GIOVEDI SANTO: ORA SANTA AL GETHSEMANI – KARL RAHNER

http://www.atma-o-jibon.org/italiano6/rahner_ratzinger_s_santa1.htm

KARL RAHNER

GIOVEDI SANTO

ORA SANTA AL GETHSEMANI

1. LA PRESENZA DI GESÙ E DELLA SUA VITA

Signore Gesù Cristo, Piglio del Dio vivo, vero Dio e vero uomo, uno nell’unità della Persona e nell’indivisa, inconfusa dualità delle nature, noi ti adoriamo, poiché tu sei veramente qui presente in mezzo a noi.
Tu sei presente non soltanto con la tua eterna divinità, per la quale tu sei della stessa natura, potenza e gloria dell’eterno Padre, onde tutto penetri in tutti i luoghi con la tua immensità, in cui tutto vive, tutto si muove, tutto esiste.
Tu sei qui presente anche con la tua natura umana; tu sei qui tra noi nel Sacramento dell’altare con il tuo corpo, la tua anima, il tuo cuore d’uomo. Tu sei qui: tu che nascesti dalla Vergine Maria, che hai attraversato e subito una esistenza umana, con le sue ore grandi e piccole, con le sue gioie e le sue lacrime, con la sua lunga e grigia monotonia quotidiana e i suoi momenti decisivi. Tu sei qui: lo stesso che ha sofferto sotto Ponzio Pilato e che venne crocifisso. Tu sei qui: quello che sulla croce ha vuotato il calice del dolore fino alla feccia.
Sei presente con il tuo corpo risuscitato e trasfigurato dalla gloria di Dio. Sei in mezzo a noi con il tuo cuore umano nel quale scroscia la gioia di tutte le eternità, con il tuo spirito 1:1mano che contempla, faccia a faccia, la inaccessibile luce del Padre, del Figlio suo e del suo Santo Spirito, questo Dio trino, eterno e incomprensibile. In verità, tu sei qui presente come uomo. Noi non vediamo nulla, ma l’occhio della fede ti vede presente in mezzo a noi, fratèllo nostro che condividi la stessa nostra natura. Il nostro orecchio non ti sente; ma l’udito della fede percepisce quel canto eterno di lode che tu, sommo sacerdote e intercessore dell’umanità intera, perennemente rivolgi all’eterno Padre nella gioia del tuo cuore radioso, straripante di divinità.
Noi ti adoriamo, ti lodiamo, ti ringraziamo e celebriamo la tua gloria, poiché tu hai voluto abitare in mezzo a noi, tu, nostro Dio, nostro principio e origine, nostra mèta e termine; poiché hai voluto abitare tra di noi, essere uomo come noi. Poiché tu hai voluto partire dagli inizi, percorrere peregrinando la nostra strada per le strettoie della nostra finitezza, attraverso la
valle delle lacrime, per ragiungere ancora il fine e lo scopo – mentre sei tu il fine e lo scopo di tutti.
Tu sei tra di noi: per questo anche la tua vita umana ci è qui incredibilmente vicina. Quello che tu hai vissuto millenovecento anni orsono, a ben guardare, è trascorso soltanto in apparenza. Certo, l’aspetto terrestre ed esteriore della tua vita è ormai passato. Tu non devi più nascere come un povero bambino; non hai più fame e sete, non ti affatichi più, non piangi più: la nullità perennemente mutevole di quel che noi chiamiamo vita umana non trascorre più davanti a te e nemmeno dentro di te, nella tua anima, per lasciarvi un’impronta e trasformarti; tu non muori più. Tutto ciò è finito e passato, ed era prezioso appunto perché unico e passeggero. Tutto ciò è finito, perché anche la tua realtà umana, creata, finita, mutevole, è entrata nell’eternità del Padre tuo, è giunta al termine del suo compimento, in cui ogni vicenda sbocca nella definitiva perfezione, quella perfezione che rappresenta tuttavia la più libera vitalità, in Cui la fluidità del tempo si condensa nell’unico istante dell’eternità, che tutto abbraccia in unità, per sempre. La tua vita umana nel tempo è scomparsa, ma unicamente per entrare in Dio.
Appunto per questo essa ci è rimasta più profondamente presente. Perché ormai la tua vita umana è totalmente unita all’Eterno, all’origine di ogni cosa, nella cui sapienza e nel cui amore tutto ciò che passa rimane come eterna inalterabile presenza. Il tuo spirito e il tuo cuore umano vedono ed abbracciano Colui che dà al tempo la sua perennità, al divenire la sua durata eterna, al cambiamento il suo riposo inalterabile, al transitorio la sua incessante stabilità. Nella sapienza e nell’amore eterni di Dio stesso, il tuo cuore può scoprire, amare, accettare ed abbracciare per sempre la divina attualità della tua vita passata, poiché è lì che la tua vita possiede la sua completa realtà.
Ma anche nel tuo cuore stesso, o Gesù, rimani davvero e per sempre presente.
Quel che passa infatti in una vita umana, son soltanto gli avvenimenti esteriori. Ma quando questi sì sono sprofondati nel buio del passato annullatore, hanno generato qualcosa di eterno, hanno contribuito alla formazione dell’uomo spirituale in noi, impregnato di eternità. Durante il tempo che passa, qualcosa accade in noi che non passa mai più. Noi non siamo come una strada sulla quale scorre l’interminabile convoglio degli attimi, passati i quali », la lasciano vuota come prima. Noi assomigliamo piuttosto ad un forziere in cui ogni istante deposita. nel lasciarci, ciò ch’esso aveva di eterno: la capacità unica di amare liberamente Dio e di deciderci – noi, uomini – per Lui o contro di Lui: questo, in realtà, è un atto ogni volta eterno. È come se le onde del tempo, nel loro flusso e riflusso senza fine, lambissero silenziosamente la spiaggia della eternità; come se ogni onda, ogni istante, ogni azione, vi deponessero quanto vi è in 10m di eterno, il bene come il male, poiché questi sono i valori eterni nelle cose del tempo.
Questo bene o questo male eterno, attaccato alle nostre opere fuggitive, si deposita sul fondo incancellabile della nostra anima, penetra in lei e forma la profondità nascosta dell’anima – nascosta a noi, ma non a Dio. E così nel corso del tempo, lentamente va compiendosi qualcosa di eterno: l’aspetto perenne della nostra anima e, con esso, il nostro eterno destino. E quando il tempo si arresterà, niente in realtà avrà cessato. Scompariranno solamente le acque correnti e lasceranno libero e manifesto, anche allo sguardo dell’uomo, ciò che finora gli era nascosto: la sua vita divenuta eternità, così come egli liberamente l’ha forgiata e modellata.
Così è accaduto anche a te, Gesù, perché tu sei vero uomo e hai portato a compimento una vita veramente umana. E pertanto questa vita permane presente non soltanto in Dio, ma anche in .te stesso. Quello che tu sei diventato nella tua vita, lo sei per adesso e per sempre. La tua fanciullezza è passata; ma ancor oggi tu sei colui che ha vissuto una fanciullezza, quale può essere un uomo che, un tempo, fu bambino. Le tue lacrime sono esaurite; ma oggi ancora tu sei come può essere soltanto chi una volta ha pianto, il cui cuore non potrà mai dimenticare la ragione del suo pianto. Le tue pene sono terminate; ma in te rimane perenne la maturità dell’uomo che le ha provate. La tua vita e la tua morte terrene sono trascorse, ma quanto maturò in esse è diventato eterno in te, ed è quindi presente in mezzo a noi. Presenza di eternità è l’eroismo della tua vita che ha superato ogni ostacolo, e l’amore che questa vita ha formato ed illuminato. Presenza di eternità è il tuo cuore, che ha risposto uno schietto sì alle disposizioni incomprensibili del Padre. Presente è la sottomissione, la fedeltà, la dolcezza, l’amore ai peccatori che crebbe in te ad ogni istante della tua vita, affermandosi fino a diventare, per la tua libertà, il tratto caratteristico della tua natura umana. Così ti trovi ora in mezzo a noi, e pertanto si trova presente tra di noi quel che tu fosti, quello che hai vissuto, quello che hai sofferto.
. Ma anche per un terzo motivo la tua vita di un tempo è qui realmente presente in mezzo a noi. Quando si svolgeva la tua vita, al tuo pensiero e al tuo amore erano vicini non soltanto il tuo ambiente particolare e la gente del tuo tempo. Davanti all’interessamento e alla carità, non solo della tua natura divina, bensì anche del tuo cuore umano, stavamo pure noi, stavo io, la mia vita, il mio tempo, il mio ambiente, le mie vicende, le mie ore grandi e meschine, quello che io volevo essere con la mia libertà. Tu, nella misteriosa intimità del tuo essere profondo, conoscevi già tutto, l’avevi da sempre accolto e portato nel tuo cuore. Così la tua vita umana è stata modellata dalla mia propria vita, da sempre. La mia vita fa parte del tuo destino. Tu hai già detto sì alla mia vita, hai pregato per me allora, hai già reso grazie per la mia Grazia; la tua vita si è occupata della mia vita e ha preso, nella sua forma, qualcosa di me e della mia vita. Ed ora che la tua vita. è diventata eternità e sei qui presente tra noi nel Sacramento, tu sei innanzi.. tutto Colui la cui vita, adesso eternata, racchiude per sempre la conoscenza di me e l’amore per me.

COSÌ NOI TI VOGLIAMO ADORARE:
O Gesù – noi ti adoriamo.
O Dio eterno – noi ti adoriamo.
Nostro Redentore, presente nel sacramento noi ti adoriamo.
Gesù, presente come vero uomo – noi ti adoriamo.
Vita e morte di Gesù, eternamente presenti nella conoscenza e nella volontà immutabili del Padre – noi vi adoriamo.
Vita e morte di Gesù, perennemente presenti nella pienezza del suo cuore plasmato da questa .vita e questa morte – noi vi adoriamo.
Vita e passione di Gesù qui presenti, che da sempre avete accolto la nostra vita in voi, – noi vi adoriamo.
Gesù, che sei veramente presente in mezzo a noi, – noi ti adoriamo.

’2. LA PRESENZA DELL’AGONIA DI GESÙ AL GETHSEMANI
Gesù, tu sei qui veramente tra di noi, con il tuo essere umano: carne e sangue, spirito e cuore. Perciò tu sei tra di noi anche con la tua vita umana: essa non è puramente passata e scomparsa; al contrario, essa è entrata nell’eterna realtà del tuo cuore.
Le tue ore di agonia e di lotta al Monte degli Olivi sono dunque presenti a noi che in questa ora le vogliamo venerare nella fede e nell’amore, nel rispetto, nella riconoscenza e nella compassione espiatrice.
La tua anima umana vede anche adesso, nella gloria del cielo, l’eterna, inalterabile volontà del Padre che. ha stabilito alla tua vita queste ore del Gethsemani. Il tuo cuore adora ancora questa volontà del Padre. E la tua anima e il tuo cuore son qui presenti in mezzo a noi.
Tu che hai sofferto le ore del Gethsemani, sei in mezzo a noi. Ciò che tu hai provato e patito allor-a, è passato: né tristezza, né pena, né amarezza, né angoscia di morte toccano più il tuo cuore da quando sei penetrato nella felicità del Padre. Ma quello che allora hai provato e sofferto, ha improntato il tuo cuore, è rimasto nel tuo cuore, ed è cosi che tu ti trovi fra di noi. L’apostolo afferma di te (Ebrei, 5, 7.8) che, nei giorni della tua vita terrena, con forti grida e lacrime tu presentasti preghiere e suppliche a Colui che ti poteva salvare dalla morte, ed a questo modo hai imparato, nella tua sensibilità, ad obbedire. Noi ti adoriamo cosi e diciamo a te, quale allora tu fosti al Monte degli Olivi: – abbi pietà di noi.

O Gesù, per l’obbedienza che hai imparato al Gethsemani – abbi pietà di noi.
Gesù, per la tua sottomissione al Gethsemani, frutto di lotta – abbi pietà di noi.
Gesù, per la tua accettazione del dolore, mantenuta al Gethsemani – abbi pietà di noi.
Gesù, per il tuo amore verso di noi, sconfitto nemmeno al Gethsemani – abbi pietà di noi.
Gesù, per la tua bontà, che nemmeno al Gethsemani si è tinta di amarezza – abbi pietà di noi.
Gesù, per il tuo coraggio, eroico anche alGethsemani – abbi pietà di noi.
Gesù, per la tua mitezza, che non ha vacillato nemmeno al Gethsemani – abbi pietà di noi.
Gesù, per l’angoscia e la tristezza di quelle ore – abbi pietà di noi.
Gesù, per il tuo timore e tremore – abbi pietà di noi.
Gesù, per la tua preghiera al Gethsemani – abbi pietà di noi.
Gesù, per la tua caduta con la faccia a terra – abbi pietà di noi.
Gesù, per la insistenza della tua preghiera continuamente rinnovata – abbi pietà di noi.
Gesù, per l’afflizione mortale della tua anima – abbi pietà di noi.
Gesù, per la tua domanda che ti fosse allontanato il calice della Passione – abbi pietà di noi.
Gesù, per la tua preghiera: «Non la mia, ma la tua volontà sia fatta» – abbi pietà di noi.
Gesù, per il tuo grido: «Abba, Padre» – abbi pietà di noi.
Gesù, per il tuo triplice acconsentimento alla volontà del Padre – abbi pietà di noi.
Gesù, per il tuo abbandono da parte degli apostoli dormienti – abbi pietà di noi.
Gesù, per il conforto che ricevesti dall’angelo – abbi pietà di noi.
Gesù, per il sudore di sangue della tua agonia all’Oliveto – abbi pietà di noi.
Gesù, per la previsione e la sofferenza anticipata di tutte le sofferenze future – abbi pietà di noi.
Gesù, per la conoscenza che tu avesti. al Gethsemani di tutti i peccati del mondo – abbi pietà di noi.
Gesù, per la tua nausea davanti ai peccati di tutti i tempi – abbi pietà di noi.
Gesù, per la tua conoscenza, al Gethsemani, dei mièi peccati – abbi pietà di noi.
Gesù, per l’afflizione del tuo cuore a causa dei miei peccati – abbi pietà di noi.
Gesù, per la tua prontezza al Gethsemani nel caricarti di tutto questo peso – abbi pietà di noi.
Gesù, per l’affanno del tuo cuore davanti alla inutilità della tua Passione- abbi pietà di noi.
Gesù, per l’abbandono di Dio nello strazio del Gethsemani – abbi pietà di noi.
Gesù, per la tua ubbidienza alla misteriosa volontà del Padre – abbi pietà di noi.
Gesù, per il tuo indefettibile amore verso Dio che sembrava unicamente adirato – abbi pietà di noi.
Gesù al Gethsemani, intercessore di tutti gli afflitti – abbi pietà di noi.
Gesù al Gethsemani, il più abbandonato di tutti i derelitti – abbi pietà di noi.
Gesù al Gethsemani, portavoce di tutti quanti gridano a Dio la loro angoscia – abbi pietà di noi.
Gesù al Gethsemani, modello di tutti i tentati – abbi pietà di noi.
Gesù al Gethsemani, conforto di tutti quelli che lottano penosamente nell’agonia – abbi pietà di noi.
Gesù al Gethsemani, capo di tutti quelli che devono scontare i peccati del mondo – abbi pietà di noi.
Gesù al Gethsemani, fratello compartecipe dell’affanno e della disperazione del mondo intero – abbi pietà di noi.
Gesù al Gethsemani, tu che comprendi ogni dolore – abbi pietà di noi.
Gesù al Gethsemani, nel quale ogni abbandono ha una patria – abbi pietà di noi.
Gesù al Gethsemani, che perseveri ad amare ancora ogni peccatore – abbi pietà di noi.
Gesù al Gethsemani, che vuoi stringere al tuo cuore anche il peggiore dei rinnegati – abbi pietà di noi.
Gesù al Gethsemani, la cui angoscia mortale redime la nostra morte in un felice ritorno alla casa del Padre – abbi pietà di noi.
Gesù al Gethsemani, sii a noi propizio – perdonaci, o Gesù.
Gesù al Gethsemani, sii a noi propizio – liberaci, o Gesù.
Dai peccati pianti al Gethsemani – liberaci, o Gesù.
Dalla ingratitudine verso il tuo amore – liberaci, o Gesù.
Dalla indifferenza verso il tuo dolore – liberaci, o Gesù.
Dalla insensibilità verso la tua agonia – liberaci, o Gesù.
Dalla resistenza alle grazie ottenuteci al Gethsemani – liberaci, o Gesù;
Dal rifiuto del tuo consenso al dolore e alla espiazione del Gethsemani – liberaci, o Gesù.
Dal dubbio sull’amore di Dio, nelle nostre notti del Gethsemani – liberaci, o Gesù.
Dall’amarezza nelle nostre prove del Gethsemani – liberaci, o Gesù.
Dalla disperazione nel nostro abbandono – liberaci, o Gesù.
Noi, poveri peccatori – ti preghiamo, ascoltaci.
Perdona i nostri peccati – ti preghiamo, ascoltaci.
Facci capire le tue sofferenze – ti preghiamo, ascoltaci.
Insegnaci il tuo abbandono alla volontà del Padre nel Gethsemani – ti preghiamo, ascoltaci.
Concediti l’insistenza della tua preghiera nella notte del Gethsemani – ti preghiamo, ascoltaci.
Accordaci i sentimenti del tuo cuore nelle ore del Gethsemani – ti preghiamo,ascoltaci.
Donaci di capire la penitenza e l’espiazione ti preghiamo, ascoltaci.
Facci comprendere che le nostre sofferenze sono una partecipazione alla tua sacra Passione ti preghiamo, ascoltaci.
Riempici d’orrore per i nostri peccati – ti preghiamo, ascoltaci.
Dacci la tua forza e la tua pazienza nei nostri affanni e nei nostri abbandoni – ti preghiamo, ascoltaci.
Assistici nella nostra agonia con il tuo coraggio di fronte alla morte – ti preghiamo, ascoltaci.
Nell’ora della nostra morte, mandaci il tuo Angelo del Gethsemani – ti preghiamo, ascoltaci.
Insegnati a vegliare e a pregare sempre con te al Gethsemani – ti preghiamo, ascoltaci.
Metti nel nostro cuore e sulle nostre labbra la parola: «Padre!», proprio quando Dio ci sembrerà il Signore e Giudice severo, il Dio incomprensibile e inaccessibile – ti preghiamo, ascoltaci.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo perdonaci, o Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo – ascoltaci, o Signore.
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo – abbi pietà di noi.
PREGHIAMO: Gesù, che sei qui presente, per i sacri sentimenti del tuo cuore divino ed umano, con i quali hai affrontato 1′agonia del Gethsemani nell’espiazione, nell’ubbidienza e nell’amore e con le quali tu rimani ancora in mezzo a noi, ti preghiamo:
, riempi i nostri cuori di pentimento per i nostri peccati, facci accogliere la nostra croce nel tuo spirito di espiazione e di penitenza ed accordaci un amore di gratitudine in ricambio dell’amore col quale tu accettasti al Gethsemani di dare inizio – per noi peccatori – alla tua sacrosanta Passione. – Amen.

3. LA PRESENZA DELL’ AGONIA DI GESÙ IN NOI
Signore Gesù Cristo, tu s,ei qui presente nel Santissimo Sacramento. Ma tu non rimani tra noi soltanto in questa forma. Tu vivi anche in noi.
Da quando siamo stati incorporati per il Battesimo al tuo Corpo Mistico, la Chiesa, tu vivi anche in noi mediante il tuo Santo Spirito col quale siamo stati segnati e consacrati. Tu sei in noi la vita della nostra vita, del nostro spirito e del nostro cuore. Con la forza e la potenza vivificante del tuo Santo Spirito, che procede dal Padre per te, tu hai preso possesso del più intimo centro del nostro essere, delle profondità più celate della nostra anima, le hai trasformate, illuminate, santificate, divinizzate. Non siamo più noi a vivere, bensì tu in noi; non apparteniamo più a noi stessi, ma a te. Tu sei la legge della nostra vita, l’intimo impulso del nostro essere e delle nostre azioni, la segreta luce del nostro spirito, l’ardore profondo dei nostri cuori, il santo splendore di tutta la nostra natura che la rende conforme alla luce eterna della divinità stessa.
Tu sei e vivi in noi, ci comunichi il tuo proprio essere, e la tua propria vita per mezzo tuo, che sei la grazia increata stessa, e ci rendi capaci mediante la grazia creata, di ricevere in noi te stesso insieme con il Dio unico e trino, di possederVi e di partecipare alla tua vita e alla sua. Così, per grazia del tuo imperscrutabile amore, noi siamo veramente e realmente figli e figlie del tuo Padre celeste, davvero tuoi fratelli e sorelle, coeredi con te di quella gloria che il Padre tuo comunica con generazione eterna a te come Dio e dona per grazia anche alla tua anima umana, che è come la nostra. Noi siamo così veramente ripieni dell’eterno Amore, il quale, nella persona dello Spirito Santo, perennemente procede dal Padre e da te. O Gesù, tu vivi talmente in noi che la tua stessa presenza nel Sacramento non è che un mezzo per manifestare, comunicare, accrescere e rafforzare la tua presenza di grazia in noi. La tua presenza sacramentale cesserà alla fine dei tempi. Ma la tua presenza in noi rimarrà: una volta caduti i veli della fede che la ricopre, essa salirà dalle profondità del cuore nascoste anche a noi stessi ed allora il suo nome sarà I Paradiso.
Se dunque tu vivi in noi, allora la nostra vita, fino nella sua banalità quotidiana, è anch’essa sottoposta alle leggi della tua vita. La nostra vita è una continuazione della tua. Quando fummo battezzati cominciò un nuovo capitolo della tua vita, il nostro atto di battesimo è una pagina della tua biografia. Sì, noi dobbiamo divenire conformi alla tua immagine, primogenito di molti fratelli, anzi noi dobbiamo rivestirci di te. Dal momento che tu vivi in noi devi prendere in noi una forma sempre più precisa. La grazia segreta di Dio nella tua anima umana ha reso la tua vita terrena una sua pura espressione e rivelazione in questo mondo visibile; allo stesso modo la nostra vita deve rivelare la stessa grazia – la tua grazia – in tutto il nostro agire e soffrire, onde conformarsi alla tua vita ad un tempo terrestre e celeste. Tu hai voluto condurre una vita in tutti i tempi, in tutte le situazioni, in tutti i popoli e razze. E siccome tu non potesti, nella limitazione della tua condizione creata, ottenere questo nella tua vita terrena, allora, mediante il tuo Santo Spirito donatoci dal tuo cuore trafitto, afferri con la tua grazia le nostre vite e cerchi di conformarle alla tua, affinché in tutti i tempi e in tutti i luoghi, fino al cessare dei giorni, la tua vita prosegua in forme e modi sempre nuovi.
Ma se la tua vita, nella grazia e nello Spirito Santo, deve assumere nuovo aspetto ‘nella nostra vita, ciò vale anche per le tue sofferenze, per la tua Passione benedetta. Questo è infatti l’avvenimento decisivo della tua vita. Nel battesimo noi fummo, come dice l’Apostolo, immersi nella tua morte. Essendo dunque figli di Dio, ripieni del suo Spirito e coeredi con te, dobbiamo pure patire con te per condividere la tua gloria. Noi portiamo sempre, secondo il tuo Apostolo, la tua Passione nel nostro corpo, affinché la tua vita si manifesti nel nostro corpo mortale. Tu devi dunque assumere in noi, inevitabilmente, l’aspetto del Crocifisso. Nelle membra del tuo Mistico Corpo tu continui a soffrire sino alla fine dei giorni. La tua Passione, o Gesù, giungerà propriamente al termine solo quando saranno state piante le ultime lacrime, sarà scomparso l’ultimo dolore e l’ultima agonia sarà stata subita su questa terra. lo non potrei essere tuo discepolo se la tua croce non gravasse anche su di me; e se la tua Passione non fosse anche mia porzione, allora io dovrei concludere che il tuo spirito e la intima legge della tua vita terrena non dimorano e non operano in me. Ma allora io non sarei tuo: sarei invece lontano da te, che sei la vita vera ed eterna!
Se tu invece vuoi continuare a patire anche in me per la salvezza mia e del mondo come per la gloria del Padre, se tu vuoi completare, con i miei dolori e le mie pene, ciò che ancora manca alla tua Passione per il tuo Corpo, che è la Chiesa, allora la mia vita avrà continuamente parte – una parte ben povera e piccola, ma reale – alla tua notte del Gethsemani.
In questo caso non sarà più nel pacifico e pio raccoglimento di quest’ora in chiesa che io compirò, nella sua forma più vera, la mia «Ora Santa» in venerazione delle tue sofferenze all’Oliveto. Le mie autentiche «ore sante» sono le ore in cui gli affanni del corpo e dell’anima mi pesano fino a schiacciarmi, le ore in cui Dio mi porge il calice dell’amarezza, le ore in cui piango i miei peccati, le ore in cui grido al Padre tuo, o Gesù, senza che trovi apparentemente ascolto, le ore in cui la fede mi diventa una tortura, la speranza sembra mutarsi in disperazione, l’amore sembra morto nel mio cuore. Queste sono le vere «ore sante» della mia vita: le ore in cui la grazia attira misteriosamente il mio cuore nella tua angoscia del Gethsemani. Ma quando queste ore si addenseranno su di me, allora abbi pietà di me, Signore!
Quando l’angoscia del tuo Gethsemani si abbatterà su di me, stammi accanto. Dammi grazia di riconoscere in essa le tue ore sante, quelle della tua vita, quelle del Gethsemani. Fammi allora comprendere che esse, in definitiva, non piombano su di me per un cieco caso, per cattiveria umana o per un tragico destino, che esse sono invece una grazia: la grazia di condividere la tua sorte al Monte degli Olivi.
Concedimi la grazia di dire: Sì. Sì a ciò che vi è di più amaro, sì a tutto, poiché tutto in tali ore, anche le conseguenze delle mie colpe, è voluto dall’eterno Amore – che Egli sia benedetto in eterno. Accordami allora la grazia di pregare, anche quando il cielo pare plumbeo e sbarrato, anche quando mi seppellisce il mortale silenzio di Dio, anche quando tutte le stelle della mia vita si spengono, anche quando la fede e la carità sembrano morte nel mio cuore, anche quando le mie labbra balbettano formule di preghiera che risuonano come menzogne al mio cuore schiacciato. La fredda disperazione, che vuol uccidere il mio cuore, per la tua grazia in me sia ancora una preghiera, una confessione del tuo amore; !’impotenza paralizzante- di un’anima in agonia, di un’anima che non ha più nulla dove aggrapparsi, sia ancora un grido che sale verso il Padre tuo. In quel momento – te lo dico fin da ora, qui, inginocchiato davanti a te – tutto si inabissi e sia ricoperto dalla tua agonia nell’Oliveto.
Abbi pietà di noi, Gesù, quando l’angelo della nostra vita ci porgerà il calice, come a te. Ti preghiamo, abbi pietà di noi. Ma non impietosirti al punto di risparmiarci quel calice. Chi ti appartiene lo deve sorbire con te, come tu hai fatto. Ma abbi pietà di noi allora con l’assisterci, non tanto per sentirci forti in quell’ora, quanto piuttosto perché la tua forza trionfi nella nostra debolezza. Ti imploriamo: abbi pietà di noi! Nei tuoi tormenti, al Monte degli Olivi, vedesti davanti a te gli uomini di queste ore d’agonia, e tale visione ha consolato allora il tuo cuore. Facci essere gli uomini della tua consolazione. Ti gridiamo: abbi pietà di noi.

Quando ci farai partecipare alle tue ore del Gethsemani – abbi pietà di noi.
Quando dobbiamo riconoscere nelle ore della afflizione una comunicazione alle tue sofferenze – abbi pietà di noi.
Quando a noi, come a te, la volontà di Dio sembra dura e incomprensibile – abbi pietà di noi.
Quando la tristezza e il turbamento, la nausea e la paura, ci assalgono, come fu per te – abbi pietà di noi. Quando noi siamo presi dal rimorso delle nostre colpe – abbi pietà di noi.
Quando la santità e la giustizia divine ci riempiono di spavento c abbi pietà di noi.
Quando dobbiamo pagare ed espiare per i nostri errori – abbi pietà di noi.
Quando siamo chiamati a condividere le sofferenze del tuo Corpo Mistico, la Chiesa – abbi pietà di noi.
Quando l’egoismo ci tenta di sopravvalutare, piagnucolando, le nostre sofferenze – abbi pietà
di noi.
Quando siamo traditi, come te, dagli amici abbi pietà di noi.
Quando anche noi, come te, siamo privati di ogni soccorso – abbi pietà di noi.
Quando, come a te, ci accolgono ostilità e odio – abbi pietà di noi.
Quando il nostro amore, come il tuo, ci viene ripagato con l’ingratitudine – abbi pietà di noi.
Quando il Padre pare non ascolti la nostra preghiera – abbi pietà di noi.
Quando nella notte del dolore la luce della fede sembra oscurarsi – abbi pietà di noi.
Quando, nelle ore del Gethsemani, la disperazione minaccia di sconfiggere la spéranza – abbi pietà di noi.
Quando, nelle nostre vere «ore sante», l’amore di Dio in noi sembra scomparire – abbi pietà di noi.
Quando in noi non rimane nient’altro che la nostra più profonda miseria e la nostra estrema impotenza, insieme alla incomprensibilità di Dio – abbi pietà di noi.
Quando ci assale, come fu per te, l’ultima agonia – abbi pietà di noi.
Agnello di Dio, che al Gethsemani ti sei caricato di tutti i nostri dolori – perdonaci, o Gesù.
Agnello di Dio, che al Gethsemani e sulla Croce hai redento e santificato la nostra sofferenza – ascoltaci, o Gesù.
Agnello di Dio, tu che introduci nella gloria del Padre quanti hanno patito con te e in te abbi pietà di noi, o Gesù. Amen.

Publié dans : LITURGIA: SETTIMANA SANTA, TEOLOGIA |le 26 mars, 2013 |Pas de Commentaires »

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