Santità

http://www.albatrus.org/italian/teologia/peccato/santita’.htm

(sul sito ogni citazione è, anche, un link al testo; non capisco se questo sito è cattolico, il testo, comunque,  è interessante e utile, credo)

Santità

aymon de albatrus

“Procacciate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Signore,” (Ebr 12:14)
La Santità è lo stato o la qualità di essere Santi. La Santità significa lo stato di essere stati messi a parte per il culto e il servizio di Dio. Questo stato è più spesso applicato alla gente ma si può anche applicare ad oggetti, tempi o luoghi. La definizione di Santità nel più alto senso appartiene a Dio e a Cristiani consacrati al servizio di Dio, come sono conformati su tutto al volere di Dio. Amen
La Santità è la purezza del cuore, incontaminata, separata dal peccato e peccatori. Noi non possiamo diventare Santi senza l’opera dello Spirito Santo. Le caratteristiche della Santità sono 9 secondo la Sacra Scrittura: “Ma il frutto dello Spirito è: amore gioia, pace, pazienza, gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo.” (Gal 5:22) Contro queste non c’è Legge.
La perfetta Santità è la qualità della perfezione, mancanza di peccato e inabilità di peccare che è posseduta solo da Dio, infatti Dio è tre volte Santo: “L’uno gridava all’altro e diceva: «Santo, santo, santo è l’Eterno degli eserciti. Tutta la terra è piena della sua gloria».” (Isa 6:3) Come Cristiani noi siamo chiamati a ricercare la santità (1Pi 1:16). Ma questo non si riferisce alla nostra natura, invece è un commando per le nostre abitudini e pensiero. Dobbiamo essere Santi in obbedienza (1Pi 1:14) Dio ci ha fatti santi attraverso Suo Figlio Gesù (Efe 1:4; 1Pi 2:9). Legalmente siamo stati fatti Santi, ma empiricamente lo Spirito Santo lavora questa Santità dentro di noi.
Essere santificati significa essere messi a parte per uso santo. Dio ci ha separati per scopo di santificazione, non per impurità (1Te 4:7) ed essendo tali siamo chiamati a fare lavori buoni (Efe 2:10).
Come Cristiani noi dobbiamo santificare Cristo come Signore dei nostri cuori (1Pi 3:15). Dio santificò Israele come la Sua nazione speciale (Eze 27:28). La gente può essere santificata (Eso 19:10,14) e così pure una montagna (Eso 19:23) e lo stesso il giorno di Sabbath (Gen 2:3), e qualsiasi altra cosa creata è santificata attraverso la Parola di Dio e la preghiera (1Ti 4:4).
La Santificazione segue la Giustificazione. Con la Giustificazione i nostri peccati (passati, presenti e futuri) sono completamente perdonati in Cristo, perché niente ci può separare dall’amore di Cristo (Rom 8:38,39). La Santificazione è il processo per il quale lo Spirito Santo ci fa crescere nell’immagine di Cristo in tutto quello che facciamo, pensiamo e desideriamo. Vera santificazione è impossibile da noi stessi, a parte al lavoro espiatorio di Cristo sulla croce perché solo dopo che i nostri peccati sono perdonati possiamo cominciare a condurre una vita santa.
Nel processo di essere salvati è importante differenziare fra la Giustificazione e la Santità. La Giustificazione è un’altra parola per Salvezza. Gesù diede la sua vita sulla croce come sacrificio per i nostri peccati. Il Suo santo sangue lava tutti i nostri peccati e ci libera da una eternità di sofferenza e condanna. Noi siamo salvati una volta per un atto Sovrano di Dio, e salvati per sempre. Noi non possiamo fare niente per meritarci la Salvezza (Giustificazione) è il dono dato ad ogni figlio di Dio indipendentemente da razza, età, maturità o merito. La Santificazione invece è un processo che dura tutta la vita su questa terra come risultato della Salvezza. Al momento della conversione, lo Spirito Santo entra la nostra vita e noi siamo fatti liberi di vivere la vita che Dio vuole per noi. Noi dunque siamo santificati semplicemente dovuto alla posizione che abbiamo in Dio come anime perse salvate per Grazia. Infatti noi eravamo già salvati prima che il tempo fosse, ancor prima della fondazione del mondo: “3 ¶ Benedetto sia Dio, Padre del Signor nostro Gesú Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo, 4 allorché in lui ci ha eletti prima della fondazione del mondo, affinché fossimo santi e irreprensibili davanti a lui nell’amore, 5 avendoci predestinati ad essere adottati come suoi figli per mezzo di Gesú Cristo secondo il beneplacito della sua volontà,” (Efe 1:3-5)
Santificazione è un termine forense, nel senso che legalmente davanti a Dio, avendo avuto i nostri peccati perdonati, la punizione dovuta per i nostri peccati è stata cancellata e noi siamo stati consacrati a Lui attraverso la meravigliosa e non meritata Grazia di Dio tramite il sacrificio di Cristo sulla croce che ha pagato pienamente per i nostri peccati: “……. anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve; anche se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana.” (Isa 1:18)
Con la santificazione una persona è messa a parte da Dio per uno specifico scopo divino. Nel momento che percepiamo la salvezza in Cristo noi siamo anche immediatamente santificati e cominciamo il processo di essere conformi all’immagine di Cristo. Come figli di Dio noi siamo « messi a parte », e da quel momento cominciamo a compiere il Suo scopo divino nell’eternità: “Con un’unica offerta, infatti, egli ha reso perfetti per sempre coloro che sono santificati.” (Ebr 10:14)
La Santificazione è un processo incessante che continua nella vita di un cristiano su questa terra. A differenza dalle cose o luoghi che sono santificati da Dio nella Bibbia, gli umani hanno la capacità di peccare. Anche se siamo stati messi « a parte » come figli di Dio, continuiamo a comportarci in modo contrario alla santità perfetta. Subito dopo la conversione ci rendiamo conto che è subentrata dentro di noi un battaglia fra la nostra vecchia natura e la natura dello Spirito. Paolo in Galati descrive bene la lotta interna fra la carne e lo Spirito, che sono contrari fra di loro (Gal 5:17).
Come Paulo, il desiderio del nostro cuore è di ubbidire Dio, ma la nostra carne è debole rendendo il peccato difficile da resistere. Eppure, è in questa lotta continua con il peccato e obbedienza a Dio che la santificazione fa il suo lavoro. Come per Paolo, possiamo prendere conforto che Gesù Cristo ci libererà da questo conflitto (Rom 7:24,25) e che adesso non c’è più condanna per quelli che sono in Cristo e camminano secondo lo Spirito (Rom 8:1).
Ma praticamente cosa significa essere « messi a parte »? La Santificazione può essere descritta come quel processo interno per il quale Dio infonde cambiamenti nella vita di un cristiano per mezzo dello Spirito Santo. Il vivere in un mondo caduto ha danneggiato tutti noi in modi differenti. Noi tutti affrontiamo problemi differenti, lottiamo col peccato e le ferite del passato che ostacolano la nostra abilità di vivere la vita che Dio desidera per noi. Una volta che Gesù Cristo entra nelle nostre vite, lo Spirito Santo entra nella nostra vita a cominciare il processo di trasformazione (Santificazione progressiva). Egli ci fa vedere le aree che devono essere cambiate, aiutandoci a crescere in santità. Cominciamo a vedere il mondo, la gente e le difficoltà personali da una prospettiva Biblica. Le nostre scelte cominceranno ad essere motivate da amore e verità e non da egoismo. Per esempio prima mettevamo la nostra confidenza sulla bellezza, ricchezza e materialismo, ma Dio potrebbe ordinare circostanze difficili per liberarci da queste trappole che ostacolano la crescita in santità. Il processo di trasformazione potrebbe essere anche doloroso, ma è sempre motivato dall’amore di Dio verso di noi. Inoltre, Dio promette nella Sua Parola che non ci metterà attraverso prove che non possiamo sostenere (1Co 10:13).
Il processo di santificazione è personale per ogni individuo, ma la meta finale e quella di controllare il peccato e di generare crescita spirituale. La Santificazione non ha niente a che fare con vivere in una perfetta mancanza di peccato perché in questa vita non saremo mai senza peccato, data la nostra natura e questo corpo di peccato in cui viviamo. In fatti la Bibbia ci ammonisce contro tali insegnamenti falsi: “Se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi e la verità non è in noi.” (1Gi 1:8)
La Santificazione non è nel cercare di essere senza peccato in modo tale da guadagnare il favore di Dio. Piuttosto, la santificazione è per il nostro beneficio, come tutti i comandi di Dio. Il Signore da una parte comanda di perseguire la santificazione attraverso la quale saremo benedetti, e dall’altra è impossibile di essere santi senza l’intervento personale del Signore nelle nostre vite.
Dentro di noi non c’è la capacità e nemmeno la conoscenza di come essere santi, visto che prima della conversione tutto quello che sapevamo e facevamo era sempre peccato a niente altro. E’ Dio, lo Spirito Santo che dopo averci convertito vivifica il nostro spirito, lavorando progressivamente le cose di Dio cosicché le possiamo capire e ci va volenti di farle. In altre parole, oggi siamo più santificati die ieri, ma meno di domani, raggiungendo piena santificazione soltanto dopo aver lasciato questa ‘tenda’ peccaminosa ed essendo con in Signore.
La Santificazione è il processo di Dio per portarci al perfetto stato in Paradiso.
La Santificazione è un attributo di Dio, ed è sempre parte della presenza di Dio. La santità pratica è l’evidenza della presenza di Dio nel convertito credente. Azioni di santità, non premeditate, sorgeranno come il credente si focalizza sempre più sulla sua relazione con Cristo. Questa è la vita di fede, una vita dove uno riconosce che la sua sua natura peccaminosa è presente (anche se sempre meno) ma la grazia di Dio invade e lo attira sempre più a Cristo.
Calvino formulò un sistema pratico di santità che incorporava anche la culture e la giustizia sociale. Tutte le azioni empie, egli ragionò, risultano in sofferenza. Perciò egli provò ai padri della città di Ginevra che ballare e altri vizi sociali finivano sempre con i benestanti opprimendo i poveri. Una vita santa, egli riteneva, era pietistica e semplice, una vita che evitava eccessi, stravaganza e vanità. Al livello personale Calvino credeva che la sofferenza era la manifestazione di aver preso la croce di Cristo, ma la sofferenza era anche parte del processo di santificazione. Lui si aspettava che tutti i cristiani avrebbero sofferto in questa vita, non come una punizione, ma piuttosto come partecipazione in unione con Cristo, che soffrì per loro. Eppure, socialmente, Calvino argomentava che un santa società sarebbe stata una gentile, premurosa società (eccetto ai criminali), dove i poveri sarebbero stati protetti dagli abusi dei ricchi, gli avvocati e dagli altri che normalmente predano so loro.
La Santità preannuncia anche la maestà e grandezza di Dio. Egli è maestoso in santità (Eso 15:11), e la vera essenza di Dio è tale da provocare soggezione e timore. Giacobbe a Bethel in un sogno vide l’elevato Signore, si svegliò e gridò: “16 Allora Giacobbe si svegliò dal suo sonno e disse: «Certamente l’Eterno è in questo luogo, e io non lo sapevo». 17 Ed ebbe paura e disse: «Come è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la casa di DIO, e questa è la porta del cielo!».” (Gen 28:16-17) La primaria reazione alla maestosa santità di Dio e di meraviglia, timore e anche di terrore. Il Salmista proclama: “Prostratevi davanti all’Eterno nello splendore della sua SANTITÀ’, tremate davanti a lui, o abitanti di tutta la terra.” (Sal 96:9) La Sua maestosa presenza chiama per una risposta di adorazione e riverenza, timore e tremolio.
Incidentalmente, avete mai notato come la vostra « santità » turba le persone del mondo attorno a voi e in certi casi essi si allontanano da voi?
La Santità denota la separazione o differenza di Dio da tutte le Sue creature. La parola santità, nel suo significato fondamentale, contiene la nota che separa o divide. Dio è totalmente altro che il mondo e l’uomo: “…. perché sono Dio e non un uomo, il Santo in mezzo a te, e non verrò con ira.” (Ose 11:9) Questa separazione o differenza è prima di tutto della Sua essenziale Deità. Dio, in nessun modo (come in tante religioni), deve essere identificato con qualsiasi cosa nella creazione. Questo significa la totale separazione di Dio da tutto quello che è rozzo e profano, da qualsiasi cosa impura e malvagia.
La Santità in relazione a Dio si riferisce alla Sua perfezione morale. La Sua Santità si manifesta in totale giustizia e purezza. Il Santo Dio si manifesta santo in giustizia (Isa 5:16). I Suoi occhi sono troppo puri per approvare il male (Hab 1:13). Questa dimensione morale o etica della santità di Dio diventa sempre più significante nell’evangelizzare. Tutto quello che è associato a Dio è anche santo: un santo Sabbath (Eso 16:23); Il cielo di Dio è santo (Sal 20:6); Dio siede sul Suo santo trono 8Sal 47:8); Sion è la montagna sacra di Dio (Sal 2:6). Il nome di Dio è specialmente sacro, e mai deve essere menzionato in vano (Eso 20:7; Deu 5:11).
Sia nel VT come nel NT il Suo popolo è chiamato a consacrarsi all santità: “Poiché io sono l’Eterno, il vostro DIO; santificatevi dunque e siate santi, perché io sono santo; … ” (Lev 11:44) “poiché sta scritto: «Siate santi, perché io sono santo».” (1Pi 1:16)
I credenti, sia nel VT come nel NT, come eletti santi di Dio, sono: “E sarete per me un regno di sacerdoti e una nazione santa. …. » (Eso 19:6; Deu 14:2) “Ma voi siete una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un popolo acquistato per Dio, a…..” (1Pi 2:9). Nel VT la nazione santa era Israele e nel NT la nazione santa sono tutti i credenti in Cristo (sia Gentili come Giudei), quelli che sono gradualmente trasformati alla meta finale: “per far comparire la chiesa davanti a sé gloriosa, senza macchia o ruga o alcunché di simile, ma perché sia santa ed irreprensibile.” (Efe 5:27) Il popolo del Patto di Dio sono gente separata al Signore, e perciò santi, non per qualche virtù il loro stessi ma semplicemente separati dal mondo a Lui. Il marchio di santità è la più grande espressione relazionale del Patto fra un Dio Santo e il suo popolo.

Publié dans : TEOLOGIA, teologia - biblica |le 24 septembre, 2012 |Pas de Commentaires »

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