ora vivamente. Possa questa prima Giornata Mondiale dei Giovani all’inizio del terzo millennio trasmettere a tutti un messaggio di fede, di speranza e d’amore!
La mia benedizione vi accompagna, mentre a Maria, Madre della Chiesa, affido ciascuno di voi, la vostra vocazione e la vostra missione.

Da Castel Gandolfo, 25 Luglio 2001

IOANNES PAULUS II

ENTRANDO NEL MISTERO CON GLI OCCHI DELLO SPIRITO – P. MANUEL NIN

http://www.osservatoreromano.va/it/news/entrando-nel-mistero-con-gli-occhi-dello-spirito

ENTRANDO NEL MISTERO CON GLI OCCHI DELLO SPIRITO

· «TEMPO DI DIO, TEMPO DELLA CHIESA. L’ANNO LITURGICO BIZANTINO» DI PADRE MANUEL NIN ·
27 MAGGIO 2011

«Mi sento incoraggiato non tanto quando qualcuno mi dice che gli articoli che scrivo sono belli — se lo sono è perché la liturgia bizantina lo è! — ma soprattutto quando mi dite che sono utili»; l’archimandrita Manuel Nin, rettore del Pontificio Collegio Greco, al termine dell’incontro di presentazione del suo libro Tempo di Dio, tempo della Chiesa. L’anno liturgico bizantino (Genova-Milano, Marietti, 2011, pagine 156, euro 25) ospitato il 25 maggio dalla Casa di Santiago y Montserrat a Roma, ha dedicato tutto il tempo a sua disposizione ai ringraziamenti. Non solo in ossequio alle regole di rito, presenti il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, con il sottosegretario, monsignor Maurizio Malvestiti, l’eparca di Piana degli Albanesi, monsignor Sotìr Ferrara, l’abate presidente della Congregazione sublacense, dom Bruno Marin, l’ambasciatore di Spagna presso la Santa Sede, il rettore del Collegio di Santiago y Montserrat, e il direttore del nostro giornale.
Uno dei frutti più evidenti del dialogo costante con Dio è una profonda e commossa gratitudine che diventa serena e pronta disponibilità a ciò che di volta in volta la realtà chiede, sia che si tratti di piegarsi al ritmo uguale e costante della vita monastica che di far fronte a domande meno prevedibili. Proprio uno di questi «imprevisti» ha segnato l’inizio della collaborazione di padre Nin con «L’Osservatore Romano»: la richiesta di un articolo su un tema pasquale nell’Oriente cristiano arrivata la mattina del sabato santo 2008, un’ora prima dell’inizio della liturgia. «Ho chiesto al direttore i tempi della consegna, pensando che avrebbe detto entro qualche giorno, ma la risposta fu “prima di mezzogiorno”» ha raccontato con un sorriso padre Nin.
«Lo scopo dei miei articoli, come anche di questo libro — ha continuato l’autore — è far parlare i testi liturgici e far conoscere come la tradizione bizantina vive e celebra il mistero di Cristo. La scelta del titolo, preso dagli scritti liturgici di Joseph Ratzinger – Papa Benedetto XVI, è motivata dalla convinzione che in essi abbiamo una delle più importanti riflessioni di teologia liturgica degli ultimi decenni, e dal legame stretto che troviamo fra la liturgia, la teologia e la vita spirituale in qualsiasi Chiesa cristiana».
«Le icone raffigurate nel libro non sono immagini decorative a corredo del testo, sono esse stesse teologia» ha precisato nel suo intervento Antonio Fyrigos, del Pontificio Istituto Orientale. E «sono le icone — ha ribadito il cardinale Sandri — ad aprire, soprattutto agli occhi dello spirito, i misteri di Cristo nell’intento di catturare le facoltà umane e poi coniugarle con la bellezza, affinché il cuore sia quasi costretto dall’amore a sostare sul contenuto della verità divina. La liturgia è, per la Congregazione per le Chiese Orientali, una priorità assoluta; del resto, risale addirittura al 1931 una commissione speciale per la liturgia in seno al dicastero voluta da Pio XI. Fu la prima in assoluto ed ereditò la costante e impegnativa cura che aveva distinto la stessa Sezione Orientale, istituita dal beato Pio IX nel 1862. L’intento era ed è quello di sostenere le Chiese orientali nella fedeltà a se stesse e nella propria missione».
«Nella tessitura del rito bizantino — ha anche detto Fyrigos — ci sono ancora tracce dell’antica tragedia greca, come il dialogo tra i due cori; i fedeli non sono spettatori, ma concelebranti del rito». Dopo i saluti finali, padre Nin ha intonato il Christòs anèsti , seguito da tutte le persone presenti in sala. Non siamo spettatori, nemmeno a una conferenza; far partecipare tutti al canto della Risurrezione è stato forse il modo più semplice e concreto per dirlo. 

Publié dans:CHIESA BIZANTINA, P. MANUEL NI |on 30 avril, 2015 |Pas de commentaires »

Saint Catherine of Siena 1347-1380

 Saint Catherine of Siena 1347-1380 dans immagini sacre Catherine-of-Siena-692x936

http://sophiainstitutenyc.org/catherine-of-siena/

Publié dans:immagini sacre |on 29 avril, 2015 |Pas de commentaires »

L’APOSTOLO PAOLO E SANTA CATERINA (festa oggi 29 aprile)

http://www.caterinati.org/orazioni.htm

L’APOSTOLO PAOLO E SANTA CATERINA (festa oggi 29 aprile)

(da. Il Ponte, sett-ott.2008)

Il Santo Padre Benedetto XVI, il 28 giugno scorso, a San Paolo fuori le mura a Roma, con una toccante cerimonia ha inaugurato solennemente » l’anno paolino « . Alla cerimonia, hanno partecipato il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo l° e un rappresentante dell’arcive­scovo di Canterbury.
Conoscere e far conoscere sempre più San Paolo e aprirsi sul suo esempio, alla dimensione ecu­menica. (..) “ Paolo servo di Cristo Gesù ,Apostolo per vocazione. Così Paolo inizia la lettera indirizzata a quanti sono in Roma.
« lo Catarina, serva e schiava de’ servi di Gesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo ». Così Caterina si presenta nelle sue epistole. (..)
Ma adesso diamo uno sguardo sul rapporto tra Caterina da Siena e l’Apostolo delle genti.
Una sera del 1353 Caterina da Siena, tornando a casa col fratellino Stefano, dopo aver fatto una visita alla visita alla torre di Sant’Ansano verso Fonte Branda, ebbe una dolcis­sima visione che la segnerà per tutta la vita. Di colpo vide la monumentale Chiesa di San Dome­nico avvolta da un serafico tramonto e su, su, in alto in una luce purissima Gesù, maestoso sedu­to in trono. Vestiva abiti pontificali, in testa poggiava un’ aurea tiara, e ai suoi lati si trovavano Pietro, Paolo e Giovanni. Giovanni.
Gesù la guardava e le sorrideva. Caterina era afferrata dal suo dolce sguardo e Gesù compiaciuto, la benediceva in un incendio d’amore infinito. Caterina non aveva che sei anni. La visione di Cristo coi paramenti pontificali le dice lo stretto rapporto col suo vicario, Pietro infatti è colui che lo rappresenta qui, sulla terra. Pertanto, per lei il Papa sarà il dolce Cristo in terra. San Gio­vanni il Teologo dell’amore, l’aiuterà a penetrare il mistero di Dio – amore e l’impegno costante della carità. Paolo, l’apostolo delle genti, il grande San Paolo il Dottore, sarà il suo Maestro e sarà amato dalla nostra santa in modo singolare per via che è stato crocifisso con Cristo. Paolo le diverrà tanto familiare da meritarsi il termine confidenziale di  » Paoluccio « . La nostra Santa il 25 gennaio del 1377 durante la Messa della festa della conversione di San Paolo, in estasi pro­nunciò una bellissima preghiera, della cui trascrizione siamo debitori al Beato Raimondo da Capua.
 » Tu, o Paolo ottimo, ( … ) da poi che per esso Verbo sei stato convertito dall’ errore alla verità e dopo che hai ricevuto il dono di essere rapito dove vedesti la divina Essenza in tre Persone, spogliato di quella visione, ritornando al corpo ovvero ai sensi, rimanesti vestito solo della visio­ne del verbo incarnato. Nella quale, considerando con attenzione che lo stesso Verbo incarnato sostenendo continue pene ha operato cl’ onore del Padre e la salute nostra, tu per questo sei fatto sitibondo e desideroso di sostenere p~ne acciò che, dimentico di tutte quante le altre cose, cpn­fessassi di non sapere altro che Iesu Cristo, e questo crocifisso. ( Orazione XXIII)
Struggente e determinata come sempre, nell’0razione VIII, invoca la luce che salva a Dio, cui sono proprie misericordia e pietà, dicendo “Tu ci desti al tempo del bisogno la luce degli apo­stoli: ora in questo tempo che maggiormente aviamo bisogno del lume risuscita un Paulo che illumini tutto el mondo ». Questo ci dice ulteriormente, l’amore, l’ammirazione e la devozione che la senese nutriva verso San Paolo.
San Giovanni Crisostomo definì San Paolo  » Voce di Dio », « Gran vascello dello Spirito Santo « , lo definì invece, Dante Alighieli. Sant’Agostino lo presentò come: » Vaso d’elezione e Maestro del mondo » mentre Santa Caterina lo chiama » Paolo ottimo « . Ma cerchiamo ancora negli scritti della nostra Mistica.
La lettera 226 indirizzata al Beato Raimondo da Capua per spronarlo ulteriormente verso l’ a­more di Dio e del prossimo, esprime tutta l’ammirazione versata in lirica nei confronti dell’ Apostolo « Così fece il dolce banditore di Paolo, che si vestì di Cristo crocifisso, e spogliato fu del diletto della divina essenza. Vestesi di Cristo uomo, cioè delle pene, obbrobri di Cristo crocifisso; e in altro modo non si vuole dilettare; anzi dice:  » lo fuggo di gloriarmi se non nella Croce di Cristo crocifisso ». E tanto gli piacque che, come disse una volta esso Apostolo a una serva sua: « Dolce figliola mia, tanto me l’ho stretto ‘l detto piacere col legame dell’affetto e dell’amore, che mai da me non si partì, né punto allentò, se non quando mi fu tolta la vita ». ( … ) Ed è fatto vasello di dilezione; pieno di fuoco, a portare, e a predicare la parola di Dio. Adunque non più negligenza, né dormire nell’ignoranzia, ma con acceso e ardito cuore distendere i dolci e amoro­si desideri ad andare a dare l’onore a Dio e la fadiga al prossimo; non partendovi mai dall’obiet­to nostro, Cristo crocifisso.
Chiunque si accosti agli scritti della nostra Mistica,anche semplicemente sfogliando il Dialogo, si accorge come a partire dal capitolo tre, citi l’Apostolo, per evidenziare in modo eloquente, la centralità di Cristo Crocifisso nella sua dottrina. Il Papa Benedetto XIV elevò tali lodi della mirabile dottrina di Caterina, ricca di sapienza, da fargli dire che, a somiglianza di San Paolo, tale dottrina è « accesa del fuoco della carità « . (Cfr. S. Caterina nei documenti papali P.Alfredo Scarciglia). A Benedetto XIV, nel 1995, fa eco Giovanni Paolo II, quando nella Lettera Aposto­lica, all’ Arcivescovo di Siena dice: « Infiammata dallo stesso ardore di San Paolo, Caterina non sa che predicare Cristo e Cristo crocifisso, nel cui sangue si sente a lui sposa e nel cui sangue scrive, da madre e sorella, il suo epistolario « Per Caterina il Cristo Crocifisso stà in su la croce beato e doloroso, perché è amante dell’umanità ed è il redentore nostro. Per Caterina il Cristo Crocifisso è altresì l’Agnello svenato e consumato d’amore, ed è dato a noi in cibo nell’Eucari­stia. Anche nelle sue lettere mette bene in evidenza la centralità di Cristo Crocifisso tant’ è, che le sue lettere iniziano » nel nome di Cristo Crocifisso » e terminano nel nome di Gesù dolce, Ge­sù amore.
È fuor d’ogni dubbio, che Caterina ami d’amore singolare  » l’ottimo Paolo » soprattutto per la sua scelta preferenziale che è quella di amare Cristo Crocifisso, che è scelta di sofferenza per amore, fino a con­fonnarsi a Lui. « Sono stato croci­fisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. (Galati 2,19 -20)
(P.Alfredo Scarciglia o.p.)

PAPA FRANCESCO: I GUAI DI SAN PAOLO

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/cotidie/2013/documents/papa-francesco-cotidie_20130516_san-paolo.html

PAPA FRANCESCO

MEDITAZIONE MATTUTINA NELLA CAPPELLA DELLA DOMUS SANCTAE MARTHAE

I GUAI DI SAN PAOLO

Giovedì, 16 maggio 2013

(da: L’Osservatore Romano, ed. quotidiana, Anno CLIII, n. 112, Ven. 17/05/2013)

Con la sua testimonianza di verità il cristiano deve «dar fastidio» alle «nostre strutture comode», anche a costo di finire «nei guai», perché animato da una «sana pazzia spirituale» per tutte «le periferie esistenziali». Sull’esempio di san Paolo, che passava «da una battaglia campale a un’altra», i credenti non devono rifugiarsi «in una vita tranquilla» o nei compromessi: oggi nella Chiesa ci sono troppo «cristiani da salotto, quelli educati», «tiepidi», per i quali va sempre «tutto bene», ma che non hanno dentro l’ardore apostolico. È un forte appello alla missione — non solo nelle terre lontane ma anche nelle città — quello che Papa Francesco ha lanciato stamani, giovedì 16 maggio, nella messa celebrata nella cappella della Domus Sanctae Marthae.
Punto di partenza della sua riflessione il passo degli Atti degli apostoli (22, 30; 23, 6-11) che vede protagonista appunto san Paolo nel pieno di una delle sue «battaglie campali». Ma stavolta, ha detto il Papa, è una battaglia «anche un po’ iniziata da lui, con la sua furbizia. Quando si è accorto della divisione fra quelli che lo accusavano», tra sadducei e farisei, ha fatto in modo che andassero «uno contro l’altro. Ma tutta la vita di Paolo era di battaglia campale in battaglia campale, di persecuzione in persecuzione. Una vita con tante prove, perché anche il Signore aveva detto che questo sarebbe stato il suo destino»; un destino «con tante croci, ma lui va avanti; lui guarda il Signore e va avanti».
E «Paolo dà fastidio: è un uomo — ha spiegato il Pontefice — che con la sua predica, con il suo lavoro, con il suo atteggiamento dà fastidio perché proprio annuncia Gesù Cristo. E l’annuncio di Gesù Cristo alle nostre comodità, tante volte alle nostre strutture comode, anche cristiane, dà fastidio. Il Signore sempre vuole che noi andiamo più avanti, più avanti, più avanti». Vuole «che noi non ci rifugiamo in una vita tranquilla o nelle strutture caduche. E Paolo, predicando il Signore, dava fastidio. Ma lui andava avanti, perché aveva in sé quell’atteggiamento tanto cristiano che è lo zelo apostolico. Aveva proprio il fervore apostolico. Non era un uomo di compromesso. No! La verità: avanti! L’annuncio di Gesù Cristo: avanti! Ma questo non era soltanto per il suo temperamento: era un uomo focoso».
Tornando al racconto degli Atti, il Papa ha rilevato come «anche il Signore s’immischia» nella vicenda, «perché proprio dopo questa battaglia campale, la notte seguente, dice a Paolo: coraggio! Va’ avanti, ancora di più! È proprio il Signore che lo spinge ad andare avanti: “Come hai testimoniato a Gerusalemme le cose che mi riguardano, così è necessario che tu dia testimonianza anche a Roma”». E, ha aggiunto il Papa, «fra parentesi, a me piace che il Signore si preoccupi di questa diocesi fin da quel tempo: siamo privilegiati!».
«Lo zelo apostolico — ha quindi precisato — non è un entusiasmo per avere il potere, per avere qualcosa. È qualcosa che viene da dentro e che lo stesso Signore vuole da noi: cristiano con zelo apostolico. E da dove viene questo zelo apostolico? Viene dalla conoscenza di Gesù Cristo. Paolo ha trovato Gesù Cristo, ha incontrato Gesù Cristo, ma non con una conoscenza intellettuale, scientifica — è importante perché ci aiuta — ma con quella conoscenza prima, quella del cuore, dell’incontro personale. La conoscenza di Gesù che mi ha salvato e che è morto per me: quello proprio è il punto della conoscenza più profonda di Paolo. E quello lo spinge a andare avanti, annunciare Gesù».
Ecco allora che per Paolo «non ne finisce una che ne incomincia un’altra. È sempre nei guai, ma nei guai non per i guai, ma per Gesù: annunciando Gesù, le conseguenze sono queste! La conoscenza di Gesù Cristo fa che lui sia un uomo con questo fervore apostolico. È in questa Chiesa e pensa a quella, va in quella e poi torna a questa e va all’altra. E questa è una grazia. È un atteggiamento cristiano il fervore apostolico, lo zelo apostolico».
Papa Francesco ha poi fatto riferimento agli Esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola, suggerendo la domanda: «Ma se Cristo ha fatto questo per me, cosa devo fare io per Cristo?». E ha risposto: «Il fervore apostolico, lo zelo apostolico si capisce soltanto in un’atmosfera di amore: senza l’amore non si capisce perché lo zelo apostolico ha qualcosa di pazzia, ma di pazzia spirituale, di sana pazzia. E Paolo aveva questa sana pazzia».
«Chi custodisce proprio lo zelo apostolico — ha proseguito il Pontefice — è lo Spirito Santo; chi fa crescere lo zelo apostolico è lo Spirito Santo: ci dà quel fuoco dentro per andare avanti nell’annuncio di Gesù Cristo. Dobbiamo chiedere a lui la grazia dello zelo apostolico». E questo vale «non soltanto per i missionari, che sono tanto bravi. In questi giorni ho trovato alcuni: “Ah padre, è da sessant’anni che sono missionario nell’Amazzonia”. Sessant’anni e avanti, avanti! Nella Chiesa adesso ce ne sono tanti e zelanti: uomini e donne che vanno avanti, che hanno questo fervore. Ma nella Chiesa ci sono anche cristiani tiepidi, con un certo tepore, che non sentono di andare avanti, sono buoni. Ci sono anche i cristiani da salotto. Quelli educati, tutto bene, ma non sanno fare figli alla Chiesa con l’annuncio e il fervore apostolico».
Il Papa ha invocato quindi lo Spirito Santo perché «ci dia questo fervore apostolico a tutti noi; ci dia anche la grazia di dar fastidio alle cose che sono troppo tranquille nella Chiesa; la grazia di andare avanti verso le periferie esistenziali. La Chiesa ha tanto bisogno di questo! Non soltanto in terra lontana, nelle Chiese giovani, nei popoli che ancora non conoscono Gesù Cristo. Ma qui in città, in città proprio, hanno bisogno di questo annuncio di Gesù Cristo. Dunque chiediamo allo Spirito Santo questa grazia dello zelo apostolico: cristiani con zelo apostolico. E se diamo fastidio, benedetto sia il Signore. Avanti, come dice il Signore a Paolo: “Coraggio!”».
Hanno concelebrato, tra gli altri, il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson e il vescovo Mario Toso, rispettivamente presidente e segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, monsignor Luigi Mistò, segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa), e il gesuita Hugo Guillermo Ortiz, responsabile dei programmi di lingua spagnola di Radio Vaticana. Tra i presenti, personale del dicastero Iustitia et Pax e un gruppo di dipendenti dell’emittente vaticana.

 

The theological icon simply entitled the “Anastasis” or “Resurrection,” is also referred to as the “Descent Into Hades.”

The theological icon simply entitled the “Anastasis” or “Resurrection,” is also referred to as the “Descent Into Hades.”  dans immagini sacre 2013-0510-resurrection
http://oca.org/reflections/fr.-steven-kostoff/deaths-dominion-has-been-shattered

Publié dans:immagini sacre |on 28 avril, 2015 |Pas de commentaires »
12345...11

Une Paroisse virtuelle en F... |
VIENS ECOUTE ET VOIS |
A TOI DE VOIR ... |
Unblog.fr | Annuaire | Signaler un abus | De Heilige Koran ... makkel...
| L'IsLaM pOuR tOuS
| islam01