GIOIA E FORZA DELL’APOSTOLO – (passi dalle lettere di Paolo e commento)

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(testo dei passi scritturistici e sotto commento perché sul sito i passi si leggono al passaggio del mouse e in una pagina separata)

LUMEN CHRISTI B 30

GIOIA E FORZA DELL’APOSTOLO
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2Cor 2,1-11
2 Perché se io rattristo voi, chi mi rallegrerà se non colui che è stato da me rattristato? 3 Perciò vi ho scritto in quei termini che voi sapete, per non dovere poi essere rattristato alla mia venuta da quelli che dovrebbero rendermi lieto, persuaso come sono riguardo a voi tutti che la mia gioia è quella di tutti voi. 4 Vi ho scritto in un momento di grande afflizione e col cuore angosciato, tra molte lacrime, però non per rattristarvi, ma per farvi conoscere l`affetto immenso che ho per voi. 5 Se qualcuno mi ha rattristato, non ha rattristato me soltanto, ma in parte almeno, senza voler esagerare, tutti voi. 6 Per quel tale però è già sufficiente il castigo che gli è venuto dai più, 7 cosicché voi dovreste piuttosto usargli benevolenza e confortarlo, perché egli non soccomba sotto un dolore troppo forte. 8 Vi esorto quindi a far prevalere nei suoi riguardi la carità; 9 e anche per questo vi ho scritto, per vedere alla prova se siete effettivamente obbedienti in tutto. 10 A chi voi perdonate, perdono anch`io; perché quello che io ho perdonato, se pure ebbi qualcosa da perdonare, l`ho fatto per voi, davanti a Cristo, 11 per non cadere in balìa di satana, di cui non ignoriamo le macchinazioni.
Ef 4,25-32
25 Perciò, bando alla menzogna: dite ciascuno la verità al proprio prossimo; perché siamo membra gli uni degli altri. 26 Nell`ira, non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, 27 e non date occasione al diavolo. 28 Chi è avvezzo a rubare non rubi più, anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani, per farne parte a chi si trova in necessità. 29Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano. 30 E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno della redenzione. 31 Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. 32 Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.
2Cor 7,8-10
[…] 7 e non solo con la sua venuta, ma con la consolazione che ha ricevuto da voi. Egli ci ha annunziato infatti il vostro desiderio, il vostro dolore, il vostro affetto per me; cosicché la mia gioia si è ancora accresciuta. 8 Se anche vi ho rattristati con la mia lettera, non me ne dispiace. E se me ne è dispiaciuto – vedo infatti che quella lettera, anche se per breve tempo soltanto, vi ha rattristati – 9 ora ne godo; non per la vostra tristezza, ma perché questa tristezza vi ha portato a pentirvi. Infatti vi siete rattristati secondo Dio e così non avete ricevuto alcun danno da parte nostra; 10 perché la tristezza secondo Dio produce un pentimento irrevocabile che porta alla salvezza, mentre la tristezza del mondo produce la morte.
Gv 16,19-23
16 Ancora un poco e non mi vedrete; un po’ ancora e mi vedrete ». 17 Dissero allora alcuni dei suoi discepoli tra loro: « Che cos`è questo che ci dice: Ancora un poco e non mi vedrete, e un po’ ancora e mi vedrete, e questo: Perché vado al Padre? ». 18 Dicevano perciò: « Che cos`è mai questo « un poco » di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire ». 19 Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: « Andate indagando tra voi perché ho detto: Ancora un poco e non mi vedrete e un po’ ancora e mi vedrete? 20 In verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia. 21 La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell`afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo. 22 Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e 23 nessuno vi potrà togliere la vostra gioia. In quel giorno non mi domanderete più nulla.
2Cor 2,14-17
14 Siano rese grazie a Dio, il quale ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo intero! 15 Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono; 16per gli uni odore di morte per la morte e per gli altri odore di vita per la vita. E chi è mai all`altezza di questi compiti? 17Noi non siamo infatti come quei molti che mercanteggiano la parola di Dio, ma con sincerità e come mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo
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San Paolo ha dovuto scrivere una lettera che è andata perduta per rimproverare un membro o più membri della comunità (cfr. lCor 5); così l’Apostolo manifesta la sua autorità sulle comunità a lui affidate; ma l’autorità si esercita in un clima di carità, e, per san Paolo, tale carità è anche effusione del cuore mediante gioia e tristezza
2Cor 2,1-11: anche qui possiamo notare come san Paolo si immedesima per così dire con la comunità.
La carità che Paolo raccomanda è segno distintivo dei cristiani e ogni divisione è ricercata da Satana. Il comandamento nuovo infatti è quello dell’unione nella carità e la liturgia eucaristica si propone come finalità propria di creare tale unione di amore. Fondamento dell’unità dei cristiani è l’essere membri dell’unico corpo di Cristo.
Ef 4,25-32: il rinnovamento dell’uomo interiore implica la ricerca dell’unità di tutti.
La tristezza di Paolo è causata dalla consapevolezza dei dissensi fra i fratelli. Paolo non sopporta queste divisioni anche se l’unità della comunità non può’ essere frutto della debolezza
Di per sé la tristezza non è peccato, poiché il Signore l’ha provata ed è soltanto effetto di una situazione negativa. Essa però va sopportata nella pace; come? riguardando non se stessi ma soltanto il bene della comunità e dei fratelli. Dimenticando se stessi e considerando gli altri, la tristezza è partecipazione alla sofferenza di Cristo, il quale ha sofferto di tutti i peccati dell’umanità e in particolare di tutte le mancanze di amore.
2Cor 7,8-10: frutto della vera tristezza secondo Dio è il pentimento e la gioia che segue.
Per distinguere se la nostra tristezza è vera o meno, bisogna chiederci se guardiamo a Gesù o a noi stessi.
Bisogna anche ricordare come la vita è un succedersi di momenti di tristezza e di gioia
Gv 16,19-23: il mistero pasquale viene anticipato nella vita quotidiana.

Il profumo di Cristo
2Cor 2,14-17: l’apostolo partecipa al trionfo:, di Cristo. Il passo fa riferimento all’usanza dei generali romani vincitori che entravano in trionfo e per i quali bruciavano l’incenso: per loro era l’onore, per i vinti, la morte.
Il profumo è richiamo vitale che attira verso ciò che è favorevole allo sviluppo del vivente. In qualche modo è estensione della sostanza che emana il profumo.
Da parte nostra ciò significa che dobbiamo vivere sempre più profondamente lo spirito di Cristo e conformarci in profondità al suo essere di Figlio di Dio. Nella misura in cui vivremo da figli di Dio, anche noi saremo il profumo di Cristo.

Tale profumo va recepito poi secondo le disposizioni di colui che lo percepisce; sollecita quindi la libertà altScuola di preghiera passi scritturistici

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