BIOGRAFIA S.CECILIA – 22 NOVEMBRE
Santa Cecilia : Comunità Santa Cecilia
BIOGRAFIA S.CECILIA – 22 NOVEMBRE
Cecilia discende dalla nobile famiglia romana della “gens Caecilia” e fin da piccola viene educata di nascosto alla fede cristiana dalla sua nutrice. La giovane decide di consacrarsi al Signore Gesù, ma i suoi genitori decidono di farla sposare col nobile Valeriano. Il giorno stesso delle nozze però la giovane avvertì il marito di essersi consacrata a Dio e che un angelo avrebbe difeso la sua verginità. Valerio fu alquanto contrariato e incredulo ma dopo che l’angelo gli apparve in maniera piuttosto convincente si convertì anch’egli al cristianesimo.
Valeriano e Cecilia, uniti dalla fede e dall’amore per Cristo, misero i loro beni e le loro vite al servizio del Vangelo. Tiburzio, fratello di Valeriano, conquistato dall’esempio del fratello, divenne anche lui cristiano. Durante una persecuzione, sotto l’imperatore Alessandro Severo, Valeriano e Tiburzio si prodigarono nel curare i poveri e seppellire i corpi dei martiri trucidati nelle arene; per questo furono denunciati e condannati alla decapitazione.
Al momento dell’esecuzione Massimo, funzionario dell’impero, toccato dalla fede di Valerio e Tiburzio confessò di essere anche lui cristiano e venne perciò decapitato. Cecilia raccolse con le sue mani i corpi dei tre martiri e non molto tempo dopo anch’essa viene denunciata e condannata.
Cecilia fu condannata a morire per asfissia nel calidarium (bagno per sauna) della propria casa, dove vi fu rinchiusa per 24 ore, ma ella sopravvisse. Venne consegnata al boia per essere decapitata, ma egli, dopo tre colpi alla testa, non riuscì a reciderla e, impaurito, fuggì via. Cecilia venne soccorsa amorevolmente e la sua agonia durò tre giorni fino all’arrivo del Papa Urbano, al quale la fanciulla agonizzante lasciò in eredità la propria casa con la preghiera di tramutarla in chiesa.
Urbano per onorare la martire la fece seppellire nelle catacombe di Callisto, vicino alla Cripta dei Papi. Ma solo nell’anno 821, sotto il pontificato di Pasquale I, la chiesa edificata fu consacrata alla santa martire. La salma della Santa, dopo cinquecento anni ancora intatta, fu traslata dalle catacombe di S.Callisto (dove ancora oggi si può visitare la cripta che ne ospitò il corpo) alla chiesa, già sua antica dimora, insieme ai martiri Valeriano, Tiburzio e Massimo. A questi Pasquale I volle aggiungere anche il corpo di S. Urbano.
Otto secoli dopo, e precisamente nel 1599, il cardinale Sfondrati, durante l’esecuzione di alcuni restauri della chiesa, pensò di fare aprire il sarcofago contenente le spoglie della Santa. Secondo autorevoli testimonianze il corpo di Cecilia era ancora intatto ed era visibile ancora la cicatrice al collo. Prima che si richiudesse il sarcofago lo scultore Stefano Maderno trasse il disegno della statua che poi scolpì e che rappresenta la Santa nella stessa posizione in cui la tradizione vuole che si trovasse al momento della morte piegata sul fianco destro con le braccia allungate.
Nel primo medioevo Cecilia è sempre e soltanto accompagnata dai simboli del martirio (una palma o una corona). A partire dal XV secolo viene raffigurata con uno strumento, in genere un organo. La ragione dell’affiliazione musicale della Santa è dovuta ad un’errata interpretazione di un brano della Passio nel quale, descrivendo il suo matrimonio si dice: «Mentre gli strumenti suonavano (cantantibus organis) Cecilia in cuor suo rivolgeva il suo canto al Signore». Nella prima antifona delle lodi che si cantano in onore della Santa le parole «in cuor suo» sono state soppresse così da lasciare immaginare che Cecilia cantasse davvero accompagnata dal suono di organo.
Da qui, data anche l’assoluta carenza di santi musicanti, il passo ad essere proclamata patrona della musica fu breve. Già nel celebre dipinto di Raffaello L’estasi di Santa Cecilia la vergine martire viene raffigurata con un organo portativo in mano (poco importa che le canne siano messe al rovescio) e con ai piedi «sparsi per terra instrumenti musici, che non sono dipinti, ma vivi e veri si conoscono» (Vasari). Una copia di questo dipinto fu ordinata dal succitato cardinale Sfondrati a Guido Reni in occasione della ricognizione del corpo della Santa. Oggi si può ammirare nella Chiesa di San Luigi dei Francesi. Cecilia dunque fu acclamata, volente o nolente, patrona della musica e dei musicisti.

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