MARTEDÌ 6 SETTEMBRE – COMMENTO DEL SITO: LA CHIESA.IT (Col)
MARTEDÌ 6 SETTEMBRE – COMMENTO DEL SITO: LA CHIESA.IT
http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20110906.shtml
Prima lettura
Col 2,6-15
Con Cristo Dio ha dato vita anche a voi, perdonandoci tutte le colpe.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
Fratelli, come avete accolto Cristo Gesù, il Signore, in lui camminate, radicati e costruiti su di lui, saldi nella fede come vi è stato insegnato, sovrabbondando nel rendimento di grazie. Fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati alla tradizione umana, secondo gli elementi del mondo e non secondo Cristo.
È in lui che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi partecipate della pienezza di lui, che è il capo di ogni Principato e di ogni Potenza. In lui voi siete stati anche circoncisi non mediante una circoncisione fatta da mano d’uomo con la spogliazione del corpo di carne, ma con la circoncisione di Cristo: con lui sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti.
Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti a causa delle colpe e della non circoncisione della vostra carne, perdonandoci tutte le colpe e annullando il documento scritto contro di noi che, con le prescrizioni, ci era contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce. Avendo privato della loro forza i Principati e le Potenze, ne ha fatto pubblico spettacolo, trionfando su di loro in Cristo.
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Nella lettura di oggi una espressione di san Paolo attira subito l’attenzione. L’apostolo chiede ai cristiani di essere radicati e fondati nella fede, « abbondando nell’azione di grazie ». Questo verbo « abbondare », lo sappiamo, è caratteristico del temperamento generoso di Paolo; diceva di sovrabbondare di gioia, sovrabbondare di amore, sovrabbondare di fede… E qui invita i Colossesi ad abbondare nel rendimento di grazie. In greco abbiamo la parola « eucaristia » che significa rendimento di grazie. Perché abbondare nell’azione di grazie, nell’amore riconoscente? Lo spiega dopo: perché siamo stati colmati di grazie.
« In Cristo dice siamo stati sepolti e risuscitati ». il mistero pasquale di Cristo non è un evento individuale; Cristo ci ha preso con sé, di modo che esso vale per ciascuno di noi: « Con lui siete stati sepolti insieme nel battesimo, in lui siete anche stati insieme risuscitati… Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti per i vostri peccati ». Siamo stati ricolmati di grazie e lo dobbiamo ricordare sempre, per la nostra gioia e per avere con Dio quella relazione di amore riconoscente che è assolutamente fondamentale nella vita spirituale.
Gli esegeti hanno osservato che san Paolo parla spesso dell’amore del prossimo, invita ad amare gli altri con generosità e non invita quasi mai ad amare Dio:
parla raramente dell’amore verso Dio. Dicono talvolta che Paolo per Dio vede la relazione sotto il profilo della fede, e per il prossimo sotto il profilo dell’amore. Questa affermazione però è inesatta. Per Dio Paolo vede una relazione d’amore riconoscente; non adopera la parola « agàpe » amore perché questo termine esprime l’amore generoso e non l’amore riconoscente. Egli quindi invita spesso i cristiani a vivere nella riconoscenza verso Dio. Egli stesso, e l’abbiamo già osservato, incomincia regolarmente le sue lettere con una espressione di gratitudine verso Dio: « Ringrazio sempre il mio Dio per voi… »; talvolta usa una espressione diversa, ma che ha lo stesso significato: una espressione di benedizione di Dio: « Benedetto sia Dio… », che era usata dagli Ebrei per esprimere la riconoscenza.
Dobbiamo prendere sul serio questo invito dell’Apostolo ad « abbondare nel rendimento di grazie ». Troppo spesso rimaniamo in un’atmosfera più o meno negativa di lagnanze, di lamentele, anche perché siamo pieni di difetti e la nostra vita spirituale non è perfetta come dovrebbe, quindi abbiamo sempre motivi di insoddisfazione. Però, se viviamo nella fede, dobbiamo mettere al secondo posto questa insoddisfazione e al primo, invece, la riconoscenza verso il Signore per tanti doni che abbiamo ricevuto, per tanti doni che in continuazione riceviamo. Vivendo nella riconoscenza, cresceremo nell’amore in maniera molto più efficace che non con i nostri poveri sforzi e i nostri lamenti.
Dobbiamo considerare con attenzione ciò che sentiamo in ogni Messa. La preghiera della Messa è una preghiera eucaristica, cioè di rendimento di grazie, come il prefazio mette in evidenza magnificamente: « E veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore… ». Prendiamo sul serio questa affermazione solenne della Chiesa. Temo che la frequenza con cui la ascoltiamo la faccia passare inavvertita: non siamo veramente convinti che rendere grazie è fonte di salvezza, non apriamo abbastanza il nostro cuore nell’atteggiamento dell’amore riconoscente, che è così benefico e d’altra parte è doveroso. Però è un dovere che riempie di gioia poter ringraziare Dio, è una sorgente di letizia continua.
Perciò anche san Paolo diceva ai Tessalonicesi appena convertiti: « Rallegratevi sempre, pregate in continuazione, rendete grazie in ogni circostanza ». Questa è l’atmosfera della vita cristiana: un’atmosfera di gioia, grazie alla preghiera e alla riconoscenza.
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