GESÙ REDENTORE : SALVEZZA E SOFFERENZA
GESÙ REDENTORE : SALVEZZA E SOFFERENZA
(da Qumran.net, sezione catechesi bibliche, temi paolini)
*“Che diremo dunque in proposito?Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato a tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio giustifica .Chi condannerà? Cristo Gesù, che è morto, anzi risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi?
Chi ci separerà dunque dall’amore di Dio? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame la nudità, il pericolo la spada?….
Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli,ne principiati né presente , né avvenire, né potenze, né altezze né profondità, né alcun’ altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio , in Cristo Gesù, nostro Signore.” ( Rm.8,21-39)
*“Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore. La loro comunità, infatti, è composta da uomini i quali, riuniti insieme nel Cristo, sono guidati dallo Spirito Santo nel loro pellegrinaggio verso il Regno del Padre ed hanno ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti. Perciò la comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia.” (G.S. 1)1
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Molti potevano essere i passi per aiutarci a riflettere sulla tematica della Redenzione e sul significato della sofferenza umana nella storia dopo il Cristo. Ho scelto questo brano di Paolo e il punto 1 della G.S come sintesi teologica. La teologia infatti è invitata a riflettere sulle questioni con un cammino ben preciso: partire dalla S. Scrittura, passare dai padri Apostolici, poi i padri della Chiesa, S, Tommaso per finire con la riflessione storica dei concili ecumenici.
“ In realtà solo nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo. Adamo, infatti, il primo uomo , era figura di quello del futuro e cioè di Cristo Signore . Cristo che è il nuovo Adamo, proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore2, svela anche pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione”3
1In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
2Egli era, in principio, presso Dio:3tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste…..
14E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.
Queste parole del prologo del Vangelo di Giovanni , che sono un po’ la sintesi teologica del IV Vangelo ci richiamano in maniera forte questa idea: Dio quando ha creato il mondo aveva innanzi a sé l’immagine del figlio, in lui tutto è stato creato è Lui il tipo, la figura dell’UOMO. Padre Laurentin ed altri esegeti con lui facendosi forza anche della tradizione dei Padri latini interpretano già nel primo versetto del Prologo la figura del Cristo incarnato.
Questo non è una novità , gia la teologia paolina lo afferma chiaramente , soprattutto negli inni cristologici di Ef 1,3-14 4 e Ef 1,3-14 . Il primo forse più chiaramente svela il piano d’amore di Dio che ci ha fatto e pensato sempre come figli nel Figlio, il secondo forse sottolinea più l’aspetto di partecipazione alla Redenzione. Nel prologo di GV, il versetto 3 in greco dice “panta” , cioè tutto ciò che riguarda la salvezza; si potrebbe dire meglio che senza di Lui non avviene neppure una cosa all’interno del mistero della Salvezza,5 che tutto è stato pensato da Dio per comunicare all’uomo il suo amore di Padre .
Si può dire che la teologia e la riflessione della Chiesa a partire dal Vaticano II riscopre l’idea biblica di un solo piano: quello d’amore che Dio ha pensato per l’uomo superando, o cercando di superare la divisione tra naturale e sopranaturale che la riflessione umana aveva fatto dividendo l’azione di Dio Creatore e di Dio Redentore in maniera troppo incisiva e schematica.
K. Rahner a tal proposito scrive:”l’uomo può fare esperienza su se stesso solo nell’ambito dell’amorosa volontà sopranaturale di Dio, non può presentare la natura in uno ‘stato chimicamente puro ’separata dal suo esistenziale sopranaturale.” 6
Dio scrive la storia della Salvezza nel divenire del tempo e dello spazio, nella esperienza di relazione con ognuno, all’interno di un progetto d’amore chiamato Gesù Cristo. : 4In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, 5predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, 6secondo il beneplacito della sua volontà. ( Ef. 1, 4-6)
Chi ci separerà dunque dall’amore di Dio? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame la nudità, il pericolo la spada?…. Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori per virtù di colui che ci ha amati
Questo versetto del brano iniziale che abbiano letto ci aiuta a legare il tema della sofferenza umana al tema della Salvezza. Noi tutti avremmo voluto che Dio ci salvasse riportandoci alla idealità descritta in Genesi del paradiso terrestre, ma non è così l’Apocalisse ci dice che in Paradiso avremo Cieli nuovi e terre nuove7 dove godere appieno di questa relazione con Dio, che ha scelto di camminare nella storia come Uomo grazie ad un sì di una ragazza di nome Miriam , circa 2000 anni fa a Nazareth di Galilea .
Per terminare la ns riflesione sulla sofferenza nella ns storia della salvezza ci facciamo aiutare brevemente dal brano dei Discepoli di Emmaus: possiamo vedere come l’evangelista metta in questi due tutti i sentimenti di sconfitta e delusione che sono nella vita di ogni uomo per la sofferenza, per le sconfitte , gli ideali non raggiunti, per l’idea di Dio che ci eravamo fatti: potente, salvatore, Messia anche politico; sottolinea l’atteggiamento di Gesù che si avvicina a loro, fa finta di non saper nulla di quanto successo, da fine psicologo li fa parlare gli fa tirar fuori le angosce e poi senza infierire, benché dica sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! [26]Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». [27]E cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Questo riflettere sulla Parola, meditare sulla scrittura voce di Dio che mi parla nella mia storia, come ben sappiamo costa fatica. Si potrebbe dire col Maraldi la fatica della Fede 8: » la fede se è calata nella storia costa fatica …. La fatica di credere in Dio stando sulla terra, dentro le situazioni in cui ci si trova gettati. E’ la fatica di meditare la Parola di Dio per cercare di capire cosa voglia il Signore nella concretezza dell’oggi ». E’ La fatica di vedere l’opera di Dio nella storia in corso d’opera, di avere gli occhi delle fede e non rimanere impantanati nelle situazioni, dalle più vicine, ( malattie, lutti, disgrazie), alle più globali ( carestie, terremoti, pandemie , guerre); non è facile e spesso tutti noi diciamo ‘ma Dio dov’è?’.
Ad ogni Natale facciamo memoria di questo Dio che si fa uomo, che per salvare il mondo ha sempre rifiutato la gente che voleva farlo re dopo i miracoli , non ha mai accettato di fare Dio ,ma ha voluto fare l’uomo e ha chiamato Pietro, Zaccheo, Giairo , da ognuno ha voluto fermarsi a casa sua , ha chiesto ospitalità, ha chiesto di fare Casa con lui . Comunione,….. è un Dio che si fa vicino, non ci dà ricette o ci risolve il problema , ma cammina affianco, si fa ultimo con gli ultimi, povero coi poveri, fratello di ogni uomo. Sembra retorica o poesia , ma è la realtà, è Dio che ci accompagna nella Vita perché possiamo essere ognuno la pienezza di noi stessi ( o meglio rispondere ognuno alla sua Vocazione).
Rileggendo mi vengono spontanee queste domande: So ascoltare i fratelli in difficoltà? So partire dai loro drammi e dalle loro angosce per aiutarli ? cammino loro affianco con tenerezza, con una presenza ‘gentile’e accorta ?
Li consolo con la stessa consolazione con cui sono stato consolato da Dio?!.9
San Paolo in Cor, 1,24 dice: “ Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, in favore del suo Corpo che è la Chiesa”….Perciò sono lieto delle sofferenza che sopporto per voi”.
GP II commentando questo brano al punto 1 della ‘Salvifici doloris’ dice che l’Apostolo comunica la propria scoperta e ne gioisce a motivo di coloro che essa può aiutare – così come aiutò lui – a penetrare il senso salvifico della sofferenza. Il Papa nella conclusione della sua lettera rifacendosi a GS 2210 , che abbiamo letto all’inizio di questa ns riflessione, dice che se Cristo svela interamente l’uomo all’uomo, queste parole che “ si riferiscono a tutto ciò che riguarda il mistero dell’uomo, allora certamente si riferiscono in modo particolarissimo all’umana sofferenza”.
Dio assumendo su di sé l’intera natura umana ne ha assunto tutte le peculiarità storiche, tra cui la sofferenza oltre che la gioia. Sicuramente questo è un mistero che fa parte del più grande mistero dell’Incarnazione, Passione Morte e Resurrezione di Gesù: Dio ci ama tanto che accoglie le ns offerte ‘ spirituali’ ( perché fatte attraverso lo Spirito Santo ) come compartecipazione alla sua opera salvifica. La Prima lettera di Pietro ci ricorda che Cristo ci ha fatto partecipi del suo sacerdozio regale: «ma voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere meravigliose di lui che vi ha chiamato…»(1 Pt.2,9).
Vorrei finire, pertanto, con queste parole della lettera agli Ebrei:
5Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,un corpo invece mi hai preparato.6 Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato.7Allora ho detto: «Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro –per fare, o Dio, la tua volontà».( Ebrei 10,5)
L’obbedienza 25/4/88
La vita
prende
trascina
trasforma
lasciarsi vivere
è il segreto
gioia, dolore
sofferenza, paura
viviamola
coi nostri sentimenti,
attivamente
accettando
ogni momento,
la storicità
della vita.
E ciò
che nascerà
sarà nostro
storico
vitale.
Lasciamoci vivere
questo è il segreto.
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