LA PREDICAZIONE DI PAOLO A CORINTO – 1COR 2, 1-5 (2,1-10)

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LA PREDICAZIONE DI PAOLO A CORINTO – 1COR 2, 1-5 (2,1-10)

TESTO

2 1 Anch’io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. 2 Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso. 3 Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. 4 La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, 5 perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.
6 Tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. 7 Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria. 8 Nessuno dei
dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. 9 Ma, come sta scritto (Is 64,3; 65,16):

Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì,
né mai entrarono in cuore di uomo,
Dio le ha preparate per coloro che lo amano.

10 Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio. 11 Chi infatti conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio. 12 Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato. 13 Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. 14 Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito.
15 L’uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno. 16 Infatti chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo consigliare? (Is 40,13) Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo.

COMMENTO

A Corinto non erano ancora giunti i “superapostoli” (2Cor 11,5), ma i Corinzi, colpiti dall’arte retorica e dai modi da tribuno dei “dominatori di questo mondo”, non si ritenevano soddisfatti se i predicatori non erano forbiti, ricchi di cognizioni, seducenti come tribuni. Paolo deve dunque fare la difesa della sua predicazione e del perché si sia presentato loro “nella debolezza e con molto timore e trepidazione” e questo per confidare solo nella potenza di Dio, la sola capace di rendere viva la Parola in un cuore. Il suo sapere poi fu soltanto questo: “Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso”. Paolo scartava la sapienza umana, quella di questo mondo, quella di coloro che sono “i dominatori di questo mondo”, cioè i tribuni, i governatori, i retori, ecc.. Esiste però una sapienza della quale gli evangelizzatori parlano. E’ una sapienza che viene da Dio, che è “sapienza di Dio” e che “nessuno dei dominatori di questo mondo l’ha conosciuta; se l’avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria”.
“I perfetti”, sono i fedeli che non sono più degli infanti, ma sono diventati capaci di “cibo solido”. I perfetti non sono quelli che non hanno più bisogno di conversione permanente, poiché tale è necessità permanente, senza fine, ma quelli maturi nella conoscenza delle verità del Signore.
La conoscenza della “cose che occhio non vide, né orecchio udì” Dio l’ha comunicata “per mezzo dello Spirito”, che ci illumina Cristo.
Ai Corinzi Paolo non aveva ancora potuto parlare di ciò che diceva ai “perfetti”, poiché erano ancora “carnali”, cioè embrionali e quindi ancora presi da ciò che si vede e tocca, e non con lo sguardo interiore ben fermo alle cose invisibili (2Cor 4,18).
“L’uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno”. L’uomo spirituale sa distinguere nitidamente il giusto dall’ingiusto, sa cogliere agilmente gli errori contro la verità, sa valutare le situazioni e percepisce le finzioni degli uomini. Questo però non procede dalle sue capacità, ma dallo Spirito presente in lui. Nessuno poi, “lasciato alle sue forze”, può giudicare le cose dello Spirito, cioè valutare per quello che sono, poiché per lui le cose di Dio “sono follia”. Nessun uomo lasciato alle sue sole forze può conoscere il pensiero del Signore, e questa è la presunzione di tanti che giungono a trattare Dio alla pari dandogli consigli o addirittura degli imperativi.
“Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo”, ma lo abbiamo perché Cristo ce lo ha comunicato mediante la sua Parola, che viene illuminata dallo Spirito (Gv 16,13).

Publié dans : Lettera ai Corinti - prima |le 7 février, 2014 |Pas de Commentaires »

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