DOMENICA 5 DICEMBRE 2010 – II DI AVVENTO A
Mat-03,01-John the baptist_Jean Baptiste
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DOMENICA 5 DICEMBRE 2010 – II DI AVVENTO A
MESSA DEL GIORNO LINK:
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MESSA DEL GIORNO
Seconda Lettura Rm 15,4-9
Gesù Cristo salva tutti gli uomini.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Fratelli, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza. il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull’esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo.
Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Dico infatti che Cristo è diventato servitore dei circoncisi per mostrare la fedeltà di Dio nel compiere le promesse dei padri; le genti invece glorificano Dio per la sua misericordia, come sta scritto:
«Per questo ti loderò fra le genti e canterò inni al tuo nome».
http://www.bible-service.net/site/377.html
Romains 15,4-9
La première phrase suit immédiatement une citation du psaume 68,10 appliquée au Christ pour évoquer notamment sa passion : Jésus « n’a pas recherché ce qui plaisait » il a lui-même trouvé dans l’Écriture lumière et force pour affronter sa mission en ces moments redoutables. Le psaume 68 est en effet le cri d’un homme persécuté appelant Dieu à son secours et accédant à la certitude pleine d’espérance que le Seigneur écoute et sauve. L’Écriture entretient l’espérance, en invitant à la « persévérance » (en aidant à rester fort sous l’épreuve), en donnant du courage (ou en « apportant réconfort »)Paul écrit cela devant les difficultés auxquelles la communauté de Rome, il le sait, est affrontée. Elle connaît des divisions, des incompréhensions qui blessent ; et Paul veut inviter les chrétiens à « s’accueillir les uns les autres. » Seule cette attitude « édifie », construit la communauté, réellement (v. 2). C’est la seule réponse authentique à l’amour sauveur de Dieu manifesté en Jésus Christ. On relèvera dans notre texte toutes les expressions qui visent directement cette situation : « Être d’accord entre vous selon l’esprit du Christ Jésus…Ainsi (à cette condition seulement) d’un même cœur, d’une même voix, vous rendrez gloire à Dieu…Accueillez-vous…comme le Christ…. »
Paul élargit le débat en évoquant « l’accueil » universel, proposé vraiment à tous les hommes, par le Dieu sauveur en Jésus. Les formules sont magnifiques pour parler d’une part des frères Juifs, témoins particuliers de la fidélité de Dieu à ses grandes promesses de salut ; d’autre part des frères d’origine païenne, témoins particuliers de la miséricorde infinie de Dieu.
Romani 15, 4-9
La prima frase segue immediatamente una citazione dal Salmo 68,10 applicato a Cristo per evocare soprattutto la sua passione: Gesù “non cercò di piacere a se stesso » (v. 3) egli stesso ha trovato nella Scrittura la luce e la forza per affrontare la sua missione nei momenti terribili (della prova). Il Salmo 68 è infatti il grido di un uomo perseguitato che chiama Dio in suo aiuto ed arriva alla quella certezza piena di speranza che il Signore ascolta e salva. Scrittura sostiene la speranza, e, invitando a quella « perseveranza » (aiutando a rimanere forte sotto le prove), che dona il coraggio (o « portando conforto ») Paolo ha scritto questo per le difficoltà che la comunità di Roma, egli lo sa, si trova di fronte. Essa conosce la divisione, le incomprensioni che la feriscono, e Paolo vuole invitare i cristiani ad “accogliersi gli uni gli altri” (cfr .v.7). Solo questo atteggiamento edifica, costruisce comunità realmente (cfr. v. 2). Questa è l’unica risposta autentica dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo. Si osservano nel testo tutte le espressioni che riguardano direttamente questa situazione: « per avere gli stessi sentimenti ad esempio in Cristo Gesù … perché (questa condizione solo) con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio… . Accoglietevi …come Cristo …. » (vv.6-7)
Paolo allarga la discussione evocando “l’accoglienza” universale, offerta veramente a tutti gli uomini da Dio salvatore in Gesù. Le formule sono splendide per parlare con una parte dei fratelli Ebrei, testimoni particolari della fedeltà di Dio alle sue grandi promesse di salvezza, e con l’altra parte: i fratelli di origine pagana, testimoni particolari della
Misericordia infinita di Dio.
UFFICIO DELLE LETTURE
Seconda Lettura
Dal «Commento sul profeta Isaia» di Eusebio, vescovo di Cesarea.
(Cap. 40, vv. 3. 9; PG 24, 366-367)
Voce di uno che grida nel deserto
Voce di uno che grida nel deserto: «Preparate la via al Signore, appianate nella steppa la strada per il nostro Dio» (Is 40, 3).
Dichiara apertamente che le cose riferite nel vaticinio, e cioè l’avvento della gloria del Signore e la manifestazione a tutta l’umanità della salvezza di Dio, avverranno non in Gerusalemme, ma nel deserto. E questo si è realizzato storicamente e letteralmente quando Giovanni Battista predicò il salutare avvento di Dio nel deserto del Giordano, dove appunto si manifestò la salvezza di Dio.
Infatti Cristo e la sua gloria apparvero chiaramente a tutti quando, dopo il suo battesimo, si aprirono i cieli e lo Spirito Santo, scendendo in forma di colomba, si posò su di lui e risuonò la voce del Padre che rendeva testimonianza al Figlio: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo» (Mt 17, 5).
Ma tutto ciò va inteso anche in un senso allegorico. Dio stava per venire in quel deserto, da sempre impervio e inaccessibile, che era l’umanità. Questa infatti era un deserto completamente chiuso alla conoscenza di Dio e sbarrato a ogni giusto e profeta. Quella voce, però, impone di aprire una strada verso di esso al Verbo di Dio; comanda di appianare il terreno accidentato e scosceso che ad esso conduce, perché venendo possa entrarvi: «Preparate la via del Signore» (Ml 3, 1).
Preparazione è l’evangelizzazione del mondo, è la grazia confortatrice. Esse comunicano all’umanità al conoscenza della salvezza di Dio.
«Sali su un alto monte, tu che rechi liete notizie in Sion; alza la voce con forza, tu che rechi liete notizie in Gerusalemme» (Is 40, 9).
Prima si era parlato della voce risuonante nel deserto, ora, con queste espressioni, si fa allusione, in maniera piuttosto pittoresca, agli annunziatori più immediati della venuta di Dio e alla sua venuta stessa. Infatti prima si parla della profezia di Giovanni Battista e poi degli evangelizzatori.
Ma qual è la Sion a cui si riferiscono quelle parole? Certo quella che prima si chiamava Gerusalemme. Anch’essa infatti era un monte, come afferma la Scrittura quando dice: «Il monte Sion, dove hai preso dimora» (Sal 73, 2); e l’Apostolo: «Vi siete accostati al monte di Sion» (Eb 12, 22). Ma in un senso superiore la Sion, che rende nota le venuta di Cristo, è il coro degli apostoli, scelto di mezzo al popolo della circoncisione.
Si, questa, infatti, è la Sion e la Gerusalemme che accolse la salvezza di Dio e che è posta sopra il monte di Dio, è fondata, cioè, sull’unigenito Verbo del Padre. A lei comanda di salire prima su un monte sublime, e di annunziare, poi, la salvezza di Dio.
Di chi è figura, infatti, colui che reca liete notizie se non della schiera degli evangelizzatori? E che cosa significa evangelizzare se non portare a tutti gli uomini, e anzitutto alle città di Giuda, il buon annunzio della venuta di Cristo in terra?

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