SAN PAOLO A CORINTO – LA SAPIENZA DI DIO: SINCERITA’ E UNIONE ETERNA (Oratorio di Busseto)
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Settimana Vocazionale Adolescenti 2009
SAN PAOLO A CORINTO – LA SAPIENZA DI DIO: SINCERITA’ E UNIONE ETERNA (Oratorio di Busseto)
Questa sera continuiamo a stringere conoscenza con Paolo…il viaggio prosegue alla volta di Corinto, una città peraltro con un a brutta fama, infatti era un porto di mare: era una città di commerci, caotica, multietnica confusionaria, con tanto traffico di merci e di persone; era un po’ una Milano antica….E come si può accogliere il vangelo in mezzo a tutto questo casino?
Di certo Paolo non sarà stato entusiasta, ed infatti Egli ci rivela anche le sue preoccupazioni nell’andare in un luogo come Corinto, dove la gente è sempre di corsa, ha poco tempo per ascoltare…e chissà poi se ne ha voglia!Proviamo a considerare due aspetti che appaiono come totalmente incompatibili: da un lato la fretta della società nel commercio e nel lavoro, e dall’altro la pazienza l’amore e la meditazione richiesta dal Vangelo. Come possono stare assieme? Come può fare a conciliare le cose, senza che l’una escluda l’altra? Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e d`intenti. Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo, fratelli, dalla gente di Cloe, che vi sono discordie tra voi. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: « Io sono di Paolo », « Io invece sono di Apollo », « E io di Cefa », « E io di Cristo! Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi, o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati? Ringrazio Dio di non aver battezzato nessuno di voi, se non Crispo e Gaio, perché nessuno possa
dire che siete stati battezzati nel mio nome. Ho battezzato, è vero, anche la famiglia di Stefana, ma degli altri non so se abbia battezzato alcuno. Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo; non però con un discorso sapiente, perché non venga resa vana la croce di Cristo. La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti
e annullerò l`intelligenza degli intelligenti.(1Cor)
UNIONE COMUNIONE PREGHIERA
La prima cosa che ci ricorda Paolo è la sintesi del cristianesimo, l’unione della persone nella comunione con Dio quindi l’unità spirituale tra credenti. Questa sera noi adolescenti siamo riuniti nel nome di questa unione: incominciamo ad entrare nell’ottica del messaggio Paolino (che poi è quella del Vangelo), il nostro condividere la fede è la nostra comunione con i cristiani sono i passi fondamentali per la formazione della nostra fede. La catechesi, la preghiera la messa domenicale e tutti quei momenti fraterni di intensità, ma anche di semplice compagnia che hanno come sfondo la volontà di condividere qualcosa, di appassionarci ad altre persone magari diverse da noi e di volergli bene, nel nome del comandamento di Gesù sono concretamente (e sottolineo la concretezza) la dimostrazione di unità che ci chiede San Paolo. Quando a volte ci chiediamo che cos’è la nostra fede, facendo magari fatica a definirla o a realizzarla dentro di noi, non dobbiamo pensare a qualcosa di invisibile, ma molto più semplicemente pensiamo al nostro oratorio, alla nostra chiesa, al tempo che dedichiamo alla preghiere, al tempo che dedichiamo alle persone. Come ricordiamo spesso, non vogliamo essere una sorta di classisti o moralisti con le persone…del tipo “chi viene in oratorio è bravo e bello, mentre chi non viene non va bene..” Però consideriamo anche questo ,se uno dice di credere al vangelo, all’ora ascolta le parole di Gesù che ha fondato la Chiesa, ascolta San Paolo e capisce l’importanza che ha una comunità, quindi non se ne frega di quello che accade nella comunità, tra le persone, durante le proposte della comunità, non cerca di rimanere un osservatore esterno. Non dobbiamo ritenerci migliori di qualcuno a frequentare la nostra comunità, ma dobbiamo esortare gli altri, anche esterni, a farne parte.Per dirlo in termini un po’ Evangelici là dove, qualcuno si trovi nel nome di Cristo non solo compie un gesto altruista, ma rinuncia alle falsità del mondo, per abbracciare la via, la verità e la vita. Nel nome del Signore conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti ad esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Accoglietevi perciò gli uni gli altri come Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Se c`è pertanto qualche consolazione in Cristo, se c`è conforto derivante dalla carità, se c`è qualche comunanza di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con l`unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti. Non fate nulla per spirito di rivalità
o per vanagloria, ma ognuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Non cerchi ciascuno il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti. A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo sta scritto: Ascendendo in cielo ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini.
SAPIENZE DIVINA
Dalla prima Lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi,
Dov`è il sapiente? Dov`è il dotto? Dove mai il sottile ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio
dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione.
Paolo pone l’attenzione su una questione molto importante: chi è il Cristiano? Chi è l’uomo Cristiano? E cos’è nella fede la sapienza? Come viene vista? Queste sono probabilmente le domande da cui bisogna cominciare, forse possono sembrare un po’ generiche….ma vediamo di Contestualizzarle.Paolo infatti ripercorre, com’è nello stile cristiano, la vita vissuta da Gesù, con i suoi insegnamenti, se dovessimo rileggere i “fondamentali” del Cristianesimo, dovremmo sicuramente partire dal quel discorso così importante e bello che è quello “della montagna”.
E cosa ci propone paolo? Esattamente la stessa logica. Non si propone di adulare ciò che nasce dagli uomini come qualcosa di perfetto, ma intuisce che dall’uomo nascono cose buone, ma nascono anche malvagità e insidie, quindi la perfezione non può risiedere nell’uomo, ma solo nella salde fede verso Dio, quindi il sapiente di cui parla Paolo, non è il professore che sa spiegare tutto di tutto, ma è colui che crede in Dio, e sa di essere voluto e amato da Dio. E a Dio è piaciuto di salvare questa sapienza. E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini.
A volte è proprio vero che ci mettiamo a correre per niente,(Qoelet direbbe ad “inseguire il vento”)
cerchiamo di concentrare le nostre energie, per qualcosa che poi alla fine non ci porta da nessuna parte..ed quello che facevano sia i Giudei che i greci di all’ora..Da una parte i tradizionalisti di origini ebraiche, che forse non si fidano troppo di Paolo, all’ora volevano vedere i miracoli…alla faccia della fede…mentre invece i greci, con una grande fama di filosofi, non erano alla ricerca di Cristo, ma ala ricerca di un concetto, un ragionamento, che potesse essere più intelligente della logica di Dio, così da poterne fare a meno. Cari Adolescenti, badate bene, perché questi atteggiamenti non sono solo di persone vissute quasi 2000 anni fa…proprio per niente, sono comportamenti che rimangono purtroppo tipici nell’uomo. Pensate alla vicenda di Adamo ed Eva (l’Uomo e la Donna): Che cosa succede in questa storia?Infidamente il serpente, la più astuta di tutte le creature suggerisce ai due di disubbidire al Signore, di non fidarsi di ciò che Dio gli aveva chiesto di non fare, cioè cibarsi dei frutti dell’albero della conoscenza, ovvero quei frutti che rappresentano il nostro volersi porre al posto di Dio. Con questo aneddoto la Bibbia ci da un grande insegnamento e ci mette in guardia, affinché non possiamo mai essere convinti di bastare a noi stessi rinunciando a Dio. Considerate infatti la vostra vocazione, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione perché, come sta scritto: Chi si vanta si vanti nel Signore. Alla fine cosa rimane? Dio nel vangelo si presenta a noi con delle scelte che ci disorientano e si contrappongono totalmente a quelle degli uomini, questo è quello che accade quando Gesù si presenta come liberatore ma non per liberare il suo popolo con la spada dall’oppressione, come invece gli uomini si aspettavano, ma con il suo sacrificio e con un tipo diverso di liberazione. Anche nel brano che abbiamo letto Paolo nella sua predicazione mette subito in luce come Dio non scelga gli uomini per la loro grandezza ma anzi tutto il contrario …Siamo capaci anche noi di vedere l’umiltà nelle persone che ci stanno accanto e di essere noi stessi umili
come ci insegna il vangelo invece di cercare sempre di prevalere e primeggiare sugli altri per dimostrare quanto siamo bravi? Sono capace di vedere i miei coetanei come dei compagni di viaggio da aiutare e sostenere e non da dominare all’interno della nostra comunità? Le parole chiave che possono farci apprendere a pieno il senso di questo incontro sono la fede la la franchezza.
Essere una persona sincera vuol dire saper essere persone di cuore, non assecondare sempre chi ci sta attorno, soprattutto i nostri amici, e non cercare sempre di farli felici ed essere con loro in accordo solo per “partito preso”, ma vuol dire anche saper far notare all’amico quando sbaglia, e con benevolenza accostarsi sempre a lui in tutti imomenti: importanti e non. Questo senza trattarlo male cercando di aver sempre l’ultima parola, ma costruendo un dialogo In questo modo si può istaurare un vero rapporto di amicizia che si deve basare anche sul saper accettare, da parte nostra, le critiche e le osservazioni lasciando da parte il nostro orgoglio e la nostra superbia.
Riesco a coltivare le miei amicizie in modo che il rapporto che si instaura sia basato sulla sincerità delle parole, quindi un rapporto di franchezza?Riesco a comprendere questo valore anche all’interno della mia comunità?
Come tu,
Padre,
sei in me e io in te,
siano anch`essi in noi una cosa sola,
perché il mondo creda che tu mi hai mandato.
E la gloria che tu hai dato a me,
io l`ho data a loro,
perché siano come noi una cosa sola.
Io in loro e tu in me,
perché siano perfetti nell`unità
e il mondo sappia che tu mi hai mandato
e li hai amati come hai amato me.
Padre,
voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io,
perché contemplino la mia gloria,
quella che mi hai dato;
poiché tu mi hai amato
prima della creazione del mondo.
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