Omelia per il 19 aprile 2011, prima lettura

dal sito:

http://www.lachiesa.it/calendario/omelie/pages/Detailed/10107.html

Omelia (24-06-2007)

don Marco Pratesi

Farò di te una luce ardente

La prima lettura (della messa del giorno) è il secondo dei quattro canti del Servo del Signore.
Vi si parla di un profeta, oggetto della chiamata e dell’attenzione di Dio fin dal seno materno.
Egli ha goduto di una speciale cura da parte di Dio, che ha voluto rendere la sua parola come una spada e una freccia, una parola penetrante, che entra nel vivo della carne, che colpisce da vicino e da lontano: ad essa non si sfugge comunque.
La sua esistenza è totalmente posta a servizio di Dio, la sua vita è glorificare Dio, lasciar emergere e trasparire la sua bellezza.
Anche per lui, come per altri profeti, ci sarà l’esperienza dell’insuccesso umano: egli ha l’impressione di aver gettato le sue forze, il suo servizio non ha avuto esito, è sfociato nel nulla.
Ma no, nulla è andato perduto: Dio risponde a questa dedizione glorificandolo, « conferendogli un peso », dandogli un posto rilevante nella storia.
Così egli non realizzerà solo la missione di riunire lo scampato resto fedele di Israele: la sua parola si irradierà su tutta l’umanità, sino ai confini del mondo.
Se è evidente che questo testo trova la sua realizzazione ultima in Gesù, la liturgia ci invita a leggerlo in riferimento a S. Giovanni Battista.
Il nome gli è attribuito da Dio (attraverso l’angelo Gabriele, Lc 1,13), e fin dal grembo egli è animato dallo Spirito per una missione di testimonianza (Lc 1,41).
La sua parola colpisce e scuote, al punto che le folle accorrono da tutta la Giudea (Mt 3,5; Mc 1,5), creando un vasto movimento popolare.
Non indica se stesso, non convoca intorno a sé, annunzia un altro (cf. Lc 3,16; Gv 1,26-27). Ha l’animo del piccolo, sa di non essere lo Sposo e trova la sua gioia nell’indicarlo presente (Gv 3,29-30).
Farà l’esperienza del rifiuto e dell’ostilità (Lc 7,33), fino a restarne vittima (Mt 14,2-12; Mc 6,17-29).
Egli però rimane colui che prepara la strada al Salvatore, è nella gloria di chi ha reso testimonianza all’Emmanuele, e rimane per sempre « una lampada che arde e risplende » (Gv 5,35).
In ciascuno di questi aspetti la figura del Battista è puntualmente esemplare. In modo complementare a Maria, egli esprime le attitudini della Chiesa e del discepolo, continuamente chiamato a passare dall’attesa all’adempimento, dalla profezia al Regno (Lc 16,16).

I commenti di don Marco sono pubblicati dal Centro Editoriale Dehoniano – EDB nel libro Stabile come il cielo.

Publié dans : OMELIE, PREDICHE E ☻☻☻ |le 18 avril, 2011 |Pas de Commentaires »

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