LA PAROLA DI DIO DALLA PRIMA LETTURA. IL LIBRO DI EZECHIELE. IL TAU
LA PAROLA DI DIO DALLA PRIMA LETTURA. IL LIBRO DI EZECHIELE. IL TAU
By Pmartucci
(dall’indirizzo web direi che è stato scritto il 13.8.2014, infatti sono le letture del giorno)
I Lettura Ez 9,1-7;10,18-22
Segna un tau sulla fronte degli uomini che piangono per tutti gli abomini che si compiono in Gerusalemme.
Salmo (Sal 112)
Più alta dei cieli è la gloria del Signore.
Vangelo Mt 18,15-20
Se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello.
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Ez 9, 10
Una voce potente gridò ai miei orecchi: «Avvicinatevi, voi che dovete punire la città, ognuno con lo strumento di sterminio in mano». Ecco sei uomini giungere dalla direzione della porta superiore che guarda a settentrione, ciascuno con lo strumento di sterminio in mano. In mezzo a loro c’era un altro uomo, vestito di lino, con una borsa da scriba al fianco. Appena giunti, si fermarono accanto all’altare di bronzo.
La gloria del Dio d’Israele, dal cherubino sul quale si posava, si alzò verso la soglia del tempio e chiamò l’uomo vestito di lino che aveva al fianco la borsa da scriba. Il Signore gli disse: «Passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme, e segna un tau sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono». Agli altri disse, in modo che io sentissi: «Seguitelo attraverso la città e colpite! Il vostro occhio non abbia pietà, non abbiate compassione. Vecchi, giovani, ragazze, bambini e donne, ammazzate fino allo sterminio: non toccate, però, chi abbia il tau in fronte. Cominciate dal mio santuario!». Incominciarono dagli anziani che erano davanti al tempio. Disse loro: «Profanate pure il tempio, riempite di cadaveri i cortili. Uscite!». Quelli uscirono e fecero strage nella città.
La gloria del Signore uscì dalla soglia del tempio e si fermò sui cherubini. I cherubini spiegarono le ali e si sollevarono da terra sotto i miei occhi; anche le ruote si alzarono con loro e si fermarono all’ingresso della porta orientale del tempio del Signore, mentre la gloria del Dio d’Israele era in alto su di loro. Erano i medesimi esseri che io avevo visto sotto il Dio d’Israele lungo il fiume Chebar e riconobbi che erano cherubini. Ciascuno aveva quattro aspetti e ciascuno quattro ali e qualcosa simile a mani d’uomo sotto le ali. Il loro aspetto era il medesimo che avevo visto lungo il fiume Chebar. Ciascuno di loro avanzava diritto davanti a sé.
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Il capitolo 9 del Libro di Ezechiele fa parte di un’unità più grande, formata dai capitoli 8-11. Essa presenta la visione del giudizio su Gerusalemme, un giudizio a cui il profeta è invitato per poterlo raccontare agli anziani di Giuda esiliati in Babilonia.
Sono in gran parte visioni quelle che scandiscono i momenti fondamentali dell’esperienza profetica di Ezechiele: la visione precede e accompagna la sua vocazione (capitoli 1-3), il giudizio su Gerusalemme (capitoli 8-11), le ossa aride (capitolo 37), il ritorno della gloria del Signore nel Tempio nuovo (capitoli 40-48).
Così in questa pericope:“uno spirito mi sollevò…in visioni divine mi portò a Gerusalemme…Ed ecco, là era la gloria del Dio d’Israele, simile a quella che avevo visto nella valle” (Ez 8,3-4)
Come tutti gli avvenimenti fondamentali della sua esperienza, la visione del capitolo 8 inizia con una data: “Nell’anno sesto, nel sesto mese, il cinque del mese, mentre mi trovavo in casa e dinanzi a me sedevano gli anziani di Giuda, la mano del Signore Dio si posò su di me e vidi…” (Ez 8,1-2)……..
La trama narrativa di questa visione è costituita da tre tempi: l’accusa e la prova dei quattro delitti contro la santità del Tempio, espressione dell’idolatria, del rifiuto del Signore, seguiti dal delitto dell’ingiustizia sociale che ne è la conseguenza (Ez 8,5-6.7-13.14-15.16-18); la sentenza accompagnata dall’esecuzione (Ez 9); infine, il racconto della gloria del Signore che, come in un esodo, abbandona il Tempio e prende la via del deserto (Ez 10-11).
La lettura liturgica omette la maggior parte di questi capitoli, limitandosi a Ez 9,1-11 e a Ez 10,1-10. 12-14. 18-19. 21-22a.
La sentenza annunciata alla fine del capitolo 8, viene ora eseguita da sette uomini sterminatori. Il settimo si distingue però dagli altri sei perché è uno scriba ed è incaricato dal Signore di segnare con un tau la fronte di coloro che saranno salvati dallo sterminio, ossia del resto che rimane, tipico tema in Isaia, e che renderà possibile la continuazione del popolo, rinnovato dalla purificazione radicale da ogni forma di empietà. Si ritroverà questa immagine altrove nella Bibbia, nella figura dello sterminatore di Es 12,23 e negli angeli “con i sette flagelli” in Ap 15-16.
Il tau, ultima lettera dell’alfabeto ebraico, è il segno di salvezza, di distinzione. Nell’antico ebraico aveva la forma di una croce : era usata per firmare un documento ( Gb 31,35), per denotare la proprietà di beni, era segno di appartenenza. Il libro dell’Apocalisse riprenderà questa immagine (Ap 7) con l’immagine del sigillo.
La visione si può accostare al Sal 87, ” 6 Il Signore registrerà nel libro dei popoli:/«Là costui è nato”, i nati a Gerusalemme. Ma l’accostamento più immediato è al segno fatto col sangue sugli stipiti e sul frontone delle porte degli ebrei in Egitto (Es 12,7.13).
Il segno del Tau diventerà nell’interpretazione allegorica degli autori cristiani, a cominciare da Origene e da Gerolamo, una anticipazione della croce di Cristo.
E’ un segno di protezione: Ez 9,1-6 ” … il Signore chiama l’uomo vestito di lino che portava ai fianchi il calamaio e gli disse: – Vai per la città, passa per Gerusalemme e segna un Tau sulla fronte degli uomini che gemono e piangono per tutte le malvagità che vengono commesse -.
Divenne anche, per la somiglianza alla croce, un segno di conversione, di penitenza, di protezione, di salvezza e redenzione in Cristo.
Lo si trova affrescato nelle catacombe.
Fu utilizzato frequentemente nel primo millennio: lo si portava al dito come anello, al collo come amuleto, lo si dipingeva sulle porte di casa per tener lontane le malattie.
San Francesco lo citava spesso nelle sue prediche, apponeva il segno sulle carte, lo dipingeva sulle pareti delle celle e lo tracciava con la mano nelle benedizioni, come nella pergamena donata a Fate Leone :”Francesco scrisse di sua mano questa benedizione a me, frate Leone; similmente tracci di propria mano questo segno della TAU con la sua base”.
Tommaso da Celano nel trattato dei miracoli (II-828), racconta: “Familiare gli era la lettera Tau, fra le altre lettere, con la quale soltanto firmava i biglietti e decorava le pareti delle celle. Infatti anche l’uomo di Dio, Pacifico, contemplatore di celesti visioni, scorse con gli occhi della carne sulla fronte del beato padre, una grande lettera Tau, che risplendeva di aureo fulgore.”
Il papa Innocenzo III, inaugurando il IV Concilio Lateranense del 1215, richiama le parole di Ezechiele chiamando i cristiani a far penitenza sotto il segno del TAU.
Il segno fu molto usato nelle illustrazioni dei messali, che riportavano in principio la frase “Te igitur, clementissime Pater …dove la T iniziale veniva molto spesso raffigurata simbolicamente come come TAU.
Un esempio per tutti: la veste dei monaci dell’Ordine monastico degli Antoniani, devoti a Sant’Antonio eremita, portava questo segno. A Castrojeriz fu eretto nel 1146, per disposizione del Re Alfonso VIII, il convento di quest’Ordine che divenne casa Generale. Curavano il “fuoco sacro”, oggi conosciuto come “fuoco di sant’antonio”. Il Tau era considerato un segno che proteggeva dalla peste e lo si portava come un amuleto e lo si segnava sulle parti infette.
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