+++ Dal Cantico di San Sergio di Radonez, Patrono della Russia, 1314-1392 (sul Padre nostro, stralcio)
è uno stralcio del commento al Padre nostro di alcuni santi, è bella, potete andare al sito per leggere tutto, dal sito:
http://www.umilta.net/padrenostro.html
+++ Dal Cantico di San Sergio di Radonez, Patrono della Russia, 1314-1392
Sergio di Radonez, russo, fu coevo di Giuliana di Norwich. Nessuno scritto di San Sergio è giunto a noi, nel 1945 la cantica è stata rivelata in sogno a Don Divo Barsotti, C.F.D. E’ dallo studio che gli deriva una profonda conoscenza di Giuliana di Norwich, ed egli vede ciascuno di noi come il trono di Dio, il trono in cui il Regno di Dio prende dimora, proprio nel senso inteso da Giuliana di Norwich.
IV. Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra.
Questi versetti del Padre nostro riecheggiano le parole della Vergine al momento dell’Annunciazione (Luca 1.38). Riecheggiano le parole di Cristo nel Getsemani (Luca 23.42). Riecheggiano anche le parole che Gesù pronunciò in precedenza (Matteo 12.46-502, Marco 3.31-35, Luca 8.19-21): ‘Chiunque fa la volontà di Dio, egli è mio fratello, mia sorella e mia madre’. Giuliana aggiunge, ‘Questa è la volontà di nostro Signore, che la nostra preghiera e la nostra fede siano ugualmente grandi’. Nel Norwich Castle Manuscript questa richiesta è la misura contro l’Invidia; la volontà di Dio nella carità e non la mia sia fatta, poiché Dio è amore.
Simone Weil attribuisce questo anelito al desiderio di eternità che va oltre quello del tempo: un anelito analogo al desiderio di colui che che muore di sete, ma deve astenersi dal soddisfarlo, se contro la volontà di Dio. Evelyn Underhill riferisce le parole di Niccolò Cusano: ‘Ho appreso che il luogo ove Tu sei svelato è circonfuso dalla coincidentia oppositorum’.
V. Dacci oggi il nostro pane quotidiano.
Gesù si guadagnava il pane quotidiano con il lavoro di falegname, Pietro, Giacomo e Giovanni erano pescatori, Paolo fabbricava tende. Matteo, esattore delle tasse e colpevole di deprivare gli altri del pane, abbandona il banco della gabella per seguire la semplicità di Cristo.
Il Norwich Castle Manuscript afferma che non possiamo dire secondo giustizia ‘il nostro pane’ se conosciamo qualcun altro a cui il pane manca e a lui lo neghiamo. Questo significa che dobbiamo lavorare per il bene comune dei Cristiani nostri pari, donando, insegnando, aiutando, confortando. Significa che noi siamo mendicanti – parola ripresa nel più tardo Lambeth Manuscript – e di giorno in giorno umilmente chiediamo il pane a Dio; coloro i quali non lavorano con il sudore della fronte recitano indegnamente questa preghiera. Il manoscritto aggiunge che non dovrebbero esistere interdizioni o scomuniche, dal momento che nessuno, uomo o donna che sia, deve essere separato dal corpo di Cristo, avendo Cristo offerto il sacramento persino a Giuda. Bisogna, tuttavia, ammaestrare sulla necessità di ricevere il sacramento essendone degni. Il manoscritto aggiunge che questa domanda è l’antidoto contro l’Accidia. La preghiera di ringraziamento latino americana è strettamente connessa a questo: ‘Preghiamo che coloro ai quali manca il pane lo abbiano, e che coloro i quali hanno il pane sentano fame e sete di giustizia per quelli a cui il pane manca’. Gesù – rimarca il Norwich Castle Manuscript – disse: ‘Il mio cibo è fare la volontà del Padre mio’ (Giovanni 4.34), in tal modo legando le due invocazioni.
Evelyn Underhill cita una preghiera spagnola: ‘Tu una volta nutristi i tuoi poveri abbondantemente con il pane del cielo’, e in un Vangelo irlandese leggiamo: ‘Dacci oggi come pane quotidiano la Parola di Dio dal Cielo’. Simone Weil afferma che Cristo è il nostro pane. E aggiunge che così come la manna non può essere conservato. Qui il paradosso è che il Norwich Castle Manuscript, manoscritto medievale, è più marxista-cristiano di quanto non lo sia Simone Weil nel XX secolo.

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