OMELIA: NON VI LASCERÒ ORFANI… IO SARÒ CON VOI FINO ALLA FINE DEL MONDO.

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28 APRILE 2013: 5A DOMENICA DI PASQUA C / OMELIA DI APPROFONDIMENTO

NON VI LASCERÒ ORFANI… IO SARÒ CON VOI FINO ALLA FINE DEL MONDO.

Gesù, prima di salire al cielo, ha assicurato i discepoli della sua continua presenza tra di loro, e la Liturgia, in queste domeniche che seguono la Pasqua, ci invita a riflettere sulla Chiesa che nasce dal cuore di Gesù morto e risorto, dalla sua presenza in mezzo a loro, ed è inviata da Gesù a continuare la sua missione di salvezza nel mondo.
Il libro degli Atti degli Apostoli (1a lett.) ci presenta proprio la Chiesa nascente che, assistita dalla presenza invisibile di Gesù, inizia il suo cammino nel mondo.
Alla predicazione degli Apostoli si formano tante piccole comunità di discepoli, a Listra, a Iconio, in Antiochia, ed in altre città: ad esse fanno visita Paolo e Barnaba, ed altrove altri Apostoli, i quali esortano i cristiani a restare saldi nella fede, poiché devono attraversare molte tribolazioni e persecuzioni a causa della loro fede.
Alla loro partenza, gli Apostoli mettono a capo di ogni comunità degli anziani, i presbiteri, e per queste comunità pregano, digiunano e le affidano alla assistenza ed alla benevolenza del Signore.
Quando poi ritornano dal loro lungo giro missionario, gli Apostoli riuniscono la comunità di Gerusalemme e riferiscono tutto quello che Dio ha compiuto per mezzo loro, soprattutto come Dio abbia aperto la porta della fede ai pagani, cioè come la Chiesa si stia espandendo, e come il Vangelo raggiunga tutti gli uomini di buona volontà, senza distinzioni di sorta.
I discepoli sono così responsabilizzati e fatti partecipi delle difficoltà che la predicazione del Vangelo incontra, ma anche dei progressi e dei risultati consolanti ottenuti.
Nasce e si sviluppa la Comunità cristiana, la Chiesa!

Il brano dell’Apocalisse di Giovanni, che abbiamo ascoltato nella seconda lettura, ci svela il mistero profondo di questa Comunità, della Chiesa. Essa viene chiamata città santa, nuova Gerusalemme: discende dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo; è la dimora di Dio con gli uomini, perché Dio dimora tra di loro; è il suo popolo, ricreato, rinato per opera di Colui che fa nuove tutte le cose.
Poiché ha origine da Dio, ed è dimora di Dio tra gli uomini, la Chiesa è un mistero. Non è una comunità edificata dalla sola volontà umana di associazione, non è paragonabile ad un circolo di amici che si riuniscono insieme. Noi siamo chiamati a far parte della Chiesa dall’amore del Padre, in Gesù, per opera dello Spirito Santo. Il mistero della Chiesa consiste nella volontà divina di salvare gli uomini per mezzo di Gesù Cristo; la Chiesa è presenza ed attuazione di questa volontà divina di salvezza nella storia umana.
Il brano dell’Apocalisse presenta anche l’aspetto escatologico della Chiesa, la fase finale, degli ultimi tempi, quando Dio tergerà ogni lacrima, eliminerà la morte, il lutto, il lamento, l’affanno e rinnoverà tutte le cose.
La Chiesa, infatti, non ha soltanto una dimensione terrena, temporale e visibile, ma è tutta proiettata verso il suo compimento finale.
Il Concilio Vaticano II, nella costituzione dogmatica Lumen gentium ci dice: « La Chiesa alla quale tutti siamo chiamati in Gesù Cristo, e nella quale per mezzo della grazia di Dio acquistiamo la santità, non avrà il suo compimento se non nella gloria del cielo ».

Intanto essa vive nella speranza: è Chiesa militante tra tante difficoltà, peregrinante, in cammino attraverso il mondo ed il tempo, verso la sua realizzazione finale.
Ed in questo suo peregrinare lungo la storia, la Chiesa, che crede in Gesù risorto, ha come legge fondamentale il comandamento nuovo dell’amore vicendevole che Gesù ha dato come distintivo ai suoi discepoli: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri come Io ho amato voi…Da questo tutti riconosceranno che siete miei discepoli.
I lontani, i non credenti, coloro che professano altre religioni, potranno e dovranno riconoscerci come discepoli di Gesù unicamente da questo: perché ci amiamo come Lui ci ha amati, perché possediamo il suo spirito, siamo in comunione con Lui e partecipiamo della sua stessa vita.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri, ci dice Gesù nel brano del Vangelo ascoltato..
Anche la parola convinta di Papa Francesco ci esorta con frequenza su questa via dell’amore, del volerci bene, dell’amarci a vicenda!
Ed allora domandiamoci se noi ci distinguiamo per questo amore vicendevole, in famiglia, nelle nostre comunità, nell’ambiente in cui ci troviamo. I lontani, coloro che non credono, ci riconoscono come discepoli di Gesù, dal nostro amore vicendevole? Riescono a vedere in noi il segno distintivo dell’amore?
Sono interrogativi che non possiamo eludere e che devono farci riflettere.
Ci dia il Signore Gesù il coraggio di seguirlo sulla via dell’amore, di saper amare come Lui ha amato noi, fino al dono totale di sé sulla croce.
Ci sproni su questa via l’esempio dei nostri Santi che festeggeremo nel mese di maggio: l’esempio di San Domenico Savio, che si è distinto proprio nell’amore verso tutti i compagni; e l’esempio di Santa Maria Domenica Mazzarello, che ha fatto di ogni istante della sua vita un atto di amore per il Signore e per i fratelli.
Ci sostenga l’intercessione di Maria Ausiliatrice nel bel mese a Lei dedicato.

 D. Mario MORRA sd

Publié dans : OMELIE, PREDICHE E ☻☻☻ |le 26 avril, 2013 |Pas de Commentaires »

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