Paolo, maestro di cammino (Omelia)
dal sito:
http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/14146.html
Omelia (30-11-2008)
LaParrocchia.it
Paolo, maestro di cammino
Un modo originale di vivere l’avvento può essere l’insegnamento che deriva dalle lettere di Paolo che troviamo, come seconda lettura, nella liturgia di queste domeniche in vista del Santo Natale. Paolo diventa un ottimo maestro e un caro compagno di viaggio nel nostro itinerario di questo « tempo forte ».
Il brano che ci viene proposto, tratto dalla 1Corinzi, che è da collocare in tutto il contesto del saluto iniziale, contiene elementi utili e indispensabili alla nostra riflessione comunitaria:
Chiamato ad essere apostolo? è questa un’espressione che racchiude in sé il senso profondo dell’evangelizzatore. Paolo si presenta alla « sua » comunità come annunciatore del vangelo e non semplicemente come un « caro » amico, come tutti ci si aspetterebbero. Ciò è importante perché emerge tutta l’ansia e, contemporaneamente, la gioia di coinvolgere gli altri in questa esperienza personale che risulta essere vincente ed edificante.
La cosa bella che viene fuori dal testo è la necessità o il bisogno di parlare ai « suoi »? parla in primo luogo ai « fratelli », a coloro che condividono la stessa fede, che rincorrono i medesimi obiettivi? Avverte la necessità di formare i « suoi » per poi passare « ad extra ». Si può vedere la preoccupazione pastorale della Chiesa che indica questo periodo come il momento propizio, il tempo opportuno, il luogo ideale per prendere coscienza che il Signore vuole parlare ai suoi e che il messaggio è indirizzato esclusivamente e in primo luogo ai componenti della Comunità. I destinatari non sono, come erroneamente si pensa, solo e sempre gli altri, ma la chiesa/comunità che legge, medita e vive la Parola e la rivelazione in essa contenuta. Il rapporto con la Parola, e quindi con Gesù Cristo, apre la strada alla consapevolezza che siamo stati chiamati alla santità e alla comunione piena con Dio e con i fratelli, che, come noi, « per grazia » hanno ricevuto tale dono. È il momento in cui la comunità, in tutte le sue membra, si sente destinataria della Benevolenza Divina.
Rendo grazie?. Appena completato il « cappello » della lettera, Paolo ringrazia il Signore. Il ringraziamento è dovuto alla constatazione dei benefici che il Signore ha elargito a piene mani alla comunità? una comunità ricca di quei doni che scaturiscono dalla grazia che Dio le ha voluto accordare. Si è quasi perfetti!
Il testo precisa come ogni comunità o membro di essa deve imparare a ringraziare – come spesso facciamo nelle preghiere dei fedeli – il Signore per tutti i favori e i vantaggi di cui siamo i destinatari da parte di Dio, e pensare come spesso tutti i servizi e le proposte, da noi considerate molte volte come scocciature o valutate noiose, mancano laddove la gente le vorrebbe. In questo tempo forte la preghiera potrebbe essere per il pastore o i pastori che guidano la comunità, per i catechisti che si prodigano nel delicato lavoro di catechesi, per gli operatori della carità, per coloro che permettono di avere un edificio di culto sempre accogliente e decoroso, per i poveri e gli emarginati che possono costituire un richiamo continuo a vivere con modestia e a non strafare etc. Ognuno deve imparare, come suggerisce la lettera, a vedere non qualcosa che mi è dovuto, ma tutto ciò che esiste di buono in una comunità è frutto della grazia di divina?. abituarsi a capire che tutto è dono.
Egli vi renderà saldi, irreprensibili?. Secondo la lezione della lettera l’abbondanza di grazia aiuta ad essere fedeli ed irreprensibili: si conduce una vita fatta di opere buone e impostata su una condotta morale integerrima?capace di affrontare gli ostacoli e la morte con una serenità tale da considerarli come fattori naturali che aprono le porte ad una esperienza più costruttiva e spiritualmente profonda.
L’avvento deve essere impiantato e vissuto sotto questo segno? l’umanità, in Gesù Cristo, è stata ricolmata di ogni gioia e grazia, fattori che tracciano il cammino della vera felicità e aprono le porte alla comunione con se stessi e con tutta la chiesa. Non possiamo né dobbiamo farci sfuggire questa occasione che Dio ci offre.
Buon Avvento!!!!
Commento a cura di don Alessio De Stefano
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