LE INSEGNE DEL CROCIFISSO (Gal 6-14-17)

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LE INSEGNE DEL CROCIFISSO

« Quanto a me invece, non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo … io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo » (Gal. 6, 14-17).           
È la grande novità, « la nuova creatura ». Siamo espressione o segno di Cristo crocifisso. La vita del cristiano e dell’apostolo è una vita che fa intravedere il mistero della morte e della risurrezione di Cristo nel grado in cui uno si rende disponibile all’amore. La divisa dell’apostolo è l’atteggiamento di chi arrischia tutto per la carità pastorale. Questa è la sua crocifissione e la sua ascesi. Paolo non ha altro desiderio, né altro punto di riferimento che Cristo crocifisso il quale ha amato fino a dare la vita. Il crocifisso convince ed è tutto. Realizzare la propria « liberazione » e quella degli altri significa approfondire sempre di più l’atteggiamento di chi reagisce amando. Questo, però, non è  mai di moda né è valorizzato negli ambienti « di mondo », del passato o del presente. Suppone grande amore e forte personalità. È una conquista e un dono di Dio. In tal modo uno si realizza e si integra veramente: amando con tutto il cuore …           
La scala di valori dell’apostolo è la stessa di quella di Cristo: seguire l’ora del Padre. Senza anticipi e senza ritardi. Non significa diventare un mito, né un eroe, né un « perseguitato », ma semplicemente amare nella propria condizione. Le orme, i segni o le piaghe del Crocifisso, sono presenti in colui che vive come il Buon Pastore: se ha offerto con amore e senza complessi di persecuzione o di atrofia, se non ha cercato una buona sistemazione o di acquistare una posizione, se si è tenuto il marchio di uno che ama gli altri … La gente intuisce e va in cerca di questi segni del Buon Pastore perché si insegni loro l’atteggiamento delle beatitudini e del precetto dell’amore. Nel Cristo crocifisso si trova la manifestazione e la vicinanza di Dio Amore. Natural­mente, se ha corso il rischio che la propria psicologia sia « bollata » dalla missione; è il nostro onore e un modo per integrarsi e per perfezionare la propria personalità. Non serviamo ad altro … e che? Potremmo cercare altro o amare in altra maniera che dare agli altri il meglio di noi stessi? …

Publié dans : Lettera ai Galati |le 12 mars, 2012 |Pas de Commentaires »

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