MERCOLEDÌ 7 SETTEMBRE – COMMENTO DEL SITO : LA CHIESA.IT (Col)
MERCOLEDÌ 7 SETTEMBRE – COMMENTO DEL SITO : LA CHIESA.IT
http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110907.shtml
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.
Fate morire dunque ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e quella cupidigia che è idolatria;
a motivo di queste cose l’ira di Dio viene su coloro che gli disobbediscono. Anche voi un tempo eravate così, quando vivevate in questi vizi. Ora invece gettate via anche voi tutte queste cose: ira, animosità, cattiveria, insulti e discorsi osceni, che escono dalla vostra bocca.
Non dite menzogne gli uni agli altri: vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova per una piena conoscenza, ad immagine di Colui che lo ha creato. Qui non vi è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
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Nella prima lettura di ieri san Paolo ci ha detto: « Siete stati sepolti insieme a Cristo per mezzo del Battesimo, in lui siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti ».
Per questo dono divino l’Apostolo ci invitava ad « abbondare nel rendimento di grazie ». Oggi dagli stessi fatti Paolo trae un’altra conclusione: poiché siete morti con Cristo, non pensate più alle cose della Terra; poiché siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù.
Che cosa significa questa esortazione di Paolo? Dobbiamo forse sognare continuamente la felicità celeste, trascurando gli impegni di quaggiù?
Sarebbe un’interpretazione molto sbagliata. Certo, è bene pensare alla felicità che Dio ci promette in cielo, questa speranza ci deve animare, però non ne segue che dobbiamo trascurare i nostri impegni terreni, perché « le cose di lassù » non sono soltanto la felicità futura in paradiso, ma sono anche e anzitutto le cose spirituali di adesso, ciò che Paolo nella lettera ai Galati chiama « il frutto dello Spirito »: amore, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé, gioia, pace.
La vita eterna per il cristiano non è una speranza soltanto futura: la vita eterna è gia Iniziata. La vita con Cristo risorto per ogni cristiano incomincia quaggiù, con il battesimo. Non dobbiamo aspettare di essere morti per incominciare a vivere una vita nuova in Cristo: è una vita che abbiamo in noi e la dobbiamo sviluppare. Questo è il senso dell’esortazione di Paolo: « Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù », cercate nella vita concreta i valori veri. Non cercate il denaro, non cercate il potere… Cercate il progresso della comunione fra tutti, cercate il progresso dell’amore, cercate la pace, la mitezza che vince la violenza.
San Paolo ci dice che dobbiamo continuamente morire e risorgere: il mistero pasquale si deve attuare nella nostra vita ogni giorno. Dobbiamo morire. Una parte del nostro essere va mantenuta nella morte e una parte deve crescere. « Mortificate scrive Paolo quella parte di voi che appartiene alla terra » e spiega: si tratta prima dell’immoralità sessuale, poi della ricerca del denaro, contro la quale Paolo è severissimo: « Quella avarizia insaziabile che è idolatria. . . », poi tutte le cose che vanno contro la comunione fraterna: la collera, la malizia, le maldicenze. « Non mentitevi gli uni gli altri », ammonisce, perché siete membra del corpo di Cristo. « Vi siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova ad immagine del suo Creatore ». La vocazione cristiana non è di evasione dal mondo, bensì di trasformazione positiva nel mondo. ll cristiano è chiamato ad immettere nel mondo i valori veri, lo può fare grazie all’energia straordinaria che si è sprigionata nella risurrezione di Cristo, luce e forza e soprattutto amore. San Paolo non ha espressioni abbastanza forti per dire questa forza, potenza, energia divina della quale disponiamo. Dobbiamo essere convinti che Cristo mette a nostra disposizione la sua potenza di Risorto, affinché possiamo anche noi vincere il male e la morte, affinché possiamo anche noi, in lui, rinnovare il mondo nell’amore. Non saremo mai abbastanza aperti ad accogliere questa energia trasformatrice, ricreatrice.
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