Il Testamento Cosmico e l’Incarnazione – Verso la convergenza finale: l’Incarnazione del Verbo
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Il Testamento Cosmico e l’Incarnazione
(anche San Paolo)
TRATTO da Foglio di Collegamento n. 2/1999 dell’ Associazione Informazioni su Cristo -
Rubrica RELIGIONI e RELIGIOSITA’ NEL MONDO
Articolo a cura di Laura ROSSI.
Verso la convergenza finale: l’Incarnazione del Verbo
Nel precedente articolo abbiamo trattato del Testamento cosmico – o religioni cosmiche – cioè di tutte le esperienze religiose dell’umanità che già i Padri della Chiesa definivano « preparazione evangelica a Gesù Cristo ». Vogliamo ora concludere il tema vedendo il rapporto esistente tra il Testamento cosmico e l’Incarnazione del Verbo.
Abbiamo detto, sulla base della Rivelazione, riferendoci in particolar modo a San Paolo (cfr. Atti 17,26-27), che l’anelito religioso presente nel cuore di ogni uomo fu da sempre suscitato, sostenuto, purificato dall’opera incessante del Verbo di Dio. Ora, sulla stessa base della Rivelazione possiamo affermare che l’evoluzione religiosa raggiunse il suo culmine nell’unica manifestazione del Verbo di Dio, nell’Incarnazione del Figlio eterno del Padre nella natura umana, carne e spirito. Con l’Incarnazione del Verbo la stessa natura umana h rigenerata, anzi « liberata ». Fin dalle origini essa fu tratta dal movimento dello Spirito che tendeva verso l’Incarnazione e la Pienezza del Corpo di Cristo: come dice S. Paolo, essa geme per il desiderio che si manifesti in lei la gloriosa libertà di coloro che sono nati da Dio (cfr. Rm 8,19 ss).
Quale conseguenza per il credente? che anche il suo corpo fisico è associato con la gloria dell’anima e risorge come spirituale (1 Cor 15,44): « si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale ». Ma la Rivelazione ci dice che non solo l’uomo sarà rinnovato assumendo il corpo glorioso della resurrezione, ma anche la creazione sarà rinnovata: « Vidi poi un cielo nuovo e una nuova terra ». (Ap 21,1).
Possiamo fare un passo oltre e affermare che il cristiano vive già in un universo redento. Segno di questa redenzione già avvenuta è l’Eucaristia.
L’Eucaristia è l’anamnesis (memoriale) di tutto ciò che fu e di tutto ciò che sarà. È il memoriale dell’Incarnazione, della Passione, della Resurrezione e anche della Creazione poiché le preghiere eucaristiche tradizionali cominciano di regola con la lode a Dio creatore. L’Eucaristia è la promessa e insieme la pregustazione qui e ora, dell’ultimo giorno, del ritorno al Padre nello Spirito di tutto ciò che fu creato, della conclusione del ciclo dell’amore. È il segno che ogni movimento dell’universo e ogni tentativo umano si dirigono verso l’offerta finale, in cui il Cristo renderà tutte le cose al Padre (1 Cor 15,24).
Qui è importante constatare che lo Spirito del Signore che riempie l’universo (cfr Sap 1,7) si serve di qualsiasi elemento per manifestarsi, ed è per questo che nei sacramenti della Chiesa le cose materiali, anche le più semplici e comuni, possono diventare mezzi della grazia, che la parola del sacerdote pur consacrare, che l’autorità della Chiesa non è un semplice istituto giuridico, ma ha il potere di legare e di sciogliere nel tribunale intimo della coscienza degli uomini. Lo Spirito mostra la propria presenza nell’acqua, nel fuoco, nell’olio….
In conclusione, tutte le vie spirituali seguite dagli uomini si integrano e si compiono nel Cristo che è la Via. Tutte le esperienze spirituali mondiali sono assunte e trasfigurate nell’esperienza del Cristo. Nel culto cristiano trovano compimento tutte le forme di culto della Religione cosmica e molti suoi elementi espressivi vi ricevono un significato superiore e più completo. È la logica dell’Incarnazione. In particolare il sacrificio cristiano dell’Eucaristia autentica tutto ciò che di puro e di genuino sia stato espresso nei sacrifici che lo hanno preceduto. La misteriosa continuità fra la Religione cosmica e l’adorazione cristiana si svela quando nella liturgia eucaristica si ricorda non soltanto il sacrificio del patriarca Abramo, ma anche quello di Abele il giusto, e, con enfasi ancora maggiore, quello di Melchisedek, sacerdote d’El-’elyon (Dio Altissimo): egli h senza dubbio il precursore di quei sacerdoti che seguitano ad offrire a Dio la quotidiana oblazione di riso, di fiori, di luci e d’incenso nei templi e nei luoghi sacri di tutto l’Oriente (fine).
L. ROSSI
Bibliografia:
CONCILIO VATICANO II Dichiarazione Nostra aetate.
GIOVANNI PAOLO II Lettera enciclica Redemptoris Missio.
GIOVANNI PAOLO II Lettera enciclica Dominum et vivificantem.
GIOVANNI PAOLO II Lettera enciclica Fides et Ratio.
CASTRO QUIROGA LUIS AUGUSTO, In mezzo a chi siamo inviati. Missione e religioni non cristiane, E.M.I., Bologna, 1995.
J.DUPUIS, Gesù Cristo incontro alle religioni, Cittadella, Assisi, 1991.

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