25 Marzo: Annunciazione del Signore
dal sito:
http://www.diocesilucca.it/documenti/festivita/Annunciazione_del_Signore.pdf
ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE
25 marzo –
La festa
Cristiani d’Oriente e d’Occidente il 25 marzo festeggiano insieme l’annunciazione del Signore. Un particolare consente di capirne l’importanza nell’Oriente: quando la festa cade nella settimana santa i cristiani d’Occidente la celebrano dopo Pasqua mentre l’Oriente bizantino la celebra ugualmente (facendo grandi eccezioni alla liturgia) mantenendo così intatta la distanza esatta di nove mesi dal Natale, e questo per dare importanza alla festa che segna l’inizio della nostra salvezza. Questa centralità appare anche nel programma iconografico, infatti l’icona dell’annunciazione, oltre che nel registro delle grandi feste, si trova sui battenti della porta bella del santuario, al centro dell’iconostasi, suggerendo l’idea dell’ingresso di Dio nell’umanità attraverso il seno di Maria. Fin dall’inizio la festa fu celebrata in questa data perché nell’antichità era diffusa l’opinione che la creazione del mondo fosse avvenuta nell’equinozio di primavera – la notte del 20 marzo quando nessuna porzione del tempo rimane nel sole – e quella dell’uomo nel sesto giorno, cioè il 25. In base a questa convinzione apparve conveniente che l’incarnazione dell’Uomo nuovo fosse avvenuta lo stesso giorno della creazione del primo Adamo. Massimo il Confessore, nella Vita di Maria scrive: “Era il primo mese, il mese in cui Dio creò il mondo intero, per insegnarci che ora di nuovo egli rinnova il mondo invecchiato. Era il primo
giorno della settimana, cioè la domenica, nel quale ha annientato le prime tenebre e ha creato la luce primogenita, nel quale ebbe luogo la gloriosa resurrezione dalla tomba del re suo figlio e insieme la resurrezione della nostra natura”. I testi liturgici riprendono il parallelismo tra il vecchio e il nuovo Adamo e accanto a questo sviluppano anche il tema di Maria nuova Eva unita al nuovo Adamo nell’operare la salvezza. Inoltre va ricordato che la festa del 25 marzo riassumeva tutto intero il mistero della salvezza dal momento che si pensava che anche la crocifissione fosse avvenuta in questo giorno. La festa è testimoniata dal VI secolo; nei secoli precedenti probabilmente tutto il mistero dell’incarnazione veniva celebrato nel natale. A Roma la festa fu introdotta dal papa Sergio (sec VII) che era di origine siriana. Nella liturgia bizantina il clima della festa è di gioia indicibile, come si conviene a una celebrazione che esalta l’inizio della salvezza dando compimento alle attese della storia e alle promesse dei profeti. Così si esprime un tropario (composizione poetica tipica della festa e ripetuta più volte nell’ufficiatura) delle lodi: “Il mistero che è dall’eternità è oggi rivelato e il Figlio di Dio diviene Figlio dell’uomo, affinché, assumendo ciò che è inferiore possa comunicarmi ciò che è superiore. Fu ingannato Adamo un tempo, e avendo bramato divenire Dio, non lo divenne: ma Dio diviene uomo per rendere Adamo Dio. Si rallegri il creato, danzi in coro la natura, perché l’arcangelo si presenta con timore alla Vergine e le reca il saluto ‘Gioisci’ che toglie la tristezza”. Il contenuto della festa è la l’incarnazione del Verbo, centro del messaggio cristiano presente nella professione di fede di tutte le chiese. Festa cristologia, dunque, alla quale è associata la madre di Dio “terra non inseminata, roveto inconsunto, viadotto, scala, arca dell’alleanza … tutti appellativi che la celebrano come umanità santificata per la presenza del Figlio. La ricca letteratura di omelie e inni evidenziano la doppia natura umana e divina del Cristo, affermando la vera fede contro l’arianesimo. Con lo stesso scopo troviamo l’affermazione della verginità di Maria che il concilio di Efeso (431) proclama Madre di Dio. Come si vede siamo al centro delle dispute dogmatiche dei primi secoli e la liturgia è il luogo in cui è manifestata la fede della Chiesa. Le fonti della festa – quindi dei testi liturgici e dell’iconografia – vanno ricercate nel vangelo di Luca e nell’apocrifo protovangelo di Giacomo.
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