SIGNIFICATO DELLA PENTECOSTE – TRADIZIONE EBRAICA – NELLA CHIESA CRISTIANA
SIGNIFICATO DELLA PENTECOSTE – TRADIZIONE EBRAICA – NELLA CHIESA CRISTIANA
Pentecoste, dal greco antico ἡμὲρα (heméra) – πεντηκοστή (pentekostè) – cioè « cinquantesimo » (giorno), è una festa della tradizione ebraica e successivamente di quella cristiana. Nella religione cristiana, cade nel cinquantesimo giorno dopo Pasqua (da cui il nome), di Domenica, ed è quindi una festa mobile, dipendente dalla data della Pasqua. Nell’ebraismo la Pentecoste è una delle tre festività, dette Shalosh regalim (tre pellegrinaggi), denotanti feste di pellegrinaggio a Gerusalemme. L’origine della festa è ebraica e si riferisce allo Shavuot (letteralmente: settimane), celebrato sette settimane dopo la Pasqua Ebraica, iniziando a contare dal secondo giorno di Pasqua, il 16 di Nisan. La festività ebraica era legata alle primizie del raccolto e alla rivelazione di Dio sul Monte Sinai, dove Dio ha donato al popolo ebraico la Torah. Le sette settimane corrispondono al periodo dell’Omer, un periodo di lutto in memoria di disgrazie accadute al popolo di Israele che termina con la festa di Lag Ba Omer, e Shavuot vuole essere una festa gioiosa per il dono della Torah. Ebrei e cristiani, pur considerando sacri gli stessi libri (rispettivamente Tanach e l’Antico testamento), nel corso della storia si sono allontanati reciprocamente nella lettura che ne hanno fatto. Gli studiosi cristiani rileggono nella maniera seguente la festa di Pentecoste dell’Antico Testamento: Il termine Pentecoste, utilizzato dagli ebrei di lingua Greca, si riferisce alla festa, conosciuta nell’Antico Testamento come « festa della mietitura e delle primizie » (Es.23-16), « festa delle settimane » (Es 34,32; Dt 16,10; Cr 8,13), « giorno delle primizie » (Nm 28,26), e definita più tardi ‘asereth o ‘asartha, cioè « assemblea solenne », probabilmente, « festa conclusiva ». Pentecoste è la festa per la fine del raccolto e della stagione che segue la Pasqua. Il giorno della celebrazione cade il cinquantesimo giorno dal « giorno dopo il sabato » di Pasqua, secondo quanto dice Lv 23,11 . L’interpretazione di questo passo fu prontamente discussa e, al tempo di Gesù, esistevano due pareri riguardo al giorno in cui doveva cadere la festa. La maggior parte dei dottori (e gran parte della popolazione) sosteneva, citando Lv 23,7, che il sabato a cui ci si riferisce nel versetto 11 fosse il primo giorno degli Azzimi, il 15 di Nisan. I Sadducei, e più tardi anche i caraiti, ritenevano che s’intendesse il sabato che cadeva durante i sette giorni degli Azzimi. Quale opinione sia più vicina al reale significato del versetto non ci è dato saperlo; la diatriba è ancora presente ma gli ebrei celebrano Shavuot cinquanta giorni dopo il 16 di Nisan. Come l’offerta di un covone d’orzo segnava l’inizio della stagione del raccolto, così l’offerta di un pane prodotto con il grano nuovo ne segnava il termine. Questo non significa che Pentecoste, originariamente, fosse una semplice festa agricola; ma dimostra che la legge mosaica si rivolgeva ad una popolazione agricola, adattandosi perfettamente ai suoi particolari bisogni ed abitudini. Come per la Pasqua, un gran numero di ebrei provenienti da tutte le parti del mondo raggiungevano Gerusalemme per parteciparvi.
La festa di Pentecoste nella Chiesa cristiana
L’icona Copta ripropone il racconto biblico della Pentecoste: «Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal ciclo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi» (At 2,1-4). Nell’ immagine, dalla colomba, simbolo dello Spirito Santo, si diparte un cono di luce intensa, che avvolge Maria e gli Apostoli. È la luce che illumina la mente degli apostoli, comunicando loro i doni della scienza, della sapienza e della intelligenza delle realtà divine, ma anche i doni della pietà, della fortezza, del consiglio e del timor di Dio. Sul loro capo si posano, poi, lingue di fuoco a indicare la pienezza della carità divina, che li spingerà a essere annunciatori del Vangelo a tutte le genti. L’abbondanza della grazia, infatti, permetterà agli apostoli di essere compresi da tutti, essendo universale e accessibile a tutti la lingua della carità. Alla divisione delle lingue tra i popoli, la Pentecoste contrappone il rimedio dell’unità delle genti. Al centro dell’icona domina Maria, madre della Chiesa, la regina degli Apostoli e l’orante perfetta. È nella carità dello Spirito Santo che i fedeli possono innalzare a Dio la loro preghiera filiale, secondo le parole dell’Apostolo: «E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!» (Gal 4,6). All’interno del gruppo dei discepoli di Gesù Cristo, seguendo quanto narrato in Atti 2.1,11 la Pentecoste ha perso il significato ebraico per designare invece la discesa dello Spirito Santo, che viene come la nuova legge donata da Dio ai suoi fedeli, e come la nascita della Chiesa cominciando dalla Comunità Paleocristiana di Gerusalemme, o « comunità gerosolimitana » . La ricorrenza di tale evento è diventata un appuntamento fisso del calendario liturgico, è detta anche Festa dello Spirito Santo e conclude le festività del Tempo Pasquale. Che Pentecoste sia nata nel periodo apostolico è dichiarato nel settimo frammento attribuito a Sant’Ireneo. In Tertulliano (De bapt. xix) la festa appare già ben definita. Il pellegrino gallico ci dà un resoconto dettagliato del modo solenne in cui veniva osservata a Gerusalemme. Le Costituzioni Apostoliche (V, xx, 17) dicono che Pentecoste dura una settimana, ma in Occidente l’ottava si cominciò a celebrare in periodo più tardivo. La festa della Pentecoste – Domenica di Pentecoste, incluso il lunedì di Pentecoste, quale giornata festiva a tutti gli effetti civili – è festeggiata con particolare rilevanza nell’Europa Centrale: in tutto l’Alto Adige, compreso il capoluogo Bolzano, anche il Lunedì di Pentecoste è ufficialmente giorno festivo. Nei paesi anglosassoni è chiamata domenica in bianco (Whitesunday) a causa delle vesti bianche indossate da coloro che venivano battezzati durante la vigilia. In passato durante l’intera settimana i tribunali non si riunivano e il lavoro servile era vietato. Il concilio di Costanza del 1904 limitò tale proibizione ai primi tre giorni della settimana. Il riposo sabbatico del martedì fu abolito nel 1771, in molte zone di missione anche quello del lunedì, fino ad essere abrogato per l’intera Chiesa da Papa Pio X nel 1911.
Attualmente la liturgia la celebra nel grado di solennità.
L’Ufficio di Pentecoste aveva prima della riforma liturgica un solo Notturno durante l’intera settimana dell’ottava. A Terza viene cantato il Veni Creator invece del solito inno, perché è all’ora terza che discese lo Spirito Santo. La Messa di Pentecoste ha una sequenza, il Veni Sancte Spiritus attribuita a Papa Innocenzo III o più probabilmente a Stefano di Langhton arcivescovo di Canterbury. Il colore dei paramenti è rosso, simbolo dell’amore dello Spirito Santo o delle lingue di fuoco.
Devozione
L’invio dello Spirito Santo da parte di Gesù risorto su Maria e gli apostoli è l’ultima delle quattordici stazioni della Via Crucis Cattolica. Esso è anche il terzo dei misteri gloriosi del Santo Rosario. La Festa di Pentecoste è festa mobile, nel senso che la sua data dipende dalla data della Pasqua. Essendo la Pasqua celebrata in date diverse dalle varie confessioni cristiane, di conseguenza anche la Pentecoste è celebrata in date diverse dalle tradizioni occidentali ed orientali del Cristianesimo.
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