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IL CREDO CHE FA NASCERE
La semplicità del testo non deve trarre in inganno: si tratta di una cosa voluta, frutto di una opzione. Come altrettanto voluto è l’intreccio tra i fondamenti e la vita che si suppone sia basata su questi fondamenti. Non per niente Schmemann comincia la sua trattazione sul Credo ricordando che la nascita del Simbolo di fede è il battesimo, cioè il dono della vita nuova. Il Credo non è un elenco di verità astratte, ma l’introduzione a questa vita, la gioia, il gusto, la gratitudine per questa vita e la tristezza per le nostre cadute e i nostri tradimenti. Il cristianesimo non è né una morale né un rituale, ma il dono della vita nuova in Cristo che, nella sua pienezza, abbraccia tutta la vita dell’uomo. Il piccolo libro che presentiamo è bello perché pieno di vita. E, nella sua semplicità, può essere letto con profitto spirituale al livello in cui si trova il lettore con uguale gusto e intensità: dal principiante nella fede a chi già cammina da tempo.
Maria Campatelli
L’essenziale è non tradire la sete spirituale che ci è stata donata, aprire gli occhi e le orecchie al torrente di luce, di amore e di bellezza che eternamente si riversa su di noi. Dio aiuti tutti noi ad essere fedeli, saldi, umili e amanti. Allora, questa luce che brilla da sempre nell’universo e questa salvezza donata al mondo non potranno più essere nascoste. La fede, per la sua stessa natura e per la sua essenza, è qualcosa di profondamente personale, e perciò vive realmente solo nella persona e nella sua esperienza personale: la fede cristiana è un incontro personale con Cristo, un’accettazione di Cristo stesso.
Anche se la fede non si può dimostrare, può essere raccontata: il Vangelo stesso è infatti essenzialmente una narrazione della fede, e non un catalogo di fatti scientifici. E’ un racconto trasmesso da coloro che hanno visto e ascoltato Cristo, che hanno creduto in Lui e che lo hanno amato al punto che Egli è diventato la loro stessa vita. E’ un racconto della loro esperienza. La fede consiste nella certezza misteriosa che tutto quello che Cristo ha fatto e detto lo ha fatto per me, lo ha detto a me; che né il tempo, né lo spazio, né alcun’altra cosa lo possono separare da me se non la mia mancanza di fede, la mia dimenticanza, i miei innumerevoli tradimenti.
Nei miei trenta anni di sacerdozio sono arrivato a capire che la cosa più difficile nel mondo è parlare di ciò che è più semplice e più essenziale. Ma come è difficile parlare da cuore a cuore! “La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono”. La fede è la conoscenza, l’incontro con ciò che la persona attende, senza che lo sappia sempre lei stessa; aspirazione e sete che determinano la sua vita. E’ essenzialmente un incontro, l’incontro reale tra ciò che è più profondo in una persona con ciò verso cui questa sete è diretta, anche se non ne siamo coscienti. “Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te” S. Agostino.
La fede è un movimento di risposta non solo dell’anima, ma dell’uomo nella sua totalità, di tutto il suo essere. All’improvviso ha sentito qualcosa, all’improvviso ha visto qualcosa e si abbandona interamente a questo movimento. La fede viene da Dio, dalla sua iniziativa, dalla sua chiamata. E’ sempre una risposta a Dio, un abbandono della persona a Colui che dona se stesso. Dio mi ha donato questa fede e me la dona continuamente; me l’ha donata proprio come un dono, come un regalo. Questo è attestato dalla gioia e dalla pace che io sento in me, totalmente indipendenti dagli eventi di questo mondo e di questa vita. “Pace e gioia nello Spirito Santo” e non esistono altre parole, perché quando si crede e si vive di questa fede non si ha più bisogno di parole, che divengono quasi impossibili da formulare. “Dio ci dice: tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato“ Pascal.
“Credo in Dio”…..non è per ragionamento che arrivo alla fede in Dio, ma la trovo semplicemente in me. La scopro con sorpresa, gioia e gratitudine. La scopro come la presenza misteriosa, eppure così perfettamente percepibile, di Colui che è tutto La fede è una risposta dell’uomo a Dio. Tuttavia questa risposta presuppone che l’iniziativa della relazione tra l’essere umano e Dio, che noi chiamiamo fede, non appartenga all’uomo, ma a Dio. Dio si rivela all’uomo; e l’uomo accoglie questa rivelazione, le risponde, risponde a Dio “dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore”.
Ogni conversione, ogni incontro dell’uomo con Dio è un mistero della grazia divina che non ci è dato penetrare. Come nasce la fede nell’anima umana rimane un mistero. Il cristianesimo non è semplicemente un’emozione o un sentimento; no, è un incontro con la Verità, e questo esige il difficile sforzo di accoglierla con tutto il nostro essere: colui che ha creduto in Cristo, che l’ha amato, deve ora prendere conoscenza del contenuto della sua fede e di ciò a cui essa lo impegna.
Chi desidera sapere che cosa crede la Chiesa, che cosa è la nostra fede, in che cosa consiste questa Verità che il cristianesimo offre al mondo, trova la risposta nel Credo. Io dico “credo” solo quando mi riferisco a qualcosa che non posso vedere con i miei occhi, ascoltare con le mie orecchie, toccare con le mie mani ……..io credo, grazie a questa fede , io so.“Nessuno ha mai visto Dio”.In questo senso la fede può essere chiamata sia un miracolo che un mistero. E’ come se non fossi io, ma una qualche forza in me che dice “credo” in risposta a questo incontro; io non posso spiegarlo con delle parole. La fede vede, riconosce, sente nel mondo la presenza di Dio “prova delle cose che non si vedono ancora”.
Miracolo, mistero, conoscenza, gioia, amore: tutto questo risuona nella parola “Credo”, che è nello stesso tempo una affermazione e una risposta. E’ una risposta a Colui che mi ha amato per primo, e una affermazione della mia accettazione di questo amore e della realtà di questo incontro. “Credo” e tutto ciò che segue nel credo è il racconto, la testimonianza di ciò che l’anima ha imparato in questo incontro.
Alexander Schmemann
“Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio: in verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come l’accoglie un bambino, non entra in esso”.
L’incontro che il Signore ha con ognuno di noi è personale e speciale, se ci lasciamo “prendere” dalle Sue braccia, sarà Lui a farci tornare bambini e sentiremo la Sua benedizione.
Gesù s’indignò e disse “Lasciate”… che ognuno di noi possa, nel cammino della propria vita, essere libero, di dire “Credo”!
Teresa