8 SETTEMBRE – NATIVITÀ DELLA VERGINE MARIA (testo molto ricco)

Natività della Vergine, dal sito Web ufficiale della Famiglia Marianista:

http://www.mariaoggi.it/natmaria.htm#inizio

8 SETTEMBRE – NATIVITÀ DELLA VERGINE MARIA  

Il re benigno, il donatore generoso, accolse la preghiera del giusto e ad ambedue inviò l’annuncio. Inviò l’annuncio prima di tutto a Gioacchino, mentre stava ritto in preghiera nel tempio. Si fece udire una voce venuta dal cielo, che gli diceva: «Tu avrai una figlia che non sarà solamente gloria per te, ma per tutto il mondo». Questo annuncio a Gioacchino fu notificato alla beata Anna; essa tuttavia non cessò di pregare Dio con lacrime ardenti. Anche a lei dunque fu mandato l’annuncio da parte di Dio, nel giardino dove offriva sacrifici, con domande e preghiere al Signore.
L’angelo di Dio venne da lei e le disse: «Dio ha ascoltato la tua preghiera; tu darai alla luce l’annunciatrice della gioia, la chiamerai Maria, perché da lei nascerà la salvezza del mondo intero».
Ora, dopo l’annuncio, ebbe luogo la gravidanza e dalla sterile Anna nacque Maria, 1′illuminatrice di tutti: così infatti si traduce il nome «Mariam»: «illuminatrice». Allora i venerandi genitori della felice e santa fanciulla furono colmi di una grande gioia. Gioacchino organizzò un banchetto e invitò tutti i vicini, sapienti e ignoranti, e tutti resero gloria a Dio, che aveva compiuto per loro un grande prodigio. In tal modo l’angoscia di Anna si cambiò in una gloria più sublime, quella di diventare porta della porta di Dio, porta della sua vita e inizio del suo glorioso comportamento.
A questo punto è giusto che noi innalziamo il nostro discorso verso glorie e misteri superiori, aiutati dalla sua grazia, dalla sua intercessione, dal suo soccorso, perché è lei la causa e la dispensatrice di ogni bene.
  
L’iconografia della Natività della Madre di Dio

Le opere più antiche che trattano questo soggetto, un dittico del secolo VI conservato a San Pietroburgo e un affresco della chiesa Santa Maria Antiqua nel Foro Romano, mostrano che la composizione è molto vicina a quella della Natività di Cristo. La differenza consiste nel fatto che quest’ultima ha come sfondo la grotta e la montagna, mentre la Natività della Vergine avviene all’interno di una casa, le cui strutture architettoniche appaiono nello sfondo. Poiché la prospettiva inversa non permette la rappresentazione di un interno, esso è indicato dal simbolo del velo rosso sopra la facciata degli edifici. Ma le due rappresentazioni, della Natività di Cristo e della Natività della Vergine, traggono la loro origine nelle immagini pagane che mostrano la stanza del parto in occasione della nascita di un personaggio importante. Come
nelle icone di altre feste, quella della Natività della Vergine è stata arricchita di elementi folclorici; e questo avviene a detrimento del senso teologico della scena, la quale, già in sé, ha il carattere di una pittura di genere. Su un grande letto è stesa Anna, la madre che ha appena messo al mondo Maria. Questa si trova nelle mani di due ancelle che si preparano per il bagno della neonata. La bimba è talvolta rivestita di fasce, talaltra da un maforion con le stelle, come viene dipinta in età adulta. L’iconografia suggerisce quindi un’interpretazione: vuole sottolineare che non si tratta di una bimba, ma di colei che dal primo istante della sua vita era eletta per essere la Madre del Figlio di Dio. Ed è anche la ragione per cui la scena si presenta in un quadro magnifico: il medico nell’atto di avvicinarsi al letto per dare una medicina, le ancelle intente a portare cibi e bevande per ristorare la madre dopo la nascita. Infine, la rispettosa distanza di san Gioacchino, che sembra non avere il diritto di assistere all’evento e che guarda attraverso una porta o una finestra, talvolta posta nella parte alta dell’edificio.
  
 
Origine e liturgia della festa
  
 Origine.
La festa è di origine orientale. Agli inizi del VII secolo, la data della festa fu fissata all’8 settembre. Alcuni storici vi vedono una reazione della Chiesa bizantina contro il culto di Iside e Astarte, le divinità matriarcali dei vincitori pagani, che le onoravano proprio 1’8 settembre.
Per la Chiesa bizantina, che doveva confrontarsi con l’astrologia (anche nel proprio interno) e con il mito degli astri dei Bogomili, questa scelta esprimeva non soltanto la sostituzione di una festa pagana, ma soprattutto la vittoria di Cristo su satana e i suoi adepti, vittoria a cui partecipava Maria, sua madre.
Per lungo tempo la festa della Natività della Vergine non ebbe carattere universale, e ancora nel secolo IX non era riconosciuta in modo ufficiale o canonico. La si celebrava in Gallia verso il 630 e a Roma soltanto alla fine del secolo VII.
 
La liturgia
A partire dal secolo V, Romano il Melode si era ispirato agli apocrifi raccontando l’infanzia di Maria e aveva composto un kontakion sulla nascita della Vergine. Nell’ufficiatura della vigilia, le letture dell’Antico Testamento ci introducono nel mistero della vita di Maria. 1 simboli utilizzati nelle letture fanno capire il suo ruolo nella storia della salvezza. Maria, infatti, è paragonata alla scala del cielo, vista in sogno da Giacobbe (Gn 28,10-17). Come questa scala, ella è il legame tra il cielo e la terra; è la Madre di Dio, e per mezzo suo le nostre preghiere salgono verso il Padre e da lei tutte le grazie sono distribuite.
L’ufficio del mattino è dominato dalla creazione poetica del duplice canone, i cui autori sono Giovanni Monaco, probabilmente Giovanni Damasceno (morto verso il 750) e Giovanni di Creta (morto nel 740). Se si pensa che questo testo risale all’epoca dell’iconoclasmo, in cui la venerazione della Madre di Dio era messa in questione, questa poesia diventa una confessione di fede e una lode in tempi di persecuzione.
Il passo biblico di Ez 43,27 – 44,4 descrive la porta del Tempio attraverso la quale passerà solo il Signore: immagine della Vergine che apparterrà totalmente a Dio e attraverso la quale egli si mostrerà al mondo. La terza lettura proviene dai Proverbi: la sapienza divina ha costruito la sua casa in Maria. Giustizia, verità, timore di Dio in lei si uniscono in una armonia meravigliosa (Pro 7 e 9). Si disegna così, già nell’Antico Testamento, la figura di colei che riceverà la più alta dignità conferita a un essere umano, quella della Madre di Dio.
  
Inni e preghiere dalla liturgia latina   
  
LODI

Antifona 1
È nata la gloriosa Vergine Maria, discendente da Abramo, della tribù di giuda, della stirpe regale di Davide.
Antifona 2.
Nel mondo si è accesa una luce alla nascita della Vergine; beata è la stirpe, santa la radice, benedetto il suo frutto.
antifona 3.
Con gioia celebriamo la tua nascita o Maria; prega per noi il Signore Gesù.
antifona 4.

La tua nascita, Vergine Madre di dio, ha annunziato la gioia al mondo intero; da te è nato il sole di giustizia, Cristo nostro dio; egli ha tolto la condanna e ha portato la grazia, ha vinto la morte e ci ha donato la vita.
orazioneDonaci, Signore, i tesori della tua misericordia e poiché la maternità della Vergine ha segnato l’inizio della nostra salvezza, la festa della sua natività ci faccia crescere nell’umiltà e nella pace. Per il nostro Signore…

VESPRI
antifona 1
Dal ceppo di lesse è fiorita la vergine, resa madre dallo Spirito di Dio.
ANTIFONA 2
Oggi è nata la Vergine Maria: piena di grazia, Dio l’ha guardata, umile, Dio l’ha visitata.
ANTIFONA 3
Maria, Vergine Madre di Dio, benedetta e degna di ogni lode, noi celebriamo la tua nascita. Prega per noi il Signore.
ANTIFONA AL MAGNIFICAT
Il Signore guardò la sua umiltà: e all’annunzio dell’angelo
Maria concepì il Redentore del mondo.

Inni e preghiere dalla liturgia orientale
  
Apolitikion
La tua natività, o Madre di Dio, annunziò la gioia a tutta la terra. Da te, infatti, è spuntato il Sole di giustizia, Cristo Dio nostro. Avendo sciolto la maledizione, Egli ci ha dato la benedizione e, distrutta la morte, ci ha fatto dono della vita eterna.

Katbismata della Stichologia del mattutino
Proclama, Davide, cosa ti ha giurato Dio? – «Ciò che Egli mi ha giurato – dice – ed ecco che Egli ha realizzato, era di dare dal frutto delle mie viscere la Vergine. Da lei il Plasmatore, Cristo, nuovo Adamo, deve nascere per sedere sul mio trono. Anzi Egli oggi regna ed il suo regno è inamovibile». La sterile partorisce la Madre di Dio e nutrice della nostra vita.
Dalla radice di Iesse e dai fianchi di Davide nasce oggi per noi la fanciulla di Dio Maria e tutto il creato è rinnovato e divinizzato. Rallegratevi insieme, cielo e terra; lodatela, tribù delle nazioni. Gioacchino esulta e Anna festeggia, esclamando: «La sterile partorisce la Madre di Dio e nutrice della nostra vita».
Si rallegri il cielo ed esulti la terra, perché il cielo di Dio è nato: è la Sposa di Dio, frutto della promessa. La sterile allatta la bambina Maria e Gioacchino è nella gioia per quella nascita, dicendo: «Mi è nato il virgulto dalla radice di Davide da cui deve sbocciare il fiore, Cristo. Oh, il meraviglioso portento!».

Ipakoi
Il profeta diede alla Vergine il nome di «porta invalicabile e riservata al solo nostro Dio» (cf. Ez 44, 2); per essa è passato il Signore, per essa è avanzato l’Altissimo, e la lasciò sigillata liberando dalla corruzione la nostra vita.

Exapostilaria
Oggi si rallegrano i confini della terra per la tua natività, o fanciulla Maria, genitrice di Dio e Sposa non sposata; tu hai difatti sciolto il triste obbrobrio della sterilità dei tuoi genitori e la maledizione, quella legata alla generazione di Eva, la prima madre.
Adamo, rinnovati, e tu, Eva, sii magnificata; profeti, intrecciate danze con gli Apostoli e i giusti. La comune gioia di angeli e uomini è oggi messa al mondo da Gioacchino ed Anna: è la Madre di Dio!

Sticberà Prosomoia di Lodi
O meraviglioso portento! la fonte della vita nasce da una donna sterile, la grazia comincia a dare allegramente frutto. Rallegrati, Gioacchino, divenuto genitore della Madre di Dio. O amico di Dio, nessuno
è simile a te tra i genitori della terra: per tuo tramite ci è stata donata la fanciulla portatrice di Dio, dimora della divinità, montagna santissima!
O meraviglioso portento! A un cenno del Creatore e Signore universale, un frutto è apparso da una sterile, sciogliendo efficacemente la sterilità universale in buone opere. Madri, esultate con la madre della Madre di Dio e gridate: «Ave, piena di grazia, il Signore è con te (Lc 1, 28), lui che, tuo tramite, accorda al mondo la grande misericordia!».
Colonna vivente di sapienza, vaso luminoso risplendente di grazia è apparsa la nobile Anna. In verità ella ha messo al mondo il vero modello ed il fiore divino della verginità, dono destinato a tutte le anime vergini e agli aspiranti al dono della verginità, colei che procura e dona a tutti i fedeli la grande misericordia.
(Testi Mariani, vol.1, ed. Cittanova)
 
Commenti teologici-spirituali alla festa
  
Dai Padri Orientali

La nascita di Maria è l’inizio della nostra divinizzazione.
Oggi il grande seno della verginità viene svelato, e la Chiesa è cinta nuzialmente con l’inviolabile perla della vera incorruttibilità. Oggi la genuina nobiltà degli uomini riceve di nuovo il dono della prima divinizzazione e ritorna a se stessa; la natura generata, rimanendo unita alla Madre del Bello, riceve come impronta ottima e divinissima quel fulgore di bellezza che l’ignobiltà della malizia aveva oscurato; l’impronta diventa propriamente nuova chiamata; la nuova chiamata diventa divinizzazione, e questa a sua volta assimilazione all’antica condizione. Oggi la sterile è scoperta come madre al di là di ogni speranza, e a sua volta la Madre di un Figlio senza padre, derivando da lombi infecondi, rende sante le generazioni della natura. Oggi è stata colorata la splendente tintura della porpora divina, e la miseranda natura degli uomini si è rivestita della dignità regale. Oggi il rampollo davidico è germogliato secondo le profezie (cf. Is 11, 1), esso che è detto verga sempre verdeggiante di Aronne (cf. Nm 17, 23; Eb 9, 4) e ha fatto fiorire per noi la verga della potenza, il Cristo.
Oggi da Giuda e da Davide proviene una vergine fanciulla, che delinea il volto del regno e del sacerdozio di colui che fu sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek di Aronne (cf. Eb 5ss.). Oggi la grazia, avendo imbiancato il mistico efod del divino sacerdozio (cf. Es 28, 6ss.; 29, 5), lo ha tessuto figurativamente con il seme discendente da Levi: e Dio arrossò la porpora divina con il sangue discendente da Davide. Insomma, per dirla in breve: oggi comincia la rigenerazione della nostra natura; e il mondo invecchiato, ricevendo una formazione divinissima, accoglie gli inizi di una seconda creazione da parte di Dio. Infatti, dopo che la prima formazione dell’uomo fu operata con la terra pura e incontaminata, invece la natura cancellò 1a sua dignità congenita: e si spogliò della grazia, mediante quella caduta della disobbedienza per la quale noi fummo scacciati dal luogo della vita. La natura scambiò il godimento del paradiso con la vita caduca – a guisa di un’eredità paterna giunta fino a noi -, e da essa nacque la morte e la conseguente rovina della stirpe: e quindi, poiché tutti avevano preferito il luogo di quaggiù a quello di lassù, ogni speranza di salvezza fu tolta e la natura aveva bisogno dell’aiuto supremo. Per la guarigione della malattia non valeva nessuna legge, né naturale né scritta, nessuna parola ardente e conciliatrice di profeti, nessuno che potesse rialzare la natura umana, nessun mezzo con cui essa fosse ricondotta alla primitiva nobiltà, né presto né facilmente. Ma a questo punto Dio, supremo artefice di tutte le cose, ritenne opportuno presentare – per così dire – con una nuova compiutezza un mondo di recente formazione e del tutto armonico, arrestando l’epidemia del peccato che da lungo tempo era scoppiata e da cui era venuta la morte: e così, anche, gli piacque di mostrare a noi una vita in qualche modo nuova, libera e realmente incrollabile, a noi cioè che siamo stati rigenerati dal battesimo della figliolanza divina (cf. Rm 8, 16ss). (Andrea di Creta, Testi Mariani, vol. 2, ed. Cittanuova)
  
 Dai Padri occidentali
  
SERMONE SULLA NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA
La nascita dalla Vergine Maria rientra nel provvidenziale piano divino della salvezza
l. La Natività della beatissima e intemerata Madre di Dio, fratelli carissimi, giustamente reca agli uomini una straordinaria e particolare gioia, perché essa costituisce l’esordio di tutta la storia della salvezza umana. Infatti l’onnipotente Iddio, come, prima di divenire uomo, con l’ineffabile sguardo della sua provvidenza aveva previsto che l’uomo sarebbe perito per mezzo della diabolica macchinazione, così nel profondo della sua immensa pietà aveva progettato prima dei secoli il piano della redenzione dell’uomo.
E nell’imperscrutabile disegno della sua sapienza Dio stabilì non solo il modo e l’ordine della redenzione, ma predefinì anche il tempo preciso della sua attuazione. Ora, come era impossibile che il genere umano potesse essere redento senza che il Figlio di Dio nascesse dalla Vergine, così era altrettanto indispensabile che la Vergine nascesse, affinché da lei il Verbo assumesse la carne.
La Vergine ha ricevuto i sette doni dello Spirito Santo. In Maria la Chiesa diventa sposa di Cristo
2. Occorreva cioè prima edificare la casa nella quale il Re del cielo sarebbe disceso e avrebbe accettato di essere ospitato. Di questa casa Salomone dice: «La Sapienza si è costruita la casa, ha intagliato le sue sette colonne» (Prov 9, 1). Infatti questa casa verginale è sostenuta da sette colonne, perché la venerabile Madre di Dio ha ricevuto i sette doni dello Spirito Santo: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timor di Dio (Is 11, 2). E certamente la Sapienza, che si estende da un confine all’altro con forza e governa con eccellente bontà ogni cosa (Sap 8, 1), l’ha costruita così affinché ella fosse degna di accoglierla e di generarla dalle viscere della sua intemerata carne.
Per prima era necessario edificare la stanza nuziale, affinché fosse idonea a ricevere lo Sposo che veniva per sposare la santa Chiesa. A lui infatti Davide, esultante nello spirito, intona un epitalamio, dicendo: «Il Signore esce come sposo dalla stanza nuziale» (Sal 18, 5).
Giustamente allora oggi il mondo intero esulta di una gioia che si è riversata dovunque; giustamente tutta quanta la Chiesa, poiché nasce la madre del suo sposo, alterna le lodi e per la gioia intona un canto. Esultiamo, dunque carissimi, in questo giorno nel quale, mentre veneriamo la nascita della Vergine, celebriamo anche l’inizio di tutte le festività del Nuovo Testamento.
(S. Pier Damiani, Testi Mariani, vol 3, ed. Cittanuova).

Publié dans : FESTE DI MARIA, MARIA VERGINE |le 7 septembre, 2011 |Pas de Commentaires »

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