TEMPIO DELLO SPIRITO SANTO (corporeità e dintorni)
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TEMPIO DELLO SPIRITO SANTO
(corporeità e dintorni)
Con il corpo sei nato, sei cresciuto, ti relazioni con gli altri e con il mondo. Con il corpo ricevi i Sa-cramenti e cogli i segni della presenza di Dio attorno a te. Con il corpo sei chiamato a rispondere a Gesù, che ti dice: « vieni e seguimi ».
Tu, la tua persona non esiste a prescindere dal corpo. I greci sostenevano che il corpo è la prigio-ne dell’anima come una realtà estranea da abbandonare appena possibile. Per loro quello che contava era l’anima. Questa visione parziale dell’uomo ha condizionato per parecchio tempo anche il nostro modo di leggere la Parola di Dio e la storia di ogni giorno.
La Bibbia ci dice che Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, come unità inscindibile di corpo, mente, anima. Scindere questa unità significa ridurre l’uomo in frantumi. Al termine della creazione, ci dice il libro della Genesi: « Dio vide tutto quello che aveva fatto ed ecco vide che era molto buono ». Dio non si pente di aver creato l’uomo, ma si compiace.
L’uomo esiste perché chiamato all’esistenza da Dio e il suo pieno compimento sta nell’incontrare Dio e vivere con lui eternamente. E siccome questo non è così immediato, Dio stesso si è scomo-dato per incontrarci e dirci che è possibile e che ha a cuore la riuscita della vita di ciascuno, senza eccezioni. Il Padre desidera incontrare ogni uomo per realizzare le promesse di gioia e di serenità, che le vicende della vita non sempre garantiscono.
Ogni uomo è chiamato attraverso Gesù ad incontrare il Dio della vita con tutta la sua persona, cor-po e anima. Il corpo stesso non è destinato a marcire, ma a risorgere.
Creato ad immagine e somiglianza di Dio, redento da Gesù sulla Croce, l’uomo non ha ragioni per disprezzare il proprio corpo. Anzi, il corpo è tempio dello Spirito Santo ci dice san Paolo.
« Sia che mangiate, sia che beviate, sia che lavoriate, tutto fate a gloria di Dio » (1 Cor 10,31)
Il tuo corpo è tempio dello Spirito Santo: te ne sei già accorto? Quali scelte concrete hai fatto in questo ultimi mesi per rendere accogliente, per ‘abbellire’ questo straordinario tempio dello Spirito Santo? Fai dello sport? Che tipo di sport pratichi? Senti che ti aiuta a sviluppare le tue capacità, oppure è un peso che subisci?
Dicono i grandi, quelli che la sanno lunga … Tu cosa ne pensi?
* Oggi si diventa adulti più presto, ma si chiudono in questo modo altre strade ed altre possibilità di vivere l’età adulta in modo più articolato. Molti giovanissimi si comportano da grandi, emancipan-dosi presto dalla famiglia, fumano, bevono, svolgono un’attività sessuale, in realtà hanno una ma-turità solo apparente. Infatti la precocità espone l’adolescente al rischio di assumere abitudini di vi-ta pericolose per la salute fisica e psicologica, e lo espone ad abitudini che limitano il suo sviluppo. Il consumismo affettivo brucia il significato dei rapporti sessuali.
* Una volta la durata era un valore, non ci si « metteva insieme », ma ci si fidanzava (il che implica dare scopo al proprio rapporto). Prima di fidanzarsi si pensava seriamente a cosa si andava incon-tro e una volta decisi, per mantenere la promessa fatta, si era disposti a qualunque sacrificio. L’incapacità di legami forti è indice di mancanza di un progetto, di scarso coinvolgimento persona-le, di superficialità di sentimenti.
Come mi devo presentare alle altre persone? Con le mie vere qualità o con l’immagine che mi sono creato? Io cambio il mio carattere, il mio modo di fare e il mio atteggiamento in ba-se alle persone con cui mi trovo. Faccio bene?
Quando incontri una persona, soprattutto quando le vuoi bene, desideri che sia se stessa. Non ti va di incontrare un maschera: ti darebbe abbastanza fastidio scoprire che con te si presenta in un modo e con gli altri è un altro.
La risposta alla domanda viene da sé accogliendo quella saggia massima che recita: « tratta gli altri come vorresti essere trattato da loro ». Se vuoi che la relazione con una persona funzioni ti devi presentare per quel che sei.
È anche vero che in ogni situazione le aspettative che nutriamo e il giudizio degli altri condizionano il nostro comportamento e ci inducono ad indossare ogni volta un « abito adatto a quella situazio-ne ». In alcuni casi questo è imposto dalla società che ha usi e costumi non sempre in consonanza con il nostro modo di vedere le cose.
Altrettanto vero è l’impossibilità di avere con tutti lo stesso affiatamento e comportarsi allo stesso modo. Forse non sarebbe neppure giusto: con qualcuno è bene avere rapporti di amicizia anche profonda, con altri sono sufficienti rapporti di lavoro, occasionali …
Tuttavia occorre guardarsi dal pericolo di mentire a se stessi. Le maschere rischiamo di trasforma-re la tua personalità, il tuo carattere, il tuo modo di relazionarti. Un po’ alla volta diventi incapace di essere te stesso e cadi nella tristezza. La vita che vivi non è più vera, perché non ti realizza. Fai le cose per mantenere l’immagine che ti sei costruito, non per essere felice.

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