La Famiglia secondo San Paolo
dal sito:
http://www.azionecattolicafamiglie.ch/famiglia-paolo1.pdf
La Famiglia secondo San Paolo
-L’anno dedicato a San Paolo ci induce a comprendere la concezione della famiglia agli esordi del cristianesimo. Come era andata formandosi la coscienza di quella realtà determinante che é la famiglia.
- Non si riesce a comprendere S.Paolo senza in qualche modo entrare e scrutare quel personalissimo rapporto che lui aveva con Cristo e di conseguenza come appariva ai suoi occhi la famiglia.
-Compreso questo si può concepire la famiglia solo edificata su quella Pietra Angolare che è Cristo.
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La Chiesa come comunità di amore, di preghiera e di perdono, la famiglia come Chiesa domestica deve riflettere la Madre Chiesa Mt.18,15-22
Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pagano e un pubblicano. In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono presente in mezzo a loro ».
Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: « Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte? « . E Gesù gli rispose: « Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. Questo è la promessa per il Cristiano: due riuniti nel Suo Nome, Lui è presente. Un Padre della Chiesa del I sec., Clemente d’Alessandria definisce la famiglia come « casa di Dio » ed applica ad essa la stessa parola sulla presenza del Signore: « Io (dice Gesù) sto in mezzo a loro ». Ma « dove c’è Cristo là c’è la Chiesa » afferma St. Ignazio d’Antiochia (III sec.). Quindi diventa chiara la natura ecclesiale della comunità coniugale. Infatti:
- Due riuniti nel suo Nome Gesù è presente2
- Gli sposi « nel Signore » sono insieme nel nome di Gesù
- Dove c’è Gesù c’è la sua Sposa, la Chiesa
- Dunque la casa di due Sposi « nel Signore » sono immagine della Madre Chiesa.
I Padri avevano certamente attinto questa concezione della Famiglia come luogo di una Chiesa domestica da San Paolo e non solamente da lui.
Infatti vediamo la testimonianza presente nelle lettere di St.Paolo:
- La descrizione più lunga nei saluti di St.Paolo:
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Notate il clima familiare, di conoscenza personale, di amicizia fraterna, di aiuto e di preghiera che regnava nella comunità cristiana di Paolo. L’evangelizzazione trova qui un metodo veramente interessante da riproporre anche oggi. La struttura della comunità cristiana è fondata sulla persona e ha un dinamismo comunitario consapevole. La comunità è un intreccio di relazioni solidali e fraterne.Per continuare a essere confortati da questo metodo, altre testimonianze:3 <
che è primizia dell’Acaia; hanno dedicato se stessi a servizio dei fedeli; siate anche voi
deferenti verso di loro e verso quanti collaborano e si affaticano con loro.
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Io mi rallegro
della visita di Stefana, di Fortunato e di Acàico, i quali hanno supplito alla vostra assenza; essi hanno allietato il mio spirito e allieteranno anche il vostro. Sappiate apprezzare siffatte persone.
Le comunità dell’Asia vi salutano. Vi salutano molto nel Signore Aquila e Prisca, con la comunità che si raduna nella loro casa. Vi salutano i fratelli tutti. Salutatevi a vicenda con il bacio santo>>. 1Cor.16,19ss
Aquila e Prisca sono coniugi impareggiabili agli occhi di Paolo; sono il suo sostegno e conforto; con loro si trova in famiglia ed era quindi naturale abitando con loro quando arrivava dai viaggi che convocasse la comunità cristiana nella loro casa per catechizzare, pregare e celebrare l’Eucaristia. La casa di due sposi diventava quindi il punto di riferimento di tutta la comunità e da quella casa parte anche la missione fuori della comunità.
Un altro riferimento significativo per un particolare:
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vostro spirito>>. Filippesi 4,22
« Quelli della casa di Cesare » sono certamente quelli che in qualche modo lavoravano al servizio
dell’Imperatore. Ma significa anche che era possibile che alcuni cristiani che in quella « domus » vi lavoravano si trovassero insieme per pregare. Quindi significa che nel cuore stesso della casa imperiale vi erano delle famiglie di servi cristiani e quindi una chiesa domestica proprio nella casa dell’Imperatore. La testimonianza cristiana arriva là dove sembrerebbe impensabile che arrivi e questo per il coraggio di famiglie consapevoli di essere insieme « nel Signore ».
Ma la cosa non finisce qui. Anche nella lettera ai Colossesi 4, 15ss Paolo indica che la prassi normale della Chiesa apostolica era quella d’iniziare tra le persone adulte e in modo significativo tra le famiglie.
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salutano Luca, il caro medico, e Dema.
Salutate i fratelli di Laodicèa e Ninfa con la comunità che si raduna nella sua casa. E quando
questa lettera sarà stata letta da voi, fate che venga letta anche nella Chiesa dei Laodicesi e 4
anche voi leggete quella inviata ai Laodicesi. Dite ad Archippo: « Considera il ministero che hai
ricevuto nel Signore e vedi di compierlo bene ».
Il saluto è di mia propria mano, di me, Paolo. Ricordatevi delle mie catene. La grazia sia con
voi>>. Col.4,12ss
Ma dentro questa indicazione pastorale che pone la famiglia quasi al centro dell’azione pastorale di Paolo ci sono anche le raccomandazioni per queste famiglie che venivano concepite come « chiesa domestica ».
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Per il resto, fratelli, state lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell’amore e della pace sarà con voi. Salutatevi a vicenda con il bacio santo. Tutti i santi vi salutano>>. 2Cor.12,5,6,11
Paolo è pieno di premura per le sue famiglie, ma è anche severo e non lesina esortazioni e rimproveri se ne è il caso. È un educatore consapevole della serietà della vita di fede.
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fratello>>. 2Tess.3,14
Ma perché Paolo esprime questa severità pur dentro una grande attenzione (=ammonitelo come a un fratello!)?
Perché è consapevole che quelli che sono venuti alla fede si sono sposati « nel Signore ».
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Che significa sposarsi nel Signore? Certamente quando Paolo istruisce, esorta, corregge, ha davanti ai suoi occhi e soprattutto nella profondità del suo essere il suo modo personalissimo di vivere il rapporto con Gesù. Un modo così definitivo e intenso che gli permette di leggere e interpretare la realtà tutta alla luce di quello sguardo totalizzate della fede in Cristo. È così vero che nella lettera ai Colossesi afferma senza mezze misure che ogni tipo di realtà (=il cibo, il corpo, il tempo, persino il divertimento, persino le espressione religiose), tutto, anche il matrimonio e la famiglia, tutto deve essere confrontato con l’unica vera realtà che è Cristo; il
resto è ombra nei confronti di quella: 5
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Dunque tutto ha significato a partire dall’essere nel Signore. Infatti, Papa Benedetto nell’udienza generale del mercoledì 22.10.08, ha detto sostanzialmente:
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San Paolo aveva chiaro davanti a sé il come s’imposta la vita, una volta incontrata la fede. E ciò valeva per ogni battezzato e non solamente per lui, anche se lui ha vissuto quello che annunciava con una intensità invidiabile.Sentite alcune delle sue frasi per cogliere l’intensità del suo immedesimarsi con Cristo:
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Gal.6,17.
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<< Cristo è lo stesso ieri, oggi sempre!>> Eb.13,8
Quando un cristiano vive con tale densità e totalità la propria vocazione allora tutto intorno a lui cambia e anche in modo radicale. 6
Sentite ora il cambiamento culturale e morale che è capitato dentro la famiglia di Filemone, ricco cristiano di Colossi.
<<1 Paolo, prigioniero di Cristo Gesù, e il fratello Timòteo al nostro caro collaboratore Filèmone,
2 alla sorella Appia, ad Archippo nostro compagno d’armi e alla comunità che si raduna nella tua
casa: 3 grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo. Ringraziamento e preghiera4 Rendo sempre grazie a Dio ricordandomi di te nelle mie preghiere, 5 perché sento parlare della tua carità per gli altri e della fede che hai nel Signore Gesù e verso tutti i santi. 6 La tua partecipazione alla fede diventi efficace per la conoscenza di tutto il bene che si fa tra voi per Cristo. 7 La tua carità è stata per me motivo di grande gioia e consolazione, fratello, poiché il cuore dei credenti è stato confortato per opera tua.
Richiesta in favore di Onesimo
8 Per questo, pur avendo in Cristo piena libertà di comandarti ciò che devi fare,
9 preferisco pregarti in nome della carità, così qual io sono, Paolo, vecchio, e ora anche prigioniero per Cristo Gesù; 10 ti prego dunque per il mio figlio, che ho generato in catene,
11 Onesimo, quello che un giorno ti fu inutile, ma ora è utile a te e a me.
12 Te l’ho rimandato, lui, il mio cuore.
13 Avrei voluto trattenerlo presso di me perché mi servisse in vece tua nelle catene che porto
per il vangelo.
14 Ma non ho voluto far nulla senza il tuo parere, perché il bene che farai non
sapesse di costrizione, ma fosse spontaneo.
15 Forse per questo è stato separato da te per un
momento perché tu lo riavessi per sempre;
16 non più però come schiavo, ma molto più che
schiavo, come un fratello carissimo in primo luogo a me, ma quanto più a te, sia come uomo, sia
come fratello nel Signore.
17 Se dunque tu mi consideri come amico, accoglilo come me stesso.
18 E se in qualche cosa ti
ha offeso o ti è debitore, metti tutto sul mio conto.
19 Lo scrivo di mio pugno, io, Paolo: pagherò io
stesso. Per non dirti che anche tu mi sei debitore e proprio di te stesso!
20 Sì, fratello! Che io
possa ottenere da te questo favore nel Signore; dá questo sollievo al mio cuore in Cristo!
21 Ti scrivo fiducioso nella tua docilità, sapendo che farai anche più di quanto ti chiedo.
22 Al tempo stesso preparami un alloggio, perché spero, grazie alle vostre preghiere, di
esservi restituito.
23 Ti saluta Epafra, mio compagno di prigionia per Cristo Gesù,
24 con Marco, Aristarco, Dema e Luca, miei collaboratori. 7
25 La grazia del Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito>>.
Si comprende allora che là dove esiste la consapevolezza che Cristo è tutto (=la realtà è Cristo) la realtà stessa veramente cambia.- Anzitutto per dei coniugati diventa più chiara la coscienza che il loro matrimonio è stato celebrato e ha consistenza solo « nel Signore », che diventa così la pietra angolare su cui costruire la casa della loro famiglia. Forse non è inutile affermare che il primo vero protagonista del matrimonio cristiano non sono gli sposi, ma Cristo stesso che entra
nell’amore di comunione tra due sposi. Non fu così anche alle nozze di Cana dove Cristo manifesta durante le nozze « la sua gloria »?- Diventa più chiara la coscienza che la loro affettività è la manifestazione della misura di una affezione modellata sulla misura dell’amore con cui Cristo ci ha amato.- Diventa anche più chiara che ciò che alimenta la vita di una famiglia cristiana è la missione, in altre parole la consapevolezza di un compito da svolgere e manifestare. – La famiglia si pone nel mondo come la possibilità concreta di un cambiamento culturale e di mentalità. Il rapporto di S.Paolo con Filemone è lì per certificarlo.
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