18 MARZO: SAN CIRILLO DI GERUSALEMME

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18 MARZO: SAN CIRILLO DI GERUSALEMME

(metto solo la II catechesi mistagogica incentrata di più su Paolo)

La Catechesi battesimale e quella mistagogica

Cirillo di Gerusalemme nacque in Palestina tra il 313 e il 315; non abbiamo notizia precisa né del luogo, né della data di nascita, né come abbia trascorso i primi anni della sua vita. Visse mentre la Palestina e la Terra Santa diventava meta di pellegrinaggi e la Chiesa affrontava i primi problemi ed eresie . Tutta la sua vita è coinvolta nel travaglio della Chiesa dei primi anni. In quelli anni Costantino innalzava al posto dei tempi pagani i sacri edifici del Golgota, della Risurrezione e della Pentecoste.
Fu ordinato diacono da Macario, suo vescovo e già padre conciliare a Nicea, e poi presbitero da Massimo.
Poi ordinato vescovo dal suo metropolita Acacio e deposto dal Concilio di Gerusalemme nel 357, si rifugiò ad Antiochia. In seguito lasciò Antiochia per andare in esilio a Tarso, dove gli fu permesso di esercitare anche lì le sue funzioni di vescovo e catecheta, finché non fu restituito alla sua sede nel 359. Un secondo esilio durò fino al 361 anno della morte di Costanzo che lo aveva perseguitato. Ma, verso il 367, l’imperatore Valente lo condanna all’esilio, di nuovo, dal quale potrà tornare solo nel 378, definitivamente, dopo la morte di Valente.
Nel 381 prese parte al Concilio II di Costantinopoli. Morì probabilmente il 18 marzo del 387, data che i calendari liturgici dell’Oriente e dell’Occidente commemorano la sua memoria. La sua opera più celebre sono le 24 Catechesi, pronunciate nel 348 o 350 per lo più nella Basilica del Santo Sepolcro.
Nelle Catechesi san Cirillo propone una sintesi della dottrina cristiana per il fedele, e attraverso loro possiamo avere preziose indicazioni riguardo i luoghi di culto innalzati da s. Costantino. Queste Catechesi, come molti manoscritti ricordano, devono essere state raccolte da qualche uditore.
È noto che ai tempi delle Catechesi di s. Cirillo la croce di Cristo, trovata da s. Elena, madre dell’imperatore, era già innalzata sulla roccia del Calvario (Golgota), assieme al sepolcro unico luogo di culto cristiano. Il complesso Calvario-Sepolcro formava un’unica strutturale sacra: sul sepolcro Costantino aveva innalzato la chiesa dell’Anastasis collegata con un atrio al Calvario. Tra le due s’innalzava la croce.
Nella terza catechesi battesimale parla del santo battesimo attraverso il quale vengono rimessi tutti i peccati, anche quelli più gravi:
Abbi fiducia, Gerusalemme, il Signore eliminerà le tue iniquità . Il Signore laverà le vostre brutture…; ‘spargerà su di voi acqua pura e sarete purificati da ogni peccato. Gli angeli vi fanno corona esultanti e presto canteranno: ‘Chi è costei che ascende immacolata, appoggiata al suo diletto?. Costei, infatti, è l’anima già schiava ed ora libera di chiamare fratello adottivo il suo Signore, che accogliendone il proposito sincero le dice: Ecco, ora sei bella, quanto bella! … Così egli esclama alludendo ai frutti di una confessione fatta con buona coscienza… Voglia il cielo che tutti… manteniate vivo il ricordo di queste parole e ne traiate frutto traducendole in opere sante per presentarvi irreprensibili al mistico Sposo e ottenere dal Padre il perdono dei peccati.
Nella tredicesima catechesi battesimale, parlando della Crocifissione e morte di Cristo, s. Cirillo insegna:
Fu vera la sua passione; vera infatti fu la sua crocifissione… Se invero qui ora lo negassi, insorgerebbero per confutarmi questo Golgota dove adesso siamo tutti riuniti.
Nella diciannovesima catechesi, chiamata anche prima catechesi mistagogica ai neofiti, sul battesimo, pronunziata nella Chiesa dell’Anastasis dopo l’Eucarestia del lunedì di Pasqua, spiega i principali riti precedentemente svoltisi nel vestibolo del battistero. Ci descrive l’ordine seguito dalla Chiesa: rinunzia a satana, alle sue opere e alle sue seduzioni e la stipula del patto battesimale con le promesse di fedeltà a Cristo:
Appena entrati nel vestibolo dell’edificio dove si amministra il battesimo, standovene rivolti in piedi verso Occidente, avete ascoltato l’ordine di stendere la mano e di rinunziare a satana come se fosse presente.
Nella ventesima catechesi, o seconda catechesi mistagogica ai neofiti, sul battesimo descrive il rito battesimale della Chiesa:
Presi per mano siete stati accompagnati alla santa piscina del divino lavacro, come Cristo deposto dalla croce nella tomba qui di fronte. Qui foste interrogati uno ad uno se credevate nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo e voi avete fatto la salutare confessione di fede. Per tre volte siete stati immersi nell’acqua e per ciascuna delle tre ne siete riemersi, per simboleggiare i tre giorni della sepoltura di Cristo.
Nella ventitreesima ed ultima delle Catechesi, o quinta catechesi mistagogica, è dedicata sul Sacrificio eucaristico. Dopo aver parlato dell’Eucarestia come mistero del corpo e sangue del Signore, il santo spiega che attraverso la celebrazione della Divina Liturgia se ne rinnovi la memoria. San Cirillo ci offre anche una ampia spiegazione della preghiera del Padre nostro.
Ai neofiti che si accostano all’Eucaristia insegna per ricevere il corpo di Cristo:
Quanto ti accosti, non stendere le palme delle mani con dita disgiunte; ma con la sinistra facendo un trono alla destra che deve accogliere il Re, ricevi il Corpo di Cristo sul cavo della destra, dicendo « Amen ».
Quando la tua mano viene a contatto del corpo santo, santifica gli occhi, attento a non lasciarne cadere qualche frammento, perché sarebbe per te come perdere un membro del tuo corpo.
Per accedere alla comunione per ricevere il sangue di Cristo:
Dopo la comunione col corpo di Cristo, accostati al calice del suo sangue senza stendere le mani, ma prendine inchinandoti con gesto della massima adorazione e dicendo: « Amen » santificati tutto. Finché hai il sangue di Cristo sulle labbra, toccalo con le mani e con esso santifica gli occhi, la fronte e gli altri sensi.
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Riportiamo la IX, X, XV, XVII, Catechesi battesimale per intero e le Catechesi mistagogiche.
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II CATECHESI MISTAGOGICA
Con lettura dell’Epistola ai Romani, dalle parole: «O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Gesù Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte» fino a «non siete più sotto la legge, ma sotto la grazia».
La spiegazione dei riti del battesimo
1. Sono a voi utili queste istruzioni quotidiane sui misteri e i nuovi insegnamenti che proclamano nuove situazioni, tanto più che voi siete stati rigenerati dal vecchio al nuovo. Per questo è necessario che io per ordine vi esponga il seguito della mistagogia di ieri per comprendere la simbologia dei riti che si sono svolti su di voi nell’interno dell’edificio.
Spogliarsi della tunica
2. Appena entrati vi siete tolti la tunica. Ciò per la raffigurazione che si eliminava l’uomo vecchio con le sue abitudini. Spogliati siete rimasti nudi, imitando in ciò Cristo nudo sulla croce. Egli nella nudità spogliò i principati e le potestà trionfando a fronte alta sulla croce. Poiché nelle vostre membra si nascondevano le potenze avverse, non vi è più permesso portare la vecchia tunica. Non vi parlo minimamente della tunica visibile, ma dell’uomo vecchio che si corrompe nelle passioni ingannatrici. L’anima che una volta se ne sia spogliata non se ne rivesta di nuovo, ma dica con la sposa di Cristo nel « Cantico dei Cantici »: «Mi sono spogliata della tunica, perché indossarla?». Che meraviglia! Siete stati nudi davanti agli occhi di tutti e non vi siete arrossiti. Portavate veramente l’immagine del primo uomo Adamo, che nel paradiso era nudo e non si vergognava.
L’unzione
3. Poi svestiti siete stati unti con l’olio esorcizzato, dalla cima dei capelli sino all’estremità del corpo, divenendo partecipi del buon ulivo che è Gesù Cristo. Recisi dall’oleastro siete stati innestati nell’ulivo buono e siete divenuti partecipi dell’abbondanza dell’ulivo. L’olio esorcizzato simboleggia la partecipazione all’abbondanza del Cristo che mette in fuga ogni traccia di potenza avversa. Come le insufflazioni dei Santi e la invocazione del nome di Dio e la preghiera riceve una tale forza che non solo purifica bruciando le tracce dei peccati, ma anche insegue le potenze invisibili del maligno.
Morte e vita
4. Dopo per mano siete stati condotti alla santa piscina del divino battesimo come il Cristo dalla croce alla tomba che vi è davanti. Ognuno è stato interrogato se crede nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Avete fatto la confessione salutare e vi siete immersi per tre volte nell’acqua e di nuovo siete risaliti simboleggiando la sepoltura di tre giorni del Cristo. Come il nostro Salvatore passò tre giorni e tre notti nel cuore della terra, così anche voi con la prima emersione avete imitato il primo giorno del Cristo sottoterra e nella immersione la notte. Colui che è nella notte più non vede e chi, invece, è nel giorno vive la luce, così nella immersione, come nella notte, nulla vedete, ma nella emersione di nuovo vi trovate come nel giorno. Nello stesso tempo siete morti e rigenerati. Quest’acqua salutare fu la vostra tomba e la vostra madre. Ciò che disse Salomone per altre cose si può adattare a voi. Nel passo infatti disse: «C’è il tempo di nascere e il tempo di morire». Per voi l’inverso: il tempo di morire è il tempo di nascere. Un solo tempo ha conseguito le due cose: la vostra nascita ha coinciso con la morte.
La realtà della salvezza
5. O cosa strana e paradossale! Non siamo veramente morti, né veramente seppelliti, né veramente crocifissi e risuscitati, ma l’imitazione in immagine è salvezza nella realtà. Il Cristo è stato realmente crocifisso, realmente seppellito e realmente è risorto. Ogni grazia ci è stata elargita perché partecipando alle sue sofferenze lo imitiamo guadagnando in realtà la salvezza. O misericordia senza misura! Cristo ha ricevuto i chiodi nelle sue mani pure ed ha sofferto; a me, invece, senza soffrire e penare, per la partecipazione è donata la salvezza.
Simbolo della passione di Cristo
6. Nessuno creda che il battesimo conferisca solo la remissione dei peccati e la grazia dell’adozione di figlio, come il battesimo di Giovanni che procura soltanto la remissione dei peccati. Ma noi sappiamo esattamente che come è la purificazione dei peccati e l’intermediario del dono dello Spirito Santo, così è il simbolo della passione di Cristo. Per questo Paolo poco fa ha proclamato altamente: «Ignorate che quanti siamo stati battezzati in Gesù Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte? Noi siamo stati sepolti con lui mediante il battesimo». Questo diceva forse per alcuni che ammettevano il battesimo come intermediario della remissione dei peccati e della figliolanza dell’adozione e non la partecipazione in figura della vera passione di Cristo.
Una stessa pianta
7. Sappiamo dunque che quanto Cristo sopportò, l’ha sofferto in realtà e non in apparenza per noi e per la nostra salvezza, e noi diveniamo partecipi della sua passione. Paolo lo proclama con tutta franchezza: «Se siamo divenuti una stessa pianta con lui per la somiglianza nella sua morte, lo saremo anche per la resurrezione». Ben detto: «una stessa pianta». Qui fu piantata la vera vigna e noi, per la partecipazione al battesimo della morte, siamo divenuti una stessa pianta con lui. Approfondisci con molta attenzione le parole dell’Apostolo. Non dice: se siamo divenuti una medesima pianta con lui per la morte, ma per la somiglianza alla sua morte. In realtà in Cristo c’è stata la morte vera, l’anima si è separata dal corpo, la sua sepoltura fu vera e il suo santo corpo fu avvolto in un lenzuolo puro. In lui tutto è veramente avvenuto. Per noi è solo una somiglianza di morte e di sofferenze, ma per la salvezza non è somiglianza, ma verità.
Una nuova vita
8. Abbastanza istruiti in queste cose vi prego di ritenerle a memoria perché io indegno vi possa dire: «Vi amo perché sempre vi ricordate di me, ritenendo le tradizioni che vi ho trasmesso». Dio è potente. Egli che da morti vi ha reso vivi, vi concede di condurre una nuova vita. A lui la gloria e la potenza ora e per i secoli. Amen.

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