PRIMA LETTERA AI CORINZI : « LA SAPIENZA DI DIO »
http://www.gelacittadimare.it/Catechesi%202005/4.doc
(questo commento è preso dalla parrocchia di Gela, non conosco il giorno del commento, l’anno dal link sembra il 2005)
PARROCCHIA REGINA PACIS – GELA
ANNO PAOLINO: LA PRIMA LETTERA AI CORINZI
« LA SAPIENZA DI DIO »
Preghiera iniziale Signore Dio nostro, noi deponiamo dinanzi a te tutto ciò che ci opprime: i nostri peccati, i nostri errori, le nostre trasgressioni, le nostre tristezze, le nostre preoccupazioni, anche la nostra rivolta e la nostra amarezza, tutto il nostro cuore, tutta la nostra vita, che tu conosci meglio di noi stessi. Riponiamo tutto nelle mani fedeli che tu hai tese verso di noi, nel nostro Salvatore. Prendici come siamo, rinfrancaci, perché siamo deboli, arricchiscici nella tua pienezza perché siamo poveri! Amen
Dalla prima lettera di s. Paolo apostolo ai Corinzi 1,18-2,9 Fratelli, la parola della croce infatti è stoltezza per quelli che vanno in perdizione, ma per quelli che si salvano, per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l’intelligenza degli intelligenti. Dov’è il sapiente? Dov’è il dotto? Dove mai il sottile ragionatore di questo mondo? Non ha forse Dio dimostrato stolta la sapienza di questo mondo? Poiché, infatti, nel disegno sapiente di Dio il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio di salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. E mentre i Giudei chiedono i miracoli e i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per í Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio. Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono tra voi molti sapienti secondo la carne, non molti potenti, non molti nobili. Ma Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione, perché, come sta scritto: Chi si vanta si vanti nel Signore. Anch’io, o fratelli, quando sano venuto tra voi, non mi sono presentato ad annunziarvi la testimonianza di Dio con sublimità di parola o di sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e questi crocifisso. Io venni in mezzo a voi in debolezza e con molto timore e trepidazione; e la mia parola e il mio messaggio non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. Tra i perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo che vengono ridotti al nulla; parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Sta scritto infatti: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che la amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi conosce i segreti dell’uomo se non la spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, non con un linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. L’uomo naturale però non comprende le cose dello Spirito di Dio; esse sono follia per lui, e non è capace di intenderle, perché se ne può giudicare solo per mezzo dello Spirito. L’uomo spirituale invece giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno. Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo dirigere? Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo. Parola di Dio
Pausa per la riflessione in silenzio Chi sono per S. Paolo questi « perfetti »? Non si pensi a qualcosa come gli « iniziati » dei misteri pagani, quasi che il Cristianesimo sia una dottrina esoterica da rivelarsi solo ad alcuni privilegiati: i « perfetti » sono quei cristiani, anche i più semplici e meno colti, che sono arrivati, mediante una fede infrangibile e un amore operante, a una assimilazione feconda dei principi del Cristianesimo, al pieno sviluppo della vita e del pensiero cristiano. Questi possono davvero « gustare » la « sapientia » la sublime bellezza e la meravigliosa coerenza delle verità del Vangelo: ad essi fanno contrasto i « fanciulli », che si identificano con i « carnali », cioè quei cristiani che non hanno fatto maturare il loro cristianesimo. Non vi è perciò differenza di casta: la « sapienza » è aperta a tutti, e tutti, in modi diversi, ne sono capaci e devono essere anzi guidati a riceverla. Qual è pertanto la <matura » di questa « sapienza »? Essa non è « la sapienza di questo mondo, né dei principi di questo mondo che vengono distrutti, bensì… la sapienza di Dio avvolta nel mistero, che è stata nascosta… ». « Questo mondo » (propriamente » questo secolo « ) sta a significare, secondo la concezione giudaica, il periodo di tempo anteriore al Messia e si oppone al » secolo (o mondo) futuro « , che si identifica praticamente con il Regno di Dio ». In quanto non ancora completamente riscattato dal Messia, il « secolo » presente soggiace all’influsso di Satana, che ne è come il « signore ». Soltanto alla seconda venuta di Cristo tutto sarà » soggetto » al Padre. « I principi di questo mondo che vengono distrutti » sono difficili a identificare. Secondo alcuni esegeti antichi e moderni sarebbero tutti coloro che hanno potere, onore, lustro, saggezza, vale a dire i politici, i filosofi, i retori ecc. Nel caso concreto al v. $ si tratterebbe di Erode, Pilato, i sommi sacerdoti, i membri del Sinedrio. Secondo altri invece si tratterebbe esclusivamente delle potenze cattive ostili a Cristo e da lui vinte: « i demoni » che regnano su « questo mondo ». Per conto nostra S. Paolo può bensì riferirsi alle potenze demoniache, ma intende anche e soprattutto le autorità terrene spesso strumento delle prime, o i falsi sapienti di questo mondo, tutti tronfi della loro dottrina. I « principi di questo mondo » però hanno già segnato la loro sorte: saranno irrimediabilmente « distrutti » da Cristo; essi cioè sono temporanei e il loro compito si esaurisce in questo mondo. Non sapienza « mondana », dunque, la sapienza cristiana, ma « sapienza di Dio avvolta nel mistero », cioè segreta, impenetrabile nella sua intima essenza e nei suoi motivi, ignota, nel passato, anche ai Profeti, rivelata agli Apostoli… Questa sapienza « misteriosa », « nascosta » in Dio e facente parte della sua stessa vita, egli l`ha « predestinata », 1`ha voluta sin dall’eternità « per la nostra gloria », cioè per là nostra felicità e salvezza eterna, che già da questa terra incomincia a fiorire nel nostro spirito mediante la grazia e avrà il suo pieno sviluppo solo alla fine dei tempi. Il contenuto di tale « sapienza » è il « mistero di Cristo », cioè il piano della Redenzione del mondo, la morte del Figlio di Dio in croce e il trionfo della sua resurrezione, con le loro conseguenze: della salvezza offerta a tutti e dell’entrata, mediante la fede e il Battesimo, in una « vita nuova » a somiglianza del Cristo risuscitato. Tutto ciò è chiaro che si può accettare solo mediante una fede umile e riconoscente. È per questo che « nessuno dei principi dl questo mondo ha conosciuto » tale divina « sapienza ». (S. Cipriani, in « Le lettere di S. Paolo)
Salmo 130 Resp. Sei il mio pastore nulla mi mancherà. (bis) Signore, non si inorgoglisce il mio cuore e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno come bimba svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è l’anima mia. Speri Israele nel Signore, ora e sempre.
Predicare il Vangelo é l’oggetto della missione di Paolo, il quale offre se stesso quale strumento umile e povero per il trionfo della Croce. Ai Corinzi che ambivano la sapienza della Parola e probabilmente traevano da essa motivo di partigianeria per i predicatori, provocando divisioni nella Comunità l’apostolo richiama un principio fondamentale della storia biblica: per la realizzazione dei suoi disegni di salvezza, Dio si serve di elementi inadeguati, secondo una logica umanamente incomprensibile. Per illustrare come l’agire di Dio trascenda l’orizzonte sapienziale umano, San Paolo evoca progressivamente, come in un trittico, l’immagine del Crocifisso, le condizioni sociali della comunità di Corinto, e il periodo delle sua missione nella città: ne deriva la riduzione all’assurdo di tutte le presunzioni sapienziali umane; Dio non si è rivelato nella sapienza. Il carattere paradossale dell’azione di Dio che prescinde dalle risorse della sapienza, viene illustrato con l’evocazione della condizione sociale dei cristiani di Corinto, che dovevano essere per la maggior parte di umile estrazione. Delineazione sintetica di ciò che è Cristo per il cristiano: sapienza vera che introduce nei disegni di Dio e nel sentiero della vita; giustizia e santificazione interiore, cioè liberazione dalla servitù del peccato e dell’egoismo grazie alla comunicazione del suo Spirito; e tale liberazione, analogamente al riscatto operato da Dio per il suo popolo in Egitto, viene chiamata Redenzione,suggellata nel sacrificio di Cristo sulla croce. (P. Rossano, « Lettere ai Corinzi »)
Tutti: O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha potuto conoscere il pensiero del Signore? O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì che abbia a riceverne il contraccambio? Poiché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.
Preghiera finale Padre, donami occhi che siano capaci di vedere Cristo; orecchi che capiscano la sua parola; un cuore che sia commosso dal suo amore, e insegnami a porre fidente la mia mano nella sua. Cristo è la « luce del mondo », ma anche il « segno di contraddizione ». E lo è per ciascuno di noi. Tutti siamo in pericolo di scandalo! Tocca tu il nostro intimo e sveglia in noi il buon volere, affinché possiamo sostenere la prova. Insegnami a conoscere il segreto della redenzione. Fammi intuire che cosa comanda la fede. Nell’incontro col tuo Figlio Gesù Cristo rinnovami! Spirito Santo, donami il coraggio che si rallegra del divino rischio perennemente ricominciante e si perfeziona attraverso tutte le intenzioni. (Romano Guardini)
