Damasco: Casa di sant’Anania

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Damasco: Casa di sant’Anania

(Messo on line il 28/08/2007)

(alcune immagini sul sito)

Convento francescano
 Deir el-Kabir
 Bab Touma – Damas
 Siria

La tradizione cristiana
Gli Atti degli Apostoli (9, 1-26 e 22, 4-16 ) ci presentano sant’Anania come damasceno di stirpe ebraica. Già cristiano quando battezzò Saulo di Tarso, doveva godere di una posizione speciale nella giovane chiesa di Damasco; a lui infatti Cristo rivelò il destino del futuro Apostolo dei Gentili e a lui toccò la gloria di battezzarlo e iniziarlo alla Fede.
La tradizione orientale raccolta dai padri Bollandisti, assicura che era uno dei “settantadue” discepoli di Gesù, dei quali parla san Luca (10, 1), e che si rifugiò a Damasco dopo la lapidazione di santo Stefano. Più tardi divenne vescovo di questa città.
Mentre evangelizzava le regioni della Siria venne arrestato dal governatore Licinio e condannato a morte. Il suo corpo fu trasportato in città dai cristiani.
Le reliquie di sant’Anania sono conservate a Roma nella basilica di san Paolo. Nel sec. XIV Carlo IV, re di Boemia, ne ottenne il capo e lo donò alla cattedrale di Praga.
Il luogo
Localizzata nella Damasco antica, dentro le mura, la casa di sant’Anania fu trasformata in chiesa fin dai tempi antichissimi, col titolo di “chiesa della Croce”. Non conosciamo esattamente la data di questa trasformazione, ma fu certamente anteriore alla conquista araba (636 d.c.).
La rivista scientifica « Syrie », (V,1924) riferisce che il conte Eustachio De Lorey, capo della missione archeologica in Siria, eseguì degli scavi a Damasco nel 1921 in un lungo detto “Hananieh” situato presso la porta Esh-Sharqi. Lì sorgeva un tempo la chiesa di Santa Croce, o, più esattamente, la Mousallabeh, una delle chiese che Walid Iº restituì ai Cristiani in cambio della Grande Moschea.
Il conte De Lorey ha ritrovato una delle absidi di questa chiesa. I sondaggi eseguiti hanno rivelato che essa fu costruita su di un tempio pagano; lo provano la dedica in greco “al dio celeste di Damasco” e un altare dove appare un toro gibboso sotto una quercia. La stessa rivista (VI, 1925, 356) precisa che l’altare pagano risale al II-III secolo d.c.
Il fatto di trovare un tempio pagano in un luogo venerato di cristiani non deve fare meraviglia. È risaputo che Adriano (117-138) edificò dei templi sul Calvario e sulla Grotta di Betlemme con lo scopo preciso di allontanare i cristiani da questi luoghi venerati.
La presenza di un tempio pagano in un luogo sacro cristiano non fa altro, quindi, che confermare l’esistenza di un santuario della Chiesa primitiva. Lo conferma anche la chiesa bizantina convertita più tardi in moschea.
In Oriente il succedersi di edifici religiosi di differenti confessione nel medesimo sito è un indice che la tradizione ivi localizzata ha una forte garanzia di autenticità.
Qualche secolo più tardi lo scrittore arabo Ibn Asaker (1105-1176) segnala a Damasco una chiesa sotto il nome di El-Mousallaba, cioè “della Croce”, e ci fa sapere che essa si trova presso le mura, tra le due porte orientali – Bab Touma e Bab-Sharqi – e che fu distrutta verso l’anno 700.
Della casa di Anania parla anche il francescano da Poggibonsi, nel 1347, affermando che a quel tempo era convertita in moschea.
Un altro scrittore, In Shaker, che scrive qualche anno dopo, dice che il Califfo Walid Iº (702-712) cedette ai cristiani le rovine della “Chiesa della Croce” in cambio della basilica di san Giovanni Battista che egli trasformò in moschea (l’attuale moschea degli Ommeiadi).
Padre Bonifacio da Ragusa, Custode di Terra Santa, visitò questo luogo nel sec. XVI e scrive che “si scende in questa chiesa per mezzo di alcuni gradini”.
All’inizio del sec. XVII il padre Quaresmio, francescano anch’egli, ci fornisce altri dettagli: “Questa casa (di Anania) si trova nella parte orientale della città: è un’abitazione sotterranea e ci si scende dalla parte orientale per mezzo di una porta stretta e una scala. Essa ha quasi la forma di un triangolo: la lunghezza dei due lati è di venti piedi e la larghezza di dieci; riceve la luce da sopra per mezzo di due finestre rotonde” (Lib. VII, c.III)
Verso il 1630, fra Antonio de Castello OFM afferma che la casa di sant’Anania è tenuta in grande venerazione sia dai Cristiani che dai Turchi: “I Turchi che ne hanno la custodia vi tengono molte lampade accese”.
Nel 1820 i Francescani di Terra Santa poterono ricuperare questo luogo venerato e lo riedificarono riadattandolo al culto. L’edificio, distrutto nei torbidi del 1860 fu ricostruito nel 1867 e finalmente restaurato nel 1973.
La casa di sant’Anania è una cripta formata da due camere; vi si scende per una scala di ventitrè gradini, resa necessaria dal rialzo del terreno a causa dei detriti accumulatisi, durante venti secoli, in questa parte della città.
Lo stesso dislivello si misura attorno alla porta romana di Bab-Sharqi.
La tradizionale casa di sant’Anania che i frati Francescani indicano oggi alla venerazione dei pellegrini è certamente una parte dell’antica basilica bizantina della “Santa Croce” del V-VI secolo, ritrovata durante gli scavi eseguiti dal conte De Lorey.
Questo luogo venerato risponde a tutti i requisiti archeologici a conferma della tradizione che sin dall’inizio del Cristianesimo vi ha ubicato la casa sant’Anania, il primo Vescovo di Damasco.
Testo biblico
La vocazione di Saulo
Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?». Rispose: «Chi sei, o Signore?». E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare». Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda.
Ora c’era a Damasco un discepolo di nome Anania e il Signore in una visione gli disse: «Anania!». Rispose: «Eccomi, Signore!». E il Signore a lui: «Su, và sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta pregando, e ha visto in visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché ricuperi la vista». Rispose Anania: «Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. Inoltre ha l’autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che invocano il tuo nome». Ma il Signore disse: «Và, perché egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio nome». Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: «Saulo, fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di Spirito Santo». E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato, poi prese cibo e le forze gli ritornarono.
Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio. E tutti quelli che lo ascoltavano si meravigliavano e dicevano: «Ma costui non è quel tale che a Gerusalemme infieriva contro quelli che invocano questo nome ed era venuto qua precisamente per condurli in catene dai sommi sacerdoti?». Saulo frattanto si rinfrancava sempre più e confondeva i Giudei residenti a Damasco, dimostrando che Gesù è il Cristo. Trascorsero così parecchi giorni e i Giudei fecero un complotto per ucciderlo; ma i loro piani vennero a conoscenza di Saulo. Essi facevano la guardia anche alle porte della città di giorno e di notte per sopprimerlo; ma i suoi discepoli di notte lo presero e lo fecero discendere dalle mura, calandolo in una cesta.
(Atti 9,1-26)
Preghiera
O Dio, che per mezzo del tuo Figlio risorto hai inviato il tuo servo Anania a Saulo di Tarso, perché questi recuperasse la vista, fosse ricolmo di Spirito Santo e battezzato, fa’ che, per l’intercessione del santo martire Anania, tutte le genti siano illuminate, siano battezzate per la remissione dei peccati e ricevano il dono dello Spirito Santo. Per il nostro Signore, Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna, con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Publié dans : LUOGHI DEL SACRO, TERRA SANTA (LA) |le 16 avril, 2012 |Pas de Commentaires »

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